Preghiera a Sant'Agostino per la Saggezza nelle Decisioni per i Capi di Stato

Destinatari:  Sant'Agostino
Beneficiari:  Capi di Stato
Tipologie:  Preghiera intensa
Preghiera a Sant'Agostino per la Saggezza nelle Decisioni per i Capi di Stato
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Sant’Agostino, pastore di sapienza e luce tra le ombre del dubbio, a te rivolgiamo il nostro cuore per i Capi di Stato, ai quali il destino dei popoli è affidato.

Dona loro, ti preghiamo, la tua Saggezza. Fa’ che, nel tumulto delle decisioni e tra le pressioni del mondo, essi possano ascoltare la voce silenziosa della coscienza e discernere il sentiero giusto da percorrere.

Illumina le loro menti con luce di verità, infondi nel loro animo umiltà per riconoscere i propri limiti e coraggio per scegliere il bene anche quando costa fatica e solitudine.

Accendi in loro la sete di giustizia e una compassione che abbracci ogni persona sotto il loro governo. Fa’ che siano esempio di integrità e ispiratori di speranza, cercatori incessanti della volontà di Dio sopra ogni interesse terreno.

Sant’Agostino, intercedi affinché mai lascino spegnere il desiderio della verità, e sostienili quando le difficoltà sembrano insormontabili.

Perché, guidati dalla Sapienza divina, possano costruire un mondo di pace e fraternità, secondo il cuore di Dio.

Amen.

Spiegazione della Preghiera

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1. Il contesto spirituale e dottrinale della preghiera

Questa preghiera a Sant’Agostino nasce dal profondo riconoscimento del ruolo cruciale che le autorità civili rivestono nel disegno provvidenziale di Dio e nella storia dell’umanità. Si inserisce in una tradizione antica della Chiesa che vede la responsabilità dei governanti come un ministero di servizio al bene comune, ordinato alla pace, alla giustizia e alla salvaguardia della dignità umana. Già l’apostolo Paolo esortava:

“Raccomando dunque, prima di tutto, che si facciano domande, suppliche, preghiere e ringraziamenti per tutti gli uomini, per i re e per tutti quelli che stanno al potere, perché possiamo condurre una vita tranquilla e quieta, con pietà e dignità”

(1Tm 2,1-2).

La scelta di rivolgersi a Sant’Agostino richiama la sua figura di pastore-parroco, filosofo e teologo, ma anche uomo politico che fu coinvolto in questioni civili e sociali del suo tempo. Agostino difese la pace, il bene comune, la giustizia e il discernimento nella responsabilità pubblica, mettendo in guardia contro l’orgoglio e l’abuso del potere. La preghiera dunque si configura come atto di fiducia nell’intercessione dei santi e, al tempo stesso, come consapevolezza che le scelte dei Capi di Stato hanno conseguenze profonde non solo materiali ma anche spirituali per i popoli.

2. I destinatari a cui è rivolta e perché

L’invocazione è diretta a Sant’Agostino di Ippona, uno dei più grandi Padri della Chiesa, riconosciuto per la sua profonda sapienza spirituale e teologica. La scelta non è casuale: Agostino è stato amante della verità e cercatore aperto, pastore capace sia di rigore che di misericordia, uomo che ha accompagnato il suo popolo attraverso crisi e conflitti sociali.

Chiedere la sua intercessione significa affidarsi a un esempio di “pastore di sapienza e luce tra le ombre del dubbio”, ovvero a chi ha sperimentato nelle proprie domande e debolezze il bisogno della grazia, riconosce i limiti umani e la necessità di confidare nella Sapienza divina. Sant’Agostino diventa così un modello per i governanti, chiamati a muoversi nelle zone grigie della storia con discernimento, umiltà e coraggio, mettendo al centro la verità del Vangelo.

3. I beneficiari per cui intercede e i bisogni spirituali/fisici che affronta

Se Sant’Agostino è il destinatario dell’invocazione, i beneficiari sono i Capi di Stato, cioè tutte quelle persone che esercitano ruoli di governo civico e politico. La preghiera chiede per loro:

  • Sapienza — non semplicemente intelligenza politica, ma discernimento secondo Dio.
  • Luce di verità — per vedere oltre le pressioni mondane, i giochi di potere, gli interessi di parte.
  • Umiltà — per riconoscere i propri limiti e la necessità di ascolto e dialogo.
  • Coraggio — per scegliere il bene anche a costo della propria convenienza o popolarità.
  • Sete di giustizia e compassione — cioè amore per ogni persona, specialmente i più deboli.
  • Integrità — essere esempio limpido che ispira fiducia e speranza nei popoli.

La preghiera abbraccia sia i bisogni spirituali (discernimento morale, rettitudine di coscienza, desiderio della verità) che bisogni “fisici”: la richiesta di pace e fraternità implica una ricaduta concreta nelle politiche, nei processi decisionali e negli effetti sulle società e sulle persone. Il bene dei popoli dipende spesso dal cuore, dalla coscienza e dalla rettitudine di chi guida. Per questo si invoca anche il coraggio e il sostegno nelle difficoltà che accompagnano responsabilità pubbliche gravose.

4. I temi teologici principali, con eventuali citazioni bibliche o patristiche pertinenti

Le grandi direttrici teologiche di questa preghiera sono:

  • Il governo come servizio: nella visione cristiana, l’autorità è “ministero” (dal latino servire), non dominio. “Chi vuol essere il primo tra voi sia il servo di tutti” (Mc 10,44).
  • Il primato della coscienza e della verità: Agostino invita a “ascoltare la voce silenziosa della coscienza”. Per lui, la pace e la giustizia sociale sono radicate nella coscienza illuminata dalla verità di Dio:
    “Non uscire fuori, rientra in te stesso; nell’uomo interiore abita la verità”
    (“De vera religione”, 39, 72).
  • La Sapienza come dono di Dio: Sant’Agostino sottolinea che la sapienza non è semplice abilità umana, ma dono dello Spirito Santo aperto a chi si riconosce fragile:
    “Dacci, Signore, ciò che comandi e comanda ciò che vuoi”
    (“Confessioni”, X,29,40).
  • Il ruolo dell’intercessione: L’intercessione dei santi, espressione della communio sanctorum, significa chiedere il loro sostegno perché la Chiesa accompagni con la preghiera le scelte pubbliche, così come insegna il Catechismo della Chiesa Cattolica (CCC 2634-2635).

Inoltre, la preghiera rievoca l’ideale biblico del “re giusto” e “buon pastore” (Salmo 72), che governa con giustizia e attenzione ai poveri, modello che trova pieno compimento in Cristo, il Re-Pastore, e che ogni autorità terrena è chiamata ad imitare se vuole essere secondo il Cuore di Dio.

5. Il genere di preghiera e la sua collocazione nella tradizione liturgica

Questa preghiera appartiene prevalentemente al genere dell’intercessione, con aperture di lode (“pastore di sapienza e luce”), supplica (“donaci la tua Sapienza”), e anche di penitenza implicita, nell’ammettere limiti e difficoltà dell’uomo e dei potenti. La tradizione cristiana ha sempre incluso la preghiera per i governanti nelle proprie celebrazioni liturgiche:

  • Nei riti bizantini esistono precise petizioni “per il nostro paese, per i suoi governanti...”.
  • Nel Rito Romano sono previste intenzioni specifiche nella “Preghiera universale” o delle “Fedeli”, ad esempio quella “Per i governanti, perché promuovano il bene comune, la pace, la giustizia...”.
  • Nei Messali e Benedizionali vi sono formulari per la “celebrazione civile” o a sostegno dei pubblici amministratori.

Questa preghiera, in particolare, trova luogo ideale in ogni celebrazione comunitaria che voglia affidare a Dio la vita civile, in momenti particolari di crisi politica o sociale, durante festività di rilievo nazionale, ma anche come orazione familiare o individuale per chi vuole vivere la dimensione sociale della propria fede.

6. Indicazioni pratiche: come usarla nella preghiera personale o comunitaria e nei tempi dell’anno liturgico

La preghiera a Sant’Agostino per i Capi di Stato si presta a più usi:

  • Nella preghiera personale: Può essere recitata come sostegno quotidiano alla vita politica del Paese, o in particolare nei momenti di crisi internazionale, elezioni, assemblee pubbliche cruciali.
  • Nella preghiera comunitaria/parrocchiale: Può essere inserita nella preghiera dei fedeli nella Messa (soprattutto in occasione di eventi civili, memoria di Agostino il 28 agosto, anniversari nazionali), utilizzata in veglie di preghiera per la pace, nell’animazione spirituale di amministratori locali.
  • Nei tempi dell’anno liturgico:
    • Durante la Quaresima, come domanda di conversione anche delle strutture sociali e di governo;
    • Nel Tempo di Avvento e Natale, che annunciano la venuta del “Principe della Pace” (Is 9,5);
    • Nella solennità di Cristo Re, che richiama la regalità di Gesù quale modello vero di ogni autorità;
    • Nella memoria di Sant’Agostino (28 agosto) o in quella di altri santi patroni d’Europa, dei politici o dei giuristi.

Si raccomanda, inoltre, di usarla come ispirazione per la formazione alla dottrina sociale della Chiesa, nei gruppi di laici impegnati, nel cammino di discernimento della responsabilità pubblica dei cristiani e come occasione di dialogo ecumenico e interreligioso sul tema del bene comune e della pace tra i popoli.

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