Invocazione a Sant'Erasto per la Fedeltà nel Servizio

Destinatari:  Sant'Erasto
Beneficiari:  Consacrati laici
Temi:  Vita cristiana
Tipologie:  Invocazione
Invocazione a Sant'Erasto per la Fedeltà nel Servizio
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Sant’Erasto, fedele collaboratore degli apostoli, a te rivolgiamo la nostra invocazione, noi, consacrati laici chiamati a essere luce nel mondo e testimoni della fede.

Ottienici la grazia di una vita cristiana coerente, affinché ogni nostro pensiero, parola e azione sia segno incarnato dell’amore di Cristo. Sostienici quando la coerenza si fa fatica, donaci il coraggio della fedeltà e la gioia della perseveranza.

Tu che hai servito la Chiesa con generosità, insegnaci a donarci senza misura e a costruire, giorno dopo giorno, una comunità più giusta, accogliente e aperta al Vangelo. Fa’ che nelle occupazioni quotidiane, nelle relazioni e nel lavoro, si riflettano la santità semplice e il servizio umile e autentico che tu stesso hai vissuto.

Sant’Erasto, intercedi per noi: rendi sempre viva la passione per il Regno in ciò che siamo e facciamo, perché ogni consacrato laico sia segno credibile di gioia evangelica nel nostro tempo e dono luminoso alla Chiesa e al mondo.

Spiegazione della Preghiera

1. Il contesto spirituale e dottrinale della preghiera

Questa preghiera a Sant’Erasto si inserisce pienamente nel solco della spiritualità cristiana che riconosce la partecipazione dei santi all’intercessione e alla comunione della Chiesa. Nella tradizione cattolica, invochiamo i santi non solo come modelli, ma come amici e protettori capaci, per la loro vicinanza a Dio, di presentare le nostre suppliche. Sant’Erasto viene ricordato come fedele collaboratore degli apostoli, riferito probabilmente al personaggio menzionato nelle Lettere paoline (cfr. Rm 16,23; At 19,22; 2Tm 4,20): egli rappresenta i laici che hanno servito generosamente e fedelmente la Chiesa nascente.
Dottrinalmente, la preghiera contiene temi portanti dell’ecclesiologia post-conciliare: la promozione della vocazione laicale, il valore della coerenza tra fede e vita, e la chiamata universale alla santità (Lumen Gentium, cap. V). I laici sono chiamati a essere “luce del mondo” (Mt 5,14) e a testimoniare la fede nelle realtà quotidiane: questa invocazione riflette il cammino di un laico cristiano moderno che trova ispirazione nei primi collaboratori degli apostoli.

2. I destinatari a cui è rivolta e perché

Il destinatario principale della preghiera è Sant’Erasto, diacono e collaboratore di San Paolo, che il Nuovo Testamento ricorda come responsabile e servitore della comunità cristiana nascente. A lui vengono indirizzate invocazioni di intercessione, chiedendo il suo sostegno e la sua guida.
Ma un altro livello di destinatari si rivela “ad intra”: la preghiera è pensata affinché la recitino i consacrati laici, cioè cristiani impegnati nel proprio battesimo e, spesso, in qualche forma di consacrazione speciale (istituti secolari, associazioni, movimenti). Essi si sentono chiamati ad essere “testimoni” e “luce” nel mondo. Sant’Erasto è scelto come modello e patrono proprio perché la sua storia esprime fedeltà apostolica, servizio e impegno laicale vissuto nella Chiesa primitiva.

3. I beneficiari per cui intercede e i bisogni spirituali/fisici che affronta

La preghiera intercede esplicitamente per i laici consacrati, ma in maniera più ampia per tutti i laici impegnati nella vita della Chiesa e del mondo. Si chiede, tramite l’intercessione di Sant’Erasto, il dono di una coerenza cristiana radicale: “affinché ogni nostro pensiero, parola e azione sia segno incarnato dell’amore di Cristo”.
I bisogni spirituali affrontati sono molteplici:

  • La coerenza tra fede professata e vita concreta, soprattutto nelle difficoltà e nelle tentazioni della mediocrità o del compromesso.
  • Il coraggio della fedeltà che permette al laico di rimanere saldo nella missione ricevuta.
  • La perseveranza nella gioia, elemento imprescindibile per vivere la testimonianza evangelica.
  • La generosità nel servizio, cioè la dedizione senza misura agli altri e alla costruzione della comunità.
  • L’apertura della comunità all’accoglienza e al Vangelo, tema centrale nella pastorale contemporanea.
  • Il riflesso della santità nelle occupazioni quotidiane, nelle relazioni e nel lavoro, richiamando la santità dei piccoli gesti e la dignità della vita ordinaria.
  • La passione per il Regno, cioè la tensione missionaria e la gioia evangelica da vivere e testimoniare ogni giorno.
Non si menzionano esplicitamente bisogni materiali o fisici, ma il riferimento alle “occupazioni quotidiane”, alle “relazioni” e al “lavoro” suggerisce una preoccupazione per tutti gli aspetti della vita del consacrato laico, secondo una visione integrale della persona.

4. I temi teologici principali, con citazioni bibliche o patristiche

La preghiera si snoda lungo alcune linee teologiche:

  • La santità laicale e la testimonianza nel mondo: L’invocazione a essere “luce nel mondo” (cfr. Mt 5,14-16: “Voi siete la luce del mondo... così risplenda la luce davanti agli uomini”) e “testimoni della fede” si fonda sulla chiamata battesimale di ogni cristiano, ribadita dal Vaticano II (Lumen Gentium 31: “I laici sono chiamati a rendere presente e operante la Chiesa nei luoghi e nelle circostanze in cui essa non può diventare sale della terra se non per mezzo di loro”).
  • La coerenza di vita: La richiesta che “ogni nostro pensiero, parola e azione sia segno incarnato dell’amore di Cristo” si richiama all’ideale paolino: Col 3,17: “E qualunque cosa facciate, in parole e in opere, tutto si compia nel nome del Signore Gesù”.
  • Il coraggio della fedeltà e la perseveranza: Come espresso nelle lettere paoline (1Cor 15,58: “Siate saldi, incrollabili, sempre abbondanti nell’opera del Signore”) e nel magistero di Papa Francesco sulla “santità della porta accanto” (Gaudete et Exsultate 7).
  • Il servizio umile e autentico: Valore fondamentale nella spiritualità cristiana, perfettamente esemplificato da Cristo stesso (Mt 20,26-28: “Chi vuole essere grande tra voi si farà vostro servo”).
  • La comunità accogliente: Ricorda il comando di Gesù di amarsi “gli uni gli altri” (Gv 13,34-35), e invita a costruire una Chiesa ospitale, aperta al Vangelo e non autoreferenziale.
  • La passione per il Regno e la gioia evangelica: Il desiderio di vivere la fede con “gioia” richiama le esortazioni di San Paolo (Fil 4,4: “Rallegratevi nel Signore sempre”) e lo spirito missionario che anima la Chiesa dall’inizio.
Patristicamente, sant’Erasto incarna ciò che sant’Agostino scriveva ai fedeli laici:
“Con voi sono cristiano, per voi sono vescovo. Quello è il nome della grazia, questo è il nome del dovere.” (Sermo 340)
A sottolineare che il servizio nella comunità è di tutti — vescovi, sacerdoti e laici — ciascuno con la propria vocazione.

5. Il genere di preghiera e la sua collocazione nella tradizione liturgica

La preghiera si configura essenzialmente come una intercessione rivolta a Sant’Erasto, affinché egli ottenga per i consacrati laici la grazia della fedeltà e della testimonianza. Ma include anche:

  • espliciti elementi di invocazione (“a te rivolgiamo la nostra invocazione”);
  • tonalità di lode (“fedele collaboratore”, “hai servito la Chiesa con generosità”);
  • supplica e desiderio di conversione continua, specie in frasi come “insegnaci a donarci senza misura”, “sostienici quando la coerenza si fa fatica”.
Non si tratta di una preghiera penitenziale, ma del tutto orientata alla missione e alla testimonianza.
Liturgicamente, simili orazioni trovano spazio:
  • nelle celebrazioni di particolare rilievo per i laici (feste patronali, incontri di movimenti, giornate della consacrazione secolare);
  • in momenti di preghiera personale o di gruppo alla vigilia di scelte importanti;
  • negli atti di affidamento o di ringraziamento per l’impegno laicale.
Nelle liturgie ufficiali è raro trovare un’ampia diffusione del culto di Sant’Erasto, ma laddove è presente o dove si vuole valorizzare la testimonianza laicale, questa preghiera si adatta perfettamente.

6. Indicazioni pratiche: uso nella preghiera personale, comunitaria e liturgica

Per vivere questa preghiera con frutto, si suggeriscono i seguenti modi:

  • Preghiera personale: Ottima per meditazioni mattutine o serali, specie da parte di consacrati laici o di chi desidera rinnovare il proprio impegno di fede nella vita quotidiana.
  • Preghiera comunitaria: Può essere letta coralmente all’inizio o alla fine di incontri di associazioni laicali, movimenti, gruppi di volontariato, consigli pastorali parrocchiali, oppure durante momenti di ritiro o formazione.
  • Liturgia delle Ore: Può essere inserita come orazione finale in celebrazioni particolari per i laici o in suffragi per consacrati laici defunti.
  • Tempi forti dell’anno liturgico: In modo speciale nella solennità di Tutti i Santi, nella settimana della santità laicale (in alcune diocesi), o nel giorno dedicato a Sant’Erasto (se previsto dal calendario locale), oppure durante l’Ottava di Pentecoste per invocare la rinnovata missionarietà laicale.
  • Gestualità e simboli: Può essere accompagnata da un segno di luce (accensione di una candela), per sottolineare il tema della “luce nel mondo”, oppure seguita da un impegno concreto di servizio nei confronti della propria comunità.
In tutti i casi, questa preghiera rimanda all’orizzonte della santità quotidiana e al servizio umile che sono l’essenza della vocazione laicale secondo il Vangelo e la Tradizione.

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