Preghiera a San Giovanni Evangelista, l'apostolo amato, per i Teologi

Destinatari:  Giovanni
Tipologie:  Preghiera personale
Preghiera a San Giovanni Evangelista, l'apostolo amato, per i Teologi

San Giovanni Evangelista, tu che hai riposato sul cuore di Gesù, maestro e amico intimo del Verbo fattosi carne, rivolgo a te questa preghiera per tutti i teologi e gli studiosi della fede.

Tu che hai ascoltato i battiti più profondi dell’Amore, accompagna coloro che cercano la verità con mente e cuore. Ottieni per loro la grazia di una conoscenza che non si fermi alle parole, che non si esaurisca nei ragionamenti, ma che sia nutrita dall’incontro vivo con Cristo.

Insegnaci, o Giovanni, a studiare la fede con umiltà, a ricercare la verità sostenuti dall’amore, a lasciarci ispirare dalla luce dello Spirito Santo, così come tu hai fatto, perché ogni pensiero e ogni scoperta siano al servizio del Vangelo e della comunione con Dio.

Intercedi perché i nostri cuori si aprano all’intimità con il Signore, e perché sappiamo riconoscere in Lui il senso profondo di ogni ricerca. Fa’ che ogni teologo e ogni studioso della fede possa essere, come te, testimone fedele della Verità che salva.

San Giovanni, apostolo dell’amore e della conoscenza, prega per noi.

Spiegazione della Preghiera

1. Contesto spirituale e dottrinale della preghiera

La preghiera qui presentata si colloca nel solco della tradizione cristiana che riconosce in San Giovanni Evangelista una figura unica per profondità spirituale e teologica. Giovanni è venerato come "apostolo dell’amore" e "teologo per eccellenza" perché, secondo la tradizione, fu il discepolo che riposò sul cuore di Gesù durante l’Ultima Cena (cfr. Gv 13,23). Come autore del quarto vangelo, dell’Apocalisse e delle Lettere che portano il suo nome, Giovanni rappresenta la sintesi tra esperienza intima di Cristo e riflessione teologica profonda.
In questa preghiera, la dimensione spirituale è marcata dalla richiesta di un’intelligenza della fede che non si lasci imprigionare dal solo sapere umano, ma che sia illuminata dallo Spirito e permeata dall'amore. Dottrinalmente, la supplica richiama la centralità dell’incontro personale con il Verbo fatto carne (Gv 1,14), la necessità dell’umiltà nella ricerca teologica e la piena dipendenza dalla grazia per accedere alle verità di Dio. La tradizione cattolica e quella ortodossa hanno sempre riconosciuto in San Giovanni il patrono ideale di chi si dedica allo studio teologico, proprio perché in lui dottrina e mistica si abbracciano senza mai separarsi.

2. I destinatari a cui è rivolta e perché

La preghiera viene esplicitamente rivolta a San Giovanni Evangelista. Egli è scelto quale "interlocutore celeste" per la sua familiarità unica con Gesù e la sua capacità, riconosciuta nella tradizione, di penetrare i misteri della fede sia con la mente che con il cuore. Quanto ai destinatari umani impliciti e dichiarati dalla preghiera, sono:

  • I teologi: coloro che si dedicano professionalmente o accademicamente allo studio sistematico delle verità di fede, in dialogo costante con la Tradizione e il Magistero.
  • Gli studiosi della fede: laici o religiosi che con vari gradi di preparazione si cimentano nello studio della teologia, della Sacra Scrittura, del magistero, della spiritualità cristiana.

A San Giovanni ci si rivolge perché egli è visto come il modello del teologo che unisce fedeltà apostolica, intimità con Cristo, capacità di esprimere in linguaggio umano la grandezza del mistero divino.

3. I beneficiari per cui intercede e i bisogni spirituali/fisici che affronta

I beneficiari diretti sono i teologi e gli studiosi della fede, ma anche, in estensione, tutta la comunità cristiana che beneficia del loro servizio. La preghiera intercede per i loro bisogni spirituali e intellettuali:

  • Il bisogno di unire intelligenza della fede e vita spirituale.
  • La grazia dell’umiltà nella ricerca del vero, sapendo che la verità di Dio non si possiede mai pienamente.
  • La docilità allo Spirito Santo, vero maestro interiore secondo i padri della Chiesa (cf. S. Basilio, De Spiritu Sancto XII).
  • La capacità di mettere la conoscenza al servizio dell’annuncio del Vangelo e della comunione con Dio.
  • Un incontro personale e vissuto con Cristo, contro ogni rischio di aridità intellettuale o di separazione tra studio e fede vissuta.

Meno esplicitamente, ma in modo sottinteso, la supplica chiede la protezione da tentazioni tipiche di chi studia la teologia: superbia, razionalismo sterile, chiusura all’azione dello Spirito, separazione tra fede e ragione.

4. Temi teologici principali: Bibbia e Padri

La preghiera sviluppa vari temi teologici centrali:

  • Il Cristo come Verbo incarnato: "amico intimo del Verbo fattosi carne" richiama il Prologo giovanneo (“In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio, e il Verbo era Dio… e il Verbo si fece carne”, Gv 1,1-14).
  • La conoscenza che nasce dall’amore: l’intelligenza della fede secondo Paolo (Ef 3,17-19: “conoscere l’amore di Cristo, che sorpassa ogni conoscenza”), e secondo i Padri, è sempre frutto di un’esperienza di relazione.
  • Lo Spirito Santo come guida: “lasciarci ispirare dalla luce dello Spirito Santo” richiama Gv 14,26 (“Il Paraclito... vi insegnerà ogni cosa”), ma anche S. Agostino (“Lo Spirito Santo è la nostra memoria vivente del Cristo”, In Ioannis Evangelium Tractatus 74,1).
  • La sapienza umile: “studiare la fede con umiltà” rimanda a Mt 11,25 (“Ti benedico, Padre... perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli”), spesso citato dai Padri (cf. Origene, Om. in Lucam 13,1).
  • La teologia come servizio ecclesiale: “ogni scoperta sia al servizio del Vangelo e della comunione con Dio” prolunga la riflessione di Paolo (1 Cor 8,1: “La scienza gonfia, la carità edifica”) e la tradizione patristica (S. Gregorio di Nazianzo: “È meglio essere illuminati dal minimo raggio dell’amore, che conoscere tutto l’universo senza carità”).

Questi temi fanno emergere la figura del teologo come testimone e servitore della Verità, secondo la migliore tradizione della Chiesa.

5. Genere di preghiera e collocazione nella tradizione liturgica

Questa preghiera presenta un genere misto:

  • Intercessione: si chiede a San Giovanni di intercedere presso Dio per i teologi e gli studiosi.
  • Lode: si riconoscono in Giovanni i doni ricevuti e la sua intimità con Gesù.
  • Supplica: la ripetuta invocazione di grazia, luce, umiltà, servizio.

Nella liturgia ufficiale della Chiesa cattolica, preghiere di questo tipo sono utilizzate soprattutto nei seguenti contesti:

  • Nel giorno della memoria liturgica di San Giovanni Evangelista (27 dicembre nel rito romano).
  • In occasioni di ordinazione di teologi, conferimento di dottorati in teologia, avvio dell’anno accademico nei seminari, facoltà teologiche, incontri di studio.
  • Nella preghiera personale e comunitaria per la guida dello Spirito Santo nelle ricerche sulle verità della fede.

6. Indicazioni pratiche: uso personale e comunitario, tempi liturgici

Nella preghiera personale questa invocazione può essere recitata da chiunque affronti uno studio della Sacra Scrittura, della teologia o voglia approfondire la propria fede con mente aperta e cuore ardente. È utile all’inizio di un momento di studio, prima di una lezione o anche come ringraziamento alla fine di una ricerca.

In ambito comunitario può essere inserita:

  • Nelle celebrazioni liturgiche o paraliturgiche in occasione della festa di San Giovanni Evangelista (27 dicembre), magari come preghiera dei fedeli o preghiera finale.
  • All’inizio di convegni, lezioni, giornate di studio teologico o pastorale.
  • Durante la Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani, dato che la teologia autentica serve la comunione ecclesiale.

Nei tempi forti dell’anno liturgico, come l’Avvento e la Pasqua, la preghiera è particolarmente adatta come strumento per chiedere maggiore penetrazione del mistero di Cristo, imitando proprio Giovanni che, sotto la croce, ricevette Maria (Gv 19,26-27) e divenne testimone diretto della Risurrezione (Gv 20,2-8).

Per rendere la supplica ancora più efficace, si consiglia di recitarla a conclusione della lectio divina sul Vangelo di Giovanni o prima di incontri di formazione, aggiungendo eventualmente una breve pausa di silenzio per cogliere l’ispirazione dello Spirito.

San Giovanni Evangelista, guida e modello per gli amanti della verità, continua ad essere oggi per la Chiesa faro di comunione, umiltà e fedeltà al Cristo vivente.

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