Preghiera a Gesù Cristo per il ristoro degli Animali da lavoro

Ascolta la Preghiera
O Gesù Cristo, nostro Redentore,
in questo momento ci rivolgiamo a Te con cuore umile, portando dinanzi al Tuo sguardo misericordioso gli animali da lavoro. Tu che conosci la fatica e il peso dei giorni difficili, guarda questi fedeli compagni che condividono il peso della nostra esistenza.
Signore, dona loro la forza nei giorni di stanchezza, la pazienza nelle ore di fatica, e la tua protezione contro ogni male. Sii Tu il rifugio quando la sofferenza è più grande, e guida la nostra mano perché sappiamo avere cura di loro con amore e rispetto.
Ti supplichiamo, Gesù, sorreggi gli animali che ci aiutano nel nostro lavoro. Dà loro ristoro e sollievo, e fa' che vivano sempre nella dignità che meritano come tue creature.
Tu che hai posto su di noi la responsabilità del creato, insegnaci ad essere buoni custodi e compagni fedeli nel cammino quotidiano. Per la Tua bontà infinita, ascolta questa nostra supplica e dona la Tua benedizione agli animali che lavorano al nostro fianco.
Amen.
Spiegazione della Preghiera
1. Il contesto spirituale e dottrinale della preghiera
Questa preghiera si inserisce nella ricca tradizione cristiana che riconosce Dio come Creatore di ogni essere vivente e attribuisce una responsabilità morale all’uomo verso il creato. Già nel racconto della Genesi, Dio affida all’uomo il compito di “coltivare e custodire” il giardino (Genesi 2,15), stabilendo così una relazione di cura e custodia rispetto a ogni creatura. Nel magistero contemporaneo, questo tema è ripreso con forza da papa Francesco nella Laudato Si’: “Ogni creatura ha una funzione e nessuna è superflua. Tutto il creato forma un’unica famiglia, la cui cura è affidata agli uomini” (Laudato Si’, n. 42).
Spiritualmente, la preghiera riflette una teologia dell’incarnazione e della solidarietà: Gesù, vero Dio e vero uomo, condivide la fatica della vita umana e, di conseguenza, può comprendere e benedire anche la “fatica” delle creature che collaborano con l’uomo. La richiesta di protezione e benedizione sugli animali da lavoro si fonda sull’idea che tutto ciò che concorre al bene dell’uomo è degno di rispetto e preghiera, poiché partecipa alla redenzione universale operata dal Cristo.
2. I destinatari a cui è rivolta e perché
La preghiera è rivolta direttamente a Gesù Cristo, identificato esplicitamente come Redentore. La scelta di rivolgersi a Cristo risponde sia a una dimensione relazionale (il Cristo che ha condiviso in tutto, tranne il peccato, la condizione umana, la fatica e il dolore) sia teologica: Gesù è il mediatore tra Dio e l’umanità e attraverso di Lui ogni creatura trova il proprio compimento (cfr. Colossesi 1,16-17: “Tutte le cose sono state create per mezzo di lui e in vista di lui”).
Attraverso la preghiera si chiede al Signore protezione, forza e benedizione per gli animali, affidando anche agli uomini, attraverso l’intercessione di Cristo, il compito di essere capaci di cura e rispetto. L’essere umano, pur pregando per gli animali, chiede a Cristo di essere “buon custode” – quindi, la preghiera è anche una richiesta di conversione e responsabilità per l’orante stesso.
3. I beneficiari per cui intercede e i bisogni spirituali/fisici che affronta
I beneficiari diretti sono, in modo esplicito, gli animali da lavoro: buoi, asini, cavalli, cani impiegati nelle attività agricole o pastorali, e più in generale tutti quegli animali che collaborano con l’uomo nelle fatiche quotidiane. La preghiera manifesta una profonda compassione: richiama la forza nei giorni di stanchezza, la protezione contro ogni male, ristoro e sollievo nella loro fatica e la possibilità di vivere nella dignità che meritano come creature amate da Dio.
I bisogni affrontati sono sia materiali (salute, riposo, protezione da incidenti o malattie) che spirituali/morali (il rispetto per la loro vita e il rifiuto di ogni crudeltà). Inoltre, la preghiera contempla anche i beneficiari indiretti: gli uomini che lavorano con questi animali, chiedendo che possano ricevere il dono di “cura, amore e rispetto”, cioè un atteggiamento di giustizia e compassione nel trattare con loro.
4. I temi teologici principali, con eventuali citazioni bibliche o patristiche pertinenti
La preghiera sviluppa diversi temi teologici di rilievo:
- La bontà del creato: Tutto ciò che Dio ha creato è “cosa molto buona” (Genesi 1,31) e anche gli animali sono destinatari della benevolenza divina.
- La responsabilità dell’uomo: Il compito di essere “custodi” e non “padroni assoluti” è al centro della visione biblica ed è stato ribadito anche dai Padri della Chiesa: “Tu non devi avere un’anima crudele nelle opere della creazione, a maggior ragione verso l’uomo” (Origene, Omelia sulla Genesi).
- Redenzione universale: La preghiera ricorda che il Cristo ha assunto la “fatica” della carne (cfr. Filippesi 2,6-7) e, in Lui, anche la sofferenza delle creature trova senso e sollievo. In Isaia si legge: “Il lupo dimorerà con l’agnello… nessuno farà più male né distruzione su tutto il mio santo monte” (Isaia 11,6-9), segno dell’armonia finale del creato.
- Dignità della creatura: Benedire e chiedere protezione per gli animali significa riconoscerne il valore intrinseco. San Francesco d’Assisi, nell’“Cantico delle creature”, vedeva in ogni essere un fratello e un dono di Dio.
- Preghiera di intercessione universale: Sant’Agostino affermava che “tutto l’universo prega” (cfr. In Psalmos), indicando che la preghiera autentica non esclude alcun aspetto della realtà, compresa quella animale.
È quindi una preghiera che, pur nella sua semplicità, si radica in grandi temi teologici: la creazione, l’incarnazione, la redenzione, la responsabilità umana.
5. Il genere di preghiera e la sua collocazione nella tradizione liturgica
Siamo dinanzi a una preghiera di intercessione e benedizione, con spunti anche di lode e penitenza (quando invoca la conversione a essere buoni custodi). Nella tradizione liturgica della Chiesa, esistono antiche benedizioni degli animali (alcune contenute nel Benedizionale Romano), che la Chiesa ha mantenuto nei secoli, soprattutto nei contesti rurali. Celebre è la benedizione degli animali in occasione della memoria di Sant’Antonio Abate (17 gennaio), patrono degli animali domestici, dove si richiede la protezione del Signore sulle creature affidate all’uomo per il lavoro e il sostentamento.
Questa preghiera, tuttavia, si presta anche a usi extra-liturgici (preghiera personale o comunitaria) e trova nella spiritualità francescana e in quella rurale profonde radici.
6. Indicazioni pratiche: come usarla nella preghiera personale o comunitaria e nei tempi dell’anno liturgico
La preghiera può essere utilizzata in diversi contesti, sia liturgici che privati:
- Nella preghiera personale: Può diventare una preghiera quotidiana per chi vive o lavora con animali da lavoro, come ringraziamento e richiesta di protezione.
- Durante le benedizioni comunitarie: Frequentemente, in alcune parrocchie rurali, si organizza una benedizione pubblica degli animali in occasioni speciali come la festa di Sant’Antonio Abate. In questo contesto, la preghiera può essere letta da sacerdoti, diaconi o anche laici durante la celebrazione.
- All’inizio o fine delle stagioni agricole: Particolarmente significativa se pronunciata all’inizio della semina o al termine della raccolta, legata ai ritmi della vita contadina.
- Nella catechesi e negli incontri di formazione: Può essere inserita come momento di preghiera durante incontri che trattano il tema della custodia del creato o della dottrina sociale della Chiesa.
- Nel tempo di Quaresima e nei momenti penitenziali: Poiché richiama anche la necessità di conversione personale nell’atteggiamento verso il creato, è adatta alla riflessione su tematiche di giustizia, rispetto e misericordia.
In tutte queste situazioni, la preghiera può essere seguita da gesti concreti di benedizione con l’acqua o di gesti simbolici di cura, come offrire riposo agli animali, migliorare le loro condizioni di vita, o coinvolgere ragazzi e famiglie in azioni di rispetto della natura e degli animali. La recita comunitaria aiuta a rafforzare il sentire ecclesiale della cura del creato, rendendo più concreta la dimensione del mistero cristiano come abbraccio di tutto ciò che vive.
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