Supplica a San Raffaele Arcangelo per la guarigione dei Malati nel corpo

Destinatari:  San Arcangelo Raffaele
Beneficiari:  Malati nel corpo
Temi:  Guarigione
Tipologie:  Supplica
Supplica a San Raffaele Arcangelo per la guarigione dei Malati nel corpo
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San Raffaele Arcangelo, glorioso medico di Dio, a Te ci rivolgiamo con cuore affranto e sincera speranza.

Tu che porti nel nome il dono della guarigione, guarda con misericordia tutti i malati nel corpo, quelli che soffrono nel silenzio, nell’angoscia, e nella debolezza.

Noi ti supplichiamo: sostieni la nostra fragile umanità, intercedi presso il Signore perché scenda su di noi la Sua medicina divina, e alleggerisca il peso del dolore e dell’infermità.

Accogli, o potente Arcangelo, la nostra implorazione fiduciosa: chiedi per noi la grazia della guarigione, il dono della pace interiore e la forza di affrontare la prova, se questa è la volontà di Dio.

Fa’ che, sorretti dal Tuo amore e dalle Tue cure celesti, possiamo sentire la presenza del Signore vicina e consolare i nostri cuori smarriti.

San Raffaele, Medicina di Dio, illumina il cammino di chi soffre, dona sollievo alla carne ferita e ispira in tutti una fiduciosa speranza nella potenza del Cielo.

A Te ci affidiamo, fiduciosi nella Tua intercessione. Amen.

Spiegazione della Preghiera

1. Il contesto spirituale e dottrinale della preghiera

Questa preghiera a San Raffaele Arcangelo nasce da una profonda tradizione biblica, liturgica e devozionale che vede negli angeli non solo messaggeri di Dio, ma anche custodi e intercessori potenti per il popolo di Dio, specialmente nei momenti di sofferenza. Raffaele appare nella Bibbia, in particolare nel Libro di Tobia, come “medico celeste”, inviato da Dio per guarire non solo le malattie del corpo, ma anche le afflizioni spirituali.

Il contesto dottrinale della preghiera affonda le radici nell’antica fede della Chiesa, che riconosce l’azione angelica a fianco degli uomini, secondo la volontà divina. San Raffaele è uno dei tre soli arcangeli menzionati per nome nella Scrittura e, nel racconto di Tobia (Tobia 12,15), si mostra come “Uno dei sette angeli che stanno sempre pronti ad entrare davanti alla gloria del Signore”. San Raffaele assume così la funzione di tramite, di “medico di Dio” (secondo il significato del suo stesso nome), capace di recare guarigione, conforto e guida nelle malattie e nel cammino.

La Chiesa, fin dai primi secoli, invita i fedeli a rivolgersi con fiducia ai santi angeli, come testimoniano gli scritti dei Padri e le preghiere liturgiche. La preghiera riflette quindi la consapevolezza della comunione dei santi e della possibilità di chiedere l’intercessione degli spiriti celesti, nella certezza che Dio desidera elargire ai suoi figli, per mezzo dei suoi ministri, ogni grazia necessaria alla salute del corpo e dello spirito.

2. I destinatari a cui è rivolta e perché

Il principale destinatario di questa preghiera è San Raffaele Arcangelo. L’appellativo “medico di Dio” richiama il suo ruolo biblico nel Libro di Tobia: egli guarisce la cecità di Tobit e libera Sara dalla vessazione di uno spirito maligno. Raffaele è considerato il protettore per eccellenza dei sofferenti, malati, viaggiatori e in generale di quanti attraversano “percorsi difficili”.

La scelta di rivolgersi a Raffaele è dunque motivata dalla sua peculiare vocazione angelica alla guarigione. Egli è chiamato a soccorrere l’umanità vulnerabile, ad accompagnare coloro che affrontano la malattia fisica e spirituale, e ad essere segno della misericordia e della potente tenerezza di Dio. Inoltre, la preghiera si rivolge implicitamente a Dio stesso, nella misura in cui chiede all’Arcangelo di intercedere presso il Signore perché si compia la Sua volontà di salvezza e guarigione.

Nei secoli, il culto a Raffaele ha avuto uno sviluppo particolare soprattutto nelle comunità cristiane desiderose di conforto nella sofferenza fisica, nelle epidemie, nello smarrimento interiore, e in tutte le situazioni in cui la fragilità umana chiede sostegno divino.

3. I beneficiari per cui intercede e i bisogni spirituali/fisici che affronta

La preghiera pone particolarmente al centro:

  • I malati nel corpo, ossia quanti soffrono fisicamente, sia nei dolori manifesti sia nel silenzio delle “malattie invisibili”.
  • Coloro che vivono nella angoscia, nella debolezza, e nella prova della solitudine e della paura.
  • L’intera “fragile umanità”, che sperimenta i limiti e la vulnerabilità esistenziale, soprattutto di fronte al mistero della malattia e della morte.

I bisogni espressi vanno oltre il mero sollievo fisico; si contempla la necessità di una pace interiore e della forza di affrontare la prova, rimettendosi alla volontà di Dio. Si invoca “la medicina divina” per alleggerire il peso dell’infermità, e si domanda la presenza consolante del Signore. In tal modo, la richiesta non è solo per la guarigione, ma per una redenzione integrale, orientata alla speranza e al senso della sofferenza vissuta in Cristo.

4. I temi teologici principali, con citazioni bibliche e patristiche

Diversi nuclei teologici si intrecciano nella preghiera:

  • L’intercessione angelica: la fede nella potenza di mediazione degli angeli, confermata nelle Scritture (“L’angelo del Signore si accampa attorno a quelli che lo temono e li libera” — Sal 34,8), e nei Padri, come san Basilio: “Ciascun fedele ha accanto a sé un angelo che, come pedagogo e pastore, lo conduce alla vita” (Hom. in Psalmum 33).
  • Dono della guarigione: San Raffaele è protagonista in Tobia 12,14-15, dove dichiara: "Quando tu e Sara pregavate, io ho presentato la vostra preghiera davanti alla gloria del Signore, e quando tu seppellivi i morti, io ero con te". La sua funzione medica e liberatrice ne fa segno del Cristo, che è medico delle anime e dei corpi (Mt 9,12-13).
  • Accettazione della volontà di Dio: La preghiera chiede aiuto “se questa è la volontà di Dio”, eco della preghiera di Gesù nell’orto (“non come voglio io, ma come vuoi tu” — Mt 26,39).
  • Speranza e consolazione: Si chiede a Raffaele di essere fonte di speranza nelle prove, come l’intervento celeste nella vita di Tobia fu segno che Dio non abbandona mai i suoi figli nel dolore.

La tradizione patristica e liturgica ribadisce che gli angeli sono “ministri della salute e della gioia” (san Gregorio Magno, Hom. in Evangelia, 34), e la preghiera attinge direttamente a questa eredità spirituale.

5. Il genere di preghiera e la sua collocazione nella tradizione liturgica

Questa supplica a San Raffaele Arcangelo rientra principalmente nel genere dell’intercessione, in parte della penitenza (perché nasce da un “cuore affranto”) e del ringraziamento implicito (per la speranza donata dalla presenza angelica).

Nella tradizione liturgica, la memoria di San Raffaele è celebrata il 29 settembre, insieme a San Michele e San Gabriele. La preghiera può inserirsi:

  • Nelle Novene e Tridui a san Raffaele, soprattutto presso i santuari o nelle parrocchie dedicate all’Arcangelo.
  • Durante l’ o nelle celebrazioni comunitarie per i malati.
  • In momenti di adorazione eucaristica o di intercessione per chi soffre.
  • Nell’ufficio delle letture o nelle Lodi, nelle ore liturgiche delle feste angeliche.

Anche fuori da questi contesti, è tradizionale l’uso della preghiera nei momenti di grave bisogno personale o quando si vuole sostenere qualcuno nella prova.

6. Indicazioni pratiche: uso personale, comunitario e tempi liturgici

Per il valore consolante e di speranza, questa preghiera si presta sia alla preghiera personale sia a quella comunitaria:

  • Preghiera personale: al mattino o alla sera, specialmente in periodi di malattia, sofferenza fisica o emotiva, per sé o per le persone care.
  • In famiglia o in piccoli gruppi: come parte di un rosario per i malati, di un momento di adorazione, all’inizio di visite a chi soffre.
  • In liturgia: durante la celebrazione della Festa dei Santi Arcangeli (29 settembre), nel corso delle Messe votive agli Angeli, oppure nelle Giornate del malato (11 febbraio, memoria della Madonna di Lourdes).
  • Durante l’anno: particolarmente efficace in Avvento e Quaresima, tempi di conversione e di richiesta di guarigione profonda; ma è adatta anche nei momenti di epidemia, lutto, calamità o gravi difficoltà comunitarie.

Si può recitare la preghiera anche prima di un intervento chirurgico, di un ricovero, o accompagnandola a riti di benedizione delle case e dei luoghi di cura. La fiducia, la speranza e l’umile abbandono che vi sono contenuti aiutano chiunque la pronunci a non sentirsi solo nella prova e ad affidarsi alla potenza guaritrice di Dio per mezzo dei suoi santi angeli.

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