Preghiera a Gesù Cristo per la consolazione degli Animali abbandonati

Ascolta la Preghiera
Signore Gesù Cristo, tu che hai amato ogni creatura e hai insegnato la misericordia verso i più deboli, ascolta la mia supplica per tutti gli animali abbandonati e sofferenti nel mondo.
Con cuore umile e colmo di dolore, ti chiedo di avvolgere questi nostri fratelli nel calore della tua tenerezza. Loro che spesso hanno conosciuto soltanto il freddo, la fame e la solitudine, dona loro la riconciliazione con l’Uomo e con il loro passato, prima che giunga il tempo della loro morte.
Fa’ che possano sentire, almeno una volta, la carezza dell'amore e il conforto di un gesto gentile.
Ti prego, Gesù, perdona tutte le indifferenze, la durezza e le colpe degli uomini che li hanno respinti. Dona loro la pace del cuore e una mano amica prima di lasciare questa terra, così che il loro ultimo sguardo trovi luce e perdono.
Concedi anche a noi la grazia di imparare la tua compassione, affinché nessun altro sia lasciato solo nel momento del bisogno.
Signore, accogli questi innocenti nelle tue braccia, affinché conoscono il tuo amore eterno e possano essere finalmente riconciliati con noi, con la vita e con te.
Così sia.
Spiegazione della Preghiera
1. Il contesto spirituale e dottrinale della preghiera
Questa preghiera si radica profondamente nella visione cristiana della Creazione, dove ogni essere vivente è oggetto dell’amore provvidente di Dio. Il riferimento a Gesù Cristo, che ha “amato ogni creatura” e insegnato la “misericordia verso i più deboli”, richiama la centralità della compassione evangelica, e la consapevolezza che il Vangelo impegna i discepoli a un rispetto universale, che si estende anche alle creature non umane.
Nel pensiero cristiano, in particolare dalla patristica in poi, gli animali fanno parte della bontà originaria del Creatore (“Dio vide quanto aveva fatto, ed ecco, era cosa molto buona”: Gen 1,31). San Francesco d’Assisi è la figura più nota che ha promosso una spiritualità della fratellanza universale, chiamando le creature “fratelli e sorelle” e invitando a un amore senza barriere. La preghiera riflette anche la crescente sensibilità, soprattutto nella teologia contemporanea (e nel magistero recente come l’enciclica Laudato si’ di Papa Francesco), verso il rispetto, la cura e la protezione degli animali, specialmente quelli sofferenti o abbandonati.
Dottrinalmente, la supplica si colloca nell’alveo della dottrina cattolica che invita a evitare crudeltà verso gli animali (Catechismo della Chiesa Cattolica, n. 2416-2418), riconoscendoli come parte della Creazione affidata all’uomo, che ne è custode e non padrone dispotico. Questa preghiera risponde, quindi, a una crescente attenzione ai "segni dei tempi", valorizzando una coscienza cristiana orientata anche al rispetto ed empatia verso tutta la vita.
2. I destinatari a cui è rivolta e perché
La preghiera si rivolge direttamente a Gesù Cristo, unico mediatore dell’amore e della misericordia divina. Gesù è invocato come colui che “ha amato ogni creatura” e che ha insegnato la misericordia; questa invocazione si fonda sul riconoscimento teologico del primato salvifico di Cristo, anche nella relazione tra l’uomo e il creato.
Scegliere Gesù come referente della preghiera sottolinea non solo la fede nella sua divina compassione, ma anche la consapevolezza che solo dalla sua grazia può scaturire una vera e profonda conversione della relazione degli uomini con le creature. Il suo esempio di tenerezza verso i piccoli, i deboli e i dimenticati si riflette nell’invocazione significando che nessuna sofferenza, nemmeno quella degli animali “abbandonati”, resta fuori dalla sua attenzione compassionevole.
3. I beneficiari per cui intercede e i bisogni spirituali/fisici che affronta
I beneficiari principali della preghiera sono gli animali abbandonati e sofferenti in ogni parte del mondo. Il testo impetra per loro “il calore della tenerezza”, la riconciliazione “con l’Uomo e con il loro passato”, la possibilità di sperimentare “almeno una volta la carezza dell’amore e il conforto di un gesto gentile”.
I bisogni affrontati sono tanto materiali (la sofferenza fisica della fame, del freddo, della solitudine), quanto spirituali: essere accolti, non essere più visti soltanto come scarti, ma come creature degne di amore, di rispetto e di una possibilità di riconciliazione con l’uomo e con la vita.
La preghiera intercede anche per i cuori degli uomini (“perdona tutte le indifferenze, la durezza e le colpe degli uomini che li hanno respinti”), chiedendo a Cristo che conceda la grazia della compassione, in modo che nessuno sia più abbandonato. Infine, invoca una forma di “pace del cuore” sia per gli animali sia per chi si è reso responsabile della loro sofferenza, orientando la supplica a una riconciliazione universale che abbraccia tutta la creazione.
4. I temi teologici principali, con citazioni bibliche o patristiche
- Misericordia divina e compassione: Il tema principale evoca la misericordia di Cristo per ogni essere indifeso e rimanda al comandamento del “fate agli altri ciò che vorreste fosse fatto a voi” (Mt 7,12), esteso qui anche alle creature non umane.
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Riconciliazione universale: È presente il desiderio che tutti — uomo e animali — siano riconciliati “con la vita e con te”. Un’eco della promessa paolina di una creazione che geme nell’attesa della redenzione (Rm 8,19-23):
«Sappiamo infatti che tutta insieme la creazione geme e soffre le doglie del parto fino ad oggi».
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Peculiarità della creatura e valore della sofferenza: Gli animali non sono solo “cose”, ma creature amate da Dio — come ha ribadito Papa Francesco:
«Ogni creatura ha una funzione e nessuna è superflua» (Laudato si’, 84).
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Perdono e conversione del cuore umano: La richiesta di perdono per le colpe contro gli animali richiama l’appello biblico a una responsabilità etica globale. Sant’Ambrogio scriveva:
«La tenerezza per le creature inferiori educa il cuore alla compassione autentica»
.
Nel suo insieme, la preghiera integra elementi biblici, patristici e magisteriali in una visione relazionale che attraversa e unisce tutta la creazione sotto il segno della Croce e della Risurrezione.
5. Il genere di preghiera e la sua collocazione nella tradizione liturgica
Dal punto di vista formale, questa è una preghiera di intercessione, poiché si rivolge a Dio non per i propri bisogni, ma per quelli altrui — qui, gli animali abbandonati e coloro che si sono resi responsabili della loro sofferenza. Tuttavia, si intreccia in modo armonico con la preghiera penitenziale (chiede perdono per le colpe umane) e con la supplica (“ascolta la mia supplica”, “ti chiedo di avvolgere questi nostri fratelli…”).
Non appartiene ancora a un rito liturgico codificato nel messale romano, ma si inserisce nella spiritualità personale e familiare, o in momenti comunitari di preghiera, come la Benedizione degli Animali (ad esempio, nella memoria di San Francesco d’Assisi, il 4 ottobre), o liturgie della Parola dedicate alla creazione. Potrebbe essere utilizzata anche durante la Settimana Laudato si’ o in occasioni particolari dedicate al Creato.
6. Indicazioni pratiche: come usarla nella preghiera personale o comunitaria e nei tempi dell’anno liturgico
- Nella preghiera personale: Può essere recitata la mattina o sera come atto di compassione verso tutte le creature. Inserendola tra le preghiere del mattino o della sera, aiuta a sensibilizzare il cuore e a orientare le azioni quotidiane verso la misericordia.
- In famiglia: I genitori possono proporla insieme ai figli, specialmente quando si affrontano temi di rispetto per gli animali o quando in casa si vive il dolore per la perdita di un animale domestico.
- In comunità: La preghiera si presta a momenti di adorazione, liturgie della Parola, o rosari dedicati al Creato. Può essere inserita dopo le intenzioni dei fedeli, nelle messe o celebrazioni per la Giornata Mondiale di Preghiera per la Cura del Creato (1 settembre) o la festa di San Francesco.
- Nelle benedizioni e nei riti speciali: Può accompagnare la benedizione degli animali, rafforzando il senso di custodia evangelica e favorendo il coinvolgimento emotivo e spirituale dei fedeli.
Recitarla dopo aver letto un brano evangelico che parla della compassione di Gesù (ad esempio, la parabola del Buon Samaritano — Lc 10,25-37), può offrire spunti di riflessione su come estendere la carità cristiana anche alle “creature più piccole”.
Infine, data la natura universale dell’intenzione, può essere recitata tutto l’anno, ma trova particolare eco nel Tempo del Creato (settembre-ottobre), nelle vigilie di San Francesco, oppure in momenti di riflessione ecologica o sensibilizzazione verso i temi della custodia del creato.
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