Supplica a Santa Caterina Labouré per la fede nella prova delle Suore

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Santa Caterina Labouré, umile serva di Dio e figlia privilegiata di Maria, rivolgiamo a te la nostra supplica nei giorni della prova e dell'incertezza.
Tu che hai conosciuto il silenzio, la fatica e la misteriosa chiamata della Fede, accompagna le tue sorelle nella vocazione consacrata: quando il cammino si fa oscuro, sostieni i loro passi vacillanti; quando la stanchezza le avvolge, rinnova la speranza nei loro cuori.
Intercedi presso il Signore affinché mai venga meno la luce della Fede tra le ombre della tentazione e del dubbio. Rafforza nel loro spirito la certezza che ogni prova è un dono misterioso e che, nella croce portata con amore, si compie la volontà divina.
Suscita in loro, come in te, la gioia silenziosa del servizio e la dolcezza della carità nascosta. Donale la grazia di riconoscere la presenza di Maria accanto a loro, Madre fedele nelle tribolazioni.
O Santa Caterina Labouré, ottienici il coraggio di perseverare nella Fede e la forza di custodire la speranza anche quando l’anima si sente smarrita. Affidiamo a te ogni nostra prova, certi che il tuo sguardo di pace veglia sulle sorelle nell’amore di Cristo.
Amen.
Spiegazione della Preghiera
1. Il contesto spirituale e dottrinale della preghiera
La preghiera a Santa Caterina Labouré si inserisce in un ricco contesto spirituale e dottrinale, legato sia alla vita della Santa sia alla devozione mariana e alla spiritualità della consacrazione religiosa. Santa Caterina Labouré (1806–1876), vissuta a Parigi come Figlia della Carità di San Vincenzo de’ Paoli, è celebre soprattutto per le apparizioni della Vergine Maria che portarono alla divulgazione della Medaglia Miracolosa. La preghiera citata riflette alcuni tratti peculiari di questa tradizione: il senso della piccolezza, dell’umiltà, del servizio nascosto e della fede vissuta silenziosamente, ma saldamente.
Sul piano dottrinale, la preghiera richiama varie dimensioni della vita cristiana:
- Il valore redentivo della prova e della sofferenza: ogni difficoltà viene letta alla luce della Croce come occasione di unione più profonda con la volontà di Dio (“ogni prova è un dono misterioso”).
- La centralità della Fede come luce nelle tenebre: la supplica chiede che la fede non venga mai meno, nemmeno quando incombono tentazione e dubbio.
- La presenza tenera di Maria: come Madre fedele, viene invocata da Caterina e per le consacrate.
2. I destinatari a cui è rivolta e perché
La preghiera è indirizzata direttamente a Santa Caterina Labouré, venerata come umile serva di Dio, “figlia privilegiata di Maria” e donna profondamente radicata nella vita religiosa consacrata. Santa Caterina viene qui invocata con rispetto filiale, come interceditrice vicina e partecipe delle fragilità e degli slanci spirituali delle anime consacrate. Si nota come la Santa venga riconosciuta sia per le sue esperienze mistiche (la chiamata della Fede), sia per le sue virtù umane e religiose: silenzio, fatica, disponibilità al servizio.
Il ricorso a Caterina Labouré è motivato dalla sua vicinanza spirituale a chi vive la consacrazione. Ella ha sperimentato le stesse difficoltà e incertezze che affrontano oggi le religiose: solitudine, momenti di buio spirituale, impegno nel servizio, custodia silenziosa dei misteri della fede. La sua figura rappresenta, quindi, un esempio attuale e un sostegno concreto per chi desidera perseverare nella propria vocazione, rinnovando la disponibilità a servire “nelle tribolazioni”.
3. I beneficiari per cui intercede e i bisogni spirituali/fisici che affronta
Sebbene la preghiera si rivolga a Santa Caterina Labouré, i veri beneficiari sono le sorelle consacrate, descritte dalle espressioni: “accompagna le tue sorelle nella vocazione consacrata... sostieni i loro passi vacillanti... rinnova la speranza nei loro cuori”. Si menzionano chiaramente coloro che, come Caterina, hanno pronunciato i voti religiosi e vivono la vita comunitaria e la missione di servizio.
I bisogni affrontati sono molteplici e reali:
- Oscurità del cammino e dubbi di fede: le consacrate sono presentate come esposte al rischio dello scoraggiamento, della tentazione e del dubbio.
- Stanchezza fisica e spirituale: nella donazione quotidiana, lo sforzo può diventare gravoso.
- Solitudine, ricerca di senso e bisogno di speranza: la preghiera chiede che il perseverare sia accompagnato dalla gioia, persino “nella croce”.
- Gioia del servizio e carità nascosta: si invoca la grazia di vivere il servizio sull’esempio di Caterina, in profonda comunione con Maria, specialmente nei momenti di prova.
4. I temi teologici principali, con citazioni bibliche o patristiche
L’articolazione della preghiera manifesta alcuni temi teologici centrali:
- Santità come fedeltà nella prova: richiamo alla Croce e al valore cristiano della sofferenza accolta e offerta. San Paolo afferma:
“Ora io sono lieto nelle sofferenze che sopporto per voi e do compimento a ciò che, dei patimenti di Cristo, manca nella mia carne, a favore del suo corpo che è la Chiesa” (Col 1,24).
- Fede come luce nelle tenebre: la fede non è certezza evidente, ma fiducia fiduciosa in Dio, soprattutto nei momenti oscuri. “La fede è fondamento di ciò che si spera e prova di ciò che non si vede” (Eb 11,1).
- Intercessione dei santi: la richiesta a Caterina di “intercedere presso il Signore” si fonda sulla comunione dei santi, ribadita dal Catechismo (CCC 956) e dai Padri, come San Gregorio di Nissa:
“Coloro che ci hanno preceduto nella fede pregano per noi presso il Signore”
. - Esempio mariano: Maria come Madre fedele nelle tribolazioni è modello di perseveranza e presenza silenziosa, come insegna la tradizione mariana (cf. Gv 19,25-27).
- Importanza della speranza e della carità nascosta: la preghiera invoca la “gioia silenziosa del servizio” e la “dolcezza della carità nascosta”, in sintonia con quanto disse Gesù:
“Quando tu fai l’elemosina, non sappia la tua sinistra ciò che fa la tua destra” (Mt 6,3)
e con la spiritualità vincenziana del servizio nascosto ai più poveri.
5. Il genere di preghiera e la sua collocazione nella tradizione liturgica
Il testo si colloca per genere tra le preghiere di intercessione e di sostegno spirituale. Si rivolge a una santa (non direttamente a Dio), chiedendo la sua intercessione presso il Signore per i bisogni delle religiose e aspirando anche a ricevere virtù simili. La preghiera contiene elementi di supplica (particolarmente nelle richieste di sostegno e perseveranza), ma anche spunti di ringraziamento, per l’esempio e la vicinanza di Caterina e di lode implicita alla fedeltà divina che sostiene i consacrati.
Nella tradizione liturgica cattolica, simili preghiere possono trovare spazio:
- all’interno delle celebrazioni proprie delle suore e delle comunità religiose (ore di adorazione, capitoli spirituali, incontri di formazione, ritiri, ecc.);
- in liturgie dedicate alle vocazioni consacrate, ad esempio nella Giornata Mondiale della Vita Consacrata (2 febbraio);
- nella memoria liturgica di Santa Caterina Labouré (28 novembre);
- come preghiera di intercessione quotidiana, particolarmente nei momenti di difficoltà della comunità.
6. Indicazioni pratiche: come usarla nella preghiera personale o comunitaria e nei tempi dell’anno liturgico
Per “incarnare” questa supplica nella preghiera personale, si può recitare al termine delle lodi mattutine o dei vespri, nei momenti di crisi vocazionale o quando si avvertono scoraggiamento e stanchezza; può essere strumento di meditazione e discernimento nei tempi di ritiro personale o nel silenzio dell’adorazione eucaristica. Si può anche abbinare a una breve lettura meditata della vita di Santa Caterina, rafforzando così l’identificazione con la sua esperienza di fede, umiltà e servizio.
In ambito comunitario, la preghiera può essere integrata facilmente:
- nella liturgia delle ore delle comunità di religiose;
- all’inizio o alla conclusione delle riunioni capitolari;
- durante ritiri spirituali o giornate di formazione.
Quanto ai tempi dell’anno liturgico, la preghiera è particolarmente indicata:
- nella memoria di Santa Caterina Labouré (28 novembre);
- durante l’ e la Quaresima, quando la Chiesa propone una più intensa riflessione sulla prova, la perseveranza e la speranza;
- nella Giornata della Vita Consacrata (2 febbraio) o in occasioni di anniversari di professione religiosa;
- ogni volta che una religiosa vive un momento delicato o una comunità affronta difficoltà particolari.
In sintesi, questa preghiera costituisce uno strumento di sostegno spirituale e di intercessione vissuto all’ombra di Santa Caterina Labouré, capace di alimentare fedeltà vocazionale, speranza e capacità di abbandono nelle mani della Provvidenza, sull’esempio della Santa e sotto lo sguardo materno di Maria.
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