Supplica al Beato Francesco Zanfredini per la Liberazione dal Peccato

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Supplica al Beato Francesco Zanfredini
Beato Francesco Zanfredini, nostro intercessore presso il Trono dell’Altissimo, ti invochiamo con umiltà e fiducia, certi della tua bontà e della tua vicinanza alle nostre fragili esistenze.
Tu che hai saputo vincere le tentazioni con la tua fede e la tua dedizione a Cristo, guarda con compassione alle nostre lotte quotidiane contro il peccato.
Ottienici la forza di resistere alle seduzioni del male, la libertà autentica che nasce dall’amore per il Signore, e dona ai nostri cuori la luce per riconoscere sempre il vero bene.
Aiutaci, Beato Francesco, a custodire la purezza della mente e del cuore, ad essere saldi nei momenti della prova e a rialzarci prontamente dalle nostre cadute.
Sostienici con la tua preghiera, ottienici la pace del perdono e il coraggio di camminare ogni giorno nella via del Vangelo, perché anche noi possiamo essere testimoni della misericordia e della libertà dei figli di Dio.
Amen.
Spiegazione della Preghiera
1. Il contesto spirituale e dottrinale della preghiera
La supplica al Beato Francesco Zanfredini si colloca pienamente nel grande fiume della spiritualità cattolica, che attribuisce ai Santi e ai Beati il ruolo di potenti intercessori presso Dio. La dottrina della “comunione dei santi”, espressa dal Credo niceno-costantinopolitano, afferma che i membri della Chiesa – vivi o defunti – sono in stretta relazione spirituale e possono reciprocamente aiutarsi mediante preghiera, esempio e sostegno. La Chiesa insegna infatti: “Non veneriamo soltanto la memoria dei santi, ma soprattutto chiediamo che la loro intercessione ci sostenga davanti a Dio” (Lumen Gentium, 50).
Questa supplica riflette un’antica prassi: invocare i Beati (non ancora canonizzati santi, ma riconosciuti dalla Chiesa per la santità vissuta) per ottenere aiuto nelle lotte spirituali. In particolare, il testo focalizza l’esperienza di Francesco Zanfredini come modello di cristiano che ha vinto le tentazioni – un tema centrale nella dottrina morale cattolica, derivato direttamente dalla lotta ascetica descritta dalla Bibbia (“Vegliate e pregate, per non entrare in tentazione”, Mt 26,41) e dagli scritti patristici (“Nessuno può essere coronato se non ha combattuto legittimamente”, Sant’Agostino).
2. I destinatari a cui è rivolta e perché
Il destinatario diretto della preghiera è il Beato Francesco Zanfredini, figura riconosciuta per la sua virtù e vicinanza a Dio – spesso oggetto di particolare devozione a livello locale o regionale quando il culto non è ancora esteso alla Chiesa universale. Il Beato viene invocato come intercessore presso il Trono dell’Altissimo, secondo la corrente dottrina che vede i santi come mediatori subordinati tra Dio e l’umanità.
La ragione della scelta di Francesco Zanfredini come destinatario risiede nella sua biografia di fedele combattente contro le tentazioni, come sottolinea il testo: “Tu che hai saputo vincere le tentazioni con la tua fede e la tua dedizione a Cristo”. Questa esperienza personale lo rende vicino e affidabile come compagno di chi lotta nella quotidianità contro il peccato e le seduzioni.
3. I beneficiari per cui intercede e i bisogni spirituali/fisici che affronta
I beneficiari della supplica sono i fedeli che recitano la preghiera: il testo usa il plurale (“ti invochiamo”, “le nostre lotte quotidiane”, “ottienici”, etc.) per sottolineare la dimensione comunitaria e universale della necessità di sostegno.
Le necessità affrontate sono innanzitutto spirituali, e si possono riassumere in tre grandi richieste:
- La forza contro le tentazioni: domanda di aiuto a resistere alle seduzioni e a perseverare nel bene.
- La purezza di mente e di cuore: invocazione tipica delle preghiere ascetiche, legata alla beatitudine evangelica (Mt 5,8) “Beati i puri di cuore perché vedranno Dio”.
- La pace del perdono e la capacità di rialzarsi: si chiede la grazia di non restare schiacciati dai propri peccati, ma di sperimentare la misericordia divina.
Seppur non esplicitamente richiesti, si può sottintendere che tali doni spirituali abbiano anche ricadute benefiche a livello fisico e psichico, portando serenità, coraggio nelle prove e perseveranza nei doveri quotidiani.
4. I temi teologici principali, con citazioni bibliche o patristiche
La supplica racchiude diversi temi teologici di rilievo:
- Intercessione dei Santi: I santi “intercedono incessantemente per noi presso il Padre” (Catechismo della Chiesa Cattolica n. 956).
- La lotta spirituale: Tema biblico (Gal 5,16-17; Ef 6,10-18) e patristico (ad esempio, la “militia Christi” dei Padri del deserto).
- La libertà come dono spirituale: “La libertà infatti ci è stata donata perché, facendo il bene, scegliamo Dio” (Cfr. Gal 5,1).
- Misericordia e perdono di Dio: “Voglio misericordia e non sacrificio” (Mt 9,13), e la preghiera invoca la “pace del perdono”.
- Testimonianza del cristiano: Il desiderio di “essere testimoni della misericordia e della libertà dei figli di Dio” richiama la vocazione battezzale (Mt 5,16: “Risplenda la vostra luce davanti agli uomini”).
"Nessuno può essere coronato se non ha combattuto legittimamente." (Sant’Agostino, Sermoni)
"Vegliate e pregate, per non entrare in tentazione: lo spirito è pronto, ma la carne è debole." (Matteo 26,41)
5. Il genere di preghiera e la sua collocazione nella tradizione liturgica
Questa supplica appartiene primariamente al genere della preghiera di intercessione. Si distingue anche una nota di lode (nel riconoscimento delle virtù del Beato) e di penitenza (nella richiesta di pace del perdono e di forza contro le cadute).
Nella tradizione liturgica, preghiere simili si collocano:
- Nella liturgia delle ore (ad esempio nell’ufficio proprio del beato o della santa locale)
- Nelle celebrazioni votive o nelle novene dedicate al Beato Francesco Zanfredini, in occasione della sua memoria.
- Nei momenti comunitari di preghiera (adorazione, recita del Rosario, veglie, ecc.) quando si chiede sostegno contro le tentazioni o per la purezza di vita.
Sebbene non sia parte formale del Messale Romano, essa ben si inserisce nella prassi devota della Chiesa, sia individuale che comunitaria.
6. Indicazioni pratiche: uso nella preghiera personale o comunitaria e nei tempi dell’anno liturgico
Per la preghiera personale:
Questa supplica può essere recitata quotidianamente come atto di affidamento all’inizio della giornata, oppure nei momenti in cui si percepisce particolare debolezza nelle prove spirituali.
Si presta anche come atto penitenziale prima o dopo il sacramento della confessione, come segno di impegno a rialzarsi nelle cadute.
Nella preghiera comunitaria:
- Durante novene o tridui in preparazione alla memoria liturgica del Beato Francesco Zanfredini
- In veglie o ritiri spirituali che abbiano come tema la lotta contro la tentazione e la ricerca della libertà cristiana
- All’interno di celebrazioni penitenziali, soprattutto in tempo di Quaresima o Avvento
Tempi dell’anno liturgico:
- Il giorno proprio della memoria del Beato (se esiste nel calendario locale)
- In Quaresima e in Avvento, tempi particolarmente legati all’ascesi, al pentimento e al desiderio di conversione
- Ogni volta che la comunità sperimenta una particolare lotta spirituale, o quando individui attraversano crisi morali o tentazioni
In sintesi, la supplica al Beato Francesco Zanfredini è una preghiera di intercessione profondamente attuale, che mette al centro della vita cristiana il combattimento spirituale, la misericordia divina e la libertà dei figli di Dio, collocandosi nel solco della migliore tradizione liturgica e devozionale della Chiesa.
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