Lode ai Cori Angelici delle Virtù e Potestà per la protezione dai pericoli

Destinatari:  Virtù Potestà
Beneficiari:  Fedeli Cristiani
Temi:  Protezione
Tipologie:  Lode
Lode ai Cori Angelici delle Virtù e Potestà per la protezione dai pericoli
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Lode alle Virtù e alle Potestà Celesti

O Dio Altissimo, con cuore riconoscente eleviamo la nostra lode a Te, che nella Tua sapienza hai stabilito i cori angelici delle Virtù e delle Potestà come custodi dei Tuoi fedeli.

Benediciamo e ringraziamo queste potenti schiere celesti, strumenti della Tua protezione che vegliano sul popolo cristiano. Con forza e umiltà eseguiscono la Tua volontà, respingendo ogni male, difendendo i corpi e le anime dei credenti dai pericoli visibili e invisibili.

Rendiamo grazie per il dono della loro presenza nella nostra vita: sentinelle della fede, ci sostengono nella lotta contro le insidie del maligno e ci guidano lungo il cammino della rettitudine.

Lodiamo il Tuo nome, Signore, per averci dato le Virtù come esempi di purezza e forza e le Potestà come baluardi contro le tenebre. Fa’ che mai manchi la loro tutela ai Tuoi figli e che, sorretti dal loro aiuto, possiamo crescere nella speranza e nell’amore.

Gloria a Te, Dio della nostra salvezza, che nella Tua bontà hai posto su di noi la custodia dei Tuoi gloriosi angeli!

Spiegazione della Preghiera

1. Il contesto spirituale e dottrinale della preghiera

La preghiera intitolata "Lode alle Virtù e alle Potestà Celesti" si inserisce profondamente nella tradizione cristiana riguardante la dottrina degli angeli, in particolare nei riferimenti ai cori angelici noti come Virtù e Potestà. Questi due cori appartengono ai nove ordini angelici, una suddivisione della sfera celeste che attraversa sia la patristica che la teologia scolastica, trovando la sua sistemazione più famosa nella Celeste Gerarchia di san Dionigi l’Areopagita. In questa visione, angeli e arcangeli sono accompagnati da esseri spirituali superiori (come Troni, Dominazioni, Virtù, Potestà, Principati, Cherubini e Serafini), ciascuno con un ruolo specifico nella creazione e nella storia della salvezza.

Nel contesto spirituale, tale preghiera riflette la fede nella provvidenza attiva di Dio che opera attraverso i suoi messaggeri celesti e ne riconosce la continua azione nella vita quotidiana dei fedeli. L’invocazione si fonda inoltre sulla convinzione che Dio abbia stabilito una collaborazione misteriosa e benefica tra cielo e terra, in cui gli angeli - in particolare Virtù e Potestà - hanno una funzione protettrice e combattiva per il bene degli uomini. Questa dottrina si rispecchia nel Catechismo della Chiesa Cattolica (CCC 328-336).

È anche evidente la consapevolezza, di radice biblica e liturgica, della necessità di difesa dai mali visibili e invisibili e della grazia che scaturisce dall’essere incorporati, come Chiesa, nella comunione dei Santi e degli Angeli.

2. I destinatari a cui è rivolta e perché

La preghiera si rivolge primariamente a Dio Padre, come si evince dall’invocazione iniziale "O Dio Altissimo". La lode e la gratitudine sono prima di tutto dirette a Lui, riconoscendo la Sua sapienza e bontà nell’aver creato e disposto l’ordine angelico. Tuttavia, nella struttura della preghiera si manifesta anche una lode secondaria verso i cori celesti delle Virtù e delle Potestà, non come destinatari finali (oggetto diretto della preghiera), ma come strumenti attraverso cui la volontà di Dio si realizza nella protezione e nella guida dei fedeli.

Questa dinamica corrisponde al principio teologico e liturgico secondo cui, sebbene le preghiere siano indirizzate principalmente a Dio, si può rendere lode e ringraziamento anche alle sue creature sante in quanto riflesso della Sua gloria e come cooperatrici della missione divina. Chiedere la loro intercessione o protezione è quindi sempre subordinato al primato della gloria di Dio.

3. I beneficiari per cui intercede e i bisogni spirituali/fisici che affronta

La preghiera intercede per il popolo cristiano e, più in generale, per tutti i fedeli di Dio. Nell’invocazione si chiede al Signore che "mai manchi la loro tutela ai Tuoi figli": i beneficiari sono, quindi, i credenti che cercano protezione e sostegno nelle lotte della vita quotidiana.

I bisogni spirituali affrontati sono principalmente:

  • la protezione dal male, sia esso di natura fisica che spirituale, come indicato nella difesa “dai pericoli visibili e invisibili”;
  • la salvaguardia della fede contro le “insidie del maligno”, tipica richiesta contenuta anche nel Padre Nostro ("liberaci dal male", Mt 6,13);
  • il sostegno nella lotta interiore contro le tentazioni e le tenebre dell’anima;
  • l’incoraggiamento a crescere nella speranza e nell’amore, ossia nella piena maturità cristiana.

Sotto l’aspetto fisico, viene evocata la difesa dei corpi, riconoscendo il valore della persona nella sua totalità e la legittima richiesta di aiuto celeste anche nelle necessità materiali. Questa visione colloca l’azione angelica nella quotidianità dell’esistenza umana e nel combattimento spirituale.

4. I temi teologici principali, con eventuali citazioni bibliche o patristiche pertinenti

Al centro della preghiera emergono alcuni temi chiave della teologia cristiana:

  • La realtà degli angeli come ministeri di Dio: “Non sono forse tutti spiriti al servizio di Dio, inviati in aiuto di coloro che devono ereditar la salvezza?” (Ebrei 1,14).
  • La protezione angelica: “Egli darà ordine ai suoi angeli di custodirti in tutte le tue vie” (Salmo 91,11).
  • La lotta contro il maligno: “La nostra battaglia infatti non è contro creature fatte di sangue e di carne, ma contro i Principati e le Potestà, contro i dominatori di questo mondo di tenebra...” (Efesini 6,12), proprio il termine 'Potestà' richiama questo passo paolino.
  • La comunione dei santi e degli angeli: come ricordato da san Tommaso d’Aquino, che definisce gli angeli “ministri della divina provvidenza, a ciascuno assegnati per la nostra custodia” (Summa Theologiae, I, q.113).
  • Lode e rendimento di grazie: elemento centrale nella Bibbia (cfr. Apocalisse 7,11-12), dove le schiere angeliche incessantemente lodano Dio e si uniscono ai santi nella glorificazione.
  • Il ruolo delle Virtù come esempi di forza e purezza (cfr. Dionigi l’Areopagita, Gerarchia Celeste VI), e delle Potestà come i difensori della pace cosmica contro le forze del male.

Il testo è in sintonia con la dottrina secondo cui nel piano di Dio la creazione spirituale collabora attivamente alla salvezza umana e la sua azione protettrice è sempre subordinata e orientata alla gloria divina.

5. Il genere di preghiera e la sua collocazione nella tradizione liturgica

Questa preghiera appartiene a più generi contemporaneamente:

  • Lode: È anzitutto una doxologia, innalzando la gloria di Dio per le sue meraviglie e la sua provvidenza angelica.
  • Ringraziamento: Esprime gratitudine sia per la creazione delle Virtù e delle Potestà, sia per i loro effetti benefici sulla vita dei fedeli.
  • Intercessione: Implora che la loro tutela non venga mai meno ai cristiani, evidenziando la richiesta di protezione e di sostegno spirituale.

La collocazione nella tradizione liturgica è flessibile. Sebbene una simile preghiera non faccia parte dei testi ufficiali del Messale Romano o della Liturgia delle Ore, le lodi agli angeli sono presenti in molte orazioni liturgiche (ad esempio nelle preghiere al Santo Angelo Custode e nelle solennità dedicate agli angeli: San Michele, Gabriele, Raffaele il 29 settembre, e la memoria degli Angeli Custodi il 2 ottobre). L’invocazione alle Virtù e Potestà trova eco anche nei formulari delle litanie e nelle invocazioni ai cori angelici, tradizionali specialmente nelle veglie di adorazione, ore sante, rosari e liturgie particolari.

6. Indicazioni pratiche: come usarla nella preghiera personale o comunitaria e nei tempi dell’anno liturgico

Per la preghiera personale, questo testo può essere usato quotidianamente o settimanalmente come atto di affidamento al Signore e riconoscimento della presenza degli angeli nella vita spirituale. Si presta bene come preghiera mattutina, per affidare la giornata, oppure serale, per ringraziare della protezione ricevuta.

Nella preghiera comunitaria trova la sua collocazione ideale:

  • all’inizio delle assemblee di preghiera, come invocazione della protezione celeste;
  • in occasioni di adorazione eucaristica, veglie o incontri di catechesi sugli angeli;
  • durante le Messe votive degli angeli, in particolare quella “degli Angeli Custodi” o nei giorni in cui si ricordano i cori angelici;
  • all’interno di litanie o processioni, come espressione della comunione tra Chiesa pellegrinante e Chiesa celeste.

Nel ciclo dell’anno liturgico può essere particolarmente valorizzata:

  • nel tempo ordinario, come memoria costante dell’assistenza celeste;
  • nelle solennità degli angeli (29 settembre – Santi Michele, Gabriele e Raffaele; 2 ottobre – Angeli Custodi);
  • in tempi forti come la Quaresima, per rafforzare la preghiera di combattimento spirituale;
  • dopo la comunione, come rendimento di grazie.

Una pratica suggerita è anche quella di recitare la preghiera insieme alla Liturgia delle Ore, specialmente nelle Lodi Mattutine e nei Vespri, inserendola come orazione conclusiva o meditazione dopo la proclamazione del Vangelo o dei salmi che richiamano la presenza angelica (Salmo 90/91, Apocalisse 5,11-13). Può essere inserita, infine, tra le preghiere di affidamento dei bambini, delle famiglie e dei malati.

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