Preghiera a Gesù Cristo per la Giustizia negli Allevamenti

Destinatari:  Gesù Cristo
Temi:  Riposo eterno
Tipologie:  Supplica
Preghiera a Gesù Cristo per la Giustizia negli Allevamenti
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O Gesù Cristo, Giudice giusto e misericordioso, volgi il Tuo sguardo compassionevole verso tutte le creature che abitano le nostre fattorie.

In Te, che conosci ogni sofferenza e ascolti ogni gemito silenzioso, affidiamo la sorte di tutti gli animali da fattoria. Accogli nel Tuo abbraccio di luce e di pace questi esseri miti, spesso dimenticati e sfruttati, e dona loro il riposo eterno nella Tua dimora celeste.

Ti supplichiamo, Signore: fa’ che cessi ogni crudeltà e sfruttamento. I nostri cuori siano toccati dalla Tua Misericordia, e dinanzi al loro sacrificio impariamo a nutrirci con rispetto e gratitudine.

Ricompensa, o Redentore, la loro fedeltà silenziosa e la loro innocenza. Rendi ogni loro fatica un seme di amore e di purificazione per il mondo, e concedi loro pace senza fine alla Tua presenza.

A Te, o Cristo, consegniamo con umiltà tutti gli animali da fattoria. Fa’ che il loro sacrificio sia sempre onorato e che, insieme a loro, cresca in noi il rispetto per ogni vita creata. Amen.

Spiegazione della Preghiera

1. Contesto spirituale e dottrinale della preghiera

Questa preghiera nasce all’incrocio tra una sensibilità contemporanea per la sofferenza animale e profonde radici biblico-cristiane riguardanti la creazione, la misericordia e la redenzione. Le Sacre Scritture, soprattutto nell’Antico Testamento, ricordano spesso come tutti gli esseri viventi siano frutto dell’atto creativo di Dio e ricevano la Sua benedizione (Genesi 1,20-25). Nei Salmi leggiamo:

“Signore, tu salvi uomini e bestie” (Sal 36,7).
Cristo, quale Logos incarnato, secondo la tradizione patristica non redime solo l’uomo ma ricapitola in sé tutte le creature (Ef 1,9-10; Col 1,20), offrendo loro futuro e speranza nell’economia della salvezza.

Il contesto di questa preghiera evidenzia la preoccupazione cristiana per la giustizia e la pace (“pace senza fine”), richiamando il principio generale secondo cui il dominio umano sugli animali è sempre responsabile, mai despoticamente arbitrario (Catechismo della Chiesa Cattolica, n. 2416-2418).

Inoltre, il tema del sacrificio degli animali e del rispetto dovuto loro attinge al cuore della liturgia veterotestamentaria, preparando nel tempo la pienezza della compassione mostrata da Cristo, il Redentore che si schiera con i miti e gli innocenti.

2. I destinatari a cui è rivolta e perché

Il destinatario diretto di questa preghiera è Gesù Cristo, in quanto “Giudice giusto e misericordioso”, titolo che racchiude sia la Sua sovranità finale (parousìa) sia il Suo cuore compassionevole, intercessore presso il Padre e redentore del creato. Il riferimento a Gesù sottolinea la speranza nella riconciliazione universale verso cui la storia cammina secondo il disegno divino.

Ci si rivolge a Cristo perché, nel Nuovo Testamento, Egli manifesta una compassione capace di abbracciare ogni sofferenza, senza esclusione di nessuno (“in Te che conosci ogni sofferenza e ascolti ogni gemito silenzioso”). Solo il Signore è in grado di accogliere il silenzio della creazione che soffre e trasfigurarla nella Sua luce.

Chiamare Gesù anche “Redentore” ricollega gli animali – spesso dimenticati – all’abbraccio della salvezza e apre la preghiera alla dimensione della compassione cosmica presente nella teologia cristiana orientale e in alcuni teologi contemporanei.

3. I beneficiari per cui intercede e i bisogni spirituali/fisici che affronta

I beneficiari espliciti sono “tutti gli animali da fattoria”, cioè le creature che, nell’ordine socioculturale ed economico umano, subiscono spesso sofferenze, sfruttamento, condizioni di vita difficili e, non di rado, violenze. Si pensa a mucche, maiali, polli, pecore, cavalli e altri animali che, sebbene utili e vicini alla vita dell’uomo, rischiano di essere considerati meri oggetti di consumo.

La preghiera esprime una duplice intercessione:

  • per gli animali stessi: invocando il riposo eterno, la pace e la ricompensa per la loro “fedeltà silenziosa e innocenza”, riconoscendo implicitamente un valore spirituale alla loro esistenza e sofferenza;
  • per l’uomo: affinché i cuori vengano “toccati dalla Misericordia” e si apprendano rispetto e gratitudine, ponendo fine ad atti di crudeltà e sfruttamento (“fa’ che cessi ogni crudeltà e sfruttamento”).

Si affrontano bisogni sia di conversione spirituale (superare indifferenza, acquisire rispetto e gratitudine), sia fisici e materiali (minor sofferenza, migliori condizioni di vita — “cessi ogni crudeltà...”). Ne emerge una visione integrale, che include la compassione, la solidarietà nella sofferenza, e l’affidamento al giudizio e alla misericordia di Dio.

4. Temi teologici principali, con citazioni bibliche e patristiche

Diversi temi teologici attraversano la preghiera:

  • Misericordia e giustizia di Cristo: il ruolo di Cristo come Giudice ultimo ma anche come medico delle anime e dei corpi (cfr. Mt 25,31-46). La misericordia abbraccia ogni creatura, non solo l’uomo.
  • Solidarietà cosmica e redenzione universale: come afferma san Paolo, la creazione “geme e soffre nelle doglie del parto aspettando la rivelazione dei figli di Dio” (Rm 8,19-22). Origene e altri Padri vedevano nella redenzione il coinvolgimento di tutto il creato (Gregorio di Nissa, "Sul Cantico dei Cantici", Omelia 2).
  • Rispetto per la vita e responsabilità: dal principio della Genesi (“Il Signore pose l’uomo nel giardino perché lo coltivasse e lo custodisse”, Gen 2,15), emerge la missione morale di custodia e non di abuso.
  • Sacralità del sacrificio e del cibo: l’invocazione di rispetto e gratitudine si collega alla tradizione di benedire i cibi e di riconoscere il debito spirituale verso la creazione, come insegna sant’Efrem il Siro: “Quando ti nutri, ricorda chi ha donato e chi si è sacrificato”.
  • La speranza escatologica: la preghiera implora per gli animali il “riposo eterno” e la “pace senza fine”, segno della partecipazione della creazione alla gloria futura di Dio (Is 11,6-9; Ap 21,4).

In sintesi, la preghiera incarna una spiritualità della tenerezza evangelica esplicitata da Papa Francesco in Laudato si’:

“Tutti gli esseri sono oggetto della tenerezza del Padre” (LS 77).

5. Genere di preghiera e tradizione liturgica

La preghiera esaminata appartiene prevalentemente al genere dell’intercessione, poiché rivolge suppliche sia per gli animali sia per la conversione umana, ma assume anche aspetti di lode (accoglienza della bontà divina), penitenza (richiesta di perdono per sfruttamento/crudeltà) e ringraziamento (gratitudine per il sacrificio degli animali).

Nella tradizione liturgica, preghiere analoghe sono presenti nei riti di benedizione degli animali (ad esempio in occasione della festa di san Francesco d’Assisi) e, variamente riformulate, all’interno di liturgie rurali o in contesti di spiritualità ecologica contemporanea. Tuttavia, la supplica esplicita per il “riposo eterno” agli animali rappresenta una sensibilità più recente, anche se già intuibile nei mistici medievali e nei santi amici del creato.

6. Indicazioni pratiche: uso nella preghiera personale/comunitaria e nei tempi liturgici

Questa orazione può essere impiegata:

  • Nella preghiera personale, come atto di intercessione e conversione, soprattutto da chi vive o lavora in campagna, da vegetariani/vegani motivati spiritualmente, o da chiunque desideri coltivare attenzione etica verso il creato.
  • Nella preghiera comunitaria, in occasione di celebrazioni nelle fattorie, nelle benedizioni degli animali (4 ottobre, san Francesco), durante i tempi liturgici forti che invitano alla conversione e solidarietà (Quaresima, Tempo del Creato - 1 settembre/4 ottobre), e nei momenti di preghiera ecumenica per la Custodia del Creato.
  • Per meditazione: dopo la lettura di testi biblici sulla creazione o durante riflessioni sulla Laudato si’, per favorire un esame di coscienza che abbracci anche il rapporto con gli animali e l’ambiente.
  • Nel ciclo della vita quotidiana: come breve giaculatoria al momento dei pasti, riconoscendo la dipendenza dalla vita animale e sviluppando gratitudine e sobrietà.

Nel praticare questa preghiera, è utile unirla con gesti concreti di rispetto e cura degli animali, ricordando che la conversione spirituale si manifesta tramite scelte etiche e stili di vita coerenti. Così la supplica diventa testimonianza di un amore che, sul modello di Cristo, si estende fino ai margini della creazione.

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