Angelus con l'Arcangelo Barachiele per la benedizione degli Studenti fuori sede

Destinatari:  Arcangelo Barachiele
Beneficiari:  Studenti fuori sede
Tipologie:  Angelus
Angelus con l'Arcangelo Barachiele per la benedizione degli Studenti fuori sede
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L’Angelus a San Barachiele per gli Studenti fuori sede

V. L’Arcangelo Barachiele discese dal Cielo quale messaggero di benedizioni eterne.
R. E su tutti gli studenti viaggiatori, lontani dalla loro dimora, effuse la sua luce.

V. O Barachiele, angelo della protezione, accompagna noi studenti fuori sede nei giorni di fatica e di distanza.
R. Dona il coraggio nei momenti di solitudine, la saggezza nello studio, la serenità nel cuore.

V. Sotto il Tuo manto, Arcangelo Benedetto, affidiamo le nostre speranze e i nostri sogni, perché nessuno sia mai solo lontano da casa.
R. Avvolgici con la tua protezione e fa’ che la tua benedizione eterna ci guidi verso il successo e la pace.

Preghiamo:
O Arcangelo Barachiele, angelo delle benedizioni, proteggi e accompagna tutti noi, studenti che affrontiamo terre nuove e sfide ignote.
Fa’ che la Tua mano resti sempre su di noi, donandoci forza, fiducia e luce in ogni prova.
Rendici strumenti di amore e speranza lontano dalle nostre famiglie.
Per tua intercessione, scenda su di noi la benedizione eterna.
Amen.

Spiegazione della Preghiera

1. Contesto spirituale e dottrinale della preghiera

La preghiera intitolata “L’Angelus a San Barachiele per gli Studenti fuori sede” trova le sue radici in una profonda sensibilità spirituale verso la realtà di chi è chiamato a vivere, studiare e crescere lontano da casa. Nel contesto della tradizione cristiana, l’invocazione agli angeli – in particolare agli arcangeli — è una pratica antica, legata all’idea che gli spiriti celesti siano mediatori della Provvidenza divina, custodi e apportatori di grazia, come si deduce dalle Scritture (Ebrei 1,14: “Non sono forse tutti spiriti al servizio di Dio, incaricati di assistere quelli che devono ottenere la salvezza?”).

L’Angelus tradizionale è una preghiera mariana, scandita da un ritmo di invocazione e risposta, arricchito da spunti biblici. Qui, la forma dialogica identifica invece Barachiele — tradizionalmente conosciuto come l’angelo delle benedizioni — come figura centrale dell’intercessione. L’atto del pregare “a San Barachiele” va inteso come richiesta di intercessione, seguendo la prassi di rivolgersi ai santi e agli angeli come amici e difensori nella lotta spirituale (cfr. Catechismo della Chiesa Cattolica, nn. 334-336).

L’ambientazione moderna — gli studenti fuori sede — aggiunge un ulteriore valore: la consapevolezza che la vita accademica lontano dal proprio ambiente d’origine pone sfide non solo intellettuali, ma anche umane e spirituali. L’invocazione a Barachiele nasce dal bisogno di essere sostenuti da una presenza celeste e rassicurante.

2. I destinatari a cui è rivolta e perché

La preghiera è esplicitamente indirizzata a San Barachiele, uno degli arcangeli della tradizione cristiana, sebbene non menzionato nei libri canonici della Bibbia, ma comunque venerato in alcune tradizioni liturgiche orientali e occidentali. Il nome “Barachiele” — derivato dall’ebraico berākhāh (“benedizione”) — identifica colui che porta la benedizione di Dio agli uomini, principio che trova eco nelle invocazioni ripetute nel testo della preghiera.

Il perché di questa particolare invocazione si collega alla funzione specifica attribuita a Barachiele: essere dispensatore di grazia, protezione e benedizione per chi affronta contesti di incertezza, come studenti costretti a migrare in luoghi nuovi, esposti a difficoltà, solitudini e disorientamenti. La preghiera riconosce nella figura angelica un punto di riferimento e una guida, padre e compagno spirituale per chi si sente lontano da casa, dai propri affetti e punti di riferimento.

3. I beneficiari per cui intercede e i bisogni spirituali/fisici che affronta

L’intercessione richiesta a Barachiele va a beneficio di tutti gli studenti fuori sede: ragazzi e ragazze che per motivi di studio si allontanano dal proprio contesto familiare e vivono nuove sfide in ambienti sconosciuti. Il testo individua chiaramente una serie di bisogni spirituali e psicofisici:

  • Il bisogno di coraggio “nei momenti di solitudine”, per superare la malinconia e la paura che possono sorgere lontano da casa.
  • Saggezza nello studio, intesa come dono dello Spirito (Sapienza 7,7-14), perché la fatica intellettuale sia accompagnata da discernimento e rendimento.
  • Serenità nel cuore, fondamentale per mantenere l’equilibrio emotivo e spirituale dinanzi alle difficoltà.
  • Protezione fisica e morale, implorando la custodia dell’Arcangelo nelle “terre nuove” e tra “le sfide ignote”, quindi nei pericoli concreti e nelle tentazioni dell’isolamento.
  • Benedizione per il successo e la pace: il testo suggerisce sia la buona riuscita negli studi sia il raggiungimento della pace interiore e del benessere complessivo.
  • Speranza e amore: la richiesta di rendere gli studenti “strumenti di amore e speranza” trasmette il desiderio che il loro esilio possa diventare occasione di crescita e carità verso gli altri.

Il cuore del bisogno espresso è l’assenza di radici e la vulnerabilità che caratterizzano lo sradicamento e la solitudine di chi affronta una nuova tappa di vita lontano dai propri luoghi consueti.

4. I temi teologici principali, con citazioni bibliche e patristiche

Diversi temi teologici sono intrecciati nella preghiera:

  • La protezione angelica: L’idea che gli angeli accompagnino l’uomo nel cammino terreno è diffusa nella Bibbia (“Ecco, io manderò un angelo davanti a te, per proteggerti sul cammino” — Esodo 23,20) e negli scritti patristici (Origene: “Ciascuno dei fedeli è assistito da un angelo…” — In Numeros hom., XXI).
  • La benedizione: Barachiele è l’angelo “delle benedizioni”, tema che attraversa la spiritualità biblica (“Il Signore ti benedica e ti custodisca…” — Numeri 6,24), sottolineando che la grazia e la protezione divina sono donate anche attraverso mediatori celesti.
  • La speranza nel pellegrinaggio terreno: Essere fuori casa è anche metafora della condizione cristiana (“Non abbiamo quaggiù una città stabile, ma cerchiamo quella futura” — Ebrei 13,14); gli studenti sono viandanti, come il popolo d’Israele nel deserto, e implorano guida e sostegno.
  • L’intercessione a favore della giovinezza e dello studio: Il tema della Sapienza è esplicitamente invocato (Gc 1,5: “Se qualcuno di voi manca di sapienza, la chieda a Dio…”), mostrando come lo studio sia luogo di incontro tra grazia e responsabilità.
  • La funzione della comunità celeste: L’appello “nessuno sia mai solo lontano da casa” mostra che nella vita cristiana non si è mai abbandonati, ma inseriti in una comunione visibile (Chiesa) e invisibile (angeli e santi).

Tra i Padri della Chiesa, è significativo sant’Ambrogio:

“Noi siamo sotto la custodia degli angeli. Che rispetto, dunque, dobbiamo portare loro!” (De Viduis, 16).
La preghiera, così, educa a una fede concreta nella presenza quotidiana del cielo, specialmente nei momenti di vulnerabilità.

5. Genere di preghiera e collocazione liturgica

La struttura dialogica (V./R.) suggerisce una preghiera responsoriale, adatta sia all’uso personale che comunitario. Si tratta prevalentemente di una preghiera di intercessione (invocando l’aiuto di Barachiele per un gruppo particolare), ma sono presenti anche elementi di lode e supplica (“effuse la sua luce”, “Arcangelo Benedetto”), oltre che la richiesta di protezione e benedizione.

Non si tratta di una preghiera liturgica ufficiale delle Chiese cristiane, né rientra tra le ore canoniche, ma per forma e spirito può trovare posto nelle devozioni private, specialmente in momenti di partenza, inizio anno accademico, esami, incontri pastorali universitari o celebrazioni per i giovani. In alcune parrocchie o comunità universitarie potrebbe essere adattata come rito di invio o benedizione.

6. Indicazioni pratiche: uso personale e comunitario

Per la preghiera personale:

  • Gli studenti possono recitare l’Angelus a San Barachiele ogni mattina, prima di andare a lezione, chiedendo protezione e benedizione per il giorno e le prove imminenti.
  • È particolarmente efficace nei momenti di scoraggiamento, lontananza dagli affetti o ansia per gli esami.

In preghiera comunitaria:

  • Si può proporre come rito di benedizione all’inizio dell’anno accademico nelle chiese universitarie, associazioni di studenti, gruppi di preghiera o convitti.
  • Può essere inserita nei momenti di affidamento prima di viaggi, partenze, o durante ritiri spirituali per universitari.
  • La formula responsoriale rende semplice l’animazione anche per piccoli gruppi, favorendo la partecipazione attiva.

Nell’anno liturgico:

  • Non esiste un tempo specifico assegnato, ma l’inizio e la fine di semestre o le principali festività accademiche sono occasioni ideali.
  • Poco prima degli esami, o durante celebrazioni per i migranti e gli studenti fuori sede, può essere integrata nel contesto di una Liturgia della Parola.

La preghiera aiuta a custodire un legame spirituale tra studenti lontani e la Chiesa, ricordando che la “benedizione eterna” accompagna chi si mette in cammino con fede, studio e speranza.

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