Supplica per la conversione dei cuori dei potenti in Russia e Ucraina
Dio Padre, fonte di misericordia e pace, a Te eleviamo con cuore angosciato la nostra supplica.
Guarda, ti preghiamo, al dolore della Ucraina e di ogni popolazione ferita dalla guerra. Ascolta il grido di chi soffre, conforta chi piange, custodisci chi fugge e consola chi ha paura.
Padre buono, rivolgi il Tuo sguardo sui Capi di Stato e su tutti i potenti della Terra. Tocca i loro cuori di pietra, affinché si trasformino in cuori capaci di compassione, giustizia e autentico amore per il popolo che hai affidato loro.
Fa’ che comprendano il valore immenso della vita umana e la responsabilità che portano tra le mani. Donagli il coraggio di scegliere la pace, di fermare la violenza, e di impegnarsi per la riconciliazione e il bene comune.
Padre, noi Ti supplichiamo: semina nei loro cuori la conversione che viene dal Tuo Spirito, perché abbiano la forza di rinunciare alle armi, silenziare l’odio e percorrere con umiltà strade di dialogo.
Noi confidiamo in Te, che puoi compiere ogni cosa. Dona a Ucraina e a tutte le nazioni dilaniate dalla guerra il miracolo della pace e della speranza.
Padre di tutti, accogli la nostra supplica e trasfigura i cuori dei potenti nella luce del Tuo amore.
Spiegazione della Preghiera
1. Il contesto spirituale e dottrinale della preghiera
La preghiera presentata si colloca all’interno della tradizione cristiana cattolica come supplica accorata rivolta a Dio Padre, invocato come fonte di misericordia e pace. Nasce da situazioni di grande sofferenza e sconvolgimento, segnate dalla guerra, con riferimento esplicito alla tragedia che ha colpito l’Ucraina e, per estensione, ogni popolo ferito dalla violenza. Si ispira ai principi fondamentali della dottrina cristiana: la fede nell’onnipotenza e nella paternità amorosa di Dio, la centralità della pace come dono e impegno, e la responsabilità morale degli uomini, specialmente di coloro che detengono il potere.
Dal punto di vista spirituale, la preghiera si radica nell’insegnamento evangelico della carità universale (“Amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano”, Mt 5,44) e nell’opera instancabile della Chiesa per la pace tra i popoli, coerente con i pronunciamenti di numerosi Pontefici, come san Giovanni XXIII (Enciclica “Pacem in Terris”) e papa Francesco. La preghiera riconosce l’incapacità umana, da sola, di fermare la spirale di odio e violenza, e per questo fa appello al soccorso divino, alla trasformazione dei cuori secondo lo Spirito.
2. I destinatari a cui è rivolta e perché
Il principale destinatario della supplica è Dio Padre. Viene invocato nella sua natura di bontà, misericordia e pace, suggerendo un rapporto di fiducia filiale con Lui. Scegliere Dio Padre come interlocutore esprime la certezza della sua sollecitudine per l’umanità e il desiderio di un’azione che vada oltre le capacità umane.
Significativamente, all’interno della preghiera emergono due destinatari secondari: i Capi di Stato e tutti i “potenti della Terra”. Essi vengono indirizzati mediante l’intercessione a Dio, che solo può cambiare i cuori e ispirare scelte giuste e giuste. Non sono oggetto di condanna, bensì destinatari di una preghiera di conversione e di apertura al bene comune. Questo è conforme all’invito paolino a pregare “per tutti quelli che stanno al potere, perché possiamo condurre una vita calma e tranquilla” (1Tm 2,2).
3. I beneficiari per cui intercede e i bisogni spirituali/fisici che affronta
La preghiera si fa voce dei sofferenti, presentando a Dio il “dolore della Ucraina e di ogni popolazione ferita dalla guerra”. I beneficiari sono quindi:
- Le popolazioni colpite dalla guerra (con riferimento particolare ma non esclusivo all’Ucraina).
- Le persone che soffrono, piangono, fuggono, temono per la propria incolumità.
- I popoli di ogni nazione dilaniata dalla violenza.
I bisogni si estendono dai più concreti (“conforta chi piange, custodisci chi fugge e consola chi ha paura”) a quelli spirituali più profondi: la pace del cuore, la speranza, la riconciliazione, la capacità di perdonare e superare l’odio.
Inoltre, oggetto di intercessione sono gli stessi potenti che, pur essendo spesso origine del conflitto, sono percepiti come persone bisognose di conversione e di ri-orientamento morale (“semina nei loro cuori la conversione che viene dal Tuo Spirito”). La preghiera riconosce che la pace duratura nasce dal ritorno alla giustizia e alla compassione, non solo da accordi puramente politici.
4. I temi teologici principali, con citazioni bibliche e patristiche
La supplica è intrisa di temi teologici fondamentali della fede cristiana, tra cui:
- La paternità di Dio: un Dio che si prende cura dei suoi figli, solidale nella sofferenza umana (“Padre nostro che sei nei cieli…” Mt 6,9).
- La misericordia divina: Dio come fonte di ogni consolazione e perdono (“Siate misericordiosi, come è misericordioso il Padre vostro” Lc 6,36).
- La centralità della pace: sia come dono di Dio, sia come responsabilità affidata agli uomini (“Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio” Mt 5,9).
- La conversione del cuore: elemento imprescindibile perché la pace vera abbia radici profonde (“Vi darò un cuore nuovo, porrò dentro di voi uno spirito nuovo; toglierò da voi il cuore di pietra e vi darò un cuore di carne” Ez 36,26).
- L’intercessione per i responsabili della cosa pubblica: in linea con l’insegnamento apostolico (“Raccomando dunque, prima di tutto, che si facciano domande, suppliche, preghiere e ringraziamenti per tutti gli uomini, per i re e per tutti quelli che stanno al potere” 1Tm 2,1-2).
Padri della Chiesa come Sant’Agostino sottolineano la necessità della carità e della preghiera per la pace:
“Digiunare dai litigi e dalle discordie è più gradito a Dio che rinunciare al cibo” (Sermone 207,1)E san Giovanni Crisostomo aggiunge:
“Niente è più potente della preghiera, anzi, essa ha reso gli uomini uomini divini” (Omelie sul Vangelo di Matteo, XIX, 7).
5. Il genere di preghiera e la sua collocazione nella tradizione liturgica
La preghiera qui esposta appartiene anzitutto al genere intercessorio: si supplica Dio perché intervenga in favore di chi soffre e guidi i potenti verso il bene. Sono però presenti anche accenti di penitenza (invocando la conversione del cuore), invocazione e lode (“noi confidiamo in Te, che puoi compiere ogni cosa”).
Nella tradizione liturgica, preghiere di questo tipo trovano spazio in diversi momenti:
- Preghiera universale (o dei fedeli): durante la Messa, in particolare in occasione di guerre o calamità.
- Veglie di preghiera per la pace: promosse dalla Chiesa in momenti di conflitto internazionale.
- Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani e giornate mondiali di preghiera per la pace.
- Riti penitenziali: come forma di invocazione della misericordia per i peccati collettivi che alimentano la violenza.
Tali preghiere sono valorizzate anche nei messaggi papali e nelle celebrazioni speciali, come la Giornata Mondiale della Pace (1° gennaio), dove vengono lette intenzioni analoghe.
6. Indicazioni pratiche: uso personale, comunitario e nei tempi liturgici
La preghiera è particolarmente adatta:
- Per la preghiera personale, come atto di solidarietà spirituale con le vittime della guerra e per coltivare in sé stessi la pace del cuore.
- Nella preghiera comunitaria, inserita nelle intenzioni comunitarie della Messa, di adorazioni eucaristiche o di rosari, soprattutto in tempi di conflitto.
- Durante particolari momenti liturgici: Quaresima (tempo di conversione e penitenza), Avvento (attesa della pace), nella Giornata Mondiale della Pace, o durante veglie per la pace indette dalla diocesi o dalla parrocchia.
- Nei momenti di attualità dolorosa: quando i media riportano notizie di guerra, come forma di risposta cristiana all’angoscia collettiva.
Per usarla efficacemente, si invita a iniziare con un momento di silenzio per raccogliersi, leggere ad alta voce la preghiera sostando su ciascuna invocazione e, se possibile, concludere con un Padre nostro o con una preghiera mariana. Può essere integrata al termine del Rosario (in particolare, nei Misteri della luce e della passione), nei momenti di adorazione eucaristica o nelle riunioni di gruppi di preghiera.
In un contesto ecumenico, la preghiera può essere adattata con accenti più universali, mantenendo comunque la centralità della supplica a Dio Padre e l’intercessione per la pace.
Oltre l’emergenza, può diventare uno stile di preghiera regolare, per rafforzare nei credenti quella “coscienza pacificatrice” che la Chiesa esorta di generazione in generazione.
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