Offerta dell'oro, dell'incenso e della mirra della propria vita

Destinatari:  Gesù Cristo
Beneficiari:  Fedeli Cristiani
Temi: 
Tipologie:  Offerta del giorno
Offerta dell'oro, dell'incenso e della mirra della propria vita
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Offerta del giorno a Gesù Cristo

O Gesù Cristo, Figlio di Dio, oggi noi tuoi fedeli cristiani veniamo davanti a Te con cuore umile, ispirati dall'adorazione dei Magi, che Ti offrirono doni preziosi. Con lo stesso amore e gratitudine, Ti presentiamo la nostra offerta quotidiana:

L’oro della carità: donaci un cuore generoso, capace di amare ogni fratello e sorella come Tu ci hai amati. Trasforma i nostri gesti e le nostre parole in segni tangibili della Tua presenza nel mondo.

L’incenso della preghiera: eleva le nostre suppliche, i sospiri silenziosi e i canti di lode come un profumo gradito davanti al Tuo trono. Fa’ che ogni pensiero rivolto a Te sia pura adorazione e intima unione con la Tua volontà.

La mirra delle sofferenze: accogli le nostre fatiche, le prove e le croci quotidiane. Uniscile al Tuo sacrificio sulla croce, affinché nella sofferenza troviamo la forza di seguirTi e di donare speranza a chi è nel dolore.

O Gesù, nostro Re e Salvatore, accogli con benevolenza questi doni. Fa’ che ogni giorno diventi una continua offerta d’amore, affinché, come i Magi, possiamo adorarti con tutto il nostro cuore e portare luce al mondo.

Amen.

Spiegazione della Preghiera

1. Contesto spirituale e dottrinale della preghiera

L’“Offerta del giorno a Gesù Cristo” è una preghiera profondamente radicata nella spiritualità cristiana, in particolar modo nell’esperienza della donazione quotidiana della propria vita a Dio. La sua ispirazione primaria deriva dal racconto evangelico dell’ (Mt 2,1-12), in cui i saggi d’Oriente portano al Bambino Gesù oro, incenso e mirra quale riconoscimento della sua regalità, divinità e missione salvifica. Questo modello di offerta simbolica viene reinterpretato nel contesto della vita personale del fedele, chiamato anch’egli ad offrire i doni interiori e le sue stesse esperienze a Cristo.

A livello dottrinale, la preghiera si inserisce nella teologia del sacerdozio battesimale: ogni battezzato è reso partecipe dell’offerta di Cristo, chiamato ad unire le proprie opere, preghiere e sofferenze al sacrificio della Croce (cfr. Lumen Gentium, 34-36). Il Catechismo della Chiesa Cattolica (n. 901) incoraggia il fedele a vivere questa offerta quotidiana, facendo della propria giornata un culto spirituale gradito a Dio. Questa preghiera, così, rappresenta una sintesi di contemplazione e azione, fondata sulla consapevolezza che tutto ciò che viviamo può essere vissuto “in Cristo, con Cristo e per Cristo”.

2. Destinatari a cui è rivolta e perché

La preghiera è rivolta a Gesù Cristo, Figlio di Dio, quale centro, mediatore e fine ultimo della fede cristiana. La scelta di Gesù come interlocutore diretto si collega alla tradizione biblica e liturgica della Chiesa, che vede Cristo come il vero Re, Sacerdote e Profeta, colui al quale è rivolta ogni adorazione e supplica dei redenti.

L’invocazione esplicita della regalità e della salvezza (“O Gesù, nostro Re e Salvatore”) richiama la dimensione totale del dono che i Magi resero a Cristo e che ogni fedele è chiamato a rinnovare spiritualmente. Gesù, inoltre, è l’unico che può accogliere pienamente, trasformare e rendere fruttuosa l’offerta di ciascuno, essendo egli stesso il destinatario e il mediatore fra Dio e gli uomini (1Tm 2,5).

3. Beneficiari per cui intercede e i bisogni spirituali/fisici che affronta

Anche se la preghiera nasce come offerta personale o comunitaria “dei fedeli cristiani”, i suoi effetti vanno oltre il singolo: vi è una chiara dimensione intercessoria e universale.

  • La carità abbraccia ogni “fratello e sorella”, suggerendo una tensione missionaria e solidale: quanti sono nel bisogno, nella solitudine o nella sofferenza vengono inclusi nel gesto d’offerta.
  • La preghiera si fa voce per tutte le suppliche, i sospiri e i canti, manifestando empatia verso le molteplici esperienze spirituali del popolo di Dio, includendo anche chi non sa pregare.
  • La mirra indica la partecipazione ai dolori dei sofferenti, di chi affronta prove fisiche o morali, includendo poveri, malati, emarginati e chi è segnato dalla sofferenza.

I bisogni spirituali raccolti riguardano così la crescita nella carità, nell’unione con Dio e nella capacità di portare la croce insieme ai fratelli. I bisogni fisici e materiali, implicitamente presenti nella simbolica menzione delle sofferenze quotidiane, trovano eco nella preghiera affinché ogni fatica sia trasfigurata e diventi fonte di speranza.

4. Temi teologici principali, con citazioni bibliche e patristiche

La preghiera racchiude alcuni temi teologici cruciali:

  1. L’offerta totale del sé: Come nei Magi (Mt 2,11), l’intera vita del cristiano, con le sue gioie e le sue prove, può essere offerta a Dio.
    “Siate anche voi come sacrifici viventi, santi e graditi a Dio: questo è il vostro culto spirituale” (Rm 12,1).
  2. Partecipazione alla missione di Cristo: Offrendo “l’oro della carità, l’incenso della preghiera e la mirra delle sofferenze”, il fedele imita Cristo Sacerdote e Re, diventando collaboratore nel mistero della salvezza.
  3. Valore redentivo della sofferenza: Unire le proprie croci a quelle di Cristo (“Uniscile al Tuo sacrificio sulla croce”) richiama la teologia paolina (Col 1,24) sul senso redentivo della sofferenza:
    “Completo nella mia carne quello che manca ai patimenti di Cristo a favore del suo corpo che è la Chiesa.” (Col 1,24)
  4. Adorazione e unione mistica: Elevare “l’incenso della preghiera” richiama la visione biblica della preghiera come “profumo gradito”:
    “Si innalzi a te la mia preghiera come incenso” (Sal 140,2).
  5. Vocazione universale alla santità: I doni offerti sono alla portata di ogni fedele, non solo dei santi o dei consacrati. Nella vita ordinaria, tutti possono rendere “ogni giorno una continua offerta d’amore”.

Padri della Chiesa, come sant’Ireneo (“La gloria di Dio è l’uomo vivente”) e sant’Agostino (“Chi canta prega due volte”), hanno richiamato la centralità del rendimento di grazie e dell’offerta del proprio vissuto come forma alta di culto.

5. Genere di preghiera e collocazione liturgica

Questa supplica è una preghiera di offerta con una forte componente di lode, intercessione e penitenza:

  • Lode: nell’adorazione di Gesù come Re e Salvatore, in analogia al gesto dei Magi.
  • Intercessione: negli inviti ad aiutare i fratelli e sorelle nel bisogno, e nella supplica di trasformare le nostre azioni in segni della presenza di Cristo nel mondo.
  • Penitenza: nell’offerta “della mirra delle sofferenze” e nell’unione delle croci personali a quelle di Cristo.

Non appartiene alle preghiere eucaristiche ufficiali, ma si inserisce nella tradizione della preghiera mattutina di offerta (“offerenda matutina”), raccomandata fin dal Medioevo e largamente praticata dai santi e nella pietà popolare. Esprime la spiritualità del “sacrificio spirituale” che precede e accompagna la celebrazione eucaristica.

6. Indicazioni pratiche: uso nella preghiera personale e comunitaria, e nei tempi dell’anno liturgico

Uso personale:

  • Recitarla ogni mattina, come prima preghiera della giornata, per affidare a Gesù pensieri, opere, gioie e sofferenze che si vivranno, orientando tutto all’incontro con Lui.
  • Può essere integrata nell’esame di coscienza serale, rileggendo alla luce della preghiera le fatiche affrontate e rinnovando l’offerta del sé.

Uso comunitario:

  • All’inizio di un incontro parrocchiale, di un’attività di servizio o in piccoli gruppi di preghiera, per unire le intenzioni e gli sforzi dei presenti.
  • Durante ritiri, giornate di formazione e lectio divina, per invocare la presenza di Cristo su tutto ciò che si compirà insieme.

Tempi dell’anno liturgico:

  • Epifania e tempo natalizio: La preghiera trova un uso privilegiato nelle giornate tra Natale ed Epifania, richiamando direttamente la figura dei Magi. Può essere proposta nella liturgia domestica.
  • Quaresima e Settimana Santa: L’offerta delle sofferenze (“mirra”) aiuta a rileggere le prove alla luce redentiva del Mistero pasquale.
  • Ogni giorno come “giorno liturgico”: La teologia spirituale invita a vivere ogni giornata come un piccolo “oggi” salvifico; questa preghiera può essere ripetuta in ogni tempo per mantenere viva la consapevolezza dell’offerta.

Infine, può essere personalizzata (ad esempio estendendo intenzioni specifiche per persone o situazioni), adattata per la preghiera dei bambini o degli anziani, oppure può diventare un utile strumento di meditazione nella liturgia domestica. Il gesto dell’offerta vissuto con fede trasforma la vita quotidiana in luogo di incontro con Cristo, secondo l’antica massima: “Nulla sia senza Cristo e per Cristo”.

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