Ringraziamento serale per la testimonianza di San Giovanni Paolo II

Destinatari:  San Giovanni Paolo II
Beneficiari:  Fedeli Cristiani
Tipologie:  Ringraziamento serale
Ringraziamento serale per la testimonianza di San Giovanni Paolo II
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Preghiera serale di ringraziamento a San Giovanni Paolo II

O San Giovanni Paolo II,
al termine di questa giornata ci raccogliamo, fedeli cristiani, con un cuore riconoscente davanti a Dio e a te, Pastore amato e instancabile testimone di fede.

Ti ringraziamo, Signore, per averci donato questo grande Papa, faro di speranza nelle notti del mondo, guida sicura nei sentieri della verità e della carità.

Meditiamo sull'aspetto del suo pontificato che ci parla di fiducia e di apertura a Cristo: Aprite, anzi spalancate le porte a Cristo! Non abbiate paura!”.
Fa’ che questa esortazione viva nel nostro cuore ogni sera, alimentando gratitudine per le meraviglie che Tu, o Dio, compi attraverso i tuoi santi.

Aiutaci, per intercessione di San Giovanni Paolo II, a riconoscere ogni dono ricevuto oggi: la luce della tua Parola, la presenza delle persone amate, i gesti di pace che abbiamo incontrato.

O San Giovanni Paolo II, accompagna la nostra notte, custodisci le nostre famiglie e insegnaci la gioia del ringraziamento in ogni giorno della nostra vita.

Amen.

Spiegazione della Preghiera

1. Il contesto spirituale e dottrinale della preghiera

La Preghiera serale di ringraziamento a San Giovanni Paolo II nasce all’interno della devozione popolare cattolica, in particolare dopo la canonizzazione di Karol Wojtyła, uno dei Papi più amati del XX e XXI secolo. Il suo magistero, lungo più di ventisei anni, ha lasciato un’impronta profonda sulla Chiesa e su milioni di fedeli. La preghiera si colloca in quel contesto ecclesiale che riconosce nei santi non solo intercessori, ma anche modelli da imitare, punti di riferimento nel cammino di fede.

La liturgia cattolica invita spesso, alla fine della giornata, a momenti di examen e di ringraziamento. Pregare San Giovanni Paolo II in questo momento significa ricondurre la giornata vissuta sotto una doppia ottica: il riconoscimento della Provvidenza di Dio e la gratitudine per i suoi strumenti — anzitutto i santi, tra cui spicca Papa Wojtyła come ultimo, grande “faro” del XX secolo, come ricordato nella preghiera stessa.

Dottrinalmente, la preghiera si richiama alla Comunione dei Santi, uno dei misteri centrali della fede cristiana: “Noi crediamo […] nella comunione di tutti i fedeli cristiani, cioè di coloro che sono pellegrini sulla Terra, dei defunti che si purificano e dei beati che godono della gloria del Cielo” (Catechismo della Chiesa Cattolica, 962). Pregare un santo significa chiedere la sua intercessione affinché il bene e la grazia di Dio restino vivi nella comunità dei credenti.

2. I destinatari a cui è rivolta e perché

La preghiera è indirizzata a San Giovanni Paolo II come intercessore, e a Dio come origine dei doni che egli rappresenta per la Chiesa e il mondo. Ci si rivolge direttamente al Santo Pontefice con fiducia, riconoscendolo come “pastore amato e instancabile testimone di fede”, consapevoli della sua vicinanza spirituale al popolo cristiano anche dopo la sua morte terrena.

Tuttavia, il vero soggetto a cui si eleva la lode e il ringraziamento è sempre il Signore, di cui il Santo è solo veicolo e strumento. La prima parte della preghiera infatti recita: “Ti ringraziamo, Signore, per averci donato questo grande Papa”. Questo passaggio sottolinea che la santità personale non è mai fine a sé stessa, ma rimanda all’azione salvifica di Dio nella storia.

L’invocazione diretta a Giovanni Paolo II si fonda sulle sue parole famose, “Aprite, anzi spalancate le porte a Cristo! Non abbiate paura!”, che lo rendono simbolo di fiducia e coraggio nell’accoglienza del Vangelo. I fedeli si rivolgono a lui per imparare “la gioia del ringraziamento” e per essere accompagnati nel riposo notturno, nella fiducia che la notte stessa sia “custodita”.

3. I beneficiari per cui intercede e i bisogni spirituali/fisici che affronta

I principali beneficiari di questa preghiera sono i fedeli stessi, le loro famiglie e in senso più largo tutta la Comunità cristiana. Il testo chiede a San Giovanni Paolo II di:

  • Accompagnare la notte, ossia rendere sicuro e sereno il riposo dei credenti;
  • Custodire le famiglie, proteggendo gli affetti, la comunione familiare e la stabilità domestica, temi molto cari al Magistero di Giovanni Paolo II (“La famiglia è il luogo dove si apprende l’amore di Dio e degli uomini” — Familiaris Consortio, 51);
  • Insegnare la gioia del ringraziamento, cioè coltivare un atteggiamento spirituale positivo, capace di riconoscere anche nelle piccole cose il dono di Dio.

La preghiera facilita pure il riconoscimento, da parte dei fedeli, dei doni spirituali della giornata: “la luce della tua Parola, la presenza delle persone amate, i gesti di pace…”. In tal modo copre sia i bisogni spirituali (gratitudine, apertura a Cristo, riconoscenza) sia alcuni bisogni fisici ed esistenziali (protezione durante la notte, armonia familiare).

Il riferimento alla notte richiama anche la tradizionale preoccupazione della Chiesa per il riposo, il superamento delle paure, la serenità dell’anima al termine della giornata, secondo le parole del Salmo: “In pace mi corico e subito mi addormento: tu solo, Signore, al sicuro mi fai riposare” (Salmo 4,9).

4. I temi teologici principali, con citazioni bibliche o patristiche

Sono diversi i temi teologici di rilievo in questa preghiera:

  • Il ringraziamento come cuore della vita cristiana: la gratitudine per i doni di Dio e per l’opera dei santi richiama l’Eucaristia (“eucaristia” significa “rendimento di grazie” - cfr. CCC, 1328), che Giovanni Paolo II definì “fonte e culmine di tutta la vita cristiana” (Ecclesia de Eucharistia, 1).
  • La presenza attuale dei santi: “Tutti infatti, quanti sono di Cristo e hanno il suo Spirito, formano una sola Chiesa” (Lumen Gentium, 49). Nei santi infatti Dio ci dona ancora segni visibili della sua bontà.
  • La fiducia nell’aprire le porte a Cristo: questa famosa esortazione papale si rifà all’invito biblico “Ecco, sto alla porta e busso: se qualcuno ascolta la mia voce e mi apre, io verrò da lui, cenerò con lui ed egli con me” (Ap 3,20). È un tema chiave del Vaticano II: “Il Cristo risorto opera incessantemente nei cuori degli uomini e risveglia in essi il desiderio della verità e del bene” (Gaudium et Spes, 22).
  • La centralità della famiglia: “La famiglia […] è il luogo privilegiato per la trasmissione della fede e la crescita nella carità” (Familiaris Consortio, 36).

Infine, il ringraziamento per la testimonianza dei santi si trova anche nei Padri della Chiesa:

“Celebriamo la memoria dei santi non solo come esempio, ma perché intercedano per noi presso Dio”
(San Gregorio di Nazianzo, Discorso 45).

5. Il genere di preghiera e la sua collocazione nella tradizione liturgica

La “Preghiera serale di ringraziamento” appartiene principalmente al genere della lode e del ringraziamento, con un elemento di intercessione rivolto al santo.

Questo tipo di preghiera si inserisce nella preghiera privata e devozionale, ma può anche essere utilizzata in contesti liturgici non strettamente ufficiali, come i vespri comunitari, l’adorazione eucaristica o la preghiera del Rosario. La sera, momento del riposo, è tradizionalmente tempo di bilancio della giornata, di lode e ringraziamento per ciò che si è vissuto.

Nella liturgia ufficiale, i santi vengono ricordati soprattutto nelle loro memorie liturgiche (nel caso di San Giovanni Paolo II, il 22 ottobre). Tuttavia, la Chiesa incoraggia la preghiera spontanea ai santi anche fuori dal calendario liturgico: questo rafforza il senso della comunione ecclesiale e la dinamica della fede vissuta nella storia quotidiana.

6. Indicazioni pratiche: uso nella preghiera personale, comunitaria e nei tempi liturgici

Come usare questa preghiera:

  • Nella preghiera personale: recitala al termine della giornata come atto di lode, magari dopo una breve meditazione sulla giornata appena trascorsa, ringraziando per i doni ricevuti e affidando il riposo e la famiglia all’intercessione di San Giovanni Paolo II.
  • In famiglia: può divenire un momento di raccoglimento serale, soprattutto se ci sono bambini e si vuole radicare in loro il ricordo di figure positive della fede.
  • In comunità: suggerita nelle veglie di preghiera, nelle riunioni di gruppi giovanili o in parrocchia, specie in occasione della memoria liturgica del santo (22 ottobre), oppure in altre giornate significative (compleanno, anniversario dell’elezione al pontificato, o della morte).

Nei tempi dell’anno liturgico questa preghiera è particolarmente adatta:

  • Nel Tempo Pasquale, per ringraziare della speranza cristiana incarnata dall’instancabile attività di Giovanni Paolo II.
  • In Avvento e Natale, collegandosi al tema dell’accoglienza di Cristo: “Aprite le porte a Cristo!”.
  • Nel Mese delle Famiglie (magari a maggio, per la Madonna, come lui stesso suggeriva), affidando i propri cari al santo.

Come tutti i santi, San Giovanni Paolo II non è estraneo alle difficoltà moderne. Usare questa preghiera quotidianamente può aiutare a vivere la fede in modo riconoscente, fiducioso e gioioso, secondo il suo esempio e la sua intercessione vivente nella Comunione dei Santi.

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