Esame di coscienza con Sant'Aristide per la lotta alla corruzione tra i Governatori

Destinatari:  Sant'Aristide
Beneficiari:  Governatori
Tipologie:  Esame di coscienza
Esame di coscienza con Sant'Aristide per la lotta alla corruzione tra i Governatori
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Preghiera di Esame di Coscienza dei Governatori a Sant'Aristide, filosofo e maestro di giustizia

O glorioso Sant'Aristide, modello di verità e integrità, ascolta la supplica di chi è chiamato a guidare le comunità e ad amministrare il bene comune. In questo momento di riflessione, poni nel mio cuore il desiderio di agire secondo giustizia e verità.

Ho usato il mio potere al servizio degli altri, o l'ho rivolto al mio interesse?

Ho gestito le risorse pubbliche con trasparenza e responsabilità, oppure ho ceduto alla tentazione della corruzione?

Ho saputo resistere a favori indebiti, pressioni e compromessi che danneggiano il bene della collettività?

Ho promosso la legalità e la giustizia nelle mie scelte, difendendo i più deboli, o ho chiuso gli occhi davanti all'ingiustizia?

Ho dato l'esempio, scegliendo la via della verità anche quando era la più difficile?

Ti prego, Sant'Aristide: donami saggezza, forza e coerenza; rinnova in me uno spirito onesto e puro affinché possa guidare con rettitudine e, nella mia missione di governare, seminare fiducia e speranza tra i cittadini. Fa' che la mia memoria sia sempre viva di fronte alle responsabilità che ho ricevuto, per non tradire la fiducia affidatami.

Intercedi presso Dio perché ogni mia decisione sia segno di amore per la verità e la giustizia, per la costruzione di un mondo libero dalla corruzione.

Amen.

Spiegazione della Preghiera

1. Contesto spirituale e dottrinale della preghiera

La Preghiera di Esame di Coscienza dei Governatori a Sant'Aristide nasce in un contesto in cui la fede cristiana incontra la responsabilità civile e politica, fondendo il ruolo del credente con quello di amministratore della cosa pubblica. Essa si colloca nel solco della grande tradizione biblica e patristica che considera il governo una vocazione: non mera gestione del potere, ma vero e proprio servizio all’uomo e al bene comune, illuminato dalla luce del Vangelo.

La scelta di indirizzare la preghiera a Sant'Aristide, filosofo ateniese e primo teologo apologistico cristiano del II secolo, sottolinea l’importanza della vita virtuosa, integra e razionale nei detentori di autorità pubblica. Sant'Aristide, come testimoniano le sue opere e la tradizione, si fece difensore della giustizia e della verità, offrendo una sintesi tra ragione, morale e fede.

L’esame di coscienza qui proposto si richiama a una lunga tradizione cristiana, che vede nella purificazione delle intenzioni e nel discernimento interiore una condizione essenziale per il buon governo. Da Sant’Agostino a San Tommaso d’Aquino, il pensiero cattolico ha sempre insegnato che il potere non è mai fine a sé stesso, ma si misura sulla base della sua rettitudine morale e del servizio alla giustizia.

2. I destinatari a cui è rivolta e perché

Questa preghiera è rivolta in modo specifico a coloro che sono chiamati a governare: sindaci, amministratori pubblici, parlamentari, politici, ma anche dirigenti di istituzioni sociali e comunitarie, responsabili di associazioni o di enti che hanno ricadute sul bene collettivo. Sono i “governatori” secondo la definizione più ampia che include chiunque abbia una responsabilità pubblica e possa incidere con le proprie scelte sulla vita degli altri.

La ragione di tale indirizzamento è duplice:

  • Responsabilità morale: chi governa non agisce solo per sé, ma per la comunità. Il suo agire influenza la pace, la giustizia, il benessere e la dignità delle persone.
  • Occasione di tentazione: il potere espone a molteplici pericoli, quali la corruzione, l'uso distorto dell’autorità, la ricerca dell’interesse personale. L’esame di coscienza è necessario per evitare che tali tentazioni prendano il sopravvento.

Non di rado il Magistero della Chiesa si rivolge ai governanti esortandoli a rispondere della loro missione davanti a Dio e alla propria coscienza (cfr. Gaudium et Spes, n. 73; Catechismo della Chiesa Cattolica, n. 2236-2237).

3. I beneficiari per cui intercede e i bisogni spirituali/fisici che affronta

L’intercessione, attraverso Sant’Aristide, è finalizzata a sostenere coloro che hanno funzioni di governo, ma anche, indirettamente, la comunità affidata alle loro cure. I bisogni individuati nella preghiera sono molteplici:

  • Spirituali: la rettitudine del cuore, il desiderio di giustizia, la fedeltà alla verità, la lotta contro la corruzione e i compromessi, il saper resistere a pressioni indebite.
  • Etici e morali: la trasparenza nella gestione delle risorse, la responsabilità pubblica, la tutela dei più deboli, la scelta difficile ma necessaria del bene rispetto all’utile personale.
  • Fisici e sociali: una buona amministrazione porta benefici concreti come la pace sociale, la promozione della giustizia, la protezione dei poveri e degli emarginati, la prevenzione di scandali che feriscono la vita civile.

In definitiva, la preghiera abbraccia il singolo e la comunità, ricordando che la santità personale ha sempre ricadute sociali.

4. I temi teologici principali, con citazioni bibliche e patristiche

La preghiera affronta diversi temi teologici centrali, strettamente collegati al messaggio cristiano sulla giustizia e al buon governo:

  • Il potere come servizio: la Sacra Scrittura ammonisce che “chi vuole essere grande tra voi si farà vostro servitore” (Mc 10,43).
  • La giustizia e la verità: “Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia” (Mt 5,6), e ancora: “Agite giustamente, amate la pietà, camminate umilmente con il tuo Dio” (Mi 6,8).
  • La lotta contro la corruzione: il profeta Isaia condanna chi si lascia comprare con doni (Is 1,23); Sant’Agostino afferma: “Un regno senza giustizia è grande brigantaggio” (Città di Dio, IV, 4).
  • La responsabilità personale: “A chiunque fu dato molto, molto sarà chiesto; a chi fu affidato molto, sarà richiesto molto di più” (Lc 12,48).

La dottrina patristica insiste spesso sulla coscienza retta come guida sicura per il governante, perché “il bene del popolo dipende dall’integrità dei suoi capi”, come ricorda spesso San Gregorio Magno (Regula Pastoralis).

5. Il genere di preghiera e la sua collocazione nella tradizione liturgica

La preghiera rientra nella categoria dell’esame di coscienza, uno dei generi della preghiera penitenziale, ma anche dell’intercessione e della supplica. Si tratta di un testo che conduce il soggetto a interrogarsi sinceramente sulle sue azioni e disposizioni, con uno sguardo rivolto a Dio e alla rettitudine morale.

Dal punto di vista liturgico, non esiste ancora una collocazione ufficiale nei rituali della Chiesa universale, ma simili preghiere trovano spazio in:

  • Giornate della legalità o momenti istituzionali legati all’insediamento delle pubbliche amministrazioni
  • Celebrazioni civili con presenza religiosa, specialmente in terra italiana, alla vigilia di tornate elettorali, giuramenti o inaugurazioni
  • Liturgie penitenziali per istituzioni e governanti, magari in occasione della Quaresima o dell’Avvento
  • Momenti di preghiera personale all’inizio o alla fine della giornata lavorativa del responsabile pubblico

6. Indicazioni pratiche per l’uso

Ecco alcune modalità concrete per l’utilizzo di questa Preghiera di Esame di Coscienza a Sant’Aristide:

  • Preghiera personale quotidiana: il governante o amministratore può recitarla ogni giorno prima dell’inizio delle attività, o alla sera come esame di coscienza, per rileggere il proprio operato sotto lo sguardo di Dio.
  • Meditazione comunitaria: può essere inserita in momenti comunitari di preghiera tra colleghi amministratori, all’inizio di un nuovo anno o alla vigilia di scelte importanti.
  • Celebrazioni speciali: opportuna durante le Giornate della Legalità, cerimonie civili con la presenza di autorità religiose, o in occasione di festività dedicate a sant’Aristide o ai patroni dei governanti.
  • Tempi liturgici penitenziali: in Quaresima e Avvento, come parte di una celebrazione penitenziale riservata ai pubblici amministratori e ai responsabili di comunità.

Infine, è consigliato che tale preghiera sia accompagnata, quando possibile, da un reale cammino di conversione, da gesti di riconciliazione e, se si sono commessi errori, dalla riparazione di scandali o ingiustizie compiute.

In una società che spesso lamenta la distanza tra governanti e governati, tra etica e politica, questa preghiera rappresenta un ponte spirituale per ricostruire la fiducia e affermare, davanti a Dio e agli uomini, la responsabilità della coscienza nel servizio del bene comune.

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