Dialogo semplice con San Giovanni Paolo II per la vocazione dei Giovani

Destinatari:  San Giovanni Paolo II
Beneficiari:  Giovani
Temi:  Vocazione
Tipologie:  Dialogo semplice
Dialogo semplice con San Giovanni Paolo II per la vocazione dei Giovani
Ascolta la Preghiera

Caro San Giovanni Paolo II,

mi rivolgo a te come a un padre e a un amico, perché sento nel cuore quel turbamento che nasce quando si pensa alla vocazione. So che anche tu, da giovane, hai cercato la strada giusta tra sogni e timori. Oggi desidero parlarti in semplicità, come un giovane che cerca la luce nel cammino.

Guarda, ti affido le mie paure: la paura di non essere abbastanza, il timore di sbagliare, l’incertezza sul futuro. Forse anche tu le hai conosciute… aiutami a non sentirmi solo in questo tempo di ricerca. Vorrei poter vedere con chiarezza quella chiamata che Dio mi sta sussurrando nel cuore.

San Giovanni Paolo II, tu che hai sempre invitato i giovani a non avere paura, intercedi per me, perché possa riconoscere i sogni veri e distinguerli dalle illusioni. Aiutami a fidarmi di Dio, a rispondere con coraggio e gioia, anche quando la strada sembra difficile.

Ti affido i miei sogni, le mie domande, la mia voglia di costruire qualcosa di bello. Aiutami a scoprire la mia missione nel mondo, quella che Dio ha pensato per me. Sostienimi mentre cerco di ascoltare la Sua voce e accompagna con la tua preghiera ogni mio passo.

San Giovanni Paolo II, cammina con me, come amico e fratello, perché possa scoprire la gioia di donare la vita e la forza di rispondere sì.

Amen.

Spiegazione della Preghiera

1. Il contesto spirituale e dottrinale della preghiera

Questa preghiera è inserita nel solco della spiritualità cristiana legata al discernimento vocazionale, con uno sguardo particolare all’esperienza dei giovani che si interrogano sul proprio cammino di vita. Nata a partire dalla figura di San Giovanni Paolo II, Papa noto per la sua straordinaria attenzione ai giovani e per il suo instancabile annuncio dell’invito “Non abbiate paura!”, questa supplica rievoca tanto il suo magistero quanto la tradizione della Chiesa sull’accompagnamento nelle scelte fondamentali dell’esistenza.
Spiritualità e dottrina qui si intrecciano: si fa riferimento alla chiamata personale di ciascun cristiano – la vocazione –, intesa in senso ampio (matrimonio, sacerdozio, vita consacrata, ma anche missione laicale), e all’importanza di affrontare con fede le sfide, i dubbi e le paure legate a questo discernimento. La preghiera esprime il desiderio di essere illuminati e sostenuti in questo processo, in sintonia con quanto insegna il Concilio Vaticano II sulle molteplici vie della santità: "Tutti i fedeli di Cristo sono chiamati alla pienezza della vita cristiana e alla perfezione della carità" (Lumen Gentium 40).

2. I destinatari a cui è rivolta e perché

La preghiera si rivolge direttamente a San Giovanni Paolo II come intercessore celeste, con un tono confidenziale e filialmente affettuoso: “Caro San Giovanni Paolo II, mi rivolgo a te come a un padre e a un amico”. Questa scelta non è casuale. Wojtyła nella sua vita e nel suo pontificato si è distintamente presentato come guida e compagno di viaggio per moltissimi giovani, incoraggiandoli a vivere con audacia la propria giovinezza e a cogliere la chiamata di Dio. Lui stesso ha vissuto, in gioventù, un tempo di ricerca e d’incertezza, segnato da profondi interrogativi sulla vocazione e attraversato da prove dolorose.
È per questo che il supplicante lo sceglie come modello di discernimento e accompagnatore spirituale: riconosce in lui uno che ha provato le stesse domande e timori, che ha saputo affidarsi e, infine, donarsi totalmente.

3. I beneficiari per cui intercede e i bisogni spirituali/fisici che affronta

I principali beneficiari sono i giovani (o chiunque sia in ricerca vocazionale) che vivono un tempo di discernimento. I bisogni spirituali presentati sono molteplici e profondi:

  • La paura e l’incertezza: paura di non essere abbastanza, di sbagliare, di non riconoscere la voce di Dio.
  • Senso di solitudine: il bisogno di sentirsi accompagnati e sostenuti durante questo tratto delicato della vita.
  • Desiderio di chiarezza e luce: il cuore della preghiera è la richiesta di “vedere con chiarezza” la chiamata personale.
  • Forza e coraggio: per rispondere alla chiamata con decisione e fiducia, superando i timori che bloccano l’agire.
  • Autenticità dei sogni: domanda di distinguere i sogni veri ispirati da Dio dalle semplici illusioni o aspettative mondane.
  • Sostenere la gioia e la perseveranza: “la gioia di donare la vita e la forza di rispondere sì”, temi tipicamente collegati alla risposta vocazionale matura.

In secondo luogo, la preghiera abbraccia chiunque sia in cammino verso una scelta importante della vita, chiedendo grazie sia per i bisogni spirituali (discernimento, fede, fiducia, speranza), sia – indirettamente – per quelli concreti e psicologici (superamento di insicurezze e paure, capacità di intraprendere con serenità la strada della vocazione).

4. I temi teologici principali, con citazioni bibliche o patristiche

Vari sono i temi teologici che emergono da questa preghiera:

  • La vocazione personale: Ogni uomo è chiamato da Dio a una missione unica.
    “Prima che io ti formassi nel grembo materno, ti ho conosciuto” (Geremia 1,5).
  • Il discernimento come cammino nella luce e nel dialogo con Dio.
    “Lampada per i miei passi è la tua parola, luce sul mio cammino” (Salmo 119,105).
  • L’esemplarità dei santi: i santi sono nostri amici, ci accompagnano e intercedono per noi. Come il Concilio insegna:
    “Essi ci stimolano con il loro esempio e ci aiutano con la loro intercessione” (Lumen Gentium 50).
  • La lotta tra paura e fiducia: Tema tipico della predicazione di San Giovanni Paolo II, che ripeteva spesso “Non abbiate paura! Aprite, anzi spalancate le porte a Cristo!”. L’invocazione del coraggio risuona nei numerosi inviti biblici a fidarsi di Dio:
    “Non temere, perché io sono con te” (Isaia 41,10).
  • La gioia della risposta: il cammino vocazionale non è rinuncia sterile ma gioia della generosità. Un’eco evangelica:
    “Chi avrà lasciato case, o fratelli, o sorelle... riceverà cento volte tanto e avrà in eredità la vita eterna” (Matteo 19,29).

Oltre alla Scrittura, la tradizione patristica e magisteriale sottolinea l’importanza dell’ascolto e dell’apertura allo Spirito Santo e del sentirsi parte della Chiesa come comunità di sostegno.

5. Il genere di preghiera e la collocazione nella tradizione liturgica

Questa preghiera è essenzialmente una supplica di intercessione a un santo, in questo caso San Giovanni Paolo II. Presenta anche elementi di confidenza personale, quasi una conversazione familiare, e tratti di ringraziamento implicito per il modello di vita del Santo.
Non si tratta di una preghiera ufficiale del patrimonio liturgico, ma di una orazione devozionale, quindi usata in contesti extraliturgici, specialmente in momenti di preghiera privata, ritiri spirituali o incontri vocazionali giovanili. Tuttavia, in alcuni casi può essere inserita in celebrazioni comunitarie, come veglie di preghiera per le vocazioni, o nelle Messe in memoria di San Giovanni Paolo II (22 ottobre) come preghiera finale o dopo la comunione.
La sua struttura la rende adatta all’adorazione eucaristica o come meditazione durante i momenti di silenzio meditativo.

6. Indicazioni pratiche: uso nella preghiera personale, comunitaria e nell’anno liturgico

La preghiera può essere utilizzata in diversi ambiti:

  • Preghiera personale: Recitata in silenzio o ad alta voce nei momenti di riflessione quotidiana, specialmente quando si è alle prese con scelte cruciali, studi, lavori, nuove tappe, o durante i tempi di crisi spirituale e di ricerca.
  • Momenti comunitari: Può essere proposta durante incontri giovanili, catechesi, ritiri vocazionali, o anche dopo la proclamazione della Parola nelle veglie di preghiera o nei gruppi di discernimento.
  • Durante le celebrazioni in onore di San Giovanni Paolo II: In particolare il 22 ottobre, memoria liturgica del santo, o in occasione di Giornate Mondiali della Gioventù, incontri diocesani o parrocchiali a lui dedicati.
  • Nel tempo pasquale o nei periodi di “ripresa” (inizio anno scolastico, Quaresima come tempo di conversione e discernimento): tutti momenti indicati dalla tradizione come adatti a rinnovare la risposta alla chiamata di Dio.

Per un uso fruttuoso, si suggerisce di leggere la preghiera lentamente, lasciando risuonare le parole che più toccano il cuore. Può essere arricchita da un momento di silenzio o accompagnata dalla lettura di brevi testi di San Giovanni Paolo II (per esempio dai suoi discorsi ai giovani o dalla Lettera ai giovani, 1985).

In sintesi, questa preghiera offre una via concreta per affidare la propria ricerca a Dio, sentendosi accompagnati da un Santo che ha vissuto le stesse inquietudini e speranze delle nuove generazioni.

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