Glorificazione a Dio per le vittorie della fede ottenute per intercessione dei santi
Ascolta la Preghiera
Dio onnipotente e glorioso, fonte di ogni vita e potenza, a Te innalziamo il nostro canto di lode e adorazione.
Tu che hai sostenuto i Tuoi fedeli nelle ore oscure e nelle tempeste, ravviva in noi la Fede che vince ogni dubbio e paura.
Come alla battaglia di Belgrado, per l’intercessione di San Giovanni da Capestrano, Tu hai concesso la vittoria insperata e hai mostrato la forza invincibile della Fede, così oggi ti supplichiamo:
Rafforza i Tuoi fedeli, o Dio, perché possano affidarsi senza timore alla Tua volontà. Dona loro un cuore saldo, capace di resistere ad ogni avversità, fiduciosi che chi confida in Te non sarà mai confuso.
Esalta la Fede nella Tua Chiesa: rendici testimoni coraggiosi della Tua presenza, affinché la Tua gloria risplenda nel mondo e illumini ogni tenebra.
A Te, Dio dei prodigi, eleviamo il nostro grazie per ogni vittoria che concedi ai credenti. Fa’ che il ricordo delle Tue opere renda la nostra Fede sempre più salda e ardente, sino alla Tua eterna lode.
Amen.
Spiegazione della Preghiera
1. Il contesto spirituale e dottrinale della preghiera
Questa preghiera si inserisce nel solco della tradizione cristiana che contempla il ricorso a Dio nei momenti di bisogno, facendo memoria delle Sue opere meravigliose per ravvivare la fede dei credenti. Prende spunto esplicito dall’episodio della battaglia di Belgrado (1456), dove grazie all’intercessione di San Giovanni da Capestrano e alla preghiera della Chiesa, venne riconosciuta una vittoria inaspettata attribuita alla Provvidenza divina e al valore della fede collettiva. Spiritualmente, questa orazione rievoca il senso biblico del memoriale: la narrazione delle azioni salvifiche di Dio nella storia non solo come ricordo commemorativo, ma come motivo concreto per una rinnovata fiducia. La Chiesa, infatti, nella sua dottrina, riconosce che Dio continua ad agire nella storia salvando il Suo popolo, e invita i fedeli a rinnovare la fede proprio rileggendo alla luce degli eventi passati l’attualità della presenza divina (Dei Verbum, 2).
La preghiera è anche espressione del sensus Ecclesiae: il credente non si rapporta semplicemente da solo a Dio, ma è inserito in una comunità che, come corpo di Cristo, intercede e ringrazia, lodando per le opere della salvezza che si compiono nel tempo e che trovano nella storia dei santi modelli e segni della fedeltà di Dio. Il tono della preghiera è fortemente pasquale, perché celebra la vittoria di Dio sulla paura e sulla morte, e invita a radicarsi in Cristo come fonte di “ogni vita e potenza.”
2. I destinatari a cui è rivolta e perché
La preghiera si rivolge direttamente a Dio Padre, onnipotente e glorioso. L’appellativo scelto sottolinea la trascendenza, la potenza creatrice e la disponibilità salvifica di Dio verso i Suoi figli. Egli è definito come fonte di ogni vita e potenza, confermando un atteggiamento di totale dipendenza e affidamento del fedele o della comunità orante.
La richiesta si fa ancora più personale e comunitaria invocando “Tu che hai sostenuto i Tuoi fedeli”, riaffermando che Dio è protagonista della storia della salvezza e custode del Suo popolo anche nelle “ore oscure e nelle tempeste”: il riferimento all’esperienza della battaglia di Belgrado articola una fiducia fondata su motivi storici concreti, paradigma di ogni altra “tempesta” affrontata dai cristiani nel corso dei secoli.
3. I beneficiari per cui intercede e i bisogni spirituali/fisici che affronta
La preghiera intercede esplicitamente per “i Tuoi fedeli”, cioè tutti i membri della Chiesa che si trovano a vivere tempi di prova, dubbio, paura o persecuzione. Il bisogno centrale che emerge è quello di una fede vivificata e rafforzata: si domanda a Dio di “ravvivare la Fede che vince ogni dubbio e paura” e di “rafforzare i Tuoi fedeli” perché si affidino senza timore alla Sua volontà.
Non vengono affrontate direttamente necessità materiali, ma il bisogno esistenziale e spirituale di un cuore saldo, capace di resistere alle avversità e alla confusione che può nascere nei momenti difficili. Si supplica affinché la fede sia così forte da non soccombere di fronte alle persecuzioni, prove e minacce, ma anzi da trasformarsi in coraggiosa testimonianza affinché “la Tua gloria risplenda nel mondo.”
Il riferimento finale a “ogni vittoria che concedi ai credenti”, ampliando l’orizzonte dalla vittoria bellica storica a ogni forma di vittoria del bene sul male, coinvolge implicitamente tutti coloro che faticano contro il peccato, la disperazione, l’indifferenza, invitando a riconoscere il sostegno della grazia nelle lotte quotidiane sia materiali che spirituali.
4. I temi teologici principali, con citazioni bibliche o patristiche
Tra i temi principali emergono:
- La vittoria della fede: La fede che vince il mondo è cara al Nuovo Testamento (“Questa è la vittoria che ha vinto il mondo: la nostra fede” - 1 Giovanni 5,4); ogni accadimento storico, come la vittoriosa difesa di Belgrado, è segno della presenza di Dio che opera la salvezza e sostiene i suoi fedeli nelle prove.
- L’intercessione dei santi: il richiamo a San Giovanni da Capestrano si inscrive nella tradizione della comunione dei santi e nell’idea che i santi continuino ad essere modelli ed avvocati efficaci per la Chiesa militante.
Come diceva san Bernardo di Chiaravalle:“I santi non sono solo esempi da imitare, ma amici da chiamare in aiuto nelle lotte della vita.”
- La memoria delle opere di Dio: la liturgia e le Scritture invitano in più luoghi a non dimenticare ciò che Dio ha compiuto (Sal 105,5: "Ricordate le meraviglie che ha compiuto"); la memoria nutriente delle “vittorie” divine è fondamento di una speranza salda.
- Lode, ringraziamento e testimonianza: la preghiera intreccia l’adorazione (“a Te innalziamo il nostro canto di lode”), la gioia della gratitudine (“eleviamo il nostro grazie”), e la supplica affinché i fedeli siano testimoni coraggiosi (“rendici testimoni coraggiosi della tua presenza”). Tali motivi si ritrovano anche nelle lettere paoline (“Siate lieti nella speranza, pazienti nella tribolazione, perseveranti nella preghiera.” - Rm 12,12).
5. Il genere di preghiera e la sua collocazione nella tradizione liturgica
Questa preghiera presenta più generi simultaneamente:
- Lode e adorazione: Si apre e si struttura attorno alla glorificazione di Dio onnipotente.
- Ringraziamento: Si riconosce esplicitamente la gratitudine per le vittorie e i doni ricevuti (“eleviamo il nostro grazie”).
- Intercessione: Si chiede a Dio di ravvivare e rafforzare la fede dei suoi fedeli.
- Memoriale: Ricorda un episodio storico-salvifico (la battaglia di Belgrado) come incentivo alla speranza.
Nella tradizione liturgica simili preghiere sono adatte ad atti di ringraziamento solenni (come il Te Deum a fine anno o in occasione di grandi benefici), a momenti di supplica durante tempi di crisi, o memoria di santi che hanno ottenuto protezione della Chiesa e della società cristiana. Il tono può essere simile a quello delle orazioni colletta usate nella Messa, o nei vespri festivi collegati alla memoria di eventi storici di salvezza.
6. Indicazioni pratiche: uso personale e comunitario, tempi dell’anno liturgico
Ecco alcune modalità per utilizzare questa preghiera:
- Preghiera personale: Ottima nei momenti di difficoltà, dubbio o scoraggiamento; chi affronta prove personali può trovarvi ispirazione per chiedere il dono della fede salda e per rileggere la propria storia alla luce dei prodigi di Dio.
- Preghiera comunitaria: Indicata in assemblee parrocchiali, gruppi di preghiera, o celebrazioni legate alla memoria dei santi (specialmente di San Giovanni da Capestrano, il 23 ottobre), o in occasione di eventi storici significativi per la comunità cristiana locale.
- Nel ciclo liturgico: Può essere inserita:
- Durante la settimana santa e il Tempo Pasquale, quando si celebra la vittoria di Cristo sulla morte e si medita sulla vittoria della fede.
- In occasione del Te Deum di ringraziamento (31 dicembre) o celebrazioni di anniversari di vittorie spirituali o storiche cristiane.
- Nelle veglie di preghiera in tempi di crisi o di difficoltà sociale, come atto di affidamento collettivo degli eventi al Signore della storia.
- Adattamento liturgico: Può essere recitata come orazione introduttiva, dopo la proclamazione di una lettura biblica che narra un intervento potente di Dio, o alla fine di una celebrazione come atto conclusivo di rendimento di grazie.
In sintesi, questa preghiera aiuta il fedele a mettersi in relazione grata, fiduciosa e salda con Dio, attingendo alla memoria di quanto Egli ha già compiuto per affrontare con speranza ogni nuova sfida nelle tenebre del mondo.
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