Preghiera a Dio per il Sostentamento dato dalle Capre

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Dio onnipotente, creatore della terra e di ogni creatura, con cuore riconoscente ti invochiamo per le capre, dono prezioso del Tuo amore.
Ti ringraziamo per la loro rusticità e la loro resilienza, per la capacità di vivere e portare frutto anche in terre aride e difficili. Attraverso il loro latte, la loro carne e la loro lana, offrono sostentamento a molte famiglie e popolazioni nel mondo.
Ti chiediamo, Signore, di estendere su queste creature la Tua benedizione affinché siano sempre sane e forti, e possano continuare a essere fonte di nutrimento e speranza per chi le alleva con cura.
Concedi saggezza e pazienza a chi si prende cura di loro, e fa’ che ogni dono ricevuto sia motivo di gratitudine e di condivisione tra tutti.
Così sia.
Spiegazione della Preghiera
1. Il contesto spirituale e dottrinale della preghiera
Questa preghiera si inserisce in una tradizione spirituale antica, radicata nel riconoscimento della centralità di Dio come creatore e sostenitore di ogni vita: “Dio onnipotente, creatore della terra e di ogni creatura”. Nella fede cristiana, la creazione è affidata alla bontà di Dio (cfr. Genesi 1), e ogni essere vivente viene visto come espressione del suo amore. La preghiera in questione si focalizza su un elemento spesso sottovalutato della creazione: le capre, animali umili ma fondamentali per l’esistenza di molte comunità.
Dottrinalmente, essa riflette la comprensione cristiana della provvidenza divina, secondo la quale Dio si prende cura sia delle grandi che delle piccole realtà (cfr. Matteo 10,29; “due passeri non si vendono forse per un soldo? Eppure nemmeno uno di essi cadrà a terra senza il volere del Padre vostro”). Il ringraziamento qui espresso sottolinea l’atteggiamento fondamentale della creatura che riconosce il dono e risponde con gratitudine. Tale visione si ritrova tanto nella Scrittura quanto nella spiritualità monastica, da sempre attenta ai ritmi del creato e alla benedizione degli animali e dei raccolti.
2. I destinatari a cui è rivolta e perché
La preghiera è rivolta direttamente a Dio, invocato come “onnipotente, creatore della terra e di ogni creatura”, nel solco di una lunga tradizione cristiana in cui ogni richiesta, intercessione o ringraziamento ha come destinatario ultimo il Padre celeste.
Questa invocazione trova eco anche nell’Antico Testamento, dove i Salmi più volte innalzano lodi e suppliche al Dio che sostiene l’opera delle sue mani (Salmo 104:14: “Tu fai crescere l’erba per il bestiame e le piante che l’uomo coltiva …”).
Pur essendo indirizzata a Dio, la preghiera “fa parlare” anche la comunità degli uomini: il “ti invochiamo” e “ti chiediamo” indica che chi recita questa preghiera si pone in una relazione collettiva, esprimendo i bisogni e la gratitudine a nome proprio e della comunità di allevatori, famiglie, lavoratori della terra e di quanti dipendono, direttamente o indirettamente, dagli animali da allevamento come le capre.
3. I beneficiari per cui intercede e i bisogni spirituali/fisici che affronta
Questa preghiera è un’intercessione duplice: per le capre stesse e per gli esseri umani che da esse dipendono.
- Le capre vengono affidate alla custodia e benedizione di Dio: si chiede che siano “sempre sane e forti”, sottolineando la consapevolezza che la salubrità e la fertilità degli animali sono doni non scontati, da invocare e custodire con la preghiera.
- Gli allevatori e le famiglie sono anch’essi destinatari indiretti: per loro si implora saggezza e pazienza, “per chi si prende cura di loro”, affinché ogni dono sia “motivo di gratitudine e di condivisione”.
I bisogni fisici affrontati sono quelli legati alla sussistenza: latte, carne, lana sono pilastri del sostentamento specialmente in zone aride e marginali. Il riferimento al “nutrimento e speranza per chi le alleva” mostra come la presenza degli animali abbia valore fondamentale in contesti di povertà, carestia o fragilità ambientale.
I bisogni spirituali emergono invece nella richiesta di uno spirito di gratitudine e condivisione, affinché il possesso degli animali e il frutto del loro lavoro non si trasformi in egoismo o accaparramento, ma in occasione di comunione solidale sull’esempio evangelico (Atti 2,44-46).
4. I temi teologici principali, con citazioni bibliche e patristiche
Tra i temi che emergono con forza da questa preghiera, possiamo identificare:
- La bontà e provvidenza di Dio: la fiducia che ogni creatura ha un posto nel progetto di Dio e che nulla va dimenticato dal suo amore previdente.
- Il valore sacramentale della creazione: la natura, nella sua umiltà e generosità, diventa canale di grazia e occasione di incontro con Dio (Salmo 8: “Hai fatto l’uomo poco meno degli angeli, di gloria e di onore lo hai coronato”).
- La gratitudine: principio chiave, segno della relazione corretta tra uomo e creato. San Basilio il Grande ricorda:
“Nessun uomo sarà povero, se non è povero nella gratitudine verso Dio”
(Omelie sulla ricchezza). - L’intercessione per le creature: antica tradizione di pregare per la salute degli animali, in particolare quelli da cui dipende la sopravvivenza. San Francesco d’Assisi fu un esempio di questo atteggiamento di rispetto e preghiera per la creazione tutta.
- Condivisione e solidarietà: il bene ricevuto va condiviso, così che sia fonte di benessere per tutti. Come insegna la Dottrina Sociale della Chiesa, la destinazione universale dei beni obbliga a vivere la solidarietà, specialmente con i poveri e i più vulnerabili.
Dal punto di vista biblico, la preghiera richiama momenti in cui la Scrittura benedice i lavori dell’uomo e della terra (cfr. Deuteronomio 28,4: “Benedetto il frutto del tuo grembo, il prodotto del tuo suolo, il frutto del tuo bestiame, l’aumento delle tue armenti e delle tue greggi”).
5. Il genere di preghiera e la sua collocazione nella tradizione liturgica
Questa è una preghiera di benedizione e di intercessione, con elementi di lode e ringraziamento. Si riconosce la formula tipica delle orazioni cristiane: esordio di lode (“Dio onnipotente, creatore…”), ringraziamento per i doni concreti (le capre e la loro resilienza), richiesta/intercessione (“Ti chiediamo, Signore…”), e preghiera per i bisogni spirituali e sociali di chi ne beneficia.
Nella liturgia cristiana, esistono riti e benedizioni specifiche per le attività agricole, animali e raccolti (ad esempio nelle Benedizioni del Rituale Romano, o nelle tradizioni locali per la festa di Sant’Antonio Abate, protettore degli animali da stalla). Questa preghiera si può collocare tra quelle formule spontanee, parallele o integrative di tali celebrazioni, oppure come parte di momenti di preghiera privata e comunitaria in ambiti rurali.
Può essere considerata anche una preghiera ecologica, secondo lo spirito della Laudato si’ di Papa Francesco, che invita a ritrovare la preghiera come via di custodia e relazione con il creato.
6. Indicazioni pratiche: uso nella preghiera personale, comunitaria e nell’anno liturgico
- Preghiera personale: Chi vive o lavora a contatto con il mondo contadino può recitarla all’inizio della giornata di lavoro, oppure in momenti particolari della cura degli animali (nascita, malattia, letizia per un raccolto abbondante o durante momenti di crisi).
- Preghiera comunitaria: Può essere integrata in celebrazioni di benedizione degli animali, processioni rurali, messe in occasione di feste patronali (come quella di Sant’Antonio Abate), o durante iniziative legate alla custodia del creato e al tempo del raccolto.
- Tempi dell’anno liturgico: Si presta bene nel Tempo del Creato (dal 1° settembre al 4 ottobre), in giornate di preghiera e riflessione sulla salvaguardia dell’ambiente, o in coincidenza con feste rurali e stagioni agricole. Può essere utilizzata in particolar modo in Quaresima e Avvento quando si riflette sulla povertà e dipendenza dell’uomo da Dio e dai doni della terra.
- Adattamenti: Può essere ampliata con altre formule o arricchita con letture bibliche e canti tematici, coinvolgendo la partecipazione dei bambini e dei membri della comunità.
Infine, praticare questa preghiera contribuisce a educare il cuore alla gratitudine, a rinnovare la sensibilità per il creato e a crescere nella solidarietà concreta, vivendo secondo lo spirito evangelico sia la cura che la responsabilità verso le creature affidateci.
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