Ringraziamento Serale a Dio Padre per i benefattori

Destinatari:  Dio Padre
Beneficiari:  Benefattori
Tipologie:  Ringraziamento serale
Ringraziamento Serale a Dio Padre per i benefattori
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Padre buono e provvidente, a conclusione di questa giornata elevo a Te il mio ringraziamento più sincero.

Ti lodo per la generosità che semini nei cuori, in particolare nei tuoi benefattori, uomini e donne che, seguendo il Tuo esempio, si fanno strumenti di carità e di speranza per i poveri e i bisognosi.

Signore, la Tua mano si manifesta attraverso le loro opere buone, i gesti silenziosi e le offerte nascoste che sostengono chi è nel bisogno. Con gratitudine riconosco il dono della loro presenza nelle nostre comunità, la luce che accendono in chi è nella prova.

Benedici, Padre amato, tutti i benefattori che, con generosità, contribuiscono al bene comune. Dona loro abbondanza di grazie, salute, serenità e la gioia profonda che solo chi dona conosce.

Resta sempre accanto a loro, perché possano continuare ad essere segno visibile della Tua Provvidenza e testimoniare al mondo la bellezza della condivisione.

Grazie, Padre, per il Tuo infinito amore e per i benefattori che rendono più lieve il cammino dei Tuoi figli. A Te la lode per sempre. Amen.

Spiegazione della Preghiera

1. Il contesto spirituale e dottrinale della preghiera

Questa preghiera nasce all’interno della tradizione cristiana, in particolare del cattolicesimo, e riflette una profonda consapevolezza della presenza costante della Provvidenza divina e del dovere della gratitudine verso Dio e il prossimo. Nel corso dei secoli, la Chiesa ha sottolineato l’importanza della carità, indicando nei benefattori persone che incarnano concretamente l’amore di Dio per gli altri. La preghiera si pone nella scia delle esortazioni evangeliche a riconoscere e lodare le opere di bene che Dio compie attraverso gli uomini e, al tempo stesso, a invocare abbondanti benedizioni su chi si fa strumento della Sua Provvidenza.

A livello dottrinale, questa preghiera richiama i principi fondamentali della morale cristiana: la gratuità del dono, la comunione con i sofferenti e la consapevolezza della corresponsabilità evangelica. Ernesto Olivero, fondatore del Sermig, afferma:

“La Provvidenza passa tramite le mani di uomini e donne che dicono sì alla voce di Dio.”
Questo è il contesto: riconoscere l’origine divina di ogni bene e il ruolo umano di cooperazione con la grazia, secondo l’insegnamento paolino:
"Siate riconoscenti.” (Col 3,15)

2. I destinatari a cui è rivolta e perché

La preghiera è rivolta direttamente a Dio Padre, invocato come “buono e provvidente”, in sintonia con l’insegnamento di Gesù che chiama Dio Abbà e ne sottolinea la sollecitudine per tutti i suoi figli (“Il Padre vostro celeste sa che ne avete bisogno”, Mt 6,32). L’atto di lode e ringraziamento si eleva a Dio, sorgente di ogni bene, e riconosce che ogni dono, anche quello compiuto tramite gli uomini, è prima di tutto opera del Padre.

Nel rivolgersi al Padre, il credente innalza una preghiera di intercessione per i benefattori. Così, la preghiera diventa​ ponte tra Dio e il prossimo, interpretando il carisma evangelico della reciprocità: mentre i benefattori si fanno strumenti della Provvidenza verso i bisognosi, i credenti si fanno intercessori verso Dio per loro.

3. I beneficiari per cui intercede e i bisogni spirituali/fisici che affronta

Questa preghiera intercede in modo privilegiato per tutti i benefattori, uomini e donne che sostengono nella società e nella Chiesa opere di carità, missioni, servizi ai poveri, attività di sostegno economico o materiale. Sono spesso presenti in modo umile e silenzioso, talvolta sconosciuti ai beneficiari diretti delle loro opere.

I bisogni per cui la preghiera chiede l’intercessione divina sono molteplici:

  • Benedizione divina: perché il Signore versi sulle loro vite grazie abbondanti.
  • Salute e serenità: riconoscendo il valore della salute e della pace interiore, sia nelle prove sia nella quotidianità.
  • Gioia profonda: quella beatitudine evangelica che solo il dono gratuito sa donare (“C’è più gioia nel dare che nel ricevere”, At 20,35).
  • Fedeltà della loro vocazione: “perché possano continuare ad essere segno visibile della Tua Provvidenza”.
Inoltre, si affrontano bisogni spirituali come il desiderio di perseveranza, gratitudine, comunione e testimonianza della bellezza cristiana della condivisione.

4. I temi teologici principali, con citazioni bibliche o patristiche

Sono diversi i temi teologici che attraversano la preghiera:

  • La Provvidenza di Dio: L’idea che Dio agisca nel mondo attraverso strumenti umani ha profonde radici bibliche:
    “Dio che provvede a ogni creatura…” (Mt 6,26).
    I benefattori sono dunque segni della sua cura amorevole.
  • La carità come partecipazione all’amore divino: San Giovanni insegna che:
    “Chi non ama il proprio fratello che vede, non può amare Dio che non vede” (1Gv 4,20).
    Lodare il dono della carità nei benefattori è lodare Dio stesso che opera attraverso loro.
  • Il valore sacramentale delle opere buone: Secondo sant’Agostino, le opere di carità realizzate dai fedeli sono segni visibili dell’azione invisibile di Dio:
    “Dio si serve dei suoi santi perché la sua misericordia non resti invisibile.”
  • La reciprocità nella preghiera: Chi riceve, prega per chi dona, realizzando la comunione della Chiesa descritta dagli Atti degli Apostoli:
    “Tutto era fra loro comune e ciascuno secondo il bisogno.” (At 2,44-45)
  • La gratitudine: Emerge come atteggiamento fondamentale del credente, secondo l’ammonizione paolina:
    “In ogni cosa rendete grazie: questa infatti è la volontà di Dio in Cristo Gesù verso di voi.” (1Ts 5,18)

5. Il genere di preghiera e la sua collocazione nella tradizione liturgica

Dal punto di vista del genere, questa preghiera svolge più funzioni:

  • Lode: Per la generosità che Dio semina nel cuore dei benefattori (“A te la lode per sempre”).
  • Ringraziamento: Emerge nell’incipit e nel riconoscimento gioioso della presenza dei donatori nella comunità.
  • Intercessione: Perché Dio benedica e accompagni i benefattori.
Pur avendo elementi che richiamano la preghiera personale, può inserirsi agevolmente in momenti comunitari come celebrazioni di fine giornata, ringraziamenti per doni ricevuti, o durante momenti di raccolta fondi, carità, commemorazioni di benefattori defunti.

Nella tradizione liturgica, la Chiesa comprende formule specifiche nelle Messe per i benefattori (es. “Messa per i benefattori”) e inserisce preghiere di questo tipo nella liturgia delle ore (preghiere serali, compieta, vespri) e nelle benedizioni particolari.

6. Indicazioni pratiche: come usarla nella preghiera personale/comunitaria e nei tempi dell’anno liturgico

Ecco alcune indicazioni per l’uso di questa preghiera:

  • Preghiera personale: Recitala la sera, come suggerito dal testo, al termine della giornata, specialmente quando desideri ricordare con gratitudine le persone che ti hanno fatto del bene, chi sostiene opere di carità, o quando vuoi coltivare il senso della gratitudine e della responsabilità.
  • Preghiera comunitaria: Può essere inserita nella liturgia delle ore (vespri, compieta), in incontri di gruppo, nei consigli pastorali o durante la Giornata mondiale dei poveri, o altre giornate dedicate alla carità.
  • Momenti particolari dell’anno liturgico:
    • Durante l’Avvento e la Quaresima, quando la Chiesa invita intensamente alla solidarietà e alla conversione del cuore verso i poveri.
    • Alla conclusione di campagne di raccolta fondi, maratone di carità, progetti missionari.
    • Nel tempo di Pasqua, celebrando la risurrezione che si manifesta anche nei segni di nuova speranza portati dai benefattori.
  • Adattabilità: Si può personalizzare citando nomi di benefattori reali, oppure adattarla a preghiere di lode per tutti i benefattori della storia della comunità cristiana.
Incorporando regolarmente una preghiera come questa nella vita spirituale, il credente educa il cuore alla gratitudine, riconosce la rete di carità che sostiene la Chiesa e rafforza la consapevolezza che ogni opera buona è frutto sia dell’iniziativa umana sia della grazia divina.

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