Compieta con la Beata Elisabetta Canori Mora per la fedeltà coniugale

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Preghiera della Compieta per gli Sposi
Affidamento serale per la fedeltà nella prova
O Beata Elisabetta Canori Mora,
tu che sei stata sposa fedele nel tempo della prova,
custodisci nella tua preghiera tutti gli sposi che questa sera affidano la loro unione al Signore.
Intercedi presso Dio per noi,
fa’ che possiamo amare e servire l’uno nell’altro la Sua presenza,
anche quando la fatica, il dolore o l’incomprensione sembrano prevalere.
Donaci, Signore, la grazia della fedeltà.
Fa’ che la nostra alleanza sia salda,
che il perdono illumini le nostre sere,
che la pazienza ricostruisca ogni giorno la nostra comunione.
Quando tutto sembra difficile,
ricordaci che la fedeltà è il volto dell’amore vero.
Rendici, come te, testimoni di speranza:
che la croce non ci faccia paura,
che la benedizione non ci abbandoni mai.
O Dio, nella notte che viene,
proteggi il nostro matrimonio e le nostre famiglie.
Rinnova in noi la volontà di rimanere uniti,
nella gioia e nella prova, nell’abbandono fiducioso a Te.
Beata Elisabetta, accompagna il nostro riposo. Amen.
Spiegazione della Preghiera
1. Contesto spirituale e dottrinale della preghiera
La Preghiera della Compieta per gli Sposi nasce all’incrocio tra la spiritualità della Compieta — la preghiera conclusiva della Liturgia delle Ore — e la venerazione verso la Beata Elisabetta Canori Mora, esempio eminente di sposa cristiana vissuta tra il Settecento e l’Ottocento, nota per aver vissuto con eroica fedeltà un matrimonio doloroso e provato. Il tema dominante è l’affidamento del matrimonio a Dio nella quiete della sera, alla fine di una giornata, abbracciando la dimensione penitenziale e di abbandono tipica della Compieta.
Il contesto dottrinale affonda nelle radici della teologia del matrimonio cristiano: il vincolo della coppia come sacramento e segno visibile dell’amore di Cristo per la Chiesa (Ef 5,25-33), la chiamata degli sposi a vivere la fedeltà, la mutua santificazione, l’accoglienza delle croci quotidiane e la vocazione all’amore oblativo. L’invocazione alla Beata Elisabetta sottolinea la comunione dei santi — l’intercessione dei beati a favore dei vivi — e l’attualità della testimonianza dei santi come modelli e compagni nella fatica del vivere cristiano.
L’impianto della preghiera, con la richiesta di grazia e protezione durante la notte, riflette anche la consapevolezza della fragilità umana; di qui l’affidamento fiducioso a Dio affinché la notte sia tempo di custodia, rinnovo, e garanzia della nuova giornata da vivere nella fedeltà e nella speranza.
2. Destinatari della preghiera e motivazioni
Il testo è rivolto direttamente alla Beata Elisabetta Canori Mora, figura luminosa per tutti gli sposi e le famiglie che affrontano difficoltà e sfide nel matrimonio. La scelta di Elisabetta non è casuale: ella rappresenta l’icona della sposa provata, fedele nelle tribolazioni, tenace nella speranza. Per questo, la comunità degli sposi le si rivolge quale intercessore specifico, dotato di quella compassione e partecipazione che nasce dall’esperienza condivisa.
A un livello ulteriore, la preghiera si rivolge anche a Dio direttamente, sia attraverso l’intercessione della Beata (come nelle orazioni ai santi), sia nelle suppliche dirette (“Donaci, Signore, la grazia della fedeltà”), in un dinamismo tipico del cristianesimo cattolico: la Chiesa pellegrina si affida e affida i suoi bisogni all’intercessione della Chiesa gloriosa, elevando a Dio lodi e suppliche attraverso i suoi fratelli che vivono già nella beatitudine.
3. Beneficiari e bisogni spirituali/fisici affrontati
I beneficiari principali sono tutti gli sposi — in modo particolare quelli che affrontano fatiche, crisi, periodi di incomprensione o di dolore. La preghiera si allarga alle famiglie nel loro complesso, chiedendo protezione e unità contro le divisioni e le inquietudini del vivere.
I bisogni spirituali affrontati sono molteplici e attuali:
- Fedeltà coniugale come grazia da implorare e custodire.
- Perdono come dinamismo quotidiano che illumina le sere e sana le ferite.
- Pazienza e capacità di ricostruire la comunione giorno dopo giorno.
- Forza nel non lasciarsi sopraffare da fatica, dolore, incomprensioni.
- Speranza e coraggio nella croce, per non temere le prove.
- Protezione e benedizione sul matrimonio e sulla famiglia durante la notte.
- Rinnovamento della volontà di unità, nella gioia e nella prova.
Dal punto di vista fisico, la domanda di protezione nella notte richiama la custodia divina sulla casa, sul riposo, sulla salute e sull’integrità della famiglia, sottolineando che la dimensione spirituale e quella concreta sono incessantemente intrecciate.
4. Temi teologici principali e citazioni bibliche/patristiche
La preghiera pone al centro alcuni temi teologici fondamentali:
- Fedeltà come volto dell’amore: la fedeltà coniugale, riflesso della fedeltà di Dio verso il suo popolo (cfr. Os 2,21-22: "Ti farò mia sposa per sempre... nell’amore e nella fedeltà").
- Matrimonio come alleanza: visione sacramentale che trova il suo apice in Efesini 5,25-32: "Mariti, amate le vostre mogli, come Cristo ha amato la Chiesa".
- Amore come servizio: risponde al comando di Gesù nel Cenacolo (Gv 13,14-15).
- Perdono quotidiano e pazienza: Col 3,13: "Sopportatevi a vicenda e perdonatevi… come il Signore ha perdonato a voi".
- Croce e speranza: la croce come luogo della presenza di Dio, e non della sconfitta (cfr. Mt 16,24).
- Protezione e abbandono alla Provvidenza: Sal 4,9: "In pace mi corico e subito mi addormento, perché tu solo, Signore, sicuro mi fai riposare".
A livello patristico, sant’Agostino ricorda che "l’unione coniugale, consacrata dal sacramento, esprime una volontà di fedeltà che né la fatica né la tentazione devono infrangere" (De bono coniugali, X).
Sopportare pazientemente è amare profondamente (San Giovanni Crisostomo).
5. Genere della preghiera e collocazione liturgica
Questa preghiera è principalmente una preghiera d’intercessione, con forti accenti di affidamento e supplica. Presenta anche brevi passaggi di lode (riconoscimento della fedeltà della beata, professione della fedeltà come volto dell’amore) e un sottofondo di penitenza ("che il perdono illumini le nostre sere").
La collocazione più naturale è la Compieta, cioè la preghiera della notte, vissuta personalmente o in coppia, come breve rito conclusivo della giornata. Può anche essere inserita, con opportune aggiunte, in celebrazioni liturgiche dedicate alle famiglie, in veglie di preghiera, in ritiri o in momenti particolari del cammino coniugale (anniversari, crisi, riconciliazioni).
6. Indicazioni pratiche d’uso personale e comunitario
Come usarla nella preghiera personale:
- Recitarla in coppia ogni sera, al termine della giornata, prima di andare a dormire.
- In momenti di crisi o fatica matrimoniale, per chiedere specificamente la grazia della fedeltà.
- Nell’anniversario di matrimonio, come rinnovo dell’alleanza e invocazione di benedizione.
Nella preghiera comunitaria o liturgica:
- Inserirla alla fine di ritiri o incontri di formazione per sposi e famiglie.
- Utilizzarla come preghiera dei fedeli o come orazione meditativa in veglie diocesane per le famiglie.
- Proporla in tempi forti come la Settimana della Famiglia, nel corso dei ritiri spirituali o durante il Mese di maggio (dedicato tradizionalmente a Maria e alle famiglie cristiane).
Consigli: Creare un clima raccolto e di silenzio, magari davanti a una icona o una candela accesa, favorendo il dialogo sereno tra gli sposi dopo la preghiera per condividere gioie e fatiche. Aggiungere eventuali intenzioni spontanee. Può essere arricchita con la lettura di un salmo (Sal 4, 127) o con il rinnovo delle promesse matrimoniali.
Usata stabilmente, questa preghiera diventa punto fermo di unità, affidamento e guarigione spirituale, offrendo agli sposi un cammino quotidiano per riconoscere, custodire e rinnovare la grazia sacramentale che li sostiene.
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