Preghiere a San Lazzaro di Betania

San Lazzaro di Betania è conosciuto come l’amico di Gesù che fu risuscitato dopo quattro giorni dalla morte, secondo il Vangelo di Giovanni. Fratello di Marta e Maria, è simbolo di speranza e della vittoria sulla morte. È venerato come patrono dei poveri, dei malati e degli emarginati, a cui offre conforto e intercessione nelle difficoltà della vita.

Preghiere trovate: 1
Preghiera a San Lazzaro per la Speranza nella Malattia
Preghiera a San Lazzaro per la Speranza nella Malattia

Supplica a San Lazzaro di Betania per i malati terminali

San Lazzaro, amico caro di Gesù e testimone vivente della potenza della risurrezione,
tu che hai conosciuto la sofferenza della malattia e la gioia della chiamata alla vita,
guarda con occhi misericordiosi tutti i nostri fratelli e sorelle che vivono l’ora della prova estrema.

Con umiltà ti supplichiamo:
intercedi presso il Signore perché ogni malato terminale sia avvolto dalla speranza e dalla fiducia.
Dona sollievo ai corpi stanchi, pace ai cuori turbati e luce alle menti assediate dal dubbio e dalla paura.

Che nessuno si senta solo nel dolore,
ma possa scorgere, attraverso la tua intercessione, la presenza viva di Gesù accanto a sé.
Fa’ che la fiamma della speranza non si spenga,
ma continui a brillare come segno di una vita che supera la morte.

San Lazzaro, testimone del miracolo, veglia su tutti i malati e sulle loro famiglie;
ottieni la grazia di abbandonarsi con fiducia nelle mani del Padre, certi che nessun dolore è vano agli occhi di Dio.
Sostieni chi vacilla, consola chi piange,
e porta nel cuore di ciascuno la speranza invincibile che nasce dall’amore di Cristo.

San Lazzaro, prega per noi e per tutti i malati terminali.
Amen.

Leggi

San Lazzaro di Betania: Origine e Significato Spirituale

San Lazzaro di Betania è una delle figure più emblematiche del Nuovo Testamento e della tradizione cristiana. È comunemente identificato come il fratello di Marta e Maria, amici intimi di Gesù, e protagonista del celebre episodio della resurrezione narrato nel Vangelo di Giovanni. Secondo la narrazione evangelica, Lazzaro morì e fu richiamato in vita da Gesù dopo quattro giorni nel sepolcro (Giovanni 11,1-44), diventando così il simbolo per eccellenza della potenza salvifica e vittoriosa sulla morte del Cristo.

L’etimologia del nome "Lazzaro" deriva dall’aramaico Elʿāzār, che significa "Dio ha aiutato". La sua storia si radica profondamente nella spiritualità cristiana, offrendo una testimonianza viva di fiducia, speranza e redenzione. Lazzaro non fu semplicemente spettatore, ma segno tangibile della promessa della Risurrezione e della vita eterna accordata a coloro che credono in Cristo.

Ruolo e Importanza nella Tradizione di Preghiera

San Lazzaro occupa un posto unico nella tradizione di preghiera cristiana, soprattutto nella liturgia e nella devozione popolare. La sua figura viene invocata come potente intercessore, soprattutto nei momenti di difficoltà, di prova e di malattia.

Nel corso dei secoli, egli è stato considerato il patrono degli ammalati, dei poveri, degli esclusi e dei sofferenti, proprio perché la sua esperienza di morte e resurrezione richiama il tema della speranza contro ogni disperazione. In molte confessioni cristiane (sia cattolica, sia ortodossa), il ricordo liturgico e la venerazione di San Lazzaro ispirano numerose preghiere, processioni, pellegrinaggi e pratiche devozionali, specie in tempi di pandemia o malattie gravi.

Inoltre, in varie tradizioni popolari, la preghiera a San Lazzaro viene recitata per ottenere protezione, guarigione, resurrezione spirituale o fisica e come richiamo alla carità verso i bisognosi.

Virtù e Attributi di San Lazzaro

La figura di San Lazzaro è associata a numerose virtù cristiane e attributi spirituali. I principali includono:

  • Fede salda: Lazzaro e la sua famiglia erano profondamente legati a Gesù, testimoniando una fede incrollabile anche nell’avversità.
  • Simbolo di Speranza: La sua resurrezione rappresenta la vittoria della vita sulla morte e della speranza sulla disperazione.
  • Umiltà e Pazienza: Il silenzio tipico di Lazzaro nei Vangeli suggerisce un atteggiamento di abbandono fiducioso alla volontà di Dio.
  • Carità verso i poveri: La tradizione ha esteso il nome di Lazzaro ai bisognosi in generale, ispirata anche dalla parabola del "povero Lazzaro" in Luca 16,19-31, sebbene si tratti di una persona distinta.
  • Patrono degli ammalati e dei lebbrosi: La sua resurrezione lo rende figura protettrice di coloro che soffrono nel corpo e nello spirito.

Contesti Liturgici e Devozionali

San Lazzaro è celebrato sia nella Chiesa cattolica che nelle Chiese ortodosse. Nel rito romano, la sua memoria è ricordata il 17 dicembre, mentre nelle Chiese orientali è festeggiato il sabato precedente la Domenica delle Palme, la cosiddetta "Sabato di Lazzaro", come prefigurazione della Pasqua.

La sua intercessione è invocata in molte preghiere per gli ammalati, nelle novene, nelle messe votive e durante processioni o pellegrinaggi a lui dedicati. In molte regioni, sono fiorite confraternite o istituzioni assistenziali (ospedali, lebbrosari) legate al suo nome, in segno di compassione verso i reietti.

In ambito popolare, non mancano tradizioni che vedono San Lazzaro quale protettore degli animali domestici e dispensatore di piccole grazie materiali e spirituali, specialmente nel Sud Italia, a Cuba e in Brasile, dove il culto di San Lazzaro si è fuso con antiche pratiche sincretiche.

Citazioni Bibliche, Patristiche e Iconografiche

San Lazzaro compare soprattutto nel Vangelo secondo Giovanni (Gv 11, 1-44), in cui si narra:

Gesù gridò a gran voce: "Lazzaro, vieni fuori!" Il morto uscì, i piedi e le mani legati con bende, e il viso avvolto da un sudario. Gesù disse loro: "Scioglietelo e lasciatelo andare".” (Gv 11, 43-44)

Oltre all'episodio storico, la tradizione patristica ha spesso visto in Lazzaro il simbolo universale della risurrezione che attende ogni cristiano, così come viene affermato da Sant'Agostino:

La resurrezione di Lazzaro è un segno, una figura della futura risurrezione dei morti, in cui quelli che ascolteranno la voce del Figlio di Dio usciranno dalle tombe.

Iconograficamente, San Lazzaro viene spesso raffigurato come uomo avvolto nelle bende, uscente dal sepolcro, oppure come vescovo (secondo la tradizione orientale, che narra la sua successiva consacrazione a vescovo di Cipro).

Come Rivolgere la Preghiera a San Lazzaro: Indicazioni Pratiche

Rivolgersi in preghiera a San Lazzaro significa affidarsi interamente alla misericordia e alla potenza salvifica di Dio, confidando nell’intercessione di chi ha sperimentato in prima persona il dolore, la morte, e la potenza risanante del Cristo.

Ecco alcune indicazioni pratiche per pregare San Lazzaro:

  • Predisposizione del cuore: È importante rivolgersi a San Lazzaro con umiltà e speranza, riconoscendo la propria condizione di bisogno.
  • Invocazione personale: Si possono usare formule tradizionali, oppure semplici parole spontanee, chiedendo aiuto, guarigione, conforto spirituale o vittoria sulle proprie “morti interiori”.
  • Lettura del Vangelo di Giovanni 11: Meditare sull’episodio della resurrezione può preparare il cuore alla preghiera.
  • Novena a San Lazzaro: Molti fedeli scelgono di recitare una sequenza di preghiere per nove giorni consecutivi, specialmente in vista della celebrazione liturgica.
  • Gesti di carità: In onore di San Lazzaro è consuetudine compiere opere di misericordia verso i malati e i bisognosi, rendendo concreta la preghiera.

Una tradizionale preghiera a San Lazzaro potrebbe essere:

“O glorioso San Lazzaro, testimone della potenza di Cristo sulla morte, ottienimi dal Signore la grazia di vivere nella fede anche nei momenti di buio e di dolore. Sii vicino a chi soffre nel corpo e nello spirito; intercedi per la guarigione dei malati, per la consolazione degli afflitti, e ottienici la speranza della vita eterna. Amen.”

Infine, si raccomanda di recitare la preghiera con la certezza che ogni richiesta, per intercessione di Lazzaro, sarà presentata davanti al volto misericordioso del Signore che ha detto: “Io sono la risurrezione e la vita” (Gv 11,25).