Preghiera a Gesù Cristo per la Protezione delle Capre

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Signore Gesù Cristo, Pastore buono che nel Vangelo parli di pecore e di capre, Ti supplichiamo con cuore devoto: volgi il Tuo sguardo pieno di misericordia su tutte le capre che abitano i nostri pascoli e le montagne selvagge.
Affidiamo queste creature al Tuo amore e alla Tua divina protezione. Custodisci ogni capra nei suoi sentieri impervi, preservala dai pericoli, dal male e dalla fame; fa’ che la loro natura vivace sia sempre sotto la Tua cura, lontana da ogni insidia.
Rendi la loro presenza nei nostri campi segno della Tua provvidenza e della Tua benedizione sulla nostra terra. Guida chi le accompagna e le custodisce con rispetto e tenerezza, perché, come Tu sei il Buon Pastore, anche noi possiamo vigilare sul creato con responsabilità.
Gesù, ascolta la nostra supplica e sii difesa e conforto a tutte le capre: sotto la Tua mano potente, concedi che prosperino in salute e pace.
Amen.
Spiegazione della Preghiera
1. Contesto spirituale e dottrinale della preghiera
La preghiera presentata si colloca all’interno della tradizione cristiana, ispirandosi profondamente alla figura di Gesù come “Buon Pastore”, un’immagine ricorrente nei Vangeli e nella dottrina cristiana. Nel suo nucleo dottrinale, essa riprende il passo evangelico di Matteo 25,31-46, dove Gesù parla delle “pecore” e delle “capre” al momento del giudizio finale: “Egli porrà le pecore alla sua destra e le capre alla sinistra”. La distinzione non è qui usata per giudicare, ma piuttosto per includere anche le capre, tradizionalmente considerate simbolo di lontananza o difficoltà, nell’abbraccio della misericordia di Cristo.
Il valore spirituale della preghiera si radica nell’attenzione biblica alla cura del creato, come si trova già nei primi capitoli della Genesi (“Il Signore Dio prese l’uomo e lo pose nel giardino di Eden, perché lo coltivasse e lo custodisse” Genesi 2,15) e si riflette in tutta la tradizione cristiana, come sottolineato da molti Padri della Chiesa e nella recente Laudato si’ di Papa Francesco. Essa esprime l’intercessione per gli animali affidati alle nostre cure, riconoscendo in essi un segno della provvidenza divina e della benedizione sul lavoro umano. In questo senso, la preghiera si inserisce in una spiritualità della tenerezza verso il creato, vedendo il mondo animale come parte del progetto divino e come occasione di lode al Creatore.
2. I destinatari a cui è rivolta e perché
Il destinatario diretto della preghiera è Gesù Cristo, invocato con il titolo di “Buon Pastore”, una delle immagini più care alla spiritualità evangelica e liturgica cristiana (Giovanni 10,11: “Io sono il buon pastore. Il buon pastore dà la propria vita per le pecore”). La qualifica di “Pastore buono” collega Gesù sia al Vecchio Testamento, dove Dio è il Pastore di Israele (Salmo 22/23), sia alla cura concreta che Egli esercitava sugli uomini e sulle creature durante la sua vita terrena.
La ragione per cui la preghiera si rivolge proprio a Cristo risiede sia nella teologia della mediazione (Cristo unico mediatore tra Dio e l’umanità), sia nel Vangelo stesso: tra le parabole, quella delle pecore e capre rappresenta un punto culminante del rapporto tra il Pastore e il suo gregge che va oltre la mera simbologia e investe la totalità del creato, rivelando la sollecitudine divina anche per gli animali.
3. I beneficiari per cui intercede e i bisogni spirituali/fisici che affronta
Il testo intercede in modo specifico per le capre, animali spesso ambientati nei versanti più ardui e nei pascoli montani. Chiede per esse protezione dai pericoli, dal male e dalla fame, e invoca la benedizione sulla loro salute fisica e sulla vivacità della loro natura. In senso esteso, la preghiera intercede anche per coloro che accudiscono le capre – pastori, allevatori, famiglie rurali – perché siano guidati nel rispetto del creato e resi partecipi della cura pastorale di Gesù.
I bisogni sono sia spirituali (la consapevolezza e responsabilità nel custodire ciò che Dio affida, la riconoscenza per la provvidenza divina che si manifesta anche nella presenza degli animali) sia materiali (protezione da fame, malattie, insidie, sicurezza nei percorsi accidentati). In molte aree rurali del mondo, la salute e la sopravvivenza delle capre sono determinanti per il benessere fisico, economico e sociale delle comunità.
4. Temi teologici principali, con citazioni bibliche o patristiche
La preghiera si focalizza su alcuni temi teologici fondamentali:
- Cura pastorale di Gesù: Cristo come “Pastore buono” è un tema essenziale nel Nuovo Testamento (Giovanni 10). Il Pastore conosce, protegge e si prende cura di ciascuno, animali inclusi (“Il tuo Dio si prende cura di tutte le sue creature”, cf. Sal 145/144,9).
- La provvidenza e benedizione divina: La richiesta di rendere la presenza delle capre “segno della Tua provvidenza e benedizione sulla nostra terra” richiama l’idea biblica che il creato sia dono di Dio (cf. Genesi 1,25-31; Salmo 104/103), e che la prosperità degli animali su un territorio sia espressione della Sua benevolenza.
- Centralità della responsabilità umana: “Guida chi le accompagna e le custodisce con rispetto e tenerezza” – la preghiera invita a una custodia responsabile, rinviando alla vocazione originaria dell’uomo (Genesi 2,15) e al richiamo patristico di “coltivare la terra non per possederla, ma per custodirla nella carità” (cf. Origene, Omelie sulla Genesi).
- Misericordia universale di Dio: Il modo in cui si intercede anche per le capre – animali “scomodi” nella parabola evangelica – è un segno della compassione universale di Cristo, che “vuole che tutti siano salvi” (1Timoteo 2,4), uomini e il creato stesso (Romani 8,19-21): “La creazione stessa attende con impazienza la rivelazione dei figli di Dio…”
Sant’Ambrogio scrive: “La bontà del pastore… non è solo verso gli uomini, ma si prende cura di tutto il suo gregge vivente che il Padre gli ha affidato” (In Lucam, VII, 212).
La preghiera così rappresenta una piccola sintesi di teologia della creazione, ecclesiologia (cioè chiesa come popolo affidato alla cura del Pastore) e spiritualità ecologica.
5. Genere di preghiera e collocazione nella tradizione liturgica
Questa supplica appartiene principalmente al genere della intercessione, cioè della preghiera rivolta a Dio in favore di altri, nel caso specifico per le capre, per chi le accudisce e, in senso lato, per il creato intero. Vi si trovano anche elementi di lode (grandezza della provvidenza e della cura divina) e di benedizione (richiesta della protezione sui campi, sugli animali e sui pastori).
Nel corso della storia, la preghiera per gli animali si ritrova nella tradizione rurale e popolare cristiana, particolarmente in occasioni legate a San Francesco d’Assisi e a festività come la Benedizione degli animali (4 ottobre). In ambito liturgico, preghiere simili si possono recitare durante le Rogazioni, nelle “benedizioni dei frutti della terra e degli animali” (cf. Benedizionale, nn. 214-230), e in particolari momenti di emergenza per la comunità rurale.
6. Indicazioni pratiche: uso personale e comunitario, tempi dell’anno liturgico
Uso personale: La preghiera può essere recitata da allevatori, pastori, o chiunque abbia a cuore la custodia degli animali e del creato. Si consiglia di inserirla nei momenti di preghiera quotidiana, specialmente prima di accudire le capre, di condurle al pascolo, nei periodi di fatica (malattie, fame, pericoli climatici), oppure come ringraziamento per la prosperità e la sicurezza ricevute.
Uso comunitario: Nella preghiera comunitaria, il testo si adatta a celebrazioni particolari, come:
- Benedizione degli animali nei giorni di San Francesco d’Assisi (4 ottobre)
- Celebrazioni rurali e delle tradizioni agricole
- Rogazioni (giorni di preghiera per il raccolto e la protezione della campagna, prima dell’Ascensione)
- Messe votive per la custodia della terra e della natura
Tempi liturgici: La preghiera si inserisce con particolare opportunità nel Tempo del Creato (1 settembre-4 ottobre), durante la Quaresima come segno di conversione ecologica, o nei tempi di siccità, carestia o flagello sulle mandrie. Può essere integrata anche in benedizioni all’aperto, e ogniqualvolta si desideri sottolineare la provvidenza di Dio verso la vita animale e la responsabilità umana.
Modalità pratiche:
- Recitarla con il coinvolgimento dei bambini, per educarli alla cura del creato.
- Accompagnarla con il gesto della benedizione su animali e campi.
- Utilizzarla come parte di un Rosario ecologico o di liturgie della Parola dedicate alla custodia della casa comune.
Infine, questa preghiera ricorda che ogni creatura può divenire segno visibile della bontà di Dio e occasione di comunione tra l’uomo, il creato e il Creatore.
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