Preghiera di comando a Dio Onnipotente contro ogni spirito maligno
Dio Onnipotente, Tu che sei il principio e la fine, la luce che squarcia ogni tenebra, innalziamo a Te la nostra voce con fede ardente e cuore sincero.
Nel Nome potente di Gesù Cristo, Tuo Figlio e nostro Salvatore, comandiamo con autorità spirituale che ogni spirito di divisione, ogni ombra di paura e ogni malattia, ogni impurità e ogni tentazione si allontanino da noi e dalla Tua Chiesa per sempre.
Ci affidiamo al Sangue redentore di Cristo, chiedendo che nessun potere del male possa più insinuarsi nelle nostre vite, nelle nostre famiglie, nelle nostre comunità.
Dichiariamo con fede che il Tuo amore vince su ogni male e che la Tua verità cancella ogni menzogna. Nel Nome di Gesù, ordiniamo che ogni catena sia spezzata e ogni oppressione abbia fine, affinché possiamo vivere nella libertà dei figli di Dio.
Signore Onnipotente, ascolta questa nostra supplica intensa: fa' che la Tua pace regni sovrana e che la presenza del male sia bandita, perché Tu solo sei il Dio della vittoria e della Vita eterna!
Così sia. Amen.
Spiegazione della Preghiera
1. Il contesto spirituale e dottrinale della preghiera
La preghiera proposta è profondamente radicata nella tradizione cristiana, specialmente in quella spiritualità che riconosce la realtà della battaglia spirituale e il potere redentore del sacrificio di Gesù Cristo. Si tratta di una supplica rivolta a Dio Padre, il quale viene invocato come Redentore e Sovrano della storia, “il principio e la fine”. Questa preghiera riflette il quadro dottrinale tipico cristiano, secondo cui il credente non è mai solo nella lotta quotidiana contro il male, ma partecipa, tramite Cristo, all’autorità spirituale conferita dalla redenzione.
L'invocazione del “Nome potente di Gesù Cristo” e il ricorso al “Sangue redentore di Cristo” sono espressioni di una consapevolezza teologica che affonda le sue radici nel Nuovo Testamento (Filippesi 2,9-11; Colossesi 1,13-14), dove si proclama il potere supremo del Cristo risorto sopra tutte le realtà visibili e invisibili. Il testo richiama implicitamente la dottrina cattolica (ma presente anche in vari contesti protestanti) secondo cui il cristiano è munito di “autorità” perché unito a Cristo, Capo della Chiesa (cfr. Luca 10,19: «Ecco, io vi ho dato il potere di camminare sopra serpenti e scorpioni»).
La preghiera risuona anche nel solco della Tradizione patristica, basti pensare a sant'Atanasio, che diceva:
“La Croce del Signore disperde ogni demone e cancella ogni tenebra” (Sermo de Passione Domini).Si manifesta una fede vissuta nella potenza liberante e purificatrice della preghiera, secondo una dinamica pneumatica: il male è presente nel mondo, ma è sconfitto dall’azione del Salvatore.
2. I destinatari a cui è rivolta e perché
Il destinatario principale della preghiera è Dio Onnipotente, invocato come Creatore e Sovrano di tutte le cose, Colui che abita la luce inaccessibile e che è il compimento della storia. L’invocazione indirizzata a Dio Padre avviene fin dall’incipit, mentre la preghiera si sofferma poi sull’intercessione nel Nome del Figlio, Gesù Cristo.
Tuttavia, nella sua seconda parte, la preghiera si rivolge anche indirettamente alle realtà spirituali negative (“ogni spirito di divisione, ogni ombra di paura… ogni tentazione”): “comandiamo con autorità spirituale che… si allontanino…”. Si tratta di una formula antichissima chiamata tecnicamente esortazione o comando spirituale, fondata sulla fede nella signoria di Cristo. Il fedele, in virtù del Battesimo, partecipa della dignità sacerdotale, profetica e regale di Cristo, e quindi può unirsi a Lui in un’azione di preghiera e di autorità contro il male.
Questa struttura richiama le antiche preghiere di liberazione diffuse nella prassi cristiana di ogni epoca: colui che prega si rivolge a Dio, ma, nella preghiera, ‘ordina’ o ‘comanda’ in nome di Gesù affinchè il male sia allontanato, secondo quanto emerge anche in Marco 16,17:
«Nel mio nome scacceranno i demòni».
3. I beneficiari per cui intercede e i bisogni spirituali/fisici che affronta
I beneficiari della preghiera sono molteplici: l’io orante (“da noi”), ma anche la “Tua Chiesa”, le “nostre vite, le nostre famiglie, le nostre comunità”. L’intercessione abbraccia quindi una prospettiva personale e comunitaria, con un’intensa attenzione al bene spirituale e fisico di tutti i fedeli.
Le necessità affrontate sono sia spirituali che materiali:
- La divisione: si domanda l’unità nella Chiesa e nella comunità, superando discordie e conflitti.
- La paura: si invoca la liberazione dalle ansie che paralizzano la fede.
- Le malattie: si chiede guarigione nel corpo e nello spirito, secondo l’esempio evangelico di Gesù.
- L’impurità e la tentazione: si chiede una purificazione interiore, ben consapevoli della fragilità umana.
Tali richieste si rifanno a una visione integrale: il fedele chiede per sé, per i propri cari e per la collettività, perché nessun membro dell’unico Corpo di Cristo sia lasciato senza la protezione divina.
4. I temi teologici principali (con citazioni bibliche/patristiche)
Spiccano i seguenti temi:
- La sovranità di Dio e la vittoria di Cristo: Dio è "Onnipotente", “il principio e la fine” (Apocalisse 22,13: “Io sono l’Alfa e l’Omega”); la vittoria sul male è già stata realizzata dal sacrificio di Cristo (Colossesi 2,15).
- Il potere del Nome di Gesù: l’invocazione del Nome (“Nel nome potente di Gesù Cristo”) richiama la fede nella sua forza salvifica (Atti 4,12: “Non vi è altro nome dato agli uomini…”).
- La realtà del male e il bisogno di liberazione: riconoscere il male come forza che tormenta l’essere umano e la comunità (Efesini 6,12), ma ricordando la promessa divina della liberazione.
- Il Sangue di Cristo come protezione: “ci affidiamo al Sangue redentore” si riallaccia a Ebrei 9,14 (“il sangue di Cristo, il quale mediante lo Spirito eterno offrì se stesso… purificherà la vostra coscienza…”).
- La libertà dei figli di Dio: il tema della liberazione dalle catene richiama Galati 5,1: “Cristo ci ha liberati perché restassimo liberi”.
5. Il genere di preghiera e la sua collocazione nella tradizione liturgica
Questa preghiera appartiene al genere dell’intercessione e della supplica, ma contiene anche elementi di invocazione di lode (fiducia nella potenza di Dio e proclamazione della sua vittoria). Elementi distintivi sono la preghiera di liberazione e la dichiarazione di fede, tipiche della tradizione carismatica ma presenti anche nei riti più antichi della Chiesa (pensiamo alle “precazioni” usate nei riti liturgici di guarigione o nelle benedizioni bibliche).
Nella Chiesa cattolica esistono preghiere “ufficiali” di esorcismo e liberazione, ma sono riservate ai ministri ordinati. Tuttavia, questa forma di preghiera, che rientra nel cosiddetto esorcismo minore (invocazione privata di liberazione dal male), è ampiamente usata tra i fedeli, nella preghiera personale o comunitaria, secondo quanto insegnato dal Catechismo (CCC 1673).
Liturgicamente, non è una preghiera strettamente rituale, ma può essere inserita:
- In incontri di preghiera comunitaria.
- Durante i momenti di Adorazione eucaristica.
- Nelle veglie di pentecoste o nelle assemblee carismatiche.
- Nei pellegrinaggi, ritiri spirituali, momenti di particolare bisogno personale o collettivo.
6. Indicazioni pratiche: uso nella preghiera personale o comunitaria e nei tempi liturgici
Preghiera personale:
- Può essere recitata al mattino, per consacrare la giornata e chiedere protezione, oppure alla sera, per affidarsi a Dio e chiudere le porte al male.
- È utile nei momenti di tentazione, confusione, paura, malattia o difficoltà relazionale.
- La si può accompagnare con la lettura di una pagina biblica (ad esempio Salmo 91 o Efesini 6,10-18).
Preghiera comunitaria:
- Può essere inserita nelle assemblee di preghiera, in comunità carismatiche, gruppi di intercessione, ritiri spirituali.
- Può essere proclamata coralmente da tutti, oppure guidata da un animatore spirituale che la recita, mentre gli altri rispondono con un “Amen”, creando così unità e forza collettiva.
- Può essere parte di momenti penitenziali, di Adorazione o di guarigione interiore.
Tempi dell’anno liturgico:
- Molto adatta durante la Quaresima e l’, tempi di rinnovamento e liberazione dal male.
- Indicata nel tempo pasquale, quando si celebra la vittoria di Cristo sulla morte.
- Si può usare in occasione di missioni parrocchiali, campi estivi o momenti di crisi (personale, familiare, comunitaria).
Raccomandazione spirituale: essa deve essere recitata sempre con umiltà e fede, confidando non in una formula magica, ma nel cuore che si abbandona a Dio e nella potenza del Nome di Gesù, come ricorda san Gregorio Magno:
“Chi si affida al Signore e al suo Nome, non sarà mai confuso” (Omelia su Ezechiele, II,22).
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