Lamento a Santa Liduina di Schiedam per la sofferenza dei malati cronici

Destinatari:  Santa Liduina di Schiedam
Beneficiari:  Malati cronici
Tipologie:  Lamento
Lamento a Santa Liduina di Schiedam per la sofferenza dei malati cronici
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Santa Liduina di Schiedam, sorella nelle ferite del corpo e dell’anima, a te leviamo il nostro lamento con cuori gravati da dolore e stanchezza. Tu che fosti colpita da anni innumerevoli di sofferenza, conosci il peso dei giorni che non finiscono e delle notti senza riposo, il tormento che prosciuga ogni speranza.

Noi, malati cronici, saliamo il nostro calvario quotidiano; il corpo oppresso, la mente smarrita, il cuore spesso sfiorato dalla disperazione. Spesso ci chiediamo: “A che serve tanta pena? Perché il dolore non trova requie?” La fatica di non essere compresi, il silenzio degli altri, la solitudine dentro sintomi che schiacciano. Tutto si fa pesante, e la luce pare lontana.

Santa Liduina, tu hai unito ogni tua ferita a quelle di Cristo, e nel buio sei stata visita dalla sua consolazione. Intercedi per noi, perché possiamo trovare un senso anche nella prova più dura; non permettere che la nostra fatica sia vana o ci renda prigionieri dell’amarezza.

Ottienici, per la tua amicizia e preghiera, la forza di non cedere alla disperazione, il coraggio di affidare la nostra sofferenza a Cristo, la grazia di sentire che non siamo soli nel portare la croce. Fa’ che, come te, possiamo scorgere una luce di bene anche nei nostri giorni più difficili.

Santa Liduina, gemma nella sofferenza, consola chi si consuma nel dolore. Insegnaci a trasformare il nostro lamento in speranza, e le lacrime in abbandono fiducioso tra le braccia di Dio.

Tu che hai patito, non dimenticare chi ancora oggi patisce. Amen

Spiegazione della Preghiera

1. Il contesto spirituale e dottrinale della preghiera

La preghiera a Santa Liduina di Schiedam si colloca nel ricco orizzonte del cristianesimo cattolico, dove la sofferenza trova un senso redentivo alla luce della Croce di Cristo. Il testo riflette una spiritualità fondata sull’unione delle proprie pene a quelle di Gesù, come delineato nella dottrina del valore salvifico del dolore. La vita di Santa Liduina, vissuta nel XV secolo nei Paesi Bassi, ne è manifestazione esemplare: colpita a 15 anni da una grave malattia dopo una caduta, visse quasi quarant’anni immobilizzata tra atroci dolori. La tradizione la considera un modello di accoglienza cristiana del patire, non come pura rassegnazione bensì come partecipazione al mistero pasquale.

Questa preghiera, nella sua intensità, riversa un grido umano trasfigurato dalla fede. Dialoga con la convinzione che “completare nella propria carne quello che manca ai patimenti di Cristo” (Colossesi 1,24) sia possibile e persino fecondo, nella misura in cui ogni sofferenza vissuta nell’amore può divenire offerta di salvezza. Il magistero, soprattutto con Giovanni Paolo II (in Salvifici Doloris, 1984), afferma con vigore che le piaghe dell’uomo unite a quelle di Gesù diventano luogo di grazia e comunione.

2. I destinatari a cui è rivolta e perché

Questa preghiera è rivolta, in primo luogo, a Santa Liduina, riconosciuta come patrona dei malati cronici, degli infermi e di chi soffre per lunghi periodi. Alla santa si chiede intercessione, considerando la sua esperienza di dolore prolungato e la sua capacità, testimoniata dai biografi, di trovare consolazione in Cristo, nonostante l’apparente assenza di speranza umana.

La ragione della scelta di Liduina come destinataria è profondamente meditata: ella stessa è sorella nelle ferite del corpo e dell’anima, dunque viene avvertita come prossima, comprensiva, solidale. Nella letteratura agiografica, si distingue per aver sostato pazientemente nel proprio letto di dolore, assumendo su di sé la fragilità come luogo di incontro con Dio. Ricevere la sua vicinanza in preghiera significa sentirsi accolti nella propria fatica senza giudizio.

3. I beneficiari per cui intercede e i bisogni spirituali/fisici che affronta

I beneficiari di questa supplica sono “noi, malati cronici” e, più in generale, quanti vivono condizioni di sofferenza persistente, sia a livello fisico che psicologico: il corpo oppresso dalla malattia, la mente smarrita dalla stanchezza e dalla solitudine, il cuore sfiorato dalla disperazione. La preghiera dà voce a chi conosce l’isolamento che spesso accompagna la sofferenza invisibile e la fatica di essere compresi dagli altri.

I bisogni affrontati sono profondamente spirituali e, al tempo stesso, umanissimi. Da un lato si domanda la forza di non cedere allo sconforto, la capacità di allegare un significato alla propria croce e la grazia di vivere la sofferenza senza chiudersi nell’amarezza. Dall’altro si chiede concreta consolazione e il coraggio di affidarsi, anche senza capire, alle mani di Dio. Viene evocata la notte senza riposo, l’attesa di una qualche luce, la ricerca di speranza dove tutto sembra inutile.

4. I temi teologici principali

Diversi motivi spirituali e teologici attraversano la preghiera:

  • Il senso redentivo della sofferenza: la sofferenza non viene banalmente negata o glorificata, ma offerta come luogo di trasformazione. Viene ripreso, in chiave personale, l’insegnamento biblico:
    “Cristo ha sofferto per voi, lasciandovi un esempio, perché ne seguiate le orme” (1 Pietro 2,21).
  • L’unione delle proprie ferite a quelle di Cristo: la fede che ogni dolore, se offerto, si innesta nel mistero della Passione, secondo quanto esprime San Paolo:
    “Completo nella mia carne quello che manca ai patimenti di Cristo, a favore del suo corpo che è la Chiesa” (Colossesi 1,24).
  • La preghiera di intercessione: Santa Liduina è invocata come mediatrice, secondo la prassi del ricorso ai santi nella tradizione cattolica, fondata sull’amicizia dei santi e sulla loro viva presenza come intercessori.
  • La speranza come respiro di fede: attraverso la richiesta di una "luce di bene", si annuncia la certezza che nessuna croce è priva di senso o di compimento quando vissuta nell'ottica cristiana.

Anche i Padri della Chiesa hanno parlato in modo eloquente del valore della sofferenza offerta:

“Non chiedere a Dio di toglierti le prove, ma di darti la forza di portarle con Lui” – Sant’Agostino

Nel magistero recente, San Giovanni Paolo II (in Salvifici Doloris) approfondisce:

“La sofferenza umana raggiunge il suo culmine nell’unione con Cristo: essa è, nello stesso tempo, una misteriosa partecipazione all’opera della Redenzione.”

5. Il genere di preghiera e la sua collocazione nella tradizione liturgica

Questa preghiera appartiene al genere dell’intercessione, con forti accenti di supplica confessionale e di invocazione di consolazione. Essa, nello stile, si avvicina ai salmi di lamento (“A te grido dal profondo, Signore,” Salmo 130), ma lo fa rivolgendosi a una santa che ne ha incarnato il messaggio.

Non compare tra i testi liturgici ufficiali della Chiesa universale, ma può essere inserita nelle devozioni private, nelle celebrazioni comunitarie dedicate ai malati (come la Giornata mondiale del malato, l’11 febbraio), nelle novene o nei momenti di preghiera nei gruppi di sostegno. La sua struttura e il tono intenso la rendono particolarmente adatta per veglie di preghiera e momenti di accompagnamento spirituale nelle pastorali della salute.

6. Indicazioni pratiche: uso nella preghiera personale, comunitaria e nei tempi dell’anno liturgico

  • Nella preghiera personale: può essere recitata nei momenti di maggiore sofferenza, quando la stanchezza e la disperazione sembrano prevalere. Si può ripetere come atto di abbandono durante crisi di dolore fisico o morale, oppure essere meditata lentamente come lectio, soffermandosi sulle frasi che danno voce al proprio stato d’animo.
  • Nella preghiera comunitaria: utile nei gruppi di malati, nelle cappelle ospedaliere e durante i pellegrinaggi negli santuari dedicati a Santa Liduina o a santi che hanno vissuto la sofferenza. Può aprire o chiudere momenti di preghiera condivisa, specialmente in occasione della benedizione degli infermi o dei tempi forti di penitenza (Quaresima).
  • Durante l’anno liturgico: particolarmente appropriata nel Tempo di Quaresima, periodo in cui la meditazione sulla Passione di Cristo si fa più intensa. Può essere proposta l’11 febbraio, nella Giornata mondiale del malato, il giorno della memoria di Santa Liduina (14 aprile), o nei momenti di adorazione eucaristica dedicati all’offerta della sofferenza.

Infine, la preghiera può essere personalizzata inserendo i nomi concreti delle persone sofferenti, così che ogni comunità possa sentirsi realmente coinvolta. Si possono abbinare letture bibliche appropriate (come 2 Corinzi 1,3-7 o Matteo 11,28-30) e concludere con un Padre Nostro o un’Ave Maria per esprimere comunione con tutta la Chiesa.

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