Invocazione ai Cori Angelici per la Liturgia

Ascolta la Preghiera
Coro degli Angeli santi, ascoltate la nostra voce:
Nella casa ferita dal silenzio e dalla discordia,
vegliate su chi cerca riconciliazione, donateci la vostra luce e il vostro canto di pace.
Unite, o cori celesti, la nostra preghiera costante al vostro inno eterno d’amore nella liturgia infinita dei Cieli.
Avvolgete le nostre famiglie nel manto della concordia, perché ogni cuore divida il pane del perdono e ritrovi la gioia perduta.
Santi Angeli, intercedete per noi:
aiutateci a rinnovare ogni giorno la speranza, a ricucire ogni strappo con il filo della carità, a costruire insieme la famiglia che Dio desidera.
Gloria a voi, cori angelici, che guidate la nostra umile voce verso l’altare della lode:
uniteci oggi e sempre al vostro canto di festa che non conosce tramonto, perché nella pace delle nostre case risplenda la preghiera incessante della nostra comunità.
Amen.
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Spiegazione della Preghiera
1. Il contesto spirituale e dottrinale della preghiera
Questa preghiera, rivolta ai cori degli angeli santi, si inserisce pienamente nella tradizione cristiana che riconosce il ruolo degli angeli come intermediari, messaggeri e protettori dati da Dio all’umanità. Dottrinalmente, la fede sugli angeli trova solide radici nella Sacra Scrittura e nelle formulazioni teologiche della Chiesa: gli angeli sono creature puramente spirituali (cfr. Catechismo della Chiesa Cattolica, n. 328) che lodano Dio incessantemente e servono il suo disegno salvifico.
Questo testo si colloca spiritualmente sia nella dimensione della liturgia della Chiesa - che spesso invoca il coro angelico a unirsi alla lode dei fedeli (ad esempio nel Sanctus della Messa: “Con tutti gli angeli e i santi proclamiamo la tua gloria...”) - sia nel vissuto quotidiano dei credenti, sottolineando la continua azione degli angeli nelle vicende umane. In particolare, la preghiera nasce dal desiderio di portare concordia, riconciliazione e pace nelle famiglie, luoghi dove spesso i conflitti e i silenzi possono ferire relazioni e spegnere la gioia.
La dottrina cattolica insegna anche che ciascun fedele ha un angelo custode (Catechismo, n. 336), e che tutta la schiera celeste - i “corpi angelici” - partecipa attivamente al bene dell’umanità, intercedendo e accompagnando la Chiesa pellegrina sulla terra.
2. I destinatari a cui è rivolta e perché
La preghiera è direttamente rivolta al “coro degli Angeli santi” e ai “cori celesti”. Secondo la tradizione cristiana e la teologia, in particolare quella sviluppata da san Dionigi Areopagita e poi recepita da san Tommaso d’Aquino, gli angeli sono suddivisi in nove cori, ciascuno con un compito specifico nella gerarchia celeste (Serafini, Cherubini, Troni, Dominazioni, Virtù, Potestà, Principati, Arcangeli e Angeli).
Rivolgersi ai cori angelici significa coinvolgere l’intera “liturgia dei Cieli”, come recita la preghiera stessa, nella supplica di portare pace e riconciliazione. Si tratta di un’affermazione di fede nella comunione tra la Chiesa celeste e la Chiesa terrestre, e del desiderio che l’armonia celeste si rifletta anche nelle nostre realtà quotidiane, in particolare all’interno delle famiglie.
Gli angeli sono invocati come messaggeri di luce, di pace e di perdono perché fedeli ministri del volere di Dio e compassionevoli intercessori presso di Lui.
3. I beneficiari per cui intercede e i bisogni spirituali/fisici che affronta
Il testo prega principalmente per le famiglie, specialmente quelle segnate da “silenzio e discordia”, cioè da divisioni, conflitti, incomprensioni e mancanza di dialogo. I bisogni affrontati sono molteplici:
- Riconciliazione: nella frase “vegliate su chi cerca riconciliazione”, si chiede agli angeli di proteggere e guidare coloro che cercano di ricostruire rapporti feriti, suggerendo una cura per le relazioni umane lacerate.
- Pace e luce: le famiglie sono invocate ad essere avvolte nella “luce” e nel “canto di pace” degli angeli, segno di protezione spirituale contro le tenebre del peccato, della sfiducia, della depressione e della solitudine.
- Concordia e comunione: il “pane del perdono” indica il desiderio che il quotidiano, anche nelle sue ferite, sia trasfigurato dalla carità e dalla condivisione, elementi centrali della spiritualità familiare cristiana (“perché ogni cuore divida il pane del perdono e ritrovi la gioia perduta”).
- Speranza, ricostruzione e carità: infine, i bisogni primari sono quello della speranza nella difficoltà, della capacità di ricominciare (ricucire gli strappi), e la carità che sostiene e fonda ogni legame autentico.
Questi bisogni si rifanno sia ad aspetti spirituali (riconciliazione con Dio e tra persone, crescita nella fede e nell'amore) sia a necessità molto concrete e psicologiche, come la pace domestica, il superamento delle incomprensioni e la riscoperta della gioia familiare.
4. I temi teologici principali, con eventuali citazioni bibliche o patristiche pertinenti
Il testo propone molti temi teologici:
- La Comunione dei santi / gli angeli come intercessori:
- La Scrittura insegna che gli angeli stanno accanto a Dio e sono suoi ministri (cfr. Ebrei 1,14: “Non sono forse tutti spiriti incaricati di un ministero, inviati per servire coloro che devono erediterare la salvezza?”).
- San Basilio dice:
“Accanto a ciascun credente sta un angelo come protettore e pastore, per guidarlo verso la vita.”
(cfr. In Psalm. 33,2).
- Lode eterna e liturgia celeste:
- “Unite... la nostra preghiera costante al vostro inno eterno d’amore”: questa dimensione di comunione tra preghiera umana e lode angelica richiama la liturgia celeste evocata dall’Apocalisse (“Davanti al trono lodavano Dio dicendo: ’Amen! Alleluia!’”, Ap 19,4), tema molto presente nella liturgia della Chiesa.
- La famiglia come Chiesa domestica:
- Il desiderio che ogni famiglia sia “unita”, “divida il pane del perdono” rimanda a Colossesi 3,13-15: “Sopportatevi a vicenda e perdonatevi reciprocamente... sopra tutto vi sia la carità... E la pace di Cristo regni nei vostri cuori.”
- Speranza e carità come virtù teologali:
- “A rinnovare ogni giorno la speranza, a ricucire ogni strappo con il filo della carità” allude all’azione continua e quotidiana delle virtù cristiane, fondamento della vita nello Spirito e della santità domestica, come insegna san Paolo (cfr. 1 Cor 13).
La preghiera intreccia quindi il tema dell’efficacia dell’intercessione angelica, della partecipazione dell’uomo alla liturgia celeste, e della trasformazione della vita ordinaria mediante la grazia e il perdono.
5. Il genere di preghiera e la sua collocazione nella tradizione liturgica
Questo testo appartiene principalmente al genere della preghiera di intercessione - cioè si chiede agli angeli di intervenire presso Dio per le nostre necessità - ma ha anche forti elementi di lode (“Gloria a voi, cori angelici”) e di supplica (“aiutateci a rinnovare ogni giorno la speranza”).
Liturgicamente, richiami simili si trovano:
- Nel Sanctus della Messa (unione delle voci umane e angeliche nella lode);
- Nelle preghiere di compieta o di affidamento notturno agli angeli;
- Nelle litanie (“Angeli e santi di Dio, pregate per noi!”);
- Nelle celebrazioni dedicate agli angeli (festa degli angeli custodi - 2 ottobre, e Santi Michele, Gabriele e Raffaele - 29 settembre).
Se usata nella liturgia ufficiale, può avere spazio in celebrazioni per le famiglie, incontri di preghiera comunitari, o in momenti di riconciliazione familiare, come meditazione oppure invocazione all’inizio o al termine di una riunione o di un momento di crisi.
6. Indicazioni pratiche per l’uso personale e comunitario e l’anno liturgico
Nell’uso personale: questa preghiera è particolarmente indicata per momenti di difficoltà in famiglia, prima di una riconciliazione, in periodi di incomprensione o discordia, oppure semplicemente come affidamento quotidiano degli affetti agli angeli custodi. Può essere recitata:
- Al mattino, per chiedere protezione e pace nella giornata domestica.
- Alla sera, come ringraziamento e richiesta di custodia notturna.
- In giornate segnate da tensioni, prima di un incontro familiare, di una discussione difficile o durante una prova.
Nell’uso comunitario: può introdurre incontri di preghiera per le famiglie, ritiri, adorazioni eucaristiche, o essere inserita nel rosario familiare. Può essere usata anche in liturgie penitenziali familiari o in celebrazioni dedicate alla pace domestica.
Nel calendario liturgico: il legame con la spiritualità angelica la rende adatta:
- Alle feste degli angeli (2 ottobre, 29 settembre).
- Nei tempi forti in cui la riconciliazione è centrale (Avvento e Quaresima).
- Nella giornata della famiglia (es. Festa della Santa Famiglia), nelle benedizioni delle case.
Ripetuta con costanza, la preghiera diventa non solo supplica, ma anche scuola di vita cristiana, imparando a trasformare la relazione familiare nella “liturgia incessante” della carità del quotidiano, sotto lo sguardo benigno e la guida degli angeli santi.
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