Lode agli Angeli per l'annuncio della nascita di Gesù
Lode agli Angeli nel Santo Natale
O Angeli del Cielo, fedeli servitori del Dio Altissimo,
in questa notte santa di Natale ci uniamo al vostro canto eterno e al vostro sacro annuncio di gioia.
“Gloria a Dio nell’alto dei cieli”, proclamiamo insieme a voi,
perché oggi, nella piccola Betlemme, è nato il Salvatore,
dono d'amore per ogni uomo, luce che vince l'ombra.
O voi, messaggeri celesti, che per primi avete visto il volto del Bambino,
guidate i cuori dei fedeli a stupirsi davanti all’umiltà di Dio,
e insegnateci a lodare con tutto il cuore il mistero della Sua venuta.
Noi, Fedeli Cristiani, vi invochiamo:
sosteneteci con il vostro canto di gioia,
donateci la vostra letizia per riconoscere ogni giorno la presenza del Signore,
e rendeteci degni di unirci a voi nella grande lode natalizia.
Gloria a Dio nell’alto dei cieli,
e pace in terra agli uomini che Egli ama.
Amen.
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Spiegazione della Preghiera
1. Il contesto spirituale e dottrinale della preghiera
La Lode agli Angeli nel Santo Natale si inserisce pienamente nel cuore del mistero cristiano del Natale, ricapitolando la gioia e la meraviglia della nascita del Salvatore a Betlemme. La preghiera richiama uno degli episodi centrali del racconto evangelico della Natività: l’annuncio degli angeli ai pastori (Luca 2,8-14). Gli angeli, incorporei messaggeri di Dio, sono i primi testimoni celesti dell’incarnazione del Verbo. Il loro canto notturno - “Gloria a Dio nell’alto dei cieli” - echeggia nella liturgia e nella pietà cristiana come modello di lode pura, spontanea e universale.
Dal punto di vista dottrinale, la preghiera affonda le sue radici nella dottrina classica sugli angeli (cfr. Catechismo della Chiesa Cattolica, nn. 328-336). Gli angeli sono puri spiriti, ministri di Dio che contemplano incessantemente il Suo volto e partecipano al disegno salvifico. Nel mistero della Notte Santa, il loro canto e la loro presenza simboleggiano la liturgia celeste che si apre sulla terra, invitando tutti all’adorazione e alla lode del Dio fatto uomo.
Il contesto spirituale è impregnato di stupore e di contemplazione mistica, poiché gli angeli accompagnano i fedeli cristiani a entrare nel mistero dell’umiltà divina: Dio si fa bambino, indossa la fragilità della carne, si offre come luce per ogni uomo. In questa cornice, la preghiera diventa un ponte tra la liturgia della Chiesa terrestre e quella angelica, immersa nell’evento salvifico che dà senso all’intera storia umana.
2. I destinatari a cui è rivolta e perché
La preghiera è rivolta direttamente agli Angeli del Cielo, e più precisamente agli angeli che, secondo la narrazione lucana, annunciarono ai pastori la nascita di Gesù. Gli angeli sono interpellati con titoli solenni e affettuosi: “fedeli servitori del Dio Altissimo”, “messaggeri celesti” che per primi hanno contemplato il volto del neonato Redentore.
Quest’invocazione agli angeli si fonda sulla loro funzione di mediatori, di araldi della volontà divina e di custodi degli uomini. Nella teologia cattolica e ortodossa, nonché nella pietà popolare, è comune rivolgersi agli angeli per chiedere protezione, sostegno spirituale, guida nella lode a Dio e nell’accoglienza dei Suoi misteri. In particolar modo nel tempo di Natale, gli angeli vengono riconosciuti come testimoni privilegiati e autori del canto di lode che accompagna la manifestazione del Figlio di Dio nella carne.
La scelta di rivolgersi agli angeli, e non direttamente a Dio o a Gesù Bambino, permette ai fedeli di sentirsi parte della grande assemblea che, in cielo e in terra, canta la gloria di Dio nell’incarnazione. In questo modo la preghiera educa il cuore a “cantare con gli angeli”, cioè a pregare con mente pura, in gioioso stupore, superando le preoccupazioni terrene per innalzarsi alla visione della bontà e dell’amore divini che si manifestano nel Natale.
3. I beneficiari per cui intercede e i bisogni spirituali/fisici che affronta
I beneficiari della preghiera sono esplicitamente i Fedeli Cristiani, cioè il popolo di Dio che si raccoglie intorno al mistero della Natività. Gli angeli vengono invocati come intercessori e alleati per tutta la comunità ecclesiale.
I bisogni affrontati dalla preghiera sono principalmente di ordine spirituale:
- La letizia del cuore, dono che permette di riconoscere ogni giorno la presenza del Signore, anche nelle piccole cose.
- La grazia dello stupore davanti all’umiltà di Dio, contro la tentazione della superficialità e dell’indifferenza (cfr. Papa Francesco, Omelia Notte di Natale 2019).
- La capacità di lodare il mistero, cioè di entrare nella liturgia celeste con cuore sincero e grato.
- La forza di essere degni di unire la gloria terrena a quella celeste, superando i limiti della condizione umana e accogliendo la chiamata alla santità.
In senso più ampio, si può riconoscere anche una domanda fisica e morale: invocando “pace in terra agli uomini che Egli ama”, la preghiera si fa eco degli annunci profetici (Isaia 9,5) e della speranza nella riconciliazione, nella pace sociale e nella consolazione delle sofferenze.
4. I temi teologici principali, con citazioni bibliche e patristiche pertinenti
La preghiera si caratterizza per una ricchezza di temi teologici:
-
Incarnazione e umiltà di Dio: il cuore pulsante del Natale è il mistero del Verbo che si fa carne (Gv 1,14). La preghiera invita a “stupirsi davanti all’umiltà di Dio”, facendo eco a San Leone Magno:
“Umiliati dunque, o uomo, per far sì che in te si glorifichi Dio; riconosci la tua miseria, per diventare degno della sua misericordia”
(Omelia sul Natale, 1,3). -
Lode angelica: l’inno “Gloria a Dio nell’alto dei cieli” è di origine evangelica (Lc 2,14) ed è stato inserito fin dai primi secoli nella liturgia cristiana (cfr. Sacramentario Leoniano). I Padri, come Sant’Ambrogio, vedevano la partecipazione al canto angelico come il compimento della nostra vocazione di creature:
“Gli angeli, in questa notte, annunciano la pace; colui che non la accoglie non può essere annoverato tra quelli degni di ascoltare il loro canto”
(In Lucam II, 57). - Unione della Chiesa terrestre e celeste: la preghiera esprime la dottrina della communio sanctorum, la comunione dei santi e degli angeli, già presente nelle lettere di San Paolo (Ebrei 12,22: “Vi siete accostati alla città del Dio vivente, alla comunità festosa di miriadi di angeli...”).
- Pace e riconciliazione: con le parole conclusive, la preghiera invoca “pace in terra agli uomini che Egli ama”, prolungando il messaggio evangelico della salvezza universale.
5. Il genere di preghiera e la sua collocazione nella tradizione liturgica
La Lode agli Angeli nel Santo Natale è innanzitutto una preghiera di lode: proclama la gloria di Dio e si unisce al canto degli angeli. Vi è una componente di intercessione (gli angeli sono invocati perché sostengano i fedeli) e di adorazione del mistero dell’Incarnazione.
Liturgicamente, la preghiera riprende la tradizione del “Gloria in excelsis Deo” presente fin dall’antichità nella Messa della Notte di Natale e in tutte le solennità (cfr. Ordinamento Generale del Messale Romano). Le preghiere agli angeli, soprattutto nel tempo natalizio, occupano un posto privilegiato nei riti d’oriente e d’occidente. Numerosi innari e antifonari medioevali, così come le preghiere familiari e comunitarie, invitano a unirsi agli angeli nella proclamazione della nascita del Salvatore.
La dimensione di ringraziamento emerge nella gratitudine per i doni che il Natale reca, e la richiesta di gioia e letizia mostra una sfumatura di preghiera petitoria (supplica spirituale).
6. Indicazioni pratiche: come usarla nella preghiera personale, comunitaria e nei tempi dell’anno liturgico
Questa preghiera può essere facilmente utilizzata sia nel contesto personale sia comunitario durante il tempo di Natale.
- Preghiera personale: si può recitare durante la veglia domiciliare della Notte di Natale, nella meditazione mattutina o serale, o prima di una rappresentazione del presepio, come modo per entrare nella lode e nello stupore degli angeli.
- Preghiera comunitaria: può essere inserita nei momenti di preghiera familiare, nei riti domestici natalizi, nella celebrazione della Messa della notte o nella Liturgia delle Ore (ad esempio come antifona, invocazione o conclusione del Vespro di Natale).
- Anche in processioni, veglie di Natale, incontri di catechesi e momenti di adorazione eucaristica nel tempo natalizio trova la sua naturale collocazione.
Particolarmente adatta dal 24 dicembre fino all’Epifania, la preghiera si armonizza con tutto il periodo liturgico del Natale, ma può anche essere ripresa in altre solennità cristologiche o mariane che evocano la presenza angelica (Annunciazione, Ascensione).
Può essere anche cantata, alternando le parti corali ("Gloria a Dio nell’alto dei cieli") a voci soliste o a cori di bambini, per far rivivere lo spirito e la gioia del Natale.
Nel raccoglimento personale, si può recitare lentamente, meditando su ciascuna invocazione, per accogliere la letizia angelica e trasformarla in attitudine di vita quotidiana. In comunità, la preghiera può essere preceduta o seguita da canti natalizi tradizionali e dall’ascolto del Vangelo della Natività.
In sintesi, la Lode agli Angeli nel Santo Natale è un itinerario spirituale per vivere il Natale nello stupore, nella gioia e nella speranza, insieme alla moltitudine celeste che continua a cantare la gloria del Dio incarnato.
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