Intercessione a San Martino di Tours per la Carità nella comunità di Fabro

Destinatari:  San Martino di Tours
Beneficiari:  Fabro
Tipologie:  Versetto
Intercessione a San Martino di Tours per la Carità nella comunità di Fabro
Ascolta la Preghiera

San Martino di Tours, guida luminosa tra i Santi,

volgi il tuo sguardo su noi, Fabri e pellegrini nel quotidiano cammino.

Tu che hai donato il mantello contro il gelo e la miseria,

liberaci dall’orgoglio, che appesantisce il cuore e chiude la mano,

fa’ che ci spogliamo con coraggio delle nostre vanità,

insegnaci la vera umiltà, affinché in te ritroviamo libertà autentica.

San Martino, tu che hai affrontato il timore con fede ardente,

liberaci dalla paura che oscura i passi e frena i gesti d’amore,

mostraci come abbracciare il nuovo con animo aperto e spirito saldo,

perché la fiducia in Dio sia la nostra forza e la nostra pace.

Tu Fabro del Cielo, forgiatore di giustizia e di carità,

plasma in noi cuori liberi e mani generose,

perché seguendo il tuo esempio possiamo donare senza riserve,

vivendo nella lettizia e nella luce dei figli di Dio.

Amen.

Spiegazione della Preghiera

1. Il contesto spirituale e dottrinale della preghiera

Questa preghiera a San Martino di Tours si colloca nel cuore della tradizione cristiana occidentale, in particolare quella cattolica, che riconosce nei santi non solo esempi di vita evangelica ma anche intercessori potenti presso Dio. San Martino è una delle figure più amate della santità europea, celebre soprattutto per il suo gesto di compassione: tagliare il suo mantello per donarne metà a un povero infreddolito. Questo episodio, narrato da Sulpicio Severo (Vita Martini), è diventato simbolo di carità concreta e di attenzione ai più bisognosi.

Sul piano dottrinale, la preghiera si fonda sul concetto di "comunione dei santi" — la comunione spirituale tra i fedeli di Cristo viventi e defunti (cfr. Catechismo della Chiesa Cattolica, nn. 946-962). Invocare i santi come intercessori è una prassi antica, già viva nei primi secoli attraverso testimonianze patristiche (come in sant’Agostino e san Cipriano). La preghiera esprime la convinzione che i santi, “amici di Dio”, sono vicini ai fedeli e partecipano ancora all’opera di salvezza con la loro preghiera per noi.

Inoltre, la formula scelta richiama la spiritualità del viaggio e del lavoro ("Fabri e pellegrini"), due dimensioni fondanti dell’antropologia cristiana: l’uomo come homo viator, pellegrino sulla terra, e come lavoratore chiamato a trasformare la creazione in collaborazione con Dio.

2. I destinatari a cui è rivolta e perché

La preghiera è anzitutto rivolta a San Martino di Tours come intercessore, lodandolo e chiedendo la sua protezione e il suo insegnamento. Il titolo di “guida luminosa tra i Santi” ne riconosce la statura spirituale. Dalla seconda persona ("tu che hai donato il mantello...", "tu che hai affrontato il timore...") emerge un dialogo personale e diretto con lui: come una guida esperta, Martino viene supplicato di guardare a chi prega.

Il tema del “Fabro celeste” e del “pellegrino” rimanda a due categorie concrete:

  • I lavoratori (“Fabri”): coloro che plasmano la propria vita attraverso il lavoro quotidiano, riconoscendo in San Martino un modello di generosità e di impegno concreto nella carità.
  • I pellegrini: tutti coloro che si sentono in cammino, che cercano senso, luce, consolazione, coraggio nelle difficoltà dell’esistenza. In senso più ampio, rappresentano ogni cristiano come viandante verso la patria celeste.
Si tratta dunque di una preghiera adatta alle comunità cristiane, alle confraternite con particolare devozione a San Martino, ai lavoratori e ai pellegrini, ma anche a chiunque desideri affidarsi alla sua intercessione.

3. I beneficiari per cui intercede e i bisogni spirituali/fisici che affronta

La preghiera intercede primariamente per la comunità orante (pluralità: “noi”) ma, per estensione, per tutti coloro che vivono le fatiche e le gioie del cammino umano e spirituale. I bisogni evocati sono molteplici:

  • Spirituali:
    - Superare l’orgoglio e la vanità (“liberaci dall’orgoglio che appesantisce il cuore…”, “ci spogliamo con coraggio delle nostre vanità”): la richiesta è di ricevere in dono la vera umiltà, virtù cristiana fondamentale (cfr. Mt 11,29).
    - Sradicare paure e insicurezze (“liberaci dalla paura che oscura i passi…”): viene chiesto aiuto per camminare nella fiducia e per agire con amore.
    - Vivere come figli di Dio nella letizia e nella luce: il desiderio di una gioia autentica che nasce dall’appartenenza a Dio (cfr. Gv 15,11).
  • Fisici e materiali:
    - Protezione dal bisogno e dai disagi materiali: evocando il gesto del mantello, la preghiera esprime attenzione agli aspetti concreti della vita (freddo, miseria), chiedendo a San Martino di essere modello e aiuto anche nelle esigenze quotidiane.

Infine, c’è una richiesta di cuori generosi e di mani pronte al dono, per essere a propria volta strumenti di sollievo e solidarietà, come San Martino.

4. I temi teologici principali, con citazioni bibliche e patristiche

La preghiera tocca diversi temi teologici centrali:

  • Carità e misericordia: Il gesto di Martino esplica il comandamento nuovo di Gesù:
    “Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli, se avrete amore gli uni per gli altri” (Gv 13,35).
    La carità è “il vincolo della perfezione” (Col 3,14).
  • Humiltà evangelica: “Imparate da me che sono mite e umile di cuore” (Mt 11,29). San Martino fu modello di umiltà non solo nel dare, ma anche nello “spogliarsi” della propria posizione sociale e delle vanità mondane.
  • Coraggio nella fede e fiducia in Dio: “Non temere, soltanto continua ad aver fede!” (Mc 5,36). L’evitare la paura che frena i gesti d’amore richiama la fiducia radicale in Dio; sant’Agostino diceva:
    “Chi ha Dio, non ha paura di nulla”.
  • Il cammino del cristiano come pellegrinaggio: L’intera esistenza terrena è vista come un pellegrinaggio verso la patria del cielo (Eb 13,14).
  • Partecipazione alla vittoria del Risorto: “Vivendo nella letizia e nella luce dei figli di Dio” (cfr. Rm 8,14-17): è la vocazione cristiana a vivere già sin d’ora da risorti, nella pace interiore e nella gioia.

La letteratura patristica offre abbondanti riferimenti, tra cui quella di Sulpicio Severo sulla vita di Martino, dove la carità e la povertà volontaria sono viste come segni distintivi della perfezione evangelica.

5. Il genere di preghiera e la sua collocazione nella tradizione liturgica

Questo testo si configura principalmente come preghiera di intercessione e di supplica, con elementi di lode (esaltazione della figura di Martino) ed accenni di ringraziamento (per il suo esempio). Riconosce la santità di Martino, ne implora protezione e imitazione, e supplica aiuto per i bisogni spirituali.

Nel calendario liturgico romano, la memoria obbligatoria di San Martino cade ogni anno l’11 novembre. La devozione popolare a San Martino è particolarmente radicata in numerose regioni d’Europa, e la preghiera si presta bene alle celebrazioni liturgiche in suo onore: messe votive, tridui, novene, processioni e momenti di riflessione sulla carità cristiana.

6. Indicazioni pratiche: come usarla nella preghiera personale, comunitaria e nell’anno liturgico

Questa preghiera può essere utilizzata in molteplici contesti:

  • Preghiera personale: Ogni fedele può recitarla come meditazione sul senso della carità e dell’umiltà, nei momenti di difficoltà spirituale (soprattutto quando si percepiscono orgoglio, paura, chiusura del cuore) o per chiedere forza nel lavoro e nel cammino spirituale quotidiano.
  • Preghiera comunitaria: Ideale per incontri di gruppo, riunioni parrocchiali, ritiri, pellegrinaggi — specie in chiese o comunità dedicate a San Martino, oppure in associazioni di lavoratori (“Fabri”) o pellegrini.
  • Nel ciclo liturgico annuale: Particolarmente adatta per la memoria dell’11 novembre; può essere inserita nella Liturgia delle Ore, all’inizio o alla conclusione di celebrazioni, oppure durante momenti di Adorazione eucaristica o processioni dedicate al Santo. È anche opportuna nelle stagioni di Avvento e Quaresima, tempi di conversione e di accoglienza, o all’inizio di nuove attività lavorative/sociali.

Per favorire la preghiera personale, si può meditare lentamente ogni invocazione, lasciando che risuoni nel profondo e provando a tradurre qualche parola in gesti di carità quotidiana. In ambito comunitario, può essere recitata a cori alterni o seguita da un momento di silenzio e da canti sulla carità e la fiducia.

In sintesi, questa preghiera costituisce un legame forte tra la vita concreta e l’, invitando ogni cristiano a plasmare il proprio cuore «nella letizia e nella luce» di chi si sa figlio amato e chiamato, come San Martino, ad essere segno tangibile della carità di Dio nel mondo.

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