Preghiera alla Sacra Famiglia per i profughi dello Yemen
Gesù, Maria e Giuseppe, Sacra Famiglia che conosceste il dolore dell’esilio e il freddo dell’incertezza, affidiamo a voi i rifugiati dello Yemen, nostri fratelli e sorelle costretti a fuggire dalla guerra e dalla fame.
Voi che avete sperimentato la paura dell’allontanamento dalla vostra terra, abbracciate con la vostra protezione tutti i bambini, le donne e gli uomini che oggi percorrono sentieri difficili, in cerca di rifugio e di pace.
San Giuseppe, tu che vegliasti sulla sicurezza della tua famiglia nel cammino verso l’Egitto, difendi e sostieni questi popoli perseguitati. Proteggi il loro viaggiare e la loro speranza.
Maria, Madre di tenerezza, stendi il tuo velo su chi ha perso la casa, la tranquillità e le sicurezze. Asciuga le lacrime di chi soffre e dona coraggio a chi lotta per sopravvivere.
Gesù, Salvatore, fa’ che ogni persona in fuga sia accolta come fratello, che incontri cuori generosi e mani che offrono aiuto. Che la tua luce rischiari il buio della paura e apra vie di pace e riconciliazione.
Sacra Famiglia, uniti nel dolore e nella speranza, vi supplichiamo: donate ai rifugiati dello Yemen la vostra forza, la vostra fiducia e la vostra protezione, perché trovino ristoro, sicurezza e il calore di una nuova casa.
Amen.
Spiegazione della Preghiera
1. Il contesto spirituale e dottrinale della preghiera
La preghiera proposta si inserisce profondamente nel solco della spiritualità cristiana e della dottrina sociale della Chiesa, facendo leva su motivi biblici e storici intimamente legati all’esperienza umana del dolore, dell’esilio e della ricerca di protezione. Al centro sta la Sacra Famiglia di Nazareth — Gesù, Maria e Giuseppe — che, secondo il racconto evangelico (Matteo 2,13-15), fu costretta alla fuga in Egitto per sfuggire alla persecuzione di Erode. Questo episodio non solo avvicina la Sacra Famiglia alle sofferenze moderne dei rifugiati, ma offre anche un modello a cui rivolgersi spiritualmente in modo empatico e solidale.
Dottrinalmente, la preghiera esprime i valori fondanti della carità, dell'accoglienza e della compassione verso gli ultimi. La Chiesa ha ribadito in numerosi documenti la necessità di accogliere lo straniero e soccorrere gli sfollati, rifacendosi alle radici stesse della Scrittura: «Ero forestiero e mi avete accolto» (Matteo 25,35). In papa Francesco troviamo una costante attenzione agli immigrati e ai rifugiati, sottolineando in particolare la chiamata a «proteggere, promuovere, accogliere e integrare». È all’interno di questa cornice che la preghiera assume uno spessore non solo devozionale, ma anche profetico e solidale.
2. I destinatari a cui è rivolta e perché
La preghiera si rivolge primariamente alla Sacra Famiglia: Gesù Cristo, la Vergine Maria e San Giuseppe. Questa scelta è profondamente significativa:
- Gesù viene riconosciuto come Salvatore, colui che nella sua vita terrena ha condiviso la condizione di profugo insieme ai suoi genitori.
- Maria, quale “Madre di tenerezza”, rappresenta il conforto materno, la protezione e la cura per chi soffre.
- San Giuseppe, il protettore della famiglia, modello di paternità responsabile e vigilanza, è colui che veglia su chi è in viaggio e in pericolo.
Rivolgersi a Loro implica riconoscere che, avendo conosciuto in prima persona lo sradicamento, l’incertezza e il pericolo, sono oggi interlocutori privilegiati per intercedere presso Dio in favore di chi si trova nella medesima situazione. Ne scaturisce una relazione di profonda empatia spirituale tra chi prega, i santi invocati e i rifugiati per cui si intercede, secondo l’ideale della “comunione dei santi”.
3. I beneficiari per cui intercede e i bisogni spirituali/fisici che affronta
La preghiera è un atto di intercessione in favore dei rifugiati dello Yemen, vittime di una delle crisi umanitarie più gravi del nostro tempo, segnata da guerra, carestia, persecuzioni e sfollamenti massicci:
- Bambini, donne e uomini: tutte le fasce della popolazione vengono comprese, senza limitazioni di età o condizione.
- Sofferenza fisica: fame, violenza, perdita della casa, pericolo durante i viaggi.
- Sofferenza spirituale ed emotiva: paura, lutto, incertezza, perdita della speranza e della dignità, isolamento.
Si chiede protezione nei pericoli del viaggio, forza nella disperazione, possibilità di trovare accoglienza e ristoro, oltre che guarigione e consolazione per chi ha perso tutto. C’è anche un implicito invito perché le comunità cristiane e ogni uomo di buona volontà siano strumenti della Provvidenza offrendo sostegno concreto e spirituale a chi soffre.
4. I temi teologici principali, con citazioni bibliche o patristiche pertinenti
Diversi sono i temi teologici che emergono dalla preghiera:
- L’esilio della Sacra Famiglia: richiama l’esperienza evangelica della fuga in Egitto (Matteo 2,13-15) e avvicina Gesù, Maria e Giuseppe alle vicende dei rifugiati attuali.
- La compassione e la solidarietà: in linea con le parole di Cristo (“Qualunque cosa avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me” – Matteo 25,40), la preghiera invita a farci prossimi ai poveri e agli scartati.
- L’intercessione dei Santi: la dottrina cattolica insegna che i Santi possono intercedere per noi (Catechismo della Chiesa Cattolica, n. 956), rappresentando figure esemplari di carità vicina ai sofferenti.
- Dono della pace e della speranza: la preghiera termina invocando la possibilità che i rifugiati trovino “ristoro, sicurezza e il calore di una nuova casa”, riflettendo le promesse di consolazione di Dio:
“Il Signore protegge i forestieri, egli sostiene l’orfano e la vedova” (Salmo 146,9).
- Accoglienza dello straniero: principio ben radicato nell’Antico Testamento (Levitico 19,34: “Il forestiero dimorante fra voi lo tratterete come colui che è nato fra voi; tu l’amerai come te stesso”) e ripreso nei Vangeli.
“Il mondo intero è una famiglia di esuli in cammino verso la casa del Padre.”
5. Il genere di preghiera e la sua collocazione nella tradizione liturgica
La preghiera si configura essenzialmente come preghiera di intercessione, con elementi di supplica, compassione e invocazione della protezione divina. Possiede inoltre sfumature di penitenza (poiché si riconosce il dolore e la miseria del mondo, e implicitamente si chiede perdono per l’indifferenza e l’ingiustizia) e di solidarietà (si prega “per” e “con” chi soffre).
Nella tradizione liturgica, simili invocazioni trovano posto:
- nelle preghiere dei fedeli durante la Messa, specie in occasioni di Giornate mondiali dedicate a migranti, pace o situazioni umanitarie;
- nella preghiera personale e familiare come atto quotidiano di carità spirituale;
- in momenti comunitari, veglie di preghiera o rosari tematici legati alla pace e alla giustizia sociale.
6. Indicazioni pratiche: come usarla nella preghiera personale o comunitaria e nei tempi dell’anno liturgico
La preghiera può essere utilizzata in diverse modalità:
- Nella preghiera personale: può essere inserita nella meditazione quotidiana, specialmente offrendo una decina del rosario o al termine della Lectio Divina, quale atto di compassione verso chi soffre lontano.
- In famiglia: è adatta ai momenti serali, coinvolgendo anche i bambini per educarli alla fraternità universale e alla solidarietà.
- In comunità parrocchiale: trova ruolo nelle veglie di preghiera, nelle adorazioni eucaristiche, nelle intenzioni dei fedeli durante la Messa ordinaria o nei momenti forti (Avvento, Quaresima), o in occasioni dedicate alla pace, ai migranti e ai perseguitati.
- Nel dialogo ecumenico: data la sua natura inclusiva e la centralità dei temi dell’esilio e della protezione, può essere condivisa in iniziative interconfessionali, promuovendo la pace e la carità universale.
Nei tempi liturgici forti — Avvento (in ricordo dell’attesa di rifugio), Natale (il Dio che si fa “ospite” fra noi), Quaresima (tempi di penitenza, solidarietà e carestia), ma anche nelle giornate mondiali del migrante e del rifugiato o in periodi di gravi crisi umanitarie — la preghiera può avere una particolare risonanza. Può essere letta all’inizio o alla fine della giornata, come atto di affidamento dei popoli sofferenti alla Custodia della Sacra Famiglia e come richiamo all’impegno concreto di ciascuno.
Infine, è utile accompagnare la preghiera con gesti pratici di solidarietà: raccolte di fondi, informazione, promozione di accoglienza e sostegno materiale, secondo lo spirito espresso dalla preghiera stessa, che invita a “cuori generosi e mani che offrono aiuto”.
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