Preghiera a San Damaso I per i Bibliotecari

Destinatari:  San Damaso I, Papa
Beneficiari:  Traduttori e Interpreti
Tipologie:  Preghiera personale
Preghiera a San Damaso I per i Bibliotecari
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O San Damaso I, custode fedele delle Scritture e guida sapiente del popolo di Dio, a Te ci rivolgiamo con cuore sincero e con la fiducia di chi sa quanto prezioso sia il lavoro benedetto di chi si dedica alla parola, alla comunicazione e alla custodia del sapere.

Proteggi, ti preghiamo, tutti i Traduttori, gli Interpreti e i Bibliotecari, che ogni giorno si impegnano a rendere accessibile la luce della conoscenza e della cultura alle donne e agli uomini di ogni lingua e Paese. Sii scudo e conforto nel loro impegno spesso silenzioso: perché attraverso le loro mani passi la semina della saggezza, dell’incontro e della pace.

Come Tu vegliasti sulle Scritture, donaci di essere custodi attenti delle parole, dei testi e delle opere, ponti tra culture, popoli e tempi diversi. Ottienici da Dio, per la nostra professione, chiarezza di mente, pazienza instancabile e umiltà autentica, perché ogni pagina tradotta, ogni frase interpretata, ogni libro conservato sia segno della Tua protezione e della Tua benedizione.

O San Damaso, intercedi per noi: rendi il nostro lavoro una missione al servizio della verità, affinché tutto ciò che trasmettiamo sia bene, bellezza e vera comunione. Amen.

Spiegazione della Preghiera

1. Contesto spirituale e dottrinale della preghiera

Questa preghiera a San Damaso I si radica profondamente nella tradizione cristiana di affidare a Dio, tramite l’intercessione dei santi, le proprie necessità spirituali e lavorative. San Damaso I, vescovo di Roma dal 366 al 384 d.C., fu tra le figure più decisive nel processo storico e teologico di custodia e trasmissione delle Sacre Scritture. A lui si deve l’incarico dato a San Girolamo della traduzione della Bibbia in latino (Vulgata), scelta che ha segnato profondamente la storia del cristianesimo occidentale dando una direzione autorevole e unitaria alle Scritture stesse.

La preghiera si inserisce quindi in un contesto dottrinale in cui la Parola di Dio e la sua corretta trasmissione sono visti come opera fondamentale della Chiesa. Il ricorso a Damaso come intercessore pone l’accento sulla responsabilità e la sacralità di chi si occupa non solo delle Scritture, ma, più in generale, del sapere, della comunicazione e della custodia della conoscenza. Nella tradizione cattolica la comunione dei santi implica che i fedeli sulla terra possano chiedere il sostegno spirituale di coloro che, prima di noi, hanno vissuto la fede in modo esemplare e sono ora presso Dio.

Dal punto di vista spirituale, dunque, la preghiera sviluppa una riflessione teologica sul valore della parola (in quanto veicolo di verità, relazione e comunità), sulla pazienza e sull’umiltà richieste nelle professioni intellettuali, e sull’importanza di riconoscere che ogni opera umana trova il suo significato ultimo se orientata verso il bene, la bellezza e la comunione, valori centrali della visione cristiana del mondo.

2. I destinatari a cui è rivolta e perché

La preghiera si rivolge direttamente a San Damaso I, invocato come custode fedele delle Scritture e guida sapiente del popolo di Dio. Non è una preghiera diretta a Dio Padre, a Cristo o allo Spirito Santo, ma si configura come preghiera di intercessione ai santi, pratica antichissima della Chiesa cattolica, ortodossa e in parte anche della tradizione anglicana.

San Damaso viene scelto come destinatario privilegiato perché la sua vita e la sua missione ecclesiale incarnano la cura e la promozione della parola e del patrimonio culturale e spirituale della Chiesa. La sua figura di “ponte” tra le origini apostoliche e la cristianità crescente e diversificata, e il suo ruolo determinante nella storia della Bibbia, lo rendono protettore naturale di coloro che hanno a cuore la trasmissione della conoscenza attraverso le lingue, i testi e i libri.

L’invocazione è dunque adatta a essere rivolta da chi avverte, nel proprio lavoro o nella propria vocazione, la preziosità e la delicatezza del “custodire”, “interpretare” e “comunicare”, e riconosce la necessità di un sostegno spirituale e di modelli di fedeltà, umiltà e zelo apostolico.

3. I beneficiari per cui intercede e i bisogni spirituali/fisici che affronta

La preghiera invoca la protezione e l’intercessione di San Damaso I “per tutti i traduttori, gli interpreti e i bibliotecari”: categorie professionali spesso poco visibili, ma fondamentali per rendere accessibile la conoscenza e la cultura attraverso i confini linguistici, geografici e temporali.

I beneficiari sono dunque:

  • Traduttori, che si assumono la delicata responsabilità di trasporre testi e significati tra lingue e culture diverse, mantenendone fedeltà e comprensibilità.
  • Interpreti, che facilitano il dialogo diretto in tempo reale, spesso in situazioni di importanza decisiva (negoziazioni, incontri culturali, processi politici o ecclesiali).
  • Bibliotecari, custodi della memoria collettiva e del sapere, garanti dell’accessibilità, della conservazione e della trasmissione dei testi.

I bisogni spirituali (e, in parte, anche psicologici e materiali) per cui si chiede aiuto riguardano:

  • Pazienza instancabile e umiltà autentica: qualità interiori necessarie nell’attività intellettuale, spesso minuziosa, solitaria e sottoposta al rischio dell’errore e della dimenticanza.
  • Chiarezza di mente: dono fondamentale per il discernimento, la precisione e la fedeltà nella trasmissione dei contenuti.
  • Protezione, scudo e conforto: richiesta di difesa dalle insidie, dalle difficoltà esterne (come incomprensioni, pressioni, sottovalutazione) e da quelle interiori (sfiducia, stanchezza, senso di inutilità).
  • Fertilità della missione: che il loro servizio sia efficace non solo tecnicamente, ma anche costruttivo di relazioni, di saggezza, di pace e di comunione tra i popoli.

4. Temi teologici principali, con citazioni bibliche o patristiche

Tra i temi teologici prevalenti spiccano:

  • La custodia della parola come responsabilità sacra:
    “Chiunque parla, lo faccia come se parlasse oracoli di Dio” (1Pt 4,11).
    Nella Bibbia, la parola non è mai neutra, ma è luogo di manifestazione, comunicazione e rivelazione (“In principio era il Verbo”, Gv 1,1).
  • Il servizio della verità, per la comunione e la pace:
    “La verità vi farà liberi” (Gv 8,32).
    Chi interpreta, traduce o custodisce la sapienza partecipa del ministero di rendere a tutti accessibile la luce, superando incomprensioni e barriere.
  • L’umiltà e la pazienza come virtù necessarie:
    “Imparate da me, che sono mite e umile di cuore” (Mt 11,29).
    Nell’attività intellettuale il rischio di superbia è costante; la preghiera chiede proprio quelle virtù che fanno del sapere un vero servizio, non un possesso chiuso.
  • La missione e il lavoro come vocazione al bene:
    “Qualunque cosa facciate, fatela di cuore come per il Signore e non per gli uomini” (Col 3, 23).
    Ciò indica che ogni lavoro umano, se compiuto in spirito di servizio e offerto a Dio, diventa mezzo di santificazione.

Sul piano patristico, particolarmente pertinenti sono le lettere e i resoconti di San Girolamo sulla sua opera di traduzione sotto il pontificato di Damaso, in cui si evidenzia il senso della parola come “ponte” tra Dio e uomo, tra popoli, tra epoche:

“Ogni volta che traduco, prego che la mia mano non sia errante e il mio cuore sia retto, perché la verità non sia mai tradita, neppure per sbaglio.” (San Girolamo)

5. Genere di preghiera e collocazione liturgica

La preghiera mostra chiaramente i tratti della preghiera di intercessione, cioè quella forma orante nella quale ci si rivolge a un santo (San Damaso) chiedendo la sua mediazione presso Dio a favore di particolari persone e attività.

Contiene tuttavia anche elementi di lode (“custode fedele”, “guida sapiente”) e di offerta, caratteristici di una spiritualità del lavoro e della testimonianza cristiana nella vita quotidiana.

Dal punto di vista liturgico, questa preghiera non appartiene ai testi ufficiali del Messale, della Liturgia delle Ore o ad altre strutture rituali, ma rientra tra le preghiere devozionali private o comunitarie che arricchiscono e personalizzano la pietà dei fedeli. Può trovare spazio in momenti di adorazione, veglie, incontri professionali, assemblee o iniziative dedicati al servizio della cultura, della comunicazione e delle biblioteche. In modo speciale, può essere utilizzata nella memoria liturgica di San Damaso I (11 dicembre).

6. Indicazioni pratiche per l’uso della preghiera

La preghiera può essere utilizzata in molteplici contesti:

  • Nella preghiera personale: traduttori, interpreti, bibliotecari o studiosi possono recitarla all’inizio o alla fine della giornata lavorativa, come affidamento della propria attività alle mani di Dio e sotto la protezione di San Damaso.
  • Nella preghiera comunitaria: può essere integrata in riunioni, assemblee, corsi di formazione o eventi che abbiano per protagonisti operatori della cultura, dell’informazione o della comunicazione.
  • Nel tempo liturgico: risulta particolarmente adatta durante la memoria liturgica di San Damaso I (11 dicembre), durante la Settimana della Cultura, la Giornata Internazionale della Traduzione (30 settembre, festa di San Girolamo), nel mese della Parola di Dio (gennaio) o in occasione della benedizione di una biblioteca, di una sala studio o di un laboratorio di traduzione.

Per valorizzarla, può essere preceduta da un breve silenzio o da una lettura biblica pertinente (ad esempio Gv 1,1–5 o Col 3,23–24), seguita da una preghiera spontanea o da momenti di condivisione. Può essere anche stampata e tenuta visibile sul luogo di lavoro come memoria costante della propria vocazione e dei valori a cui ci si ispira. Infine, può essere usata come spunto per brevi momenti di riflessione spirituale sul senso della missione culturale e comunicativa nella società contemporanea.

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