Preghiera a Gesù Cristo per le Volpi

Destinatari:  Gesù Cristo
Beneficiari:  Volpi
Temi:  Fede concreta
Tipologie:  Supplica
Preghiera a Gesù Cristo per le Volpi
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O Gesù Cristo, che un giorno nel Vangelo ricordasti le volpi e le loro tane, ti supplichiamo, con umiltà e fiducia, di vegliare su queste creature astute e silenziose.

Signore buono e giusto, tu che conosci ogni cuore e ogni anfratto del creato, concedi alle volpi un rifugio sicuro dove possano trovare riparo e pace. Fa’ che non manchi loro la protezione di cui hanno bisogno nelle notti fredde e nei giorni di pericolo.

Aiuta anche noi, uomini, a riconoscere il loro valore e il loro posto nell’ecosistema, perché possiamo rispettare e custodire la loro vita come parte della tua meravigliosa opera. Ispira in noi una fede concreta che si traduca in gesti d’amore e tutela verso tutti gli esseri viventi.

Ti affidiamo, in questo tempo di smarrimento e cambiamento, tutte le volpi del mondo: proteggile, guidale nei loro sentieri, e rendici strumenti di una convivenza pacifica e armoniosa tra uomo e natura.

Gesù, ascolta la nostra supplica e rendi il nostro cuore simile al tuo, attento e compassionevole verso ogni creatura. Amen.

Spiegazione della Preghiera

1. Il contesto spirituale e dottrinale della preghiera

Questa preghiera rappresenta un’espressione spirituale ricca di senso teologico e umano, ancorata alla tradizione cristiana che riconosce nel creato una riflessione della bontà e sapienza di Dio. Nasce in un contesto in cui si attribuisce valore non solo alla relazione tra Dio e l’uomo, ma anche al rapporto dell’uomo con il creato. Il riferimento evangelico alle “volpi” richiama direttamente le parole di Gesù riportate in Luca 9,58:

«Le volpi hanno le loro tane e gli uccelli del cielo i loro nidi, ma il Figlio dell’uomo non ha dove posare il capo».
Qui, la menzione delle volpi assume valore simbolico, evocando le dimore degli animali in contrapposizione alla precarietà della condizione di Cristo.

Nella visione dottrinale cristiana — sostenuta da scritture come la Genesi (Gen 2,15) — l’uomo riceve da Dio il mandato di “coltivare e custodire” la terra, segnando una responsabilità attiva di tutela verso ogni creatura. Questa preghiera si colloca dunque nell’humus della spiritualità ecologica promossa anche dai più recenti documenti magisteriali — si pensi all’enciclica Laudato si’ di papa Francesco — che invitano a riflettere sulla sacralità della natura e a promuovere una fraternità universale.

2. I destinatari a cui è rivolta e perché

La preghiera è indirizzata esplicitamente a Gesù Cristo, nella consapevolezza della sua signoria su tutto il creato e della sua compassione universale. Si tratta di una preghiera cristocentrica, che si affida all’intercessione di colui che ha sperimentato la precarietà e la povertà materiale, condividendo la condizione delle creature. Invocando Gesù come “Signore buono e giusto” che “conosce ogni cuore e ogni anfratto del creato”, si sottolinea il suo ruolo di mediatore e pastore di tutto il mondo, inclusi gli animali.

Si sceglie Gesù come interlocutore privilegiato sia per la sua tenerezza verso i piccoli (si veda Matteo 10,29-31: “Neppure un passero cadrà a terra senza che il Padre vostro lo voglia”) sia per la consapevolezza che la redenzione da lui offerta abbraccia il cosmo intero (Romani 8,19-21). Il rivolgersi a Gesù, quindi, esprime una teologia che si apre al mistero della salvezza universale e alla possibilità che ogni essere vivente partecipi, secondo il proprio ordine, alla benedizione divina.

3. I beneficiari per cui intercede e i bisogni spirituali/fisici che affronta

L’intercessione si eleva innanzitutto a favore delle volpi, descritte come “creature astute e silenziose”, bisognose di un “rifugio sicuro” e della “protezione nelle notti fredde e nei giorni di pericolo”. La preghiera ne chiede la salvaguardia nelle situazioni di vulnerabilità: mancanza di cibo, clima inclemente, minacce umane o naturali.

Oltre alle volpi, la supplica si estende agli uomini, chiedendo che riconoscano il valore intrinseco di queste creature e sappiano tradurre la loro fede in atti concreti di amore e tutela. Si invoca una conversione del cuore che porti a coltivare la custodia del creato come segno di autentica sequela evangelica.

In un tempo definito come di “smarrimento e cambiamento”, si percepisce una doppia esigenza: fisica — la salvaguardia materiale delle volpi e dell’equilibrio naturale — e spirituale — la crescita di una coscienza nuova nell’uomo, capace di vedere in ogni vivente una manifestazione dell’amore di Dio.

4. I temi teologici principali, con riferimenti biblici e patristici

  • La solidarietà cosmica e la custodia del creato: La preghiera mostra uno sguardo fondamentale di solidarietà tra gli esseri viventi, eco delle parole bibliche, “Dio vide quanto aveva fatto, ed ecco, era cosa molto buona” (Gen 1,31). In San Basilio si legge:
    “Non disprezzare le bestie che Dio ha creato; sono in effetti una parte della bontà divina, e rivelano la ricchezza della Sua provvidenza”. (Omelia IX sull’Esamerone)
  • La compassione del Cristo: Il riferimento al Cristo che non ebbe ‘dove posare il capo’ ci invita a imitare la sua solidarietà con i poveri di ogni specie, animando in noi un’etica dell’empatia e della responsabilità universale.
  • L’interconnessione tra fede e opere: “Ispira in noi una fede concreta che si traduca in gesti d’amore”. Qui riecheggia Giacomo 2,26: “La fede senza le opere è morta”.
  • L’armonia tra uomo e natura: “Rendici strumenti di una convivenza pacifica e armoniosa tra uomo e natura”. Si ravvisa qui il tema del shalom biblico, la pace come ordine globale voluto da Dio.

Questi temi sono radicati nella visione patristica e biblica che vede il creato non come semplice oggetto di sfruttamento, ma come rete vivente in cui ogni parte è preziosa e portatrice di un senso spirituale.

5. Il genere di preghiera e la sua collocazione nella tradizione liturgica

La preghiera può essere classificata principalmente come intercessione — poiché si invoca la protezione divina su una categoria particolare di creature — ma contiene elementi di lode (la meraviglia per la “tua opera”), di penitenza implicita (riconoscendo il bisogno di conversione dell’uomo) e supplica.

Tradizionalmente, la preghiera per il creato trova spazio nei momenti di benedizione degli animali (per esempio in occasione della festa di San Francesco d’Assisi, patrono degli animali e dell’ecologia) o nelle Giornate per la custodia del creato promosse dalla Chiesa Cattolica (1 settembre). Tuttavia, preghiere simili vengono sempre più incluse nella liturgia delle ore, nelle celebrazioni nella natura o in servizi ecumenici di preghiera per la salvaguardia ambientale.

6. Indicazioni pratiche: uso nella preghiera personale, comunitaria e nel ciclo liturgico

  • Preghiera personale: Può essere recitata nella quotidianità, specialmente da chi vive a contatto con la natura o desidera coltivare la gratitudine e la responsabilità verso il creato. Si suggerisce di accompagnarla alla contemplazione del creato o all’impegno concreto per la custodia dell’ambiente.
  • Liturgia comunitaria: Adatta nei momenti di preghiera collettiva legati alla benedizione degli animali, in feste patronali (San Francesco), durante iniziative ecologiche, nelle veglie o nelle liturgie dedicate alla Giornata della Terra e simili.
  • Tempi dell’anno liturgico: Può trovare posto particolare nel Tempo del Creato (1 settembre–4 ottobre), nella Quaresima (come tempo di conversione ecologica), ma anche in occasioni specifiche quali l’inizio di progetti di conservazione, incontri catechetici per bambini e giovani sul tema della responsabilità verso il creato.
  • Modalità espressive: Può essere proclamata da un lettore, alternata a momenti di silenzio meditativo oppure integrata con gesti concreti (piantare un albero, prendersi cura di un animale ferito, impegnarsi contro il degrado ambientale).
  • Insegnamento: Da usare come spunto per catechesi o riflessioni che aiutino a scoprire come la spiritualità cristiana include un’attenzione concreta al bene comune e alla salvaguardia di tutte le creature, portando ciascuno a rivedere stili di vita, atteggiamenti e scelte quotidiane.

In sintesi, questa preghiera si offre come strumento delicato ma potente per educare il cuore alla compassione e all’azione responsabile, richiamandoci alla vocazione originaria di partecipi e custodi del giardino di Dio.

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