Triduo a San Juan Diego e alla Madonna di Guadalupe per il Messico
Ascolta la Preghiera
Primo giorno
O Santissima Madre di Guadalupe, Madre di tutti i popoli, ti affidiamo in particolare i Popoli Indigeni e Originari. Insegnaci ad amare profondamente le nostre radici, la nostra terra e le diverse tradizioni, riconoscendo in esse la ricchezza che tu stessa hai abbracciato. Dona pace e unità ai nostri cuori, affinché nessuno si senta escluso dalla grande famiglia della nostra nazione.
Secondo giorno
San Juan Diego Cuauhtlatoatzin, umile messaggero, tu che sei stato scelto dalla Madre per essere ponte tra i mondi, intercedi per noi. Aiutaci a camminare insieme, con rispetto e fratellanza, nel riconoscere i valori che ogni popolo porta. Fa' che la luce del Vangelo illumini sempre i nostri passi verso una Unità Nazionale che custodisce e valorizza ogni differenza.
Terzo giorno
Madre amata di Guadalupe, ti preghiamo ancora una volta: ispira nei governanti e in tutti noi la sapienza per promuovere giustizia e uguaglianza tra i popoli. Dona a ciascuno il desiderio di lavorare per il < strong>bene comune strong> e il coraggio di costruire relazioni di rispetto e fiducia. Benedici i Popoli indigeni e originari, nostra grande ricchezza, segno della tua presenza materna e segno di speranza per una sola grande famiglia umana.
Madre di Guadalupe e San Juan Diego, pregate per noi!
Spiegazione della Preghiera
1. Il contesto spirituale e dottrinale della preghiera
Questa preghiera, articolata in tre giorni, si inserisce nella ricca spiritualità mariana legata a Nostra Signora di Guadalupe, una delle apparizioni più significative della Vergine Maria nella storia della Chiesa, avvenuta nei pressi di Città del Messico nel 1531. Il contesto spiritale è quello di una fede popolare profondamente radicata in America Latina, dove la Madonna di Guadalupe è vista non solo come Madre di Dio, ma anche come madre di tutti i popoli, capace di abbracciare e accogliere ogni cultura e tradizione.
Dal punto di vista dottrinale, la preghiera rispecchia gli insegnamenti della Chiesa riguardo alla dignità dei popoli originari, alla promozione della giustizia e alla costruzione dell’unità nella diversità. Il magistero, in particolare in documenti del Concilio Vaticano II e di vari pontefici come Papa Francesco, invita al riconoscimento e alla valorizzazione delle culture indigene come segni di ricchezza per l’intera umanità (Evangelii Gaudium, 190-198).
Il contesto spirituale è profondamente legato all'esperienza del dialogo tra popoli, tema simboleggiato dallo stesso San Juan Diego, l’indio azteco a cui Maria apparve parlando nella sua lingua e scegliendo segni e simboli della sua cultura. La preghiera evoca, così, uno spirito di inclusione, rispetto e riconciliazione, valori cristiani fondati sull’incarnazione di Cristo e sul comandamento dell’amore.
2. I destinatari a cui è rivolta e perché
La preghiera è indirizzata principalmente a due figure: La Madonna di Guadalupe e San Juan Diego Cuauhtlatoatzin. La Madonna di Guadalupe è invocata in quanto madre universale, ma in particolare come madre delle genti indigene e originarie, riconosciuta come colei che dà voce e dignità a chi è spesso escluso o marginalizzato.
San Juan Diego, invece, è ricordato e invocato quale primo testimone dell’apparizione guadalupana, “ponte tra i mondi”, simbolo di mediazione tra la cultura europea e quella indigena. La sua umiltà e la sua fede ne fanno un modello di discepolato cristiano, capace di accogliere la voce di Dio nelle pieghe dell’ordinario e della sofferenza degli ultimi.
- Maria di Guadalupe: come Madre che accoglie tutti, che protegge specialmente i più deboli, e che invita alla fraternità universale.
- San Juan Diego: intercessore modello per umiltà, ascolto, e dedizione alla missione ricevuta, è esempio di come ogni persona possa essere strumento di unità e giustizia.
La scelta di rivolgersi a queste figure risponde a un bisogno di radicamento spirituale e di riconoscimento reciproco tra popoli diversi, sollecitando alla preghiera quanti desiderano lavorare per un’umanità riconciliata nella diversità.
3. I beneficiari per cui intercede e i bisogni spirituali/fisici che affronta
I primi destinatari della preghiera d’intercessione sono i Popoli Indigeni e Originari, spesso soggetti a discriminazione, esclusione sociale, perdita delle radici culturali, minaccia ai loro territori e tradizioni. Per essi si chiede protezione, dignità, unità e riconoscimento del loro apporto alla società.
Ma la preghiera ha uno sguardo più ampio: chiede anche per ‘noi’ – la società nel suo insieme – di imparare ad amare le radici proprie e altrui, di crescere nell’unità, nella pace, nella giustizia e nell’uguaglianza. Si rivolge a chi detiene poteri decisionali (i governanti), invocando saggezza e volontà di lavorare per il bene comune.
- Beni spirituali richiesti: unità, rispetto delle differenze, riconciliazione, giustizia, pace, amore per la terra e le tradizioni.
- Bisogni materiali/fisici evocati: inclusione sociale e politica, salvaguardia dei territori e del creato, equità, condizioni di vita degne, superamento delle povertà materiali e culturali.
Il terzo giorno, infine, estende la supplica a tutta la comunità nazionale e umana, invocando la benedizione e la protezione su popoli che, custodendo la memoria delle origini, sono chiamati ad essere segni di speranza.
4. I temi teologici principali (con riferimenti biblici e patristici)
Numerosi i temi teologici che questa preghiera sviluppa:
- Maria, madre universale e mediatrice. Risuona qui la dimensione di Maria come Madre dei viventi (Gen 3,20; Gv 19,26-27), Colei che “abbraccia senza escludere” (Lumen Gentium, 62).
- Unità nella diversità. Il richiamo paolino all’unico corpo animato dalla varietà dei carismi (1 Cor 12,12-27; Gal 3,28).
- Valorizzazione delle culture e cura del creato. Temi presenti in Laudato si’ (n. 146) e nell’Antico Testamento (Gen 2,15: “Il Signore Dio prese l’uomo e lo pose nel giardino di Eden, perché lo coltivasse e lo custodisse”).
- Giustizia e promozione umana. Biblicamente fondato sui profeti e nei Salmi: “Imparate a fare il bene, cercate la giustizia, soccorrete l’oppresso” (Is 1,17; Sal 72).
- Intercessione dei santi. In San Juan Diego risplende la comunione dei santi e il ruolo dei laici come protagonisti nella storia della salvezza (Ef 2,19-22).
- Pace e riconciliazione. “Beati gli operatori di pace” (Mt 5,9). Sant’Ireneo di Lione rammentava che “la gloria di Dio è l’uomo vivente; la vita dell’uomo è la visione di Dio” (Adversus haereses, IV, 20, 7).
La preghiera guadalupana è impregnata di richiesta di benedizione, inclusione, dialogo e perdono, valori centrali nella teologia cattolica e già ben iscritti nelle Scritture e nella tradizione patristica.
«Non c’è uomo, non c’è popolo, che sia escluso dal cuore materno di Maria» (Giovanni Paolo II, Omelia in Messico, 1979).
5. Il genere di preghiera e la collocazione nella tradizione liturgica
Questa supplica si configura principalmente come preghiera di intercessione, rivolta a Maria e a San Juan Diego perché implorino il dono dell’unità, della giustizia e della pace. Tuttavia, in diversi passaggi, non manca la dimensione di lode alla Madre che ha saputo accogliere in sé la ricchezza delle differenze e la gratitudine per la presenza materna di Maria nella storia dei popoli.
Rientra quindi tra le “preghiere per le necessità pubbliche” e “per la pace tra i popoli” previste dalla tradizione liturgica, che trova nella festa di Nostra Signora di Guadalupe (12 dicembre) il suo apice. La Chiesa, in particolare in America Latina, promuove novene, tridui e momenti di preghiera sui temi dell’evangelizzazione, della giustizia sociale e del rispetto delle culture originarie, soprattutto nelle settimane che precedono e seguono la solennità della Vergine di Guadalupe.
L’invocazione finale “Madre di Guadalupe e San Juan Diego, pregate per noi!” richiama la struttura litanica propria delle preghiere mariane e dei santi, tipica dei rosari, novene e suppliche.
6. Indicazioni pratiche: uso nella preghiera personale, comunitaria e nei tempi liturgici
Per rendere fruttuosa questa preghiera, si consiglia:
- Preghiera personale: recitare i testi meditando ogni giorno su uno dei tre temi proposti, affidando le intenzioni della giornata in particolare ai popoli indigeni, ma anche chiedendo a Maria e a San Juan Diego aiuto per crescere in rispetto e mai chiudersi nell’esclusione.
- Preghiera comunitaria: proporre questa preghiera durante celebrazioni eucaristiche speciali, settimane di preghiera per i popoli indigeni, incontri di dialogo interculturale, novene all’Immacolata o direttamente per la solennità di Nostra Signora di Guadalupe (12 dicembre). Si può inserirla dopo la liturgia della Parola oppure come conclusione della preghiera dei fedeli.
- Tempi liturgici e particolari:
- Durante l'Avvento e il Natale, questa preghiera aiuta a ricordare il valore dell’attesa e dell’incarnazione come evento per tutti i popoli.
- Nel mese di ottobre (Rosario missionario) o durante la Quaresima come richiamo alla conversione all’inclusione e alla riconciliazione.
- In occasione di giornate dedicate ai popoli indigeni o all’ambiente, per sottolineare la connessione tra fede, cultura e salvaguardia del creato.
Si consiglia di accompagnare la preghiera con tempi di silenzio, ascolto di letture bibliche suggestive (ad es. Is 11,6-9; Ef 2,13-22; Gv 17,21), canti mariani tipici e momenti di dialogo e condivisione sui temi del rispetto, della pace e della giustizia sociale.
Alla fine di ogni giornata si può concludere con la formula:
“Madre di Guadalupe e San Juan Diego, pregate per noi!”
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