Lamento a San Giovanni Paolo II per i giovani che hanno perso la speranza

Destinatari:  San Giovanni Paolo II
Beneficiari:  Giovani artisti
Tipologie:  Lamento
Lamento a San Giovanni Paolo II per i giovani che hanno perso la speranza
Ascolta la Preghiera

San Giovanni Paolo II, padre degli Spiriti Creativi, ascolta la voce degli artisti giovani che ora innalzano il loro lamento verso di Te.

Abbiamo attraversato il dolore della perdita, abbiamo visto spegnersi la luce delle nostre opere, la speranza tremare come una candela al vento. I nostri sogni si sono frantumati contro la roccia del silenzio, e il vuoto ci parla d’assenza.

Tu che hai saputo riconoscere il linguaggio dell’anima nell’arte, accogli i nostri cuori affranti. Intercedi perché ogni nostro grido si trasformi in speranza, perché il pennello ritrovi i suoi colori, le mani tornino a modellare la bellezza che consola.

Mostraci, o Santo uomo dalle braccia larghe, come trasformare il vuoto in attesa, la perdita in rinascita, la ferita in canto. Sii tu la stella che ci guida nella notte, perché la nostra arte non sia solo pianto ma anche luce per chi vive nell’ombra.

San Giovanni Paolo II, non lasciare soli i giovani artisti che piangono: aiutaci a credere che dal lamento possa sorgere una nuova speranza. Amen.

Spiegazione della Preghiera

1. Contesto spirituale e dottrinale della preghiera

La preghiera proposta si radica in un contesto spirituale che nasce dall’incontro tra l’esperienza della sofferenza umana e la vocazione evangelica all’arte come strumento di ricerca di senso, salvezza e speranza. Essa si rivolge specificamente a san Giovanni Paolo II, pontefice noto per la sua attenzione e apertura al mondo della cultura, della creatività e degli artisti. Non a caso, nel corso del suo pontificato, Giovanni Paolo II scrisse nel 1999 la celebre Lettera agli Artisti, nella quale riconobbe all’arte un ruolo privilegiato di mediazione tra l’umano e il divino, luogo di ascolto della voce dell’anima e di manifestazione della bellezza redentrice.
Questa preghiera nasce così nel solco della dottrina cattolica che vede i santi non solo come modelli di vita, ma come veri intercessori presso Dio per le necessità dei fedeli. In più, si inserisce nel filone della spiritualità dell’arte, dove l’espressione creativa è occasione di incontro col mistero e risposta vocazionale alla chiamata divina a “essere co-creatori” nel mondo.

2. I destinatari a cui è rivolta e perché

La preghiera è indirizzata a San Giovanni Paolo II, definito in modo suggestivo come “padre degli Spiriti Creativi”. La scelta di questo destinatario non è casuale: egli fu, tra i papi della storia recente, quello che più si è avvicinato al mondo della creatività artistica, riconoscendone la dignità e l’importanza anche spirituale.
Tramite questa invocazione, il Santo viene percepito non solo come pastore universale, ma anche come patrono ideale degli artisti, soprattutto dei giovani che si sentono smarriti e feriti dalla fatica di esprimere la propria vocazione creativa in un mondo a volte sordo, ostile o segnato da crisi di fiducia e di senso.
Il ricorso a una figura intercessoria, come quella di san Giovanni Paolo II, richiama la tradizione della comunione dei santi: i credenti si affidano all’intercessione di chi, avendo condiviso e compreso profondamente il mondo della sofferenza e della creazione, possa intercedere con conoscenza e misericordia presso Dio. In fondo, si cerca in lui non solo un protettore celeste, ma anche un “amico spirituale” capace di comprendere il linguaggio dell’arte e della perdita.

3. Beneficiari per cui intercede e bisogni spirituali/fisici che affronta

La preghiera assume la forma di una supplica corale che si leva dalla comunità dei giovani artisti. I beneficiari sono chiaramente identificati: coloro che trovano nell’arte uno spazio esistenziale e spirituale, ma che stanno attraversando un periodo di lutto, perdita, silenzio creativo, smarrimento interiore.
Le necessità portate in preghiera sono molteplici:

  • La ferita del dolore e della perdita: Si accenna alla “speranza che trema come una candela al vento” e ai “sogni frantumati contro la roccia del silenzio”, immagini potenti del buio interiore che spesso vive chi si scopre incapace di esprimere la propria arte o è ferito da fallimenti, incomprensioni, solitudine.
  • La ricerca della speranza: Il desiderio è di una trasformazione interiore, affinché il lamento diventi speranza, la creatività si riaccenda, la bellezza diventi strumento di consolazione.
  • Il bisogno di guida: Si chiede al Santo di essere “stella che guida nella notte”, ossia far ritrovare direzione, senso e luce, per non soccombere allo sconforto.
  • Il superamento del vuoto esistenziale: L’artista ostacolato dal silenzio, dalla mancanza di ispirazione o dal senso d’assenza invoca la capacità di “trasformare il vuoto in attesa, la perdita in rinascita, la ferita in canto”.

Come si vede, il bisogno è profondamente umano e spirituale: è il dramma stesso della croce e della risurrezione, applicato all’esperienza creativa.

4. Temi teologici principali, con citazioni bibliche o patristiche

Diversi sono i filoni teologici sviluppati dalla preghiera:

  • La trasfigurazione della sofferenza: L’arte qui appare come luogo di patimento ma anche di redenzione. Eco chiara della fede cristiana che vede nella sofferenza – se unita a Cristo – una via di trasformazione. San Paolo scrive:
    “Completo nella mia carne quello che manca alle tribolazioni di Cristo, a favore del suo corpo che è la Chiesa” (Col 1,24)
  • La vocazione dell’artista: Riprendendo la Lettera agli Artisti di san Giovanni Paolo II:
    “A tutti coloro che con appassionata dedizione cercano nuove ‘epifanie’ della bellezza per offrirle al mondo attraverso la creazione artistica, va la mia simpatia… non lasciate spegnere la vostra ispirazione…”
  • La speranza contro ogni speranza: Tema paolino (cfr. Rm 4,18), in cui la fede invita a credere nella rinascita anche attraverso la notte del dubbio creativo e del dolore umano.
  • Il protagonismo dei giovani: Un tema caro al Magistero di Giovanni Paolo II, che invitava i giovani a non aver paura di puntare in alto, ad essere “sentinelle del mattino”, “protagonisti del nuovo millennio”.
  • La comunione dei santi: Il ricorso all’intercessione di san Giovanni Paolo II riflette il dogma della Chiesa secondo cui i santi ascoltano e presentano a Dio le necessità dei vivi. Si richiama qui il Catechismo:
    “I santi, contemplando Dio, Lo lodano e non cessano di prendersi cura di quelli che hanno lasciato sulla terra” (CCC 2683).

Vi è poi, nello sfondo, il riferimento evangelico alla luce che dissipa le tenebre (Gv 1,5), la bellezza che salva “perché risplende in tutte le cose”.

5. Genere di preghiera e collocazione nella tradizione liturgica

La composizione rientra in modo specifico nel genere dell’intercessione: si presenta a un Santo con il dolore di una categoria specifica di persone (giovani artisti), chiedendo a lui di presentare la supplica a Dio. Tuttavia, contiene elementi di lamentazione (lamento, dolore, narrazione della perdita), di invocazione (Chiedi per noi, mostraci, guidaci), e in prospettiva di ringraziamento/speranza (si conclude con l’attesa che il lamento sfoci in nuova speranza).
Dal punto di vista della tradizione liturgica, una tale preghiera non si trova nei formulari ufficiali del Messale Romano, ma può essere inserita nelle preghiere dei fedeli, nelle celebrazioni con i giovani, in momenti artistici o durante ritiri spirituali per creativi.
Risulta anche particolarmente adatta durante la commemorazione liturgica di san Giovanni Paolo II (22 ottobre), ma anche nel tempo di Quaresima, di Pasqua, nei momenti di crisi vocazionale o perdita nella comunità dei giovani.

6. Indicazioni pratiche: uso nella preghiera personale e comunitaria e tempi dell’anno liturgico

Ecco alcune indicazioni pratiche sul suo utilizzo:

  • Preghiera personale: Un giovane artista che attraversa un periodo di difficoltà, silenzio creativo o sofferenza può recitare questa preghiera alla fine di una riflessione personale, magari davanti a una candela accesa o a una sua opera incompiuta, chiedendo intercessione e luce.
  • Preghiera comunitaria: Ideale in occasione di incontri di giovani artisti, associazioni culturali cattoliche, laboratori di spiritualità creativa, adorazione eucaristica “a tema arte”, festival di arte sacra, o come preghiera finale in un laboratorio teatrale, musicale, pittorico.
  • Nei tempi liturgici: Può essere usata:
    • Nel giorno liturgico di San Giovanni Paolo II (22 ottobre).
    • Nella Settimana Santa e tempo di Quaresima, quando il senso della perdita e del silenzio vengono riletti in chiave di speranza pasquale.
    • Durante incontri o ritiri spirituali su vocazione, bellezza, giovinezza, discernimento.
    • All’inizio o alla conclusione di un ciclo creativo (es. apertura di una mostra o fine di un laboratorio artistico).
  • Accompagnata da momenti di silenzio e meditazione: Può essere proclamata ad alta voce, seguita da momenti di silenzio in cui ognuno affida i propri vuoti, sogni spezzati e desideri di rinascita.

In sintesi, questa preghiera – nella sua originalità poetica e spirituale – diventa un ponte tra il dramma della creatività sofferente e la speranza cristiana che sempre invita a rinascere nella luce dello Spirito, sotto la guida esperta e vicina dei santi, in particolare di san Giovanni Paolo II.

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