Esame di coscienza per i genitori, con l'aiuto di Sant'Agostino, per i Figli

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Preghiera serale di esame di coscienza per i figli
Sant’Agostino, tu che hai conosciuto la forza inarrestabile della fede di una madre e il valore delle preghiere che incessantemente ti hanno accompagnato, vieni in mio aiuto mentre ripercorro, questa sera, la mia giornata di genitore.
Signore, illumina la mia memoria: sono stato oggi un buon esempio per i miei figli? Le mie parole, i miei gesti, i miei silenzi hanno testimoniato la luce della Tua verità? Ho saputo mostrare umiltà, pazienza e misericordia?
Madre di Sant’Agostino, la tua costanza nella preghiera sia per me modello e guida: ho pregato abbastanza per i miei figli? Ho affidato ogni loro pensiero, fatica, sogno e timore alle mani di Dio come tu facesti con tuo figlio?
Signore Gesù, nel mio cammino di oggi ho trasmesso la fede con amore? Ho saputo raccontare, anche senza parole, la gioia di credere in Te? Sono stato seminatore di speranza nel loro cuore?
Sant’Agostino, ottienimi la grazia di educare i miei figli più con la testimonianza che con le parole; suggeriscimi le preghiere da innalzare per la loro formazione spirituale e sostieni la mia missione con la Tua intercessione. Rendimi padre/madre secondo il cuore di Dio, vigile nell’anima, costante nella preghiera, ardente nell’amore.
Affido a Te, o Signore, questa sera i miei figli: che crescano nella sapienza, nell’ascolto e nella fiducia verso la Tua parola, accompagnati ogni giorno dalla mia presenza e dalla Tua Grazia.
Amen.
Spiegazione della Preghiera
1. Contesto spirituale e dottrinale della preghiera
La Preghiera serale di esame di coscienza per i figli si radica nella millenaria tradizione cristiana dell’esame di coscienza, pratica volta a rileggere alla luce di Dio la propria giornata, per riconoscere occasioni di grazia, cadute e possibilità di crescita. Questo particolare esame è declinato secondo la prospettiva della vocazione genitoriale, inserito nel più ampio orizzonte della responsabilità e santificazione familiare, molto caro alla spiritualità agostiniana e più generalmente alla tradizione della Chiesa.
Il riferimento a Sant’Agostino e alla sua madre Monica evidenzia come il legame tra genitori e figli sia segnato dalla preghiera perseverante, dalla testimonianza di fede e dalla continua ricerca di conformità alla volontà di Dio. La preghiera, quindi, assume il carattere di discernimento giornaliero illuminato dallo Spirito, secondo l’insegnamento biblico: «Esaminate ogni cosa, ritenete ciò che è buono» (1Tessalonicesi 5,21).
Dottrinalmente, questa preghiera si muove nell'alveo delle virtù cardinali (prudenza, giustizia, fortezza, temperanza) ma anche delle virtù teologali (fede, speranza, carità); chi la recita chiede la forza di incarnarle nel proprio ruolo di educatore della fede, secondo quanto affermato dal Concilio Vaticano II: “I genitori, poiché hanno trasmesso ai figli la vita, hanno il gravissimo obbligo di educarli; perciò devono essere riconosciuti come loro primi e principali educatori” (Gravissimum educationis, 3).
2. I destinatari a cui è rivolta e perché
La preghiera si rivolge anzitutto a Dio, a Gesù Cristo come Signore, e alla Madre di Sant’Agostino, Santa Monica come esempio di maternità orante. In seconda istanza, si invoca direttamente Sant’Agostino come intercessore. Il motivo di questa particolare scelta risiede nella vicenda biografica di Agostino: egli fu vinto alla fede non solo dall’azione di Dio, ma dalla preghiera instancabile di sua madre Monica, simbolo per ogni cristiano dell’importanza della preghiera fiduciosa e perseverante per i figli.
L’appello a Sant’Agostino è ancora più significativo perché egli stesso, dopo una giovinezza inquieta e distante dalla fede, riconobbe pubblicamente – nelle Confessioni – il valore della «forza inarrestabile della fede di una madre». Ecco perché oggi padre/madre si rivolgono a Agostino e Monica come modelli e potenti aiutanti presso Dio.
3. I beneficiari per cui intercede e i bisogni spirituali/fisici che affronta
Alla radice di questa preghiera vi sono tre livelli di beneficiari:
- Il genitore stesso, che domanda luce sull’agire quotidiano: la grazia di essere testimone di fede, ritrovando umiltà, pazienza, misericordia, e la capacità di educare più con la vita che con le parole.
- I figli, affidati esplicitamente al Signore e alla sua Grazia perché crescano nella sapienza e nella fiducia, e siano custoditi nella loro vita interiore, nelle fatiche, nei sogni, nei timori.
- L’intera famiglia, implicita beneficiaria laddove si chiede una benedizione sul clima educativo, sull’amore e sul senso di responsabilità spirituale tra le generazioni.
I bisogni affrontati sono sia spirituali (trasmissione della fede, testimonianza evangelica, perseveranza nella preghiera, conversione continua del cuore) sia umani: la difficoltà di educare in un tempo complesso, la fatica, il dubbio, l’ansia per il cammino morale e di fede dei figli, il desiderio che essi crescano «in sapienza, età e grazia» (Luca 2,52).
4. Temi teologici principali, con citazioni bibliche e patristiche pertinenenti
Questa preghiera tocca diversi nuclei teologici fondamentali:
- La forza della preghiera di intercessione: come quella di Monica per Agostino, essa può accompagnare i figli anche nei momenti di ribellione o smarrimento. Sant’Agostino stesso scrive:
«Non sei stato sordo alle mie lacrime. Lei piangeva su di me, più di quanto le madri non piangano la morte fisica dei loro figli» (Confessioni, III,11,19).
- La testimonianza più che la parola: la preghiera chiede la grazia di educare soprattutto con l’esempio. Il Vangelo lo indica come via privilegiata:
«Risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al Padre vostro…» (Matteo 5,16).
- La responsabilità educativa come vocazione: “Rendimi padre/madre secondo il cuore di Dio”, chiede l’orante, riconoscendo che il compito educativo richiede l’imitazione di Cristo Buon Pastore (cfr. Efesini 6,4).
- La trasmissione della fede come testimonianza di gioia: la gioia di credere, la speranza seminata nei cuori dei figli non sono solo atti pedagogici, ma doni da chiedere allo Spirito (Galati 5,22; cfr. anche Evangelii Gaudium, 166).
- Affidamento e abbandono alla grazia divina: affido i figli “alla Tua Grazia”, nella consapevolezza che educare è collaborazione all’opera di Dio, ma mai possesso (cf. Salmo 127,1).
Significativi anche i rimandi patristici: Sant’Agostino, commentando il ruolo della madre Monica, dice:
«Tu hai ascoltato quella santa madre piangere gli errori di suo figlio… e, attraverso il tuo misterioso consiglio, hai esaudito la sua preghiera» (Confessioni, III,21,31).
5. Genere di preghiera e collocazione nella liturgia
Il testo si configura come una preghiera di esame di coscienza, con forti accenti penitenziali (riconoscimento dei limiti), intercessori (supplica per se stessi e per i figli), e in parte anche di lode/ringraziamento (per il dono della genitorialità e della fede ricevuta e trasmessa).
Questa forma trova il suo posto naturale nella preghiera serale, individuale o familiare, assimilabile per struttura e finalità alla Compieta della Liturgia delle Ore dove è tradizionale inserire un breve esame di coscienza prima del riposo notturno.
Nella prassi ecclesiale, esse possono accompagnare momenti liturgici specifici come la Benedizione delle Famiglie, i ritiri spirituali, o veglie dedicate alla preghiera per i figli (ad es. il mese di maggio dedicato a Maria o la memoria di Sant'Agostino e Santa Monica).
6. Indicazioni pratiche: uso personale e comunitario, tempi liturgici
Questa preghiera trova speciale efficacia a conclusione della giornata, quando il genitore può ripercorrere i vissuti quotidiani alla presenza di Dio. Ecco alcuni suggerimenti pratici:
- In preghiera personale: pronunciarla in un luogo tranquillo, possibilmente nell’intimità della propria camera, magari accanto alle foto o ai letti dei figli, dopo aver dedicato qualche istante al silenzio e all’esame della giornata.
- In famiglia: uno dei genitori può guidarla durante la preghiera serale, invitando anche i figli (secondo l’età) a vivere un piccolo momento di silenzio o di affidamento reciproco.
Potrebbe prevedere la lettura di un breve passo evangelico o di una frase delle Confessioni di Sant’Agostino. - Nei tempi liturgici forti: particolarmente adatta durante la Quaresima (tempo di conversione e discernimento), l’Avvento (vigilia della nascita, crescita e accoglienza della vita), nella memoria di Sant’Agostino (28 agosto) e di Santa Monica (27 agosto), o in occasioni dedicate alla famiglia e alla catechesi genitoriale.
- In comunità: in gruppi di preghiera o incontri per famiglie, può essere recitata coralmente, magari con una pausa dopo ogni invocazione per la riflessione personale o la condivisione di testimonianze.
Per renderla ancora più fruttuosa, è consigliato concluderla con un Padre Nostro e una benedizione sui figli, anche semplicemente un segno di croce tracciato sulla fronte. Integrare nella serata momenti di silenzio e affidamento esplicito dei figli con il loro nome aiuta a rafforzare la consapevolezza della propria missione spirituale.
Così, attraverso questa preghiera, si realizza un ponte quotidiano tra la carità genitoriale e la grazia divina, lasciando che la fatica e la gioia di educare siano sempre immerse nella preghiera e sotto la luce del Vangelo.
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