Invocazione a Sant'Aspreno di Napoli per il Sollievo dei Malati

Ascolta la Preghiera
O glorioso Sant'Aspreno di Napoli, tu che conosci la sofferenza e hai accolto il dolore con fede incrollabile, ascolta la nostra umile voce. Ti preghiamo, santo protettore dei sofferenti, rivolgi il tuo sguardo benevolo su quanti sono colpiti da emicrania e da ogni altra pena fisica.
Intercedi presso il Signore, affinché conceda loro sollievo e pace nelle ore più difficili. Dona forza a chi si sente sconfitto, speranza a chi è tormentato, sollievo a ogni malato che si affida a te.
Fa’ che il tuo esempio di pazienza sostenga i cuori affaticati, e la tua intercessione porti luce tra le tenebre del dolore. Sant'Aspreno, conforta chi soffre e guida ciascuno verso la salute del corpo e dello spirito.
Confidiamo nella tua bontà e affidiamo a te le nostre preghiere, certi che sarai al fianco di chi cerca consolazione e guarigione.
Spiegazione della Preghiera
```html1. Il contesto spirituale e dottrinale della preghiera a Sant’Aspreno di Napoli
La preghiera rivolta a Sant’Aspreno di Napoli si inserisce in una tradizione secolare della Chiesa Cattolica, nella quale i santi occupano un ruolo di intercessori e modelli di vita cristiana. Sant’Aspreno fu il primo vescovo di Napoli, vissuto tra il I e il II secolo, e la sua figura è da sempre legata alla cura e al sollievo delle sofferenze fisiche, in particolare contro l’emicrania. Secondo la tradizione, ricevette direttamente il battesimo da San Pietro, che lo guarì da una grave malattia: questa esperienza personale di dolore e guarigione lo rese nel tempo speciale protettore dei sofferenti.
Dottrinalmente, la preghiera si fonda sul ruolo dei santi nella comunione dei santi, proclamato dal Credo e sostenuto dalla dottrina cattolica: “Essi non cessano di intercedere per noi presso il Padre” (Catechismo della Chiesa Cattolica, n. 956). L’invocazione degli intercessori in cielo è antica, attestata già nei primi secoli, mentre la fiducia nell’intercessione di Sant’Aspreno riflette la consapevolezza cristiana che la grazia divina può raggiungerci anche tramite la carità dei santi, strumenti della misericordia di Dio.
2. I destinatari a cui è rivolta e perché
La preghiera è indirizzata direttamente a Sant’Aspreno di Napoli, evocato come amico e protettore, con una formula tipica: “O glorioso Sant'Aspreno di Napoli, tu che conosci la sofferenza...”. Il ricorso a lui è motivato sia dalla tradizione locale sia dalla sua esperienza personale di guarigione e sofferenza perseverante nella fede.
Sant’Aspreno diventa così un interlocutore e alleato spirituale, scelto poiché partecipe del dolore umano, capace di “rispondere” e di veicolare le suppliche verso Dio. Il santo, già glorificato in cielo e partecipe della comunione divina, è chiamato sia per la sua vicinanza ai fedeli nella storia di Napoli e della sua Chiesa sia per il suo specifico carisma: l’intercessione per chi soffre fisicamente.
Questo tipo di destinatario manifesta una convinzione teologica fondamentale della tradizione cattolica: i santi non sostituiscono Dio ma intercedono presso di Lui, sostenendo il popolo cristiano nelle sue necessità.
3. I beneficiari per cui intercede e i bisogni spirituali/fisici che affronta
La preghiera esplicita chiaramente i beneficiari: “quanti sono colpiti da emicrania e da ogni altra pena fisica”, ovvero tutti coloro che soffrono, in particolare per cause fisiche. L’emicrania, per cui Sant’Aspreno è tradizionalmente invocato, rappresenta qui ogni forma di dolore e disagio fisico, ma la supplica si estende a ogni “malato”.
Il testo analizza in profondità anche i bisogni spirituali associati alla sofferenza: si chiede a Sant’Aspreno di fornire forza a chi si sente sconfitto, speranza a chi è tormentato, e sollievo nell’ora più difficile. Quindi la preghiera non è solo richiesta di guarigione fisica, ma anche di pace interiore, consolazione, fede e speranza.
Questi bisogni riguardano anche la dimensione comunitaria della sofferenza: il sollievo e la luce nelle “tenebre del dolore” rappresentano ferite non solo personali ma anche sociali, e la guarigione invocata comprende la salute del corpo e dello spirito, secondo la visione integrale della persona cara alla tradizione cristiana.
4. I temi teologici principali, con citazioni bibliche o patristiche pertinenti
Questa preghiera è densamente intessuta di temi teologici fondamentali:
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L’intercessione dei santi: Chiedere aiuto e conforto a un santo rispecchia la dottrina espressa da San Girolamo:
“Se i martiri possono pregare per gli altri quando ancora sono sulla terra, quanto più potranno farlo quando, dopo aver vinto, sono con Cristo?” (Ad Riparium, I, 2).
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La forza della speranza nella sofferenza: Tema centrale nella tradizione cristiana, secondo San Paolo:
“La tribolazione produce perseveranza, la perseveranza una virtù provata e la virtù provata la speranza” (Rm 5,3-4).
- La guarigione come segno della misericordia di Dio: Gesù stesso guariva “tutti coloro che avevano bisogno di cura” (cf. Lc 4,40), e invitava i discepoli a pregare e intercedere per gli ammalati (Gc 5,13-16).
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La comunione dei santi e la solidarietà nella sofferenza: La preghiera sottolinea la condivisione del dolore e la chiamata alla consolazione vicendevole:
“Portate i pesi gli uni degli altri” (Gal 6,2).
Temi patristici rilevanti sono anche il valore della pazienza come esercizio della fede (cfr. Sant’Agostino, Sermo 46: “Portare con pazienza i mali, questa è vera forza”) e la ricerca della “salute dell’anima” insieme a quella del corpo.
5. Il genere di preghiera e la sua collocazione nella tradizione liturgica
La preghiera a Sant’Aspreno di Napoli è preghiera di intercessione, in cui si chiede il suo intervento presso Dio a favore dei malati e dei sofferenti. In essa confluiscono anche motivi di invocazione (“ascolta la nostra voce”), petizione (“conceda sollievo e pace”), e di lode (“O glorioso Sant’Aspreno”, “santo protettore dei sofferenti”).
Nella tradizione liturgica e popolare napoletana, tali preghiere sono spesso usate in contesti personali e comunitari, soprattutto nella memoria liturgica del santo (3 agosto), durante processioni, o nelle novene. Il culto pubblico a Sant’Aspreno, diffuso almeno dall’alto Medioevo, culmina in celebrazioni che invocano la sua protezione per i malati, specie contro le emicranie.
Spesso preghiere simili vengono recitate dopo la lettura della Parola di Dio, durante la Messa, o come supplica nei momenti di particolare tribolazione fisica, sui malati o nelle visite ai sofferenti.
6. Indicazioni pratiche: uso nella preghiera personale o comunitaria e tempi dell’anno liturgico
Uso personale: Questa preghiera può essere recitata in qualunque momento di bisogno, specialmente nelle ore di dolore fisico o spirituale, come novena o invocazione frequente nei periodi di crisi di salute. Può essere seguita dalla lettura di un salmo di fiducia (come il Salmo 23) o da una giaculatoria (“Sant’Aspreno, prega per noi”).
Uso comunitario: La preghiera può essere utilizzata in parrocchia o in famiglia, inserita nella liturgia delle ore (in particolare alle lodi o ai vespri), oppure al termine del Rosario comunitario. È particolarmente adatta ai gruppi di preghiera per i malati o nelle giornate di adorazione eucaristica in chiesa. Durante il triduo o la novena in preparazione alla festa del santo (3 agosto), può essere recitata ogni giorno.
Tempi dell’anno liturgico:
- Festa di Sant’Aspreno: Il 3 agosto è il giorno proprio per celebrare questa preghiera nelle chiese e comunità che gli sono dedicate.
- Tempi di Quaresima e Avvento: Sono momenti liturgici adatti in cui l’offerta delle sofferenze si unisce in modo particolare a quelle di Cristo.
- Giornata mondiale del malato: Intorno all’11 febbraio, questa invocazione può essere proposta durante la messa con unzione dei malati.
In sintesi, questa preghiera esprime la ricchezza della tradizione spirituale napoletana e cattolica, invocando la “luce nelle tenebre del dolore” che solo la intercessione dei santi – come Sant’Aspreno – e, soprattutto, la grazia di Dio possono donare. L’accompagna una richiesta di consolazione, forza e guarigione, nella consapevolezza di non essere mai soli nella tribolazione.
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