Lamento per le terre devastate dalla guerra
Dio Creatore, ascolta il grido dei Tuoi figli, agricoltori afflitti:
La nostra terra, una volta madre feconda, ora è segnata dalla ferita della guerra.
I nostri campi sono silenziosi, privi di germogli e di canti, il pane sulla mensa è venuto meno. Il nostro cuore piange la perdita, lo sguardo si volge al cielo in cerca di sollievo.
Signore, la speranza vacilla quando le mani restano vuote e la zolla non dà più frutto. Siamo stati custodi della Tua creazione e ora ci troviamo a vegliare sulle sue rovine.
Ti supplichiamo: solleva il nostro spirito dalla polvere, dona alla terra ferita la forza di rifiorire. Fa’ che la pioggia torni a benedire i solchi, che il sole scaldi nuovamente i semi dispersi.
Ridona fiducia ai nostri cuori abbattuti, rinnova in noi la speranza che solo Tu puoi suscitare.
O Dio della Rinascita, tu che puoi trasformare il lutto in danza, concedi ai tuoi agricoltori il miracolo della terra guarita e della vita rinnovata.
Che possiamo ancora una volta vedere i campi coprirsi di verde, e offrire, col lavoro delle nostre mani, il pane della pace.
Spiegazione della Preghiera
1. Il contesto spirituale e dottrinale della preghiera
La preghiera “Dio Creatore, ascolta il grido dei Tuoi figli, agricoltori afflitti…” si radica profondamente nella spiritualità biblica e cristiana che riconosce Dio come Creatore, Sostegno e Redentore dell’umanità e della natura intera. Il testo si situa nel contesto dell’esperienza della sofferenza causata dalla guerra, che porta devastazione non solo all’essere umano, ma anche all’ecosistema agricolo. È una supplica che rispecchia il sentimento biblico di chi si trova in una condizione di impotenza e avverte la necessità di rivolgersi a Dio per trovare conforto e soluzione.
Nel Vecchio Testamento, la fertilità della terra è segno della benedizione divina (Deuteronomio 28:12), mentre la sua sterilità è spesso conseguenza di infedeltà, peccato o sventure esterne, come la guerra. Qui la guerra ferisce la terra, rendendo sterile ciò che era fecondo. I credenti si riconoscono custodi della creazione (cfr. Genesi 2:15) e vivono con dolore il vedere la natura distrutta. La richiesta della pioggia, del sole e del pane richiama la preghiera del Padre Nostro (“Dacci oggi il nostro pane quotidiano” – Matteo 6:11) e le invocazioni dei Salmi nelle stagioni della carestia o del lutto (Salmo 126:5-6).
Dal punto di vista dottrinale, la preghiera esprime la fede nella provvidenza di Dio e nella capacità divaina di ristoro – colui che sa “trasformare il lutto in danza” (cfr. Salmo 30:12), rinnovare la terra e restituire all’uomo la speranza perduta.
2. I destinatari a cui è rivolta e perché
La preghiera è indirizzata direttamente a Dio Creatore, invocato come origine di ogni vita, della natura e della fecondità della terra. Dio viene chiamato anche “Dio della Rinascita”, titolo che accentua il ruolo divino nella trasformazione e nel risanamento, sia personale sia cosmico. La scelta di questi titoli sottolinea la fede nel potere di Dio non solo di generare ma anche di ricreare e sanare ciò che è stato distrutto.
Si tratta, quindi, di una preghiera che afferma la relazione filiale tra l’uomo e Dio: “ascolta il grido dei Tuoi figli”, che esprime fiducia affettuosa in un Padre sensibile. Questa relazione è strettamente personale ma, al tempo stesso, coinvolge l’intera comunità dei fedeli afflitti. Viene anche ribadita la vocazione dell’uomo ad essere custode della creazione, un tema centrale nella teologia della Laudato si’ di papa Francesco, dove si afferma che l’uomo deve agire in modo responsabile verso la natura.
3. I beneficiari per cui intercede e i bisogni spirituali/fisici che affronta
Il testo intercede per gli agricoltori, rappresentati come coloro che soffrono la distruzione dei campi, la perdita del pane e la mancanza di futuro. Essi sono presentati come i principali destinatari dell’intercessione, ma allo stesso tempo sono simbolo di tutta l’umanità colpita da calamità, guerra e carestia.
- Bisogni spirituali:
- Rinnovamento della speranza (“Ridona fiducia ai nostri cuori abbattuti”)
- Sollievo dalla disperazione (“la speranza vacilla”)
- Forza spirituale per non soccombere nella prova
- Bisogni fisici:
- Ristoro della terra ferita
- Ritorno della pioggia e del sole necessari alla crescita
- Ritorno del raccolto (“che il pane sulla mensa non manchi”)
La preghiera si fa voce delle vittime della guerra, ma allarga la sua visione a tutte le società rurali e alle comunità cristiane che si trovano a fronteggiare crisi parallele: siccità, fame, devastazione ambientale. Gli agricoltori, nella tradizione biblica, sono spesso modello di fede e perseveranza (cfr. Giacomo 5:7), e rappresentano qui l’umanità che attende con pazienza la salvezza.
4. I temi teologici principali, con citazioni bibliche o patristiche pertinenti
- Dio Creatore e Provvidente: Il tema di Dio come creatore e colui che nutre la terra attraversa la Scrittura (Genesi 1-2, Salmo 104). Egli “fa germogliare l’erba per gli animali e le piante che l’uomo coltiva per trarre cibo dalla terra” (Salmo 104:14).
-
Speranza nella rinascita: La richiesta che Dio “trasformi il lutto in danza” richiama il linguaggio dei Salmi e le promesse dei profeti sulla restaurazione:
“Il Signore ha promesso: Io vi ristabilirò e vi farò risplendere come ai giorni antichi”
(Isaia 61:4). In ambito patristico, commentando la rinascita spirituale, sant’Ambrogio osserva che “chi si affida alla mano di Dio sa che nulla è perduto per sempre” (De Interpellatione Job). - Cura della creazione e responsabilità umana: Il tema, molto sentito oggi, ha radici bibliche: Dio affida all’uomo il compito di custodire il creato (Genesi 2:15). Nei tempi recenti, la Chiesa ha ribadito l’urgenza della cura ambientale come dimensione etica della fede (Laudato si’).
- Preghiera d’intercessione e di lamento: Come nei Salmi di supplica (ad esempio, il Salmo 44: “Svegliati, perché dormi, Signore? Risorgi, non respingerci per sempre!”), la preghiera si fa voce collettiva del dolore e della speranza.
5. Il genere di preghiera e la sua collocazione nella tradizione liturgica
Questa preghiera è principalmente una supplica/intercessione, con un’intensa coloritura di lamento, ma senza perdere la fiducia nella redenzione. Contiene anche elementi di lode implicita (ad esempio, il riconoscimento del potere di Dio sulla natura) e di penitenza (il riconoscimento della fragilità e della colpa umana nel distruggere la terra).
Nella tradizione liturgica, simili preghiere trovano spazio:
- Durante celebrazioni penitenziali legate alla siccità, carestia o catastrofi belliche.
- Nelle rogazioni (antiche processioni e preghiere per il buon esito dei raccolti) che vengono ancora oggi celebrate in alcune comunità rurali.
- All’interno delle Litanie dei Santi, dove spesso si invoca l’aiuto di Dio per la fertilità dei campi e la pace.
- In giornate di preghiera speciale indette dalla Chiesa per la pace o la salvaguardia del creato.
6. Indicazioni pratiche: come usarla nella preghiera personale o comunitaria e nei tempi dell’anno liturgico
-
Preghiera personale:
- Ripetila nei momenti di difficoltà materiale (es. crisi lavorativa) per unirsi alle sofferenze dell’umanità;
- Meditala come atto di solidarietà spirituale con chi soffre guerre, fame, perdita dei mezzi di sussistenza;
- Utilizzala come spunto per un esame di coscienza sulla responsabilità verso l’ambiente e i fratelli.
-
Preghiera comunitaria:
- Inseriscila nella preghiera universale durante la Messa, specialmente in occasioni legate al lavoro agricolo, alla pace o alla Creazione (ad esempio, la Giornata mondiale di preghiera per la cura del creato, il 1° settembre);
- Proponila nelle celebrazioni di rogazioni o durante il tempo di Quaresima come segno di pentimento collettivo per i peccati contro la pace e l’ambiente;
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Tempi dell’anno liturgico:
- All’inizio della stagione agricola (primavera), come supplica per i nuovi raccolti;
- Nel tempo di Quaresima, in chiave penitenziale;
- In particolari periodi di crisi o guerra, come invocazione straordinaria per la pace.
Infine, recitare questa preghiera è un modo concreto per riscoprire il legame inscindibile tra spiritualità, giustizia sociale, pace e rispetto della terra, invocando da Dio non solo una guarigione materiale, ma la conversione profonda dei cuori verso una nuova speranza.
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