Lode a Dio per il dono dell'Arcangelo Raffaele, guida e guaritore

Destinatari:  Dio
Beneficiari:  Fedeli Cristiani
Temi:  Guarigione
Tipologie:  Lode
Lode a Dio per il dono dell'Arcangelo Raffaele, guida e guaritore
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Padre buono e misericordioso,

ti lodiamo e rendiamo grazie con cuore gioioso per la tua presenza fedele nella nostra vita.

Tu sei il Medico delle nostre anime e dei nostri corpi; in ogni nostra sofferenza, ci offri la tua tenerezza e ci circondi di cure amorevoli.

Con infinita sapienza, hai donato ai tuoi figli il santo Arcangelo Raffaele, segno della tua cura paterna, medicina per le nostre ferite, guida sicura nel cammino tortuoso della vita.

Lodiamo e benediciamo il tuo Nome, o Dio, perché nei momenti di malattia e di dolore, ci sostieni con la tua potente mano e ci concedi speranza attraverso la presenza dei tuoi santi.

Ti rendiamo grazie per San Raffaele, che accompagna i fedeli e infonde coraggio, conforto e guarigione in tutte le nostre infermità spirituali e fisiche.

Accogli la nostra lode, Signore della vita, e rendici strumenti della tua compassione e della tua carità verso chi soffre.

Per Cristo nostro Signore. Amen.

Spiegazione della Preghiera

1. Il contesto spirituale e dottrinale della preghiera

La preghiera proposta si colloca all’interno della tradizione spirituale cristiana, radicata nella consapevolezza della paternità misericordiosa di Dio e nella pratica della lode, del ringraziamento e dell’intercessione. Il testo attinge a una visione teologica in cui Dio è fonte di ogni bene, “Medico delle nostre anime e dei nostri corpi”, capace di prendersi cura integralmente della persona umana.

Richiamando la figura spirituale dell’Arcangelo Raffaele come segno della cura paterna di Dio, la preghiera si inserisce nella dottrina cattolica sugli angeli, in particolare sul loro ruolo di messaggeri, protettori e guaritori. Questa prospettiva ha solide radici bibliche, soprattutto nel Libro di Tobia, dove Raffaele è inviato da Dio per guidare, proteggere e guarire.

Sul piano dottrinale, la preghiera esprime la convinzione che Dio si fa vicino a chi soffre, manifestando la sua presenza attraverso mediatori spirituali (gli angeli e i santi) e tramite la comunità cristiana, che è chiamata a diventare “strumento della tua compassione e della tua carità verso chi soffre”. Essa esprime inoltre il senso della Provvidenza: nessuna solitudine o sofferenza è estranea allo sguardo di Dio.

2. I destinatari a cui è rivolta e perché

La preghiera è rivolta direttamente a Dio Padre, così come si coglie dall’invocazione iniziale: “Padre buono e misericordioso”. L’atto di preghiera si configura quindi come lode e azione di grazie al Creatore per la presenza fedele e l’amore misericordioso che continuamente si manifesta nella vita dei credenti.

Il riferimento a San Raffaele Arcangelo non trasforma la preghiera in un’invocazione angelica diretta, ma mantiene totale centralità su Dio, che viene riconosciuto autore e fonte della guarigione, mentre l’Arcangelo è manifestazione della sua premura e mediazione della sua azione. Questo rispecchia la corretta prospettiva antropologica e teologica: agli angeli e ai santi si può chiedere intercessione, ma è sempre Dio Padre che agisce e dona grazia.

La scelta di rivolgersi a Dio come “Padre” esprime inoltre la fiducia filiale tipica della preghiera cristiana; la relazione che il credente stabilisce con Dio non è di mera suppliantela, ma di fede viva nel suo amore e nella sua provvidenza.

3. I beneficiari per cui intercede e i bisogni spirituali/fisici che affronta

Il testo della preghiera racchiude un’intenzione profondamente inclusiva: prega per tutti coloro che soffrono, sia nel corpo che nello spirito. Attraverso l’invocazione dell’azione di San Raffaele come guida, medicina e conforto, si chiede sostegno nella malattia, conforto nel dolore e guarigione nelle ferite fisiche e interiori.

Vengono così evidenziate le fragilità e i bisogni che attraversano l’esperienza umana:

  • Malattie fisiche che generano afflizione e debolezza
  • Ferite interiori legate a solitudine, prova, disperazione
  • L’incertezza e lo smarrimento davanti alle difficoltà del “cammino tortuoso della vita"

La supplica non si limita a invocare benefici spirituali per sé stessi, ma si estende a chiunque soffra, chiedendo di essere trasformati in strumenti della compassione e della carità divina. Così la comunità dei fedeli intercede per i malati, gli afflitti, ma anche per tutti coloro che hanno bisogno di coraggio e speranza.

4. I temi teologici principali, con eventuali citazioni bibliche o patristiche pertinenti

L’architettura della preghiera si articola intorno ad alcuni grandi temi teologici centrali nella spiritualità cristiana:

  • Dio come Padre misericordioso: Il richiamo costante alla paternità tenera e sapiente di Dio, eco del Nuovo Testamento (“Siate misericordiosi, come è misericordioso il Padre vostro”: Lc 6,36).
  • Dio guaritore: Con l’appellativo “Medico delle nostre anime e dei nostri corpi”, riecheggia una tradizione biblica (cf. Es 15,26: “Io sono il Signore che ti guarisce”; Sal 41,4: “Abbi pietà di me, Signore; sana la mia anima, perché ho peccato contro di te”).
  • Providenza e mediazione angelica: L’Arcangelo Raffaele viene citato come “segno della tua cura paterna”. Tale immagine si fonda specialmente sul racconto del Libro di Tobia (Tobia 3-12), dove Raffaele è compagno, protettore e guaritore, in obbedienza al mandato di Dio stesso.
  • Lode e ringraziamento: L’intero testo è pervaso da una dimensione di lode gioiosa (“Ti lodiamo e rendiamo grazie con cuore gioioso”; “Lodiamo e benediciamo il tuo Nome, o Dio”), che ricorda lo stile dei Salmi (cf. Sal 103, 2: “Benedici il Signore, anima mia: non dimenticare tutti i suoi benefici”).
  • Chiamata all’imitazione della carità di Dio: La richiesta “rendici strumenti della tua compassione e della tua carità verso chi soffre” recupera il mandato cristiano a “farsi prossimo”, sulla scia della parabola del buon Samaritano (Lc 10,25-37) e dell’insegnamento patristico sul compiere le opere di misericordia corporeali e spirituali.

Accogli la nostra lode, Signore della vita, e rendici strumenti della tua compassione e della tua carità verso chi soffre.

Padri della Chiesa come Sant’Agostino predicavano che “Dio non avrebbe mai permesso che il male esistesse se non fosse abbastanza potente e buono da trarne il bene”, offrendo uno sfondo teologico alla speranza nella presenza di Dio anche nella sofferenza.

5. Il genere di preghiera e la sua collocazione nella tradizione liturgica

La preghiera si presenta come una composizione mista di lode, ringraziamento e intercessione:

  • Lode: Si esprime continuamente la benedizione e la glorificazione del Nome di Dio.
  • Ringraziamento: L’azione di grazie accompagna il riconoscimento dei doni di Dio e della sua presenza fedele.
  • Intercessione: Si prega sia per chi soffre, sia per essere resi capaci di misericordia verso i sofferenti.

Questa struttura multisfaccettata rispecchia molte antiche preghiere della Chiesa, come il Te Deum o alcune collette liturgiche. Può essere collocata efficacemente nei momenti di preghiera comunitaria per i malati o in occasione di celebrazioni dedicate agli angeli e ai santi, in particolare nella festa di San Raffaele Arcangelo (24 settembre, secondo il calendario romano).

Nel contesto delle funzioni di guarigione (ad esempio, durante l’Unzione degli Infermi o le preghiere per i sofferenti), questa preghiera amplia la dimensione biblica della domanda di guarigione, unendola all’impegno personale alla carità verso il prossimo.

6. Indicazioni pratiche: come usarla nella preghiera personale, comunitaria e nei tempi dell’anno liturgico

Questa preghiera può essere utilizzata in diversi contesti pratici:

  • Nella preghiera personale: ideale da recitare in momenti di sofferenza, malattia, fatica o per chiedere guarigione e protezione per sé e per i propri cari. Si può inserire all’inizio o alla fine della giornata, in particolare nei periodi di particolare prova.
  • Nella preghiera comunitaria: suggerita nelle veglie per i malati, negli incontri delle unità pastorali che accompagnano persone fragili o durante i gruppi di preghiera che invocano l’aiuto degli angeli; può accompagnare le preghiere dei fedeli in una celebrazione eucaristica.
  • Nel calendario liturgico: trova particolare espressione:
    • Il 24 settembre, festa di San Raffaele Arcangelo, oppure il 29 settembre (festa dei tre Arcangeli secondo il nuovo calendario romano)
    • Nel tempo di Quaresima: periodo privilegiato per l’intercessione e la richiesta di guarigione interiore e conversione
    • Nei momenti di emergenza sanitaria o durante la pastorale della salute

Per una maggiore efficacia spirituale, è opportuno vivere il momento della preghiera con silenzio interiore e intenzione consapevole, magari accompagnandola con la lettura dei testi biblici relativi a San Raffaele Arcangelo (Tobia 3-12), con un gesto di cura verso un sofferente, o integrandola nell’esame di coscienza circa la propria capacità di essere “strumenti di compassione”.

In sintesi, questa preghiera non solo eleva la supplica a Dio ma impegna il fedele a farsi testimone concreto della carità attiva, rinnovando ogni giorno la sequela di Cristo, medico e salvatore degli uomini.

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