Preghiera a Gesù Cristo per la Protezione dei Caprioli

Ascolta la Preghiera
Signore Gesù Cristo, tu che hai amato le creature più semplici e hai svelato la bontà del Padre negli occhi puri degli umili, ascolta ora la nostra supplica per i caprioli, simbolo di innocenza e fragile bellezza.
Noi affidiamo a Te la loro delicatezza, la loro vita segreta tra i silenzi dei boschi e nei chiaroscuri della natura. Sii custode delle loro esistenze, sostieni la loro fiducia nel creato e proteggili dalle paure e dai pericoli che l’uomo reca con la propria presenza.
Fa’, o Gesù, che il passo leggero del capriolo sia per tutti un richiamo alla bellezza silenziosa che Tu hai voluto nel mondo. Insegna a noi la Fiducia nella Tua Provvidenza, come essi si affidano a ciò che la terra offre, e dona a ogni cuore umano il rispetto per ogni vita.
Per intercessione del Tuo amore, accogli questa supplica e rendici custodi attenti delle meraviglie del creato, perché la presenza dei caprioli sia sempre segno della Tua Pace e invito alla fraternità.
Amen.
Spiegazione della Preghiera
1. Contesto spirituale e dottrinale della preghiera
Questa preghiera si inserisce pienamente nella tradizione cristiana dell’attenzione al creato e della richiesta d’intercessione per tutte le creature, particolarmente quelle fragili e bisognose di protezione. Alla luce dell’insegnamento di Papa Francesco nell’enciclica Laudato Si’ e più in generale del magistero sul rispetto per la natura, la supplica riflette un sentimento di profonda comunione con il mondo creato da Dio, invitando alla responsabilità e al rispetto verso ogni forma di vita.
L’invocazione rivolta a Gesù Cristo, riconosciuto come colui che ha svelato la bontà del Padre anche attraverso le creature più semplici, richiama la dottrina della rivelazione cosmica della bontà divina: la creazione è lo specchio della bellezza e della perfezione del Creatore (cfr. Sapienza 13,5). San Francesco d’Assisi, antesignano della spiritualità ecologica cristiana, considerava ogni creatura come sorella, degna di attenzione e amore; in questa linea si muove anche la preghiera per i caprioli, visti come simbolo di innocenza e bellezza fragile.
Dottrinalmente, la preghiera si fonda anche su un’antica intuizione biblica: tutta la creazione, non solo l’uomo, attende la redenzione, come ricorda San Paolo:
"La creazione stessa attende con impazienza la manifestazione dei figli di Dio... nella speranza che anche la stessa creazione sarà liberata dalla schiavitù della corruzione per entrare nella libertà della gloria dei figli di Dio" (Rm 8,19-21).
2. Destinatari a cui è rivolta e perché
La preghiera è indirizzata direttamente a Gesù Cristo. Questa scelta ha un significato teologico preciso: Gesù, secondo la fede cristiana, è il centro del cosmo e della storia (Gaudium et Spes, 10), colui che ha riconciliato in sé tutte le cose, "quelle nei cieli e quelle sulla terra" (Col 1,20). La supplica quindi non si limita a contemplare la natura, ma riconosce in Cristo il custode divino della creazione tutta.
Nella tradizione cristiana, rivolgersi direttamente a Gesù significa confidare nella sua intercessione, nella sua misericordia e nel suo ruolo di ponte tra Dio e il creato. Inoltre, la preghiera implica un’invocazione implicita al Padre, poiché Gesù è il rivelatore della bontà paterna. Più in generale, il destinatario divino della supplica offre anche un modello: seguire Cristo significa imitare la sua cura per i piccoli e i deboli – siano essi uomini, donne o creature non umane.
3. Beneficiari per cui intercede e bisogni spirituali/fisici che affronta
La preghiera intercede principalmente per i caprioli, che diventano simbolo di ogni creatura fragile e vulnerabile. Non si tratta solo di una richiesta generica: si sottolineano i rischi causati dalla presenza umana ("proteggerli dalle paure e dai pericoli che l’uomo reca con la propria presenza") e si domanda esplicitamente protezione per la loro "delicatezza" e per "la loro vita segreta tra i silenzi dei boschi", sottolineando i rischi ambientali (deforestazione, caccia, perdita di habitat).
Tuttavia, i beneficiari indiretti siamo anche noi: la preghiera chiede a Gesù di insegnare agli uomini il rispetto per ogni vita, e di renderci "custodi attenti delle meraviglie del creato". Ciò riflette il bisogno spirituale universale di conversione ecologica, di superamento dell’indifferenza e di apertura al senso della fraternità con ogni essere vivente.
I bisogni affrontati sono quindi sia fisici (protezione concreta degli animali, salvaguardia dell’ambiente) sia spirituali (crescita della sensibilità, sviluppo di una coscienza ecologica ispirata dalla fede).
4. Temi teologici principali, con citazioni bibliche e patristiche
Questa preghiera racchiude diversi temi teologici fondamentali:
- Teologia della creazione: Ogni creatura ha un valore per Dio. "Dio vide quanto aveva fatto, ed ecco, era cosa molto buona" (Genesi 1,31).
- Provvidenza: Nel testo si chiede che il capriolo sia sostenuto dalla Provvidenza divina, eco delle parole evangeliche:
"Guardate gli uccelli del cielo: non seminano né mietono... eppure il Padre vostro celeste li nutre" (Mt 6,26).
- Rivelazione della bellezza di Dio: Si invita a riconoscere nei caprioli un segno della “bellezza silenziosa” del creato, tema caro sia alla Scrittura (Salmo 8,2.8-10) sia alla spiritualità patristica. San Gregorio di Nissa affermava:
“L’universo intero è come uno specchio per l’anima intelligente che vi contempla Dio”.
- Responsabilità umana: L’uomo è chiamato a essere “custode” del creato (Genesi 2,15):
"Il Signore Dio prese l’uomo e lo pose nel giardino di Eden, perché lo coltivasse e lo custodisse".
- Pace e fraternità: Il passo del capriolo diventa “segno della Tua Pace e invito alla fraternità”, rimandando a Isaia 11,6-9 (“Il lupo abiterà insieme con l’agnello…”), e alle visioni di armonia escatologica tra tutte le creature.
5. Genere di preghiera e collocazione nella tradizione liturgica
Si tratta principalmente di una preghiera di intercessione: si chiede protezione e custodia per una concreta categoria di creature. In secondo luogo, è anche preghiera di lode, poiché scaturisce dallo stupore davanti alla bellezza creata, e di conversione, per diventare persone capaci di rispetto e cura.
Nella tradizione liturgica classica, simili testi trovano spazio soprattutto nella benedizione degli animali (come nella festa di San Francesco d’Assisi), nelle celebrazioni per il Creato (Giornata per la custodia del creato, 1° settembre secondo la Chiesa Cattolica e Ortodossa) oppure nelle liturgie speciali legate alle stagioni (Rogazioni, benedizione dei frutti della terra ecc.).
Mancando però uno schema fisso, si tratta di una preghiera formulabile anche spontaneamente nella liturgia delle Ore, nelle veglie, nei momenti di preghiera personale o comunitaria.
6. Indicazioni pratiche: usi personali, comunitari e tempi liturgici
Questa preghiera può essere valorizzata in vari modi:
- Nel personale incontro quotidiano con Dio, come segno di affidamento per tutte le creature incontrate nella propria esperienza, soprattutto durante passeggiate nei boschi o meditazioni sulla natura.
- In celebrazioni comunitarie, specialmente nella Giornata per la Custodia del Creato (1° settembre), oppure nel tempo di San Francesco d’Assisi (4 ottobre) durante le benedizioni degli animali o delle campagne di sensibilizzazione ecologica.
- Come preghiera di intercessione in momenti di crisi ambientale, deforestazioni, incendi boschivi e minacce alle specie protette.
- Inserita nella liturgia delle Ore come supplica conclusiva ai Vespri o come preghiera spontanea durante la meditazione della Parola di Dio legata ai temi del creato.
- Come spunto di riflessione nelle catechesi ecologiche per bambini, ragazzi e adulti, per educare al rispetto e alla contemplazione del creato.
Nel ciclo dell’anno liturgico, la preghiera trova particolare risonanza nel Tempo del Creato (dal 1° settembre al 4 ottobre), ma può essere utilizzata ogni volta che si desidera sensibilizzare o meditare la responsabilità cristiana verso la natura. Anche nei ritiri spirituali, nelle giornate di silenzio nella natura, o durante i pellegrinaggi, può fungere da momento di raccoglimento e invocazione.
Infine, può essere recitata all’inizio o alla fine delle attività all’aperto, come segno di gratitudine e affidamento, o nei momenti di preghiera familiare quando si vuole insegnare ai più piccoli il valore del rispetto di ogni creatura secondo lo spirito evangelico.
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