Preghiera a San Charbel Makhlouf per la Guarigione dai Disturbi Ossessivi (Novena)

Destinatari:  San Charbel Makhlouf
Beneficiari:  Disturbi ossessivi
Tipologie:  Novena
Preghiera a San Charbel Makhlouf per la Guarigione dai Disturbi Ossessivi (Novena)
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O amato San Charbel, guida di luce e di speranza, noi ci rivolgiamo a te con cuori feriti e menti afflitte dai disturbi ossessivi. Tu che sei stato testimone della forza interiore e della pace divina, accompagna chi soffre nel cammino verso la guarigione e la libertà dall’ansia.

Primo giorno: San Charbel, intercedi perché io possa riconoscere le mie paure e affidarle al Signore, iniziando il percorso verso la liberazione.

Secondo giorno: Concedimi la calma mentale, affinché ogni pensiero ossessivo si plachi nella tua pace e la confusione lasci spazio alla chiarezza dello Spirito.

Terzo giorno: Ti affido le mie ansie. Fa’ che il loro peso si sciolga nell’abbraccio della fede, ritrovando coraggio ogni giorno.

Quarto giorno: San Charbel, guida la mia mente verso la serenità e il mio cuore verso una rinnovata fiducia nella benevolenza divina.

Quinto giorno: Donami la forza di lasciar andare i pensieri ripetitivi e di aprirmi alla speranza della guarigione, fiducioso nella misericordia di Dio.

Sesto giorno: Fa’ che ogni mia ossessione sia accolta dall’amore di Cristo, così che la benedizione della tua intercessione mi liberi dal tormento interiore.

Settimo giorno: San Charbel, infondi nel mio spirito la pace che supera ogni paura, ravvivando la luce dell’anima e guarendo la mia mente provata.

Ottavo giorno: Con la tua preghiera sostienimi nell’abbandono a Dio, perché io possa vivere ogni giorno con calma, gioia e fiducia nel suo amore.

Nono giorno: Ti ringrazio, San Charbel, per la tua vicinanza. Benedici chi soffre di questi disturbi e dona, per tua intercessione, la guarigione, la libertà dall’ansia e la pace mentale.

San Charbel Makhlouf, prega per noi e per tutti coloro che cercano la liberazione e la pace interiore.

Spiegazione della Preghiera

1. Il contesto spirituale e dottrinale della preghiera

Questa preghiera, strutturata come una novena – un percorso di nove giorni –, si inserisce pienamente nella tradizione spirituale cristiana marcata dalla fiducia nell’intercessione dei santi; in particolare, si rivolge a San Charbel Makhlouf, il celebre monaco maronita libanese noto per la sua vita di preghiera ascetica, i miracoli e la fama di guaritore sia spirituale che fisico. La spiritualità che sottende questa supplica rispecchia una profonda convinzione dottrinale della communio sanctorum, cioè la comunione dei santi, per cui i membri della Chiesa in terra si uniscono spiritualmente ai Santi in Cielo, invocando la loro intercessione presso Dio.

Il contesto storico di San Charbel (1828-1898), caratterizzato da una vita di eremitaggio, silenzio, preghiera incessante e totale abbandono alla volontà divina, è ispirazione per chi cerca dinanzi alla sofferenza, soprattutto psicologica, la luce della fede. La preghiera si colloca inoltre nel solco biblico dell’intercessione: già san Giacomo scriveva nella sua lettera “pregate gli uni per gli altri perché possiate essere guariti” (Gc 5,16). Nei suoi giorni, e ancora oggi, san Charbel è riconosciuto come speciale intercessore per i malati e gli afflitti, specie coloro che lottano con malattie difficili e spesso incomprese come i disturbi ossessivi.

Dal punto di vista dottrinale, la richiesta della pace interiore, la liberazione dall’ansia e la guarigione della mente risuonano profondamente con la promessa evangelica di Cristo: “Venite a me, voi tutti che siete affaticati e oppressi, e io vi darò ristoro” (Mt 11,28). Tali istanze trovano nella preghiera una risposta credente alle sfide moderne e testimoniano una fede che intreccia il benessere spirituale con quello psicologico.

2. I destinatari a cui è rivolta e perché

La preghiera è esplicitamente rivolta a San Charbel, eletto come intercessore e modello di pace interiore e di sopportazione di ogni tribolazione nella fede. La scelta di rivolgersi a lui si motiva non solo per la sua fama taumaturgica ma anche per il suo vissuto personale di completa consegna a Dio, divenuto un segno di luce per quanti vivono il buio interiore.

Il rivolgersi ai santi per aiuto nelle difficoltà non è frutto di superstizione, ma di una profonda verità ecclesiologica: come membra dello stesso Corpo di Cristo, i cristiani credono che i Santi continuano a cooperare al mistero della salvezza intercedendo presso Dio per i vivi (Lumen Gentium, 49-50). San Charbel, per la sua vita di preghiera e carità nascosta, è stato associato a numerose guarigioni, rendendolo un intercessore peculiare per coloro che cercano sollievo nelle proprie battaglie interiori, specialmente in ambito mentale ed emotivo.

“La preghiera è la chiave del cuore di Dio; chi prega con fede non rimane deluso.” (San Charbel)

3. I beneficiari per cui intercede e i bisogni spirituali/fisici che affronta

La supplica prevede un chiaro destinatario della grazia: chi soffre di disturbi ossessivi, ansie, tormenti interiori, turbamenti mentali. È una preghiera fatta “con cuori feriti e menti afflitte”, aperta sia a chi la recita per sé sia per chi la offre a favore di altri.

I bisogni di cui si chiede l’aiuto ruotano attorno a:

  • La guarigione interiore e la liberazione dai pensieri ossessivi
  • La conquista della pace mentale e della calma dello spirito
  • Il superamento dell’ansia e il ristoro nella confusione interiore
  • L’apertura alla speranza della guarigione e la rinnovata fiducia nella misericordia divina

Viene affrontata, dunque, non solo la malattia nella sua dimensione fisica, ma ancor più la sofferenza psicologica, spesso invisibile, che può segnare profondamente la vita spirituale e relazionale dei fedeli. L’invocazione mira a un rinnovato affidamento a Dio, per pervenire a quella pace che, secondo la promessa di Cristo, “supera ogni mente” (Fil 4,7).

4. I temi teologici principali, con citazioni bibliche e patristiche

La preghiera concentra la sua riflessione su alcuni filoni teologici fondamentali:

  • Gesù guaritore: Il Vangelo più volte mostra Gesù che libera dalle malattie e dalle sofferenze interiori, come nel caso del “posseduto di Gerasa” (Mc 5,1-20).
  • Intercessione dei Santi:riflette la dottrina cattolica sulla collaborazione dei santi al ministero di Cristo ([Catechismo della Chiesa Cattolica], 956) e il loro sostegno per i vivi. In tal senso, la preghiera si può leggere alla luce delle epistole: “Pregate gli uni per gli altri perché siate guariti” (Gc 5,16).
  • Speranza e pace come dono dello Spirito: “Vi lascio la pace, vi do la mia pace” (Gv 14,27), “La speranza non delude” (Rm 5,5), “Dio non ci ha dato uno spirito di timidezza, ma di forza, di amore e di saggezza” (2Tim 1,7).

A livello patristico, san Gregorio di Nissa scriveva:

“Solo Dio può dare la vera pace all’anima umana, e ci sono uomini, i santi, che sono canali di questa grazia.”

Così, i santi come Charbel sono segni e strumenti della misericordia e della paternità divina.

Infine, l’abbandono delle proprie ossessioni e paure a Dio richiama la spiritualità monastica: “Abbandonatevi alle mani di Dio, caricate su di lui tutte le vostre preoccupazioni, perché egli ha cura di voi” (1Pt 5,7).

5. Il genere di preghiera e la sua collocazione nella tradizione liturgica

Questa supplica è una novena di intercessione e, secondo i giorni, abbraccia anche elementi di lode, ringraziamento e penitenza. Il tono dominante è la richiesta di aiuto nel percorso di guarigione spirituale e psicologica, ma non mancano atti di fiducia, abbandono e gratitudine (“Ti ringrazio, San Charbel, per la tua vicinanza”).

Nella liturgia cristiana, le novene rappresentano antiche forme di preghiera strutturata (ultimamente risalenti almeno dal XIII secolo) tipiche sia dell’Occidente che delle Chiese Orientali, in cui la preghiera viene reiterata per nove giorni consecutivi per preparare una festa, chiedere una grazia o fare memoria di un santo. Questa particolare novena, oltre a essere usata individualmente, può essere inserita in momenti comunitari, veglie di preghiera, gruppi di sostegno o in occasioni legate al culto di San Charbel (come la sua memoria liturgica il 24 luglio).

Non si tratta di una formula liturgica propriamente detta, ma è compatibile con la preghiera popolare, la liturgia delle ore o come supplemento alle celebrazioni eucaristiche.

6. Indicazioni pratiche: come usarla nella preghiera personale o comunitaria e nei tempi dell’anno liturgico

Alcuni suggerimenti pratici per integrare questa preghiera nel cammino spirituale:

  • Forma personale: Recita quotidiana per nove giorni consecutivi, magari la sera, come “rito” portatore di speranza. Può essere preceduta o seguita da momenti di silenzio, meditazione o lettura biblica.
  • In gruppo: Assai indicata nei gruppi di mutuo aiuto, parrocchie, comunità di preghiera o durante ritiri spirituali.
  • In momenti particolari:
    • Alla vigilia o nei giorni precedenti la memoria liturgica di San Charbel (24 luglio), oppure il 18 dicembre (giorno della sua nascita al cielo secondo il calendario maronita).
    • Durante il tempo ordinario, nei tempi forti come Avvento e Quaresima, o nei momenti personali di crisi psicologica e spirituale.
  • Accompagnamento terapeutico: Può essere proposta come supporto alla cura psicologica e spirituale, integrando fede e trattamento clinico, secondo coscienza e sotto accompagnamento di un sacerdote o guida spirituale.
  • Come atto di carità: Recitarla anche per altre persone sofferenti, inserendo i loro nomi nel corso della novena.

Può essere arricchita con segni esteriori: accendere una candela, esporre un’immagine o una reliquia di San Charbel, vivere alcuni minuti di adorazione eucaristica, o concludere ciascun giorno con la recita del Padre Nostro e l’invocazione “San Charbel Makhlouf, prega per noi!”.

Questa preghiera esprime la speranza che il dolore, specie quello meno visibile e più spesso taciuto come le ansie e i disturbi mentali, possa diventare luogo di incontro con la pace che solo Dio può donare, e che l’amicizia spirituale con i santi sia un ponte verso la guarigione corporea e spirituale.

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