Canto ripetuto a Santa Teresa di Calcutta per i Volontari della Caritas

Ascolta la Preghiera
Santa Teresa di Calcutta, luce di carità e di speranza,
insegnaci la generosità verso i poveri e i sofferenti.
Mostraci il volto di Cristo nei fratelli dimenticati,
sostieni il nostro cuore nell'amore sincero.
Ritornello:
Carità, generosità, dona a noi il tuo amore,
Caritas, Santa Teresa, guida il nostro cuore.
Santa Teresa, madre dei poveri,
fa’ che impariamo ad aprire le mani,
ad abbracciare chi chiede conforto,
a spezzare il pane della parola e del sorriso.
Insegnaci a vedere il volto di Dio nei più piccoli,
a donare senza misura, a servire senza attendere lode.
Ripeti in noi la tua preghiera semplice:
Ritornello:
Carità, generosità, dona a noi il tuo amore,
Caritas, Santa Teresa, guida il nostro cuore.
Santa Teresa di Calcutta, fa’ che la carità sia il nostro canto,
fa’ della nostra vita un dono per chi soffre,
e rendici strumenti della tenerezza di Dio nel mondo.
Ritornello:
Carità, generosità, dona a noi il tuo amore,
Caritas, Santa Teresa, guida il nostro cuore.
Spiegazione della Preghiera
1. Contesto spirituale e dottrinale della preghiera
La preghiera dedicata a Santa Teresa di Calcutta s’innesta profondamente nella spiritualità cristiana del XX secolo, caratterizzata da una riscoperta e valorizzazione della carità operosa come risposta alle sfide del mondo moderno. Santa Teresa, meglio nota come Madre Teresa, ha incarnato in modo esemplare il comandamento dell’amore evangelico (“Ama il tuo prossimo come te stesso”, Mc 12,31), ponendo i suoi gesti e le sue preghiere al servizio dei più bisognosi e degli emarginati.
Sul piano dottrinale, la preghiera richiama i principali temi della dottrina sociale della Chiesa: la dignità della persona, la solidarietà, la preferenza per i poveri. Il centro spirituale di questa supplica è la richiesta di essere trasformati interiormente per riconoscere e servire Cristo nei fratelli abbandonati (“Tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me” – Mt 25,40).
Spiritualità e dottrina si intrecciano qui in una mistica della concretezza: la preghiera non si limita a parole, ma invoca una conversione che genera azione, sorriso, dono generoso.
2. Destinatari a cui è rivolta e perché
La preghiera si rivolge principalmente a Santa Teresa di Calcutta, invocata con diversi titoli evocativi come “luce di carità e di speranza”, “madre dei poveri”. In senso più ampio, il destinatario della richiesta è anche Dio, fonte ultima della carità, a cui ci si avvicina attraverso l’intercessione della santa.
Santa Teresa viene scelta come destinataria perché è divenuta modello e intercessora universale per quanti desiderano vivere la carità concretamente e per quanti si sentono chiamati a servire i “fratelli dimenticati”. Il suo stile, umile e radicale, la rende particolarmente vicina a chi desidera, nel quotidiano, aprire le proprie mani, il proprio cuore e la propria esistenza.
Il ricorso all’intercessione dei santi è profondamente radicato nella tradizione cattolica: come afferma il Catechismo della Chiesa Cattolica, i santi “non cessano d’intercedere presso il Padre per noi” (CCC 956).
3. Beneficiari per cui intercede e bisogni spirituali/fisici che affronta
La preghiera intercede soprattutto per i poveri e i sofferenti: compaiono ripetutamente riferimenti agli “ultimi”, agli “emarginati”, a quanti sono “dimenticati” o “chiedono conforto”. In particolare viene chiesto che possiamo vedere il volto di Dio nei più piccoli e donare senza misura, eco della vocazione di Madre Teresa.
Tuttavia, la preghiera intercede anche per chi la recita e per la comunità cristiana: chiede sostegno per “il nostro cuore” nell’amore sincero, la capacità di “aprire le mani” e “servire senza attendere lode”, affinché “la carità sia il nostro canto” e la vita stessa diventi dono.
I bisogni affrontati sono sia materiali sia spirituali: si chiede la grazia di “insegnarci la generosità verso i poveri”, “sostenere i cuori”, “guidare all’amore sincero”, “rendere la nostra vita dono”. L’evidente connessione tra attenzione ai bisogni fisici (fame, solitudine, sofferenza) e spirituali (apertura del cuore, capacità di servizio, dono di sé) riflette il fulcro dell’insegnamento di Madre Teresa.
4. Temi teologici principali, con citazioni bibliche o patristiche
La preghiera offre una densa sintesi di diversi temi teologici:
- Carità e generosità: è la virtù teologale per eccellenza, fondamento della vita cristiana (“la più grande di tutte è la carità” – 1Cor 13,13).
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Predilezione per i poveri: in sintonia con il Vangelo (“Beati voi poveri, perché vostro è il regno di Dio” – Lc 6,20) e con l’insegnamento dei Padri:
“Dio si lascia trovare soprattutto dai poveri; chi serve i poveri serve Cristo” (San Giovanni Crisostomo, Omelia su Matteo).
- Misticismo cristocentrico: l’invito a «vedere il volto di Cristo nei fratelli dimenticati» riprende direttamente la parabola del giudizio finale (Mt 25,31-46), fondamentale nella visione di Santa Teresa.
- Donarsi senza misura, servire senza attendere lode: l’umiltà come asse della vita cristiana, secondo le parole di Gesù: “Quando avrete fatto tutto ciò che vi è stato ordinato, dite: Siamo servi inutili.” (Lc 17,10)
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Centralità della parola e del sorriso: la “semplicità” di cui parla la preghiera e che Madre Teresa testimoniava:
“Non tutti possiamo fare grandi cose, ma possiamo fare piccole cose con grande amore.” (Santa Teresa di Calcutta)
Questi temi, intrecciati, fanno della preghiera non solo una supplica, ma anche una breve catechesi e uno strumento di formazione spirituale.
5. Genere di preghiera e collocazione liturgica
La struttura della preghiera rivela principalmente il carattere di intercessione (si chiede a Santa Teresa di ottenere per noi grazie spirituali e atteggiamenti interiori) e di supplica formativa. Ma contiene forme di lode (titoli attribuiti alla santa: “luce di carità”, “madre dei poveri”), e di imitazione (“insegnaci”, “fa che impariamo”, “guidaci”).
Il ritornello ripetitivo (“Carità, generosità, dona a noi il tuo amore, Caritas, Santa Teresa, guida il nostro cuore”) è tipico di preghiere per uso comunitario, analoghe alle litanie o ai canti di meditazione. La sua struttura semplice e ripetitiva la rende idonea sia a momenti di preghiera personale silenziosa, sia a celebrazioni comunitarie, veglie, liturgie della Parola, incontri di gruppi caritativi, classi di catechismo.
Dal punto di vista liturgico, non si tratta di un testo ufficiale, bensì di una preghiera devozionale moderna, pienamente inseribile tra le pratiche di pietà popolare, specialmente nei tempi di memoria dei santi, nei giorni della carità, nelle celebrazioni in occasione della memoria liturgica di Santa Teresa (5 settembre).
6. Indicazioni pratiche: uso nella preghiera personale, comunitaria e nell’anno liturgico
Questa preghiera può essere utilizzata in vari contesti:
- Preghiera personale: come meditazione al mattino, prima del servizio ai poveri, oppure come esame di coscienza serale chiedendo la grazia di “vedere il volto di Cristo negli ultimi”.
- Preghiera comunitaria: Come canto responsoriale, al termine dell’Eucaristia, durante incontri di carità, ritiri spirituali, o in occasione di attività missionarie e associative.
- Anno liturgico: particolarmente adatta per la memoria liturgica di Santa Teresa (5 settembre), durante la Quaresima (tempo forte di carità e conversione), Giornata Mondiale dei Poveri, o in qualsiasi tempo in cui la comunità voglia rinnovare il suo impegno verso i bisognosi.
Consigli pratici:
- Può essere recitata o cantata, facendo guidare da responsabile la parte principale e affidando alla comunità la ripetizione del ritornello.
- Può accompagnare un momento di adorazione eucaristica, sottolineando il legame tra contemplazione e servizio.
- Nella catechesi, può introdurre riflessioni sul servizio e sulla responsabilità sociale cristiana.
- In famiglia, può essere usata per educare bambini e ragazzi all’apertura agli altri e all’imitazione dei santi.
La forza di questa preghiera sta nella semplicità e concretezza: può essere un richiamo quotidiano a “spezzare il pane della parola e del sorriso”, imitando Santa Teresa e lasciando che la carità sia il nostro canto.
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