Preghiera a Gesù Cristo per il Riscatto degli Animali Selvatici

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Meditazione guidata: Preghiera per la Salvezza degli Animali Selvatici
Chiudi gli occhi e entra in silenzio, nel tempio del tuo cuore.
Lascia che la tua mente si plachi e il respiro si faccia più profondo.
Immagina le voci, i movimenti e i colori degli animali selvatici, creature meravigliose che popolano il mondo insieme a noi.
Gesù Cristo, Redentore del mondo, ci rivolgiamo a Te con umiltà e speranza.
Sappiamo che ogni essere vivente ha valore ai Tuoi occhi e che la creazione è affidata alla nostra custodia.
Vediamo la sofferenza che spesso gli animali selvatici affrontano, a causa della nostra negligenza, avidità, distrazione.
Affidiamo a Te ogni dolore, paura e ingiustizia subita da queste creature.
Ti chiediamo di posare le Tue mani gentili sulle ferite della natura,
di guarire ciò che è stato danneggiato,
di consolare la sofferenza degli animali selvatici che l’uomo ha causato.
Gesù, fonte di amore e redenzione, lascia che la Tua luce tocchi il cuore degli uomini.
Ispira in ognuno di noi un profondo rispetto per la vita e per la Tua creazione.
Aiutaci a diventare custodi responsabili, capaci di cura, compassione e attenzione.
Che il Tuo amore trasformi la nostra incuria in consapevolezza,
e la nostra indifferenza in impegno per la salvezza di tutti gli animali selvatici.
Fa’ che possiamo dare loro spazio, sicurezza, libertà e dignità.
Gesù, sostieni il riscatto della cre
Spiegazione della Preghiera
1. Il contesto spirituale e dottrinale della preghiera
La “Preghiera per la Salvezza degli Animali Selvatici” nasce da un profondo senso di responsabilità cristiana verso il creato e si radica nella crescente consapevolezza, maturata soprattutto negli ultimi decenni, dell’interconnessione tra la salvezza dell’umano e la salvaguardia della natura. All’interno della tradizione cristiana, fin dalle origini, la cura della creazione si collega a una visione in cui l’essere umano, fatto a immagine di Dio (Imago Dei), viene chiamato non a dominare in modo vorace, ma a custodire e amministrare sapientemente tutti gli esseri viventi (Genesi 2,15: “Il Signore Dio prese l’uomo e lo pose nel giardino di Eden, perché lo coltivasse e lo custodisse”).
Questa preghiera si inserisce nel solco di una spiritualità cristocentrica, rivolta a Cristo Redentore quale compimento e restaurazione di tutte le cose. La spiritualità della custodia, centrale nel pensiero di San Francesco d’Assisi e, ai tempi recenti, in papa Francesco (
“Siamo chiamati a essere strumenti di Dio nostro Padre perché il nostro pianeta sia quello che Egli ha sognato creandolo e risponda al suo progetto di pace, bellezza e pienezza.” Laudato Si’, 53), nutre il cuore di questa preghiera, che riconosce come le sofferenze degli animali selvatici siano spesso causate dall’azione umana e invita a implorare la guarigione e la redenzione.
Di fronte alla grande crisi ecologica e all’accelerazione senza precedenti della perdita di biodiversità, la preghiera si pone come atto di intercessione e conversione personale e collettiva: un invito a contemplare la creazione come dono, a educare il cuore umano alla compassione verso “tutti i piccoli del mondo” (cf. Sapienza 11,24), superando l’indifferenza e aprendosi al mistero dell’amore redentore di Cristo che “ricapitola in sé tutte le cose, quelle del cielo e quelle della terra” (Efesini 1,10).
2. I destinatari a cui è rivolta e perché
Questa preghiera è indirizzata direttamente a Gesù Cristo, Redentore del mondo, sottolineando l’aspetto cristocentrico della supplica. Egli è invocato come Colui che ha ricevuto dal Padre il mandato di “radunare nell’unità i figli di Dio dispersi” (Giovanni 11,52) e di “rinnovare tutte le cose” (cf. Apocalisse 21,5).
La scelta di rivolgersi a Cristo non è casuale: in Lui, la Creazione trova la sua pienezza e redenzione. La Scrittura testimonia come anche le “creature non umane” siano coinvolte nell’attesa del compimento della salvezza:
“La creazione stessa attende con impazienza la rivelazione dei figli di Dio... Nella speranza che anche la stessa creazione sarà liberata dalla schiavitù della corruzione per entrare nella libertà della gloria dei figli di Dio.” (Romani 8,19-21)
Anche se indirizzata a Cristo, la preghiera interpella implicitamente ogni cristiano a riconoscere la propria responsabilità verso la creazione. Billando l’intercessione attraverso Cristo, essa ne riconosce il primato come mediatore universale, capace di guarire e ricapitolare ogni realtà creata nel disegno di Dio.
3. I beneficiari per cui intercede e i bisogni spirituali/fisici che affronta
I principali beneficiari della preghiera sono gli animali selvatici, considerati non solo nella loro dimensione fisica – come parte della biodiversità terrestre – ma anche nel loro “esserci” davanti a Dio, cioè come creature amate e volute dal Creatore. Più in profondità, il testo intende abbracciare anche l’ecosistema che li sostiene, riconoscendo la sofferenza e il danno spesso inflitti agli animali a causa del comportamento umano (es. distruzione degli habitat, caccia indiscriminata, inquinamento, cambiamento climatico).
I bisogni spirituali e fisici qui evocati sono molteplici:
- Guarigione delle ferite causate dalla natura umana (fisiche e ambientali).
- Consolazione nella sofferenza e nella perdita di habitat/sicurezza.
- Giustizia e rispetto per la loro dignità di creature di Dio.
- Salvezza integrale: che la loro esistenza non venga dimenticata né trascurata dalla comunità cristiana.
4. I temi teologici principali, con citazioni bibliche o patristiche pertinenti
Gli assi portanti della preghiera sono:
- Il valore intrinseco della creazione: Ogni creatura ha un “senso” e una dignità che non derivano dall’utilità per l’uomo, ma dalla volontà creatrice di Dio. “Dio vide quanto aveva fatto, ed ecco, era cosa molto buona” (Genesi 1,31).
-
La redenzione universale in Cristo: Cristo ha assunto e redento non solo l’umanità, ma l’intera creazione. Sant’Ireneo afferma:
“Il Verbo si fece carne per ricapitolare in sé tutte le realtà, le cose celesti e terrestri” (Contro le eresie, III, 16,6)
-
La custodia e responsabilità umana: L’uomo è chiamato a essere amministratore saggio, non tiranno del creato. Papa Francesco sottolinea:
“È la relazione responsabile con la natura, parte integrante della fede cristiana” (Laudato Si’, 64)
- La compassione e la giustizia: L’interessamento verso la sofferenza animale nasce dalla stessa compassione cristiana che vede nell’altro – anche non umano – il segno del Creatore (cf. Matteo 10,29: “Neppure uno [dei passeri] cadrà a terra senza che il Padre vostro lo voglia”).
- La trasfigurazione dell’indifferenza: La preghiera invoca quella che la tradizione chiama “conversione ecologica”, un cambiamento del cuore ispirato dall’amore di Cristo.
5. Il genere di preghiera e collocazione nella tradizione liturgica
Questa preghiera appartiene al genere intercessorio, poiché supplica Cristo non solo di intervenire a favore degli animali selvatici, ma anche di trasformare il cuore umano affinché sia più compassionevole e responsabile. Vi si ritrovano, inoltre, motivi di lode (all’inizio, dove si riconosce in Cristo la “fonte dell’amore e della redenzione”), e – di riflesso – un sottofondo di pentimento per la negligenza e il danno inflitti dalla specie umana.
Nella tradizione liturgica, simili preghiere trovano spazio soprattutto:
- Nel Tempo del Creato (dal 1 settembre al 4 ottobre, memoria di San Francesco);
- Durante momenti di lectio divina o adorazione eucaristica a tema ecologico;
- Nei riti di benedizione degli animali o eventi di sensibilizzazione in parrocchia.
6. Indicazioni pratiche: uso personale, comunitario e tempi liturgici
Questa meditazione-guidata può essere:
- Utilizzata individualmente in momenti di silenzio contemplativo, specialmente in natura, per coltivare interiormente la compassione verso tutte le creature.
- Proposta comunitariamente durante incontri di preghiera, ritiri, catechesi ecologiche, celebrazioni dedicate alla custodia del creato.
- Inserita come orazione spontanea dopo la liturgia della Parola nelle Messe a tema, nel Tempo del Creato o durante la festa di San Francesco d’Assisi.
- Iniziare con un momento di silenzio, predisponendo il cuore all’ascolto.
- Visualizzare mentalmente gli animali selvatici e le loro sofferenze e bellezze.
- Recitare la preghiera con lentezza, lasciando spazio all’ascolto interiore.
- Concludere con un impegno concreto, anche piccolo, a tutela degli animali e degli ambienti naturali.
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