Preghiera a Gesù Cristo per gli Amici Malati in Canto Ripetuto

Ascolta la Preghiera
Gesù Cristo, medico delle anime e dei corpi,
guarda ai nostri amici malati con lo sguardo della Tua misericordia.
Signore, dona salute, Signore dona pace,
Signore, resta con loro, lenisci le loro ferite.
Gesù, Tu che hai guarito i sofferenti sulla terra,
rinnova in loro la speranza e la forza di affrontare la prova.
Signore, dona salute, Signore dona pace,
Signore, resta con loro, lenisci le loro ferite.
Accarezza con la Tua mano i loro cuori,
ridona coraggio e consolazione.
Signore, dona salute, Signore dona pace,
Signore, resta con loro, lenisci le loro ferite.
Affidiamo a Te le nostre paure, il nostro dolore,
e confidiamo nella Tua infinita bontà.
Gesù, resta con loro. Gesù, guarisci i nostri amici.
Spiegazione della Preghiera
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1. Contesto spirituale e dottrinale della preghiera
La preghiera “Gesù Cristo, medico delle anime e dei corpi…” si radica profondamente nella tradizione cristiana, che vede in Gesù il guaritore per eccellenza, oltre che il Redentore. La Chiesa, da sempre, considera la corporeità parte integrante della persona umana: il corpo, tempio dello Spirito Santo (1 Corinzi 6,19), vive un rapporto di interazione con lo spirito e ciò si riflette nella liturgia e nella preghiera.
Gesù, nei Vangeli, si presenta spesso come guaritore compassionevole: cura i malati fisicamente e spiritualmente, restituisce dignità agli esclusi, consola gli afflitti. La Chiesa, proseguendo il ministero terreno di Cristo, invita i fedeli a invocare la Sua presenza misericordiosa sui sofferenti, sostenuta dall’insegnamento della Scrittura e dalla tradizione patristica.
Questa preghiera si inserisce nella grande corrente della supplica e dell’intercessione resa a Dio per la guarigione dei malati. In particolare, richiama episodi evangelici come la guarigione della suocera di Pietro (Marco 1,29-31), del paralitico (Marco 2,1-12), e della donna emorroissa (Marco 5,25-34). I Padri della Chiesa, come sant'Agostino e san Giovanni Crisostomo, hanno sottolineato il valore della preghiera di intercessione per chi soffre nel corpo e nello spirito.
2. I destinatari a cui è rivolta e perché
La preghiera è indirizzata esplicitamente a Gesù Cristo, medico delle anime e dei corpi. Questo titolo, molto presente nella spiritualità cristiana e nella patristica (medicus animarum et corporum), sottolinea sia la potenza di Gesù nel guarire le malattie fisiche sia la sua capacità unica di sanare le ferite interiori, portando pace e salvezza.
A Lui, vero Dio e vero uomo, la comunità cristiana si rivolge con fiducia manifesta, consapevole della Sua compassione e del Suo amore per chi soffre. L’appellativo “medico” richiama il ruolo di Gesù come colui che si prende cura, ascolta, accarezza il dolore umano e offre redenzione integrale. Come Lui stesso dichiara:
“Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati; io non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori.” (Marco 2,17)
3. I beneficiari per cui intercede e i bisogni spirituali/fisici che affronta
La supplica esprime una preoccupazione sincera e comunitaria per gli amici malati. L’intercessione non è generica: si chiede a Gesù di volgere il Suo sguardo misericordioso su persone concrete e a noi care, colpite dalla malattia o dalla sofferenza.
I bisogni che la preghiera esprime sono molteplici:
- Fisici: la salute, il sollievo dalle ferite, la pace nei travagli del corpo.
- Spirituali: consolazione, forza, rinnovamento della speranza, capacità di affrontare la prova, coraggio nei momenti di paura.
Si chiede esplicitamente che Gesù non solo allevi il dolore fisico (“lenisci le loro ferite”), ma che accarezzi i cuori, ridoni coraggio e consoli chi soffre. In questo senso, la preghiera si fa eco delle parole di san Paolo:
“Benedetto sia Dio… il Padre della misericordia… che ci consola in ogni nostra tribolazione, perché possiamo anche noi consolare quelli che si trovano in qualunque genere di afflizione.” (2 Corinzi 1,3-4)
4. I temi teologici principali, con citazioni bibliche e patristiche
La preghiera tocca diversi temi cardini della teologia cristiana:
- Misericordia di Cristo: La supplica si basa sulla certezza che Gesù guarda ai sofferenti con amore e compassione. Ciò rispecchia la rivelazione evangelica:
“Vedendo le folle, ne sentì compassione.” (Matteo 9,36)
- Guarigione integrale: L’uomo viene visto nella sua unità di corpo, psiche e spirito. La salvezza è offerta in modo globale:
“Va’, la tua fede ti ha salvato.” (Marco 10,52)
come dice Gesù ai malati che guarisce. - Intercessione comunitaria: La preghiera non è solo personale, ma ecclesiale. I cristiani sono chiamati a pregare gli uni per gli altri, secondo l’esortazione di Giacomo:
“Pregate gli uni per gli altri per essere guariti.” (Giacomo 5,16)
- Speranza e coraggio nella prova: La preghiera invoca forza e speranza, valori centrali soprattutto nei momenti di crisi.
- Fiducia nella bontà e nella presenza di Cristo: Il fedele si affida a Gesù che resta accanto, secondo la promessa:
“Io sono con voi tutti i giorni.” (Matteo 28,20)
Analogamente, i Padri della Chiesa leggono la guarigione come segno della carità divina e della partecipazione di ciascun fedele all’opera redentrice di Cristo. Ad esempio, san Giovanni Crisostomo scrive:
“Dio cura non solo il corpo, ma primamente l’anima: e così la vera salute viene dalla sua misericordia.”
5. Genere di preghiera e collocazione nella tradizione liturgica
La preghiera appartiene principalmente al genere dell’intercessione per i malati, ma integra elementi di lode (“Gesù Cristo, medico delle anime e dei corpi”), supplica fiduciosa e affidamento. L’accento sull’intercessione è tipico della spiritualità cristiana, come si ritrova nelle litanie per i malati, nella preghiera dei fedeli durante la Messa, e nei momenti di adorazione o di veglia per chi soffre.
Liturgicamente, questa preghiera trova posto nei seguenti contesti:
- Visite agli infermi, sia a casa che in ospedale
- Momenti comunitari di preghiera per la guarigione
- Durante la celebrazione del Sacramento dell’Unzione degli Infermi (cf. Rito dell’unzione e cura pastorale degli infermi)
- Nella preghiera dei fedeli durante la Messa, in particolare nelle intenzioni per i malati e sofferenti
- Nei gruppi di preghiera, durante adorazioni o veglie di intercessione
6. Indicazioni pratiche: uso nella preghiera personale, comunitaria e nel tempo liturgico
Preghiera personale:
La struttura semplice e ripetitiva la rende adatta per la meditazione individuale, magari inserita all’inizio o alla fine di una giornata, o nei momenti di particolare apprensione per una persona cara. Si può recitare dopo la lettura di un brano evangelico sulle guarigioni di Gesù, sostando sulle frasi che più risuonano nel cuore.
Preghiera comunitaria:
La ripetizione del ritornello (“Signore, dona salute, Signore dona pace…”) può essere affidata all’assemblea mentre il celebrante o un lettore propone le invocazioni personalizzate. L’assemblea può unirsi, spesso dopo le intenzioni di preghiera espresse dai fedeli, chiedendo per nome la guarigione di specifiche persone. È particolarmente indicata durante:
- Veglie di preghiera per i malati
- Riunioni di gruppi carismatici o di intercessione
- Momenti di adorazione eucaristica con intenzioni per i sofferenti
Tempi liturgici:
Anche se può essere usata tutto l’anno, trova particolare collocazione in:
- Tempo di Quaresima (momento di penitenza e conversione, attenzione ai malati)
- Tempo pasquale (Cristo risorto porta la guarigione integrale)
- Giornata Mondiale del Malato (11 febbraio; memoria della Madonna di Lourdes)
- Festa di santi medici (come san Luca, san Cosma e Damiano)
Per dare maggiore significato, la si può integrare con letture bibliche adatte e momenti di silenzio per affidare esplicitamente i malati alla misericordia di Cristo.
In definitiva, questa preghiera è un prezioso strumento per la pastorale, la liturgia e la spiritualità personale e comunitaria: ci educa a rivolgerci con confidenza e amore sia per noi stessi che per chi soffre, certi che Gesù è il nostro medico e amico fedele.
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