Ringraziamento a San Martino di Tours per la generosità dei volontari

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San Martino di Tours, esempio di carità e di generosità, oggi, con umile cuore, ti rivolgiamo la nostra preghiera di ringraziamento.
Ti lodiamo, Santo generoso, perché la tua azione ispiratrice guida i volontari nel loro servizio ai poveri, trasformando ogni gesto in un seme di speranza e amore.
Grazie per ogni mano che si tende, per ogni sorriso donato, per lo slancio di chi sceglie di mettersi a fianco degli ultimi anche quando la fatica si fa sentire profondamente.
Rendici riconoscenti per il loro esempio concreto di solidarietà, e dona loro la forza di continuare a donarsi con cuore aperto e gratuità.
San Martino, tu che hai diviso il tuo mantello con chi aveva freddo, intercedi affinché nessuna persona resti sola e dimenticata, e i volontari possano sempre trovare gioia nel servire i fratelli più fragili.
Con gratitudine, ti affidiamo tutti coloro che ogni giorno scelgono di amare senza riserve, certi che la loro generosità sia seme di un mondo più giusto e fraterno.
Amen.
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Spiegazione della Preghiera
1. Il contesto spirituale e dottrinale della preghiera
La preghiera dedicata a San Martino di Tours si inserisce in una tradizione cristiana profondamente radicata nel culto dei santi come esempi viventi del Vangelo. San Martino, vissuto nel IV secolo, è universalmente riconosciuto come patrono della carità e della solidarietà, protagonista di una delle più note vicende agiografiche: la condivisione del suo mantello con un povero infreddolito. Questo gesto, descritto nelle Vite dei santi di Sulpicio Severo, ha rappresentato per secoli l’archetipo della carità cristiana: donare senza misura, riconoscendo Cristo nei poveri e negli esclusi (cfr. Matteo 25,40: “Ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me”).
Nel suo contesto dottrinale, la preghiera richiama il dovere fondamentale della carità: uno dei pilastri della vita cristiana (insieme a fede e speranza), definita da Paolo come “il più grande di tutti” i doni (1Corinzi 13,13). L’atteggiamento che ne scaturisce è quello di una gratitudine attiva, che riconosce l’importanza di chi si mette a servizio dei più bisognosi, mentre invoca per questi volontari la perseveranza e la gioia nel loro slancio.
2. I destinatari a cui è rivolta e perché
La preghiera è direttamente rivolta a San Martino di Tours, vescovo e santo, considerato modello di carità evangelica. Essa esprime lode e ringraziamento al Santo per la sua testimonianza, chiedendo la sua intercessione presso Dio a favore di una categoria ben precisa: i volontari impegnati nel servizio ai poveri e ai più fragili. In questo senso, San Martino funge da mediatore e da ispiratore, “guida” il loro agire con la sua stessa generosità e presenza spirituale.
La scelta di Martino come destinatario non è casuale: la sua vicenda storica riassume l’essenza della solidarietà cristiana, intesa non solo come assistenza materiale ma come amore gratuito e attento alla dignità dell’altro. I volontari che si ispirano a lui sono oggi chiamati non solo a imitare, ma a perpetuare il suo esempio, diventando a loro volta “segni viventi” del Vangelo nella società.
3. I beneficiari per cui intercede e i bisogni spirituali/fisici che affronta
Sebbene rivolta a San Martino, la preghiera intercede chiaramente per:
- I volontari impegnati nel servizio caritativo
- I poveri, gli “ultimi”, i bisognosi, chi rischia di essere dimenticato
Per i volontari, si chiede il dono della forza, della perseveranza, della gioia e della gratitudine, riconoscendo che il loro compito può essere faticoso, a volte logorante (“anche quando la fatica si fa sentire profondamente”). Si invoca per loro la grazia di continuare “a donarsi con cuore aperto e gratuità”, nonostante le difficoltà.
Per i poveri e i fragili, l’intercessione chiede che “nessuna persona resti sola e dimenticata”, cioè che ognuno possa trovare attenzione, cura, e il calore di una comunità accogliente. È questa un’eco vivente dell’insegnamento cristiano sulla centralità del prossimo debole, che non deve mai essere lasciato ai margini (cfr. Giacomo 1,27).
4. I temi teologici principali e citazioni bibliche/patristiche
Tra i temi portanti spiccano:
- Carità: cuore della vita cristiana, incarnata in gesti concreti. Il gesto del mantello ricorda
“Se uno ha ricchezze di questo mondo e, vedendo il suo fratello nel bisogno, gli chiude il cuore, come può l'amore di Dio rimanere in lui?”
(1 Giovanni 3,17). - Intercessione dei santi: la Chiesa riconosce che i santi possono pregare per noi e accompagnarci nel cammino, come espresso dal Catechismo della Chiesa Cattolica (n. 956). Sant’Ambrogio affermava:
“I santi non hanno smesso di intercedere per noi.”
- Gratitudine e ringraziamento: la preghiera è permeata di riconoscenza sia per l’esempio di San Martino sia per quello dei volontari, facendo eco alle esortazioni paoline:
“In ogni cosa rendete grazie.”
(1 Tessalonicesi 5,18). - Solidarietà e promozione della dignità umana: temi centrali già nelle prime comunità, come richiamato da San Giovanni Crisostomo:
“Se non trovi Cristo tra i poveri, non Lo troverai neppure nel calice.”
- Gioia nel dono: la richiesta che i volontari possano mantenere gioia e slancio segue il dettato di
“Dio ama chi dona con gioia.”
(2 Corinzi 9,7).
Tutto ciò confluisce nella teologia della diaconia cristiana: servire Dio nel prossimo e fare della propria vita un “mantello diviso” con fratelli e sorelle bisognosi.
5. Il genere di preghiera e la sua collocazione liturgica
La preghiera può essere definita principalmente come:
- Preghiera di ringraziamento: la parola “grazie” e l’apprezzamento per l’esempio dei volontari permeano la composizione.
- Lode: sia verso San Martino che verso le azioni ispirate dalla sua figura.
- Intercessione: chiede a San Martino di continuare ad accompagnare i volontari e i poveri.
Essa trova spazio soprattutto in ambiti di preghiera comunitaria: celebrazioni dedicate ai volontari, momenti di riflessione sulla carità cristiana, incontri parrocchiali dedicati al servizio e durante la memoria liturgica di San Martino (11 novembre). Può inoltre essere integrata in liturgie della Parola, Benedizioni dei volontari o veglie di preghiera per il sociale.
6. Indicazioni pratiche per l’uso personale e comunitario
La preghiera a San Martino trova molteplici applicazioni, sia nella dimensione privata che pubblica:
- Nella preghiera personale: Può essere recitata come atto di ringraziamento per una giornata di servizio, oppure per chiedere forza e ispirazione prima di iniziare attività di volontariato. È utile per meditare sul valore della carità e ravvivare la motivazione interiore al dono di sé.
- In comunità:
- Durante la messa o altre celebrazioni in occasione della festa di San Martino (11 novembre), come preghiera dei fedeli o conclusione di una Veglia.
- All’inizio di incontri di associazioni di volontariato, come invocazione e ispirazione.
- In momenti forti dell’anno liturgico – specialmente Avvento e Quaresima – quando la comunità è invitata a riscoprire il senso della carità e dell’attenzione ai più deboli.
- Come educazione e testimonianza: La preghiera può essere usata per introdurre bambini, ragazzi e nuovi volontari alla figura di San Martino, aiutandoli a comprendere quanto sia attuale il suo esempio.
Serve inoltre da spunto per esami di coscienza sulla propria disponibilità a condividere, oppure da chiave di lettura della società cristiana come “comunità di prossimo”.
Nel suo insieme, questa preghiera aiuta ogni fedele a riconoscere nell’altro il volto di Cristo e a fare della gratitudine e della solidarietà la trama quotidiana della vita, rinnovando il mandato evangelico e la fraternità universale.
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