Preghiera per i Governanti nel giorno dell'Epifania
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Gesù Cristo, unico vero Re,
mi rivolgo a Te con cuore umile e fiducioso, ispirato dall’adorazione dei Magi che, lasciando ogni ricchezza e vanità, seppero riconoscere la Tua maestà nella semplicità di una mangiatoia.
Ti prego per tutti i Governanti: dona loro luce e saggezza, perché, come i Magi guidati dalla stella, possano cercare e trovare il Tuo volto.
Fa’ che ogni potente della terra sappia riconoscere in Te, Gesù, il solo e vero Signore, e si inginocchi davanti a Te non per compiacere il mondo, ma per amore sincero e desiderio di giustizia.
Allontana da loro superbia e interessi personali; donagli la forza di essere umili servitori del bene comune, capaci di orientare i propri cuori e le proprie decisioni secondo la Tua volontà.
Insegnaci, o Gesù, che solo adorandoti e mettendo Te al centro delle nostre vite si trova la vera sapienza e la pace.
A Te, Re dei Re, onore e gloria nei secoli dei secoli. Amen.
Spiegazione della Preghiera
1. Il contesto spirituale e dottrinale della preghiera
Questa preghiera si colloca in un contesto cristiano profondamente radicato nella spiritualità della Regalità di Cristo. Il riferimento iniziale a Gesù come “unico vero Re” richiama la solennità di Cristo Re dell’Universo, istituita da Papa Pio XI nel 1925 con l'enciclica Quas Primas per riaffermare la sovranità spirituale di Cristo sulle nazioni e sui singoli, specialmente in un’epoca di crescente secolarismo e materialismo.
La preghiera si ispira all’episodio evangelico dell’Adorazione dei Magi (Mt 2,1-12), che rappresentano le genti della terra che si prostrano davanti al Signore, riconoscendo la sua regalità nella povertà. Richiama non solo il kerygma cristiano (l’annuncio della signoria di Cristo), ma anche la chiamata universale alla conversione: ogni uomo e donna è invitato a lasciare “ricchezza e vanità”, cioè il superfluo e la vanità mondana, per accogliere la presenza di Dio.
Dottrinalmente, la preghiera abbraccia il tema della signoria interiore di Cristo – “metterTi al centro delle nostre vite” – che non si identifica con alcuna potenza temporale, ma trasforma il cuore umano e ogni aspetto della società attraverso la Sua Sapienza. Questa signoria conduce alla vera pace, conforme all’insegnamento paolino:
“E la pace di Cristo regni nei vostri cuori” (Col 3,15).
2. I destinatari a cui è rivolta e perché
La preghiera è rivolta direttamente a Gesù Cristo, riconosciuto come “Re dei Re” e centro della fede cristiana. Si utilizza il “mi rivolgo a Te” in tono personale – colui che prega si rende partecipe della supplica e coinvolge tutta la comunità, poiché la richiesta non è esclusiva o privata.
Il secondo destinatario, in senso intercessorio, sono i “Governanti”. Questo termine abbraccia non solo i capi delle nazioni, ma tutti coloro che esercitano forme istituzionali di potere e responsabilità in società: politici, amministratori, legislatori, leader locali e anche figure di autorità nei contesti ecclesiali e civili.
Attraverso il riferimento ai Magi – anch’essi personaggi potenti che, guidati dalla “stella”, trovano Cristo – la preghiera coinvolge i governanti affinché, come i Re Magi, sappiano lasciarsi guidare dalla luce e dalla verità, e sappiano piegare il potere mondano davanti alla gloria divina.
3. I beneficiari per cui intercede e i bisogni spirituali/fisici che affronta
I principali beneficiari dell’intercessione sono i governanti. Tuttavia, per estensione, lo sono anche le comunità e i popoli da essi guidati. La preghiera chiede a Cristo di concedere ai leader “luce e saggezza”: due doni che tradizionalmente, nella Scrittura, sono associati al discernimento spirituale (cfr. 1Re 3,9) e alla rettitudine nella guida del popolo.
Sono affrontati diversi bisogni:
- Bisogni spirituali: liberazione da superbia e interessi egoistici, orientamento del cuore verso il bene comune, ricezione dell’umiltà di “servitori”.
- Bisogni morali e sociali: decisioni giuste, ricerca della pace e della giustizia, orientamento alla volontà di Dio anziché ai calcoli mondani.
Il testo fa emergere anche i bisogni dell’intera comunità: “Insegnaci… che solo adorandoti… si trova la vera sapienza e la pace.” Si chiede dunque non solo il bene dei governanti, ma la formazione di una società il cui centro sia Cristo. Il beneficio, quindi, non è solo individuale o ristretto a una classe dirigente, ma è globale e diffuso.
4. I temi teologici principali, con eventuali citazioni bibliche o patristiche pertinenti
Questa preghiera contiene diversi temi teologici di rilievo:
- Regalità di Cristo: Gesù è riconosciuto come “unico vero Re”, richiamando la Scrittura: “Ho costituito il mio re sopra Sion, mia santa montagna” (Sal 2,6) e la proclamazione cristologica: “Re dei re e Signore dei signori” (Ap 19,16).
- Adorazione e umiltà: I Magi rappresentano l'umanità che riconosce la signoria di Dio nell’umiltà, secondo il detto evangelico: “Beati i poveri in spirito” (Mt 5,3). Il gesto dei Magi che si inginocchiano davanti a Gesù è stato spesso meditato nei Padri della Chiesa come simbolo della sottomissione della sapienza del mondo alla Sapienza divina (Sant’Agostino, Sermo 202).
- Conversione del cuore e dei potenti: Il desiderio che “ogni potente della terra sappia riconoscere in Te, Gesù, il solo e vero Signore” risponde all’annuncio profetico di Isaia: “cammineranno le genti alla tua luce, i re allo splendore della tua aurora” (Is 60,3).
- Luce e sapienza: La richiesta di “luce” richiama Cristo come “luce del mondo” (Gv 8,12) e Sapienza incarnata (“Cristo potenza di Dio e sapienza di Dio” 1Cor 1,24).
- Servizio al bene comune: Si invoca sugli amministratori la grazia di essere “umili servitori”, secondo le parole dello stesso Gesù: “Chi vuole diventare grande tra voi si farà vostro servitore” (Mc 10,43).
- Centralità di Cristo: Il Cristo al centro della vita personale e sociale, tema ripreso da san Giovanni Paolo II: “Non abbiate paura! Aprite, anzi spalancate le porte a Cristo!” (Omelia di inizio pontificato, 22 ottobre 1978).
5. Il genere di preghiera e la sua collocazione nella tradizione liturgica
Questa orazione presenta una struttura prevalentemente intercessoria per i governanti, ma contiene anche elementi di lode e adorazione (sono rivolte espressioni di onore, gloria ed esaltazione della regalità di Cristo), infine si conclude con il riconoscimento del primato di Gesù (“a Te onore e gloria nei secoli”). Inoltre, contiene impliciti elementi penitenziali (“cuore umile”, richiesta di liberazione dalla superbia) e formativi (“insegnaci … la vera sapienza e la pace”).
Nella tradizione liturgica si inserisce agevolmente in tre contesti:
- Come preghiera dei fedeli durante la Messa – in particolare nella solennità di Cristo Re o nella festa dell'Epifania, quando si ricorda l'adorazione dei Magi.
- Nelle liturgie per la pace e per i Responsabili delle nazioni – come suggerisce il Messale Romano nelle intenzioni generali.
- In momenti di preghiera comunitaria e personale quando si desidera chiedere guida e luce per chi governa.
6. Indicazioni pratiche: uso nella preghiera personale, comunitaria e nei tempi dell’anno liturgico
Uso personale: Può essere utilizzata nella preghiera quotidiana, specialmente nei momenti in cui si avverte l’urgenza di pregare per la situazione politica o sociale nazionale e internazionale. Si può recitare come parte delle preghiere del mattino, davanti a notizie che toccano le scelte dei governanti, o inserendola in un percorso personale di consacrazione a Cristo Re.
Uso comunitario: Adatta in momenti assembleari, come nella preghiera dei fedeli, in incontri di gruppi ecclesiali, movimenti, associazioni, o durante veglie di preghiera per la pace. Nelle celebrazioni penitenziali (adventizie o quaresimali) può favorire la conversione del cuore anche nei responsabili delle comunità.
Tempi liturgici:
- Solennità di Cristo Re: rappresenta il contesto ideale per questa preghiera, ponendo Cristo come Signore e giudice della storia.
- Epifania: quando si ricorda l’adorazione dei Magi, può sostenere la riflessione sul riconoscimento di Cristo da parte dei potenti della terra.
- Tempi di crisi o conflitto: come supplica per la pace e la giustizia.
Consiglio pratico: Dopo la recita di questa preghiera, può essere utile sostare qualche istante in silenzio, per affidare concretamente a Cristo i nomi dei governanti o le situazioni specifiche che si desiderano porre sotto la Sua guida. Si può anche concludere con il Padre Nostro e una lode finale a Cristo Re.
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