Preghiera allo Spirito Santo per la Custodia degli Animali Selvatici
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Spirito Santo, soffio di vita, voce silenziosa nei cuori, ci rivolgiamo a Te con preghiera umile e sincera.
Guarda agli animali selvatici, creature che abitano le foreste, i mari, i cieli e le montagne, testimoni della bellezza e della diversità del Tuo creato. Sono tuoi figli, vivono, sentono, lottano e amano in silenzio.
Chiediamo che il Tuo vento di conversione ecologica soffi potente nei cuori di ogni uomo e donna. Converti la nostra fede in gesti concreti, affinché rispondiamo alla chiamata di custodire e non di predare, di proteggere e non di devastare, i nostri fratelli animali.
Fa’ che comprendiamo il nostro ruolo: non padroni, ma guardiani amorevoli di tutte le creature viventi. Donaci occhi nuovi per vedere il loro valore, orecchie attente per ascoltare il loro silenzio e mani pronte ad agire per la loro difesa.
Perdona le nostre indifferenze, i nostri egoismi, e donaci il coraggio di cambiare. Fa’ che l’umanità sia ispirata dalla Tua luce a diventare segno di speranza per tutte le generazioni future.
Spirito Santo, cambia il nostro cuore: che possa battere all’unisono con il creato e con ogni essere vivente. Rendici testimoni di una fede che ama, rispetta e custodisce la vita in ogni sua forma.
A te, Spirito che rinnovi la faccia della terra, affidiamo gli animali selvatici e il nostro impegno di amore verso di loro.
Amen.
Spiegazione della Preghiera
1. Il contesto spirituale e dottrinale della preghiera
Questa preghiera si colloca entro il vivace solco della spiritualità cristiana contemporanea, che sottolinea la stretta interconnessione tra creato, creatura umana e Dio. Il contesto dottrinale fa riferimento al rinnovato invito della Chiesa, formulato in maniera autorevole specialmente nell’enciclica Laudato si’ di papa Francesco (2015): “Tutto è in relazione… Noi stessi siamo polvere di questa terra; il nostro stesso corpo è costituito dai suoi elementi” (n. 2). Alla luce di una teologia del creato profondamente radicata nella Bibbia e nel Magistero, la preghiera invoca lo Spirito Santo — il “Soffio di vita” — riconoscendo nella sua azione il fondamento della vitalità non solo umana bensì di tutte le creature.
Dottrinalmente, ciò scaturisce dalle radici bibliche: lo Spirito di Dio aleggia sulle acque (Genesi 1,2) all’alba della creazione, e senza di Lui “tutto sarebbe come nulla” (Salmo 104,29-30: "Se tu togli loro il respiro, muoiono e ritornano nella loro polvere. Mandi il tuo spirito, sono creati, e rinnovi la faccia della terra"). La preghiera si pone nella linea che vede nel Paraclito il principio della comunione e della trasfigurazione di tutto il creato, interpretando il suo soffio come agente della conversione ecologica e della compassione universale.
2. I destinatari a cui è rivolta e perché
La preghiera è rivolta in primis allo Spirito Santo, la terza persona della Trinità. Il motivo di questa scelta trova fondamento nella funzione dello Spirito come datore di vita, colui che “rinnova la faccia della terra” (Sal 104,30). L’invocazione si rivolge a Lui perché trasforma i cuori e muove le coscienze, unica vera forza capace di suscitare in profondità una conversione personale e collettiva. Chiedere allo Spirito Santo di soffiare potente nei cuori è riconoscere che il mutamento radicale di mentalità necessario all’ecologia integrale (custodia del creato, rispetto della vita non umana) non può nascere soltanto da intenti umani o da strategie politiche, ma dalla Grazia e dalla retta disposizione spirituale da Lui operata.
In secondo luogo, la preghiera si fa voce comunitaria e si offre come modello per ogni credente e per tutte le persone di buona volontà che desiderano essere ispirate ad una relazione sana e responsabile con il creato. Il “ci rivolgiamo a Te” diventa espressione della coralità ecclesiale.
3. I beneficiari per cui intercede e i bisogni spirituali/fisici che affronta
In modo inusuale ma profondamente evangelico, la preghiera rafforza la centralità degli animali selvatici come beneficiari specifici. Essi vengono riconosciuti come “figli” di Dio e soggetti di sofferenza, lotta, comunità silenziosa (“vivono, sentono, lottano e amano in silenzio”), chiedendo per loro protezione e rispetto.
- Bisogni fisici: La salvaguardia dei loro habitat, la difesa dalla distruzione e dal predare umano, la tutela della loro esistenza minacciata dall’inquinamento e dai cambiamenti climatici.
- Bisogni spirituali: La richiesta di perdono per l’indifferenza e la conversione interiore dei cuori umani verso atteggiamenti compassionevoli, non padronali (“non padroni, ma guardiani amorevoli”), in sintonia col concetto biblico di “dominio” inteso come “custodia” (Gen 2,15).
- Comunità umana: Viene sollevato anche il bisogno umano di riconciliazione con il creato; la preghiera intercede che venga donata all’umanità la comprensione del suo ruolo di custode, non di predatore – un cammino di conversione personale (“converti la nostra fede in gesti concreti”) e collettiva.
4. I temi teologici principali, con citazioni bibliche o patristiche pertinenti
a) Lo Spirito Creatore e la Comunione cosmica: Il ruolo dello Spirito Santo come principio di vita di ogni creatura riecheggia fortemente nella Scrittura e nella patrística:
“Lo Spirito di Dio vivifica tutte le cose e le mantiene nell’esistenza” (cf. Gen 1,2; Sal 104,30).
b) La conversione ecologica: Si invoca la conversione dei cuori, secondo l’appello di Laudato si’ (n. 217): “Una sana relazione con il creato è una dimensione della conversione integrale della persona”.
c) L’essere guardiani e non dominatori: Viene evocato l’insegnamento biblico di Genesi 2,15 (“lo pose nel giardino di Eden perché lo coltivasse e lo custodisse”) e la tradizione patristica che vede nell’uomo il ministero sacerdotale di tutta la creazione (Origene, Omelie sulla Genesi).
“Colui che ama le creature, in esse ama il Creatore stesso” (Origene).
d) Il pentimento e la speranza: La richiesta di perdono (“Perdona le nostre indifferenze…”) riprende il tema universale della metanoia; la speranza è accesa dallo Spirito che innova e conduce la storia oltre i nostri errori (Rm 8,19-22: “La creazione stessa geme ed è in travaglio…”).
5. Il genere di preghiera e la sua collocazione nella tradizione liturgica
Questa preghiera appartiene principalmente al genere dell’intercessione e della penitenza, poiché supplica lo Spirito santo affinché intervenga per il bene degli animali selvatici, chiede perdono per i peccati ecologici, e supplica una radicale conversione dei cuori. Contiene anche accenti di lode (celebrazione della bellezza e diversità del creato), e motivi di ringraziamento impliciti (“rendici testimoni di una fede che ama, rispetta e custodisce”).
Nella tradizione liturgica, preghiere per il creato e per gli animali vengono inserite oggi durante momenti particolari:
- Le celebrazioni della Giornata mondiale di preghiera per la cura del Creato (1 settembre).
- Liturgie votive in occasione di San Francesco d’Assisi (4 ottobre), patrono degli animali e della natura.
- Momenti di adorazione o preghiera nelle veglie per l’ambiente.
- Inserimento nelle liturgie delle ore (Lodi, Vespri) laddove sia prevista attenzione per il creato.
Tuttavia, essa ben si adatta anche alla preghiera personale quotidiana, potendo essere recitata come parte dell’esame di coscienza ecologico o come atto di affidamento alla custodia divina della creazione.
6. Indicazioni pratiche: uso personale, comunitario e nei tempi dell’anno liturgico
Uso personale:
- Recitala al mattino, come offerta della giornata e invocazione di uno stile di vita responsabile nei confronti del creato.
- Inseriscila nell’esame di coscienza serale, unendola alla richiesta di perdono per l’indifferenza verso l’ambiente e le creature.
- Utilizzala come meditazione in passeggiate o escursioni immerse nella natura, per risvegliare uno sguardo contemplativo.
Uso comunitario:
- Durante celebrazioni dedicate al creato, Giornate della Terra, eventi ecumenici o momenti comunitari di preghiera sulla crisi ecologica.
- Come parte delle intenzioni nella Preghiera universale dei fedeli nella Messa (soprattutto in occasione della Giornata mondiale per il creato o della festa di San Francesco d’Assisi).
- Dopo la proclamazione del Vangelo, come risposta orante e impegnativa all’ascolto della Parola.
Tempi dell’anno liturgico:
- Tempo Ordinario: Quando si riflette sui rapporti tra fede, vita e creato.
- Tempo della Creazione (dal 1 settembre al 4 ottobre): periodo privilegiato per preghiere, studi, e impegno per l’ecologia integrale.
- Quaresima: Per rafforzare l’aspetto penitenziale e rinnovare la conversione ecologica.
In conclusione, questa preghiera si impone come documento di spiritualità ecologica cristiana, integrando motivi biblici e magisteriali in un linguaggio poetico che risveglia consapevolezza, pentimento e impegno concreto per la custodia degli animali selvatici e di tutto il creato, sotto la guida dello Spirito Santo che fa nuove tutte le cose (Ap 21,5).
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