Supplica all'Arcangelo Jehudiele per la lotta alla corruzione dei Governatori

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O glorioso Arcangelo Jehudiele, tu che premi la fedeltà e biasimi ogni peccato, ascolta umilmente la nostra supplica.
Noi ti affidiamo, con cuore trepidante, tutti i Governatori, chiamati a guidare il popolo e custodire il bene comune. Intercedi presso l’Altissimo, affinché la tua luce rischiari i loro cuori e le loro menti.
Donali coraggio per respingere ogni tentazione di potere egoistico e disonestà. Purifica le loro intenzioni, rendili saldi nel perseguire l’integrità e la giustizia. Fa’ che siano modello di trasparenza, capaci di resistere ai sussurri della corruzione e agli inganni dell’interesse personale.
Sostieni i governanti nelle ore difficili, quando il cammino della rettitudine si fa impervio. Con la tua presenza, rafforza la loro volontà di scegliere sempre ciò che è giusto, né per paura, né per vantaggio, ma per puro amore verso il prossimo e rispetto della verità.
Arcangelo Jehudiele, guida i nostri leader a riconoscere la dignità del loro incarico. Custodiscili dal male e ispira nelle loro decisioni il servizio disinteressato, perché ogni azione sia segno di lealtà e di dedizione al popolo loro affidato.
Te lo chiediamo con fiducia e speranza, certi che il tuo aiuto potrà rendere la nostra società più onesta, più giusta, più vicina al disegno di Dio.
Amen.
Spiegazione della Preghiera
1. Il contesto spirituale e dottrinale della preghiera a san Jehudiele
La preghiera all’Arcangelo Jehudiele (“O glorioso Arcangelo Jehudiele...”) si inserisce in una tradizione spirituale che attribuisce ruoli specifici agli arcangeli nella custodia e nell’orientamento dell’umanità. Il nome “Jehudiele”, anche nella forma “Jhudiel” o “Iehudiel”, deriva dall’ebraico Yeho-di-El, cioè “Lode a Dio” o “Colui che loda Dio”. Membro del gruppo dei Sette Arcangeli venerati nella tradizione cattolica orientale e latina, Jehudiele viene particolarmente associato alla ricompensa divina per chi agisce con fedeltà e giustizia, ma anche al biasimo e all’ammonizione per i peccatori.
Nei testi devozionali, Jehudiele è spesso rappresentato con una corona (simbolo del premio) e una frusta (simbolo della correzione), a evidenziare il binomio premio/castigo secondo la fedeltà all’ordine divino. Gli scritti spirituali, soprattutto nel periodo moderno, enfatizzano come la missione di Jehudiele sia sostenere coloro che hanno autonomie e responsabilità nel guidare altri, infondendo loro il coraggio di scegliere sempre il bene comune sopra interessi egoistici e passioni disordinate.
Nella dottrina cattolica, la venerazione degli angeli e degli arcangeli nasce dall’idea che Dio si serve dei suoi messaggeri celesti per sostenere l’umanità (cf. Catechismo della Chiesa Cattolica, 328-336). La preghiera a Jehudiele riflette il desiderio di essere accompagnati da forze spirituali che guidino coloro che detengono potere, affinché esercitino il loro ufficio in accordo con la volontà divina.
2. I destinatari della preghiera e le motivazioni della supplica
Questa preghiera è rivolta al santo Arcangelo Jehudiele affinché interceda presso Dio per una particolare categoria di persone: i governanti. Il testo si apre con un’invocazione diretta all’arcangelo come figura di riferimento spirituale per la giustizia e la ricompensa.
Il motivo di rivolgersi a Jehudiele è duplice:
- Da una parte, la tradizione lo vede come premiatore della fedeltà e come guida per chi ha incarichi di autorità, dato che nel suo “ministero angelico” sostiene la retta intenzione e premia chi si mantiene saldo nell’onestà e integrità.
- Dall’altra, si riconosce che l’esercizio del potere temporale espone a tentazioni specifiche – l’egoismo, la corruzione, l’abuso – e che i leader hanno bisogno di sostegno soprannaturale e correzione spirituale.
3. I beneficiari: governanti e il loro bisogno di guida morale e spirituale
I beneficiari della preghiera sono tutti coloro che sono chiamati a ruoli di governo: amministratori pubblici, legislatori, giudici, capi politici e, per estensione, chiunque abbia responsabilità nel guidare una comunità.
La supplica manifesta un’attenzione profonda ai bisogni sia spirituali che umani dei leader:
- Richiede per loro coraggio contro la tentazione del potere fine a sé stesso e contro ogni forma di disonestà.
- Chiede che le intenzioni siano purificate, cioè allineate al bene comune anziché all’interesse personale.
- Prega per la integrità e la giustizia, valori che ogni governante dovrebbe perseguire costantemente.
- Invoca una presenza costante che li rafforzi nella scelta del bene, soprattutto nei momenti di prova e difficoltà.
Alla fine, si intravede anche un benefico spirituale per l’intera società: se il governante è giusto, anche il popolo ne ottiene beneficio sotto forma di pace, onestà e rispetto della verità.
4. Temi teologici principali e riferimenti biblici/patristici
Questa preghiera presenta diversi temi teologici di rilievo:
- Giustizia e integrità nel governo: Riecheggia il monito biblico a governare con giustizia, come in Proverbi 29,4: “Il re rende stabile il paese con la giustizia, ma chi impone tributi lode gran rovina.”
- Resistere alla corruzione e alla tentazione: Si richiama implicitamente la parola di Gesù, “Chi è fedele in cose di poco conto, è fedele anche in cose importanti”(Lc 16,10).
- L’intercessione angelica: L’Antico Testamento presenta gli angeli come difensori (cf. Daniele 10-12), e la Chiesa insegna che i celesti messaggeri possono, su invocazione, aiutare in specifiche difficoltà.
- Collegamento tra santità personale e bene comune: Come affermava Sant’Ambrogio, “La vera autorità nasce dall’umiltà e dal servizio” (De Officiis, II,6,19).
“Non c’è potere se non da Dio; e quelle che esistono sono stabilite da Dio.” (Rm 13,1)
In questa luce, la preghiera a Jehudiele unisce la dottrina dell’ordine sociale cristiano (Dio è fonte di ogni potere) al riconoscimento del permanente bisogno di purificazione, anche per chi governa.
5. Genere di preghiera e collocazione nella tradizione liturgica
La supplica a Jehudiele appartiene al genere intercessorio, in quanto si chiede all’arcangelo di intercedere presso Dio per il bene di terzi (i governanti). Vi sono, nell’orazione, elementi di lode (“O glorioso Arcangelo”), di umile richiesta e di speranza in una società rinnovata grazie all’aiuto divino.
Nella tradizione liturgica latina, la devozione ai Sette Arcangeli non ha spazio ufficiale, sebbene sia praticata a livello privato in numerose comunità, specie in alcune congregazioni religiose o in circostanze particolari (giornate per la pace, feste civili, investiture pubbliche). Nei rituali orientali (soprattutto maronita e melchita), invece, ricorrono invocazioni ai Sette Arcangeli.
La preghiera, dunque, è tipicamente devozionale più che liturgica, da utilizzare soprattutto nelle veglie di preghiera per la nazione, nelle messe votive per le autorità o in occasione di decisioni sociali rilevanti.
6. Indicazioni pratiche per l’uso della preghiera
Nella preghiera personale, può essere recitata:
- Quando si desidera affidare alla protezione divina i governanti e le decisioni civili.
- Per sostenere con l’intercessione coloro che faticano nella tentazione e nello scoraggiamento nell’esercizio del potere.
- Durante giornate di preghiera dedicate alla nazione o nel tempo della Quaresima, momento tradizionalmente dedicato alla penitenza, conversione e purificazione dell’azione pubblica e privata.
- Nelle celebrazioni civili rilevanti (inaugurazione di amministratori, anniversari di istituzioni pubbliche, crisi istituzionali), come atto di affidamento e invocazione di sapienza.
Nel calendario liturgico, può essere valorizzata:
- Nel mese di settembre, in vista della festa dei Santi Arcangeli (29 settembre), inserendo una menzione speciale di Jehudiele tra le intenzioni.
- Nei tempi forti di Avvento, Pasqua e Pentecoste, quando la Chiesa invoca con insistenza il rinnovamento spirituale della comunità civile e religiosa.
Per una preghiera efficace, si può accompagnare la recita con una riflessione sulle letture bibliche sulla giustizia e sulle tentazioni del potere, o con un silenzio interiore che favorisca il discernimento dei chiamati a ruoli di responsabilità.
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