Lode a Dio per la potenza data a San Michele Arcangelo
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Dio onnipotente e misericordioso, ti lodiamo con gioia traboccante per la vittoria del tuo Figlio Gesù Cristo sul male e sulla morte.
Tu sei la nostra forza e la nostra speranza infinita: nel dono dello Spirito Santo ci hai resi capaci di vivere nella gioia vera, che nessuna oscurità può spegnere.
Ti rendiamo lode, Padre buono, perché hai creato San Michele Arcangelo, segno della tua vittoria definitiva su Satana. Con la sua presenza potente, ci ricordi che il bene trionfa sempre e che la tua luce dissipa ogni tenebra.
Riempi i cuori dei tuoi fedeli della gioia dello Spirito Santo, affinché, rinnovati nella fede, testimonino con coraggio la vittoria del Cristo Risorto e camminino lieti nella tua pace.
A te la lode, la gloria e l’onore nei secoli dei secoli. Amen.
Spiegazione della Preghiera
1. Il contesto spirituale e dottrinale della preghiera
La preghiera presentata nasce all’interno della spiritualità cristiana che celebra la vittoria del Cristo risorto sul male e sulla morte, un tema centrale nella teologia pasquale e nella fede della Chiesa. L’invocazione si apre rivolgendosi a Dio onnipotente e misericordioso, riconoscendo così i due attributi fondanti del Dio biblico: la potenza, che supera ogni male e confine umano, e la misericordia, che accompagna e salva l’umanità. Al cuore di questa supplica, si riconosce il mistero pasquale come fonte di “gioia traboccante” per i credenti, la cui esistenza viene rinnovata dal dono dello Spirito Santo.
Questo testo si inserisce nella tradizione che contempla la presenza e l’opera degli angeli, in particolare di San Michele Arcangelo, quale strumento della vittoria di Dio contro le potenze delle tenebre. In questa linea, la preghiera richiama l’antico insegnamento della Chiesa sulla lotta spirituale presente nella storia umana e nell’intimità di ciascun credente (Ef 6,10-17).
Dottrinalmente, si rispecchiano la dottrina della vittoria di Cristo nella resurrezione (1Cor 15,54-57), la presenza reale dello Spirito Santo nella vita del fedele, secondo la promessa di Gesù (Gv 14,16-17), e il ruolo degli angeli quali “ministri al servizio di coloro che devono ereditare la salvezza” (Ebr 1,14).
2. I destinatari a cui è rivolta e perché
La preghiera è espressamente rivolta a Dio Padre, come evidenziato dall’intestazione e dalla dossologia finale. Secondo la tradizione cristiana, ogni lode e supplica trova in Dio, sorgente di ogni bene, l’unico e supremo destinatario.
All’interno della supplica, Dio viene riconosciuto nel suo agire trinitario: il Figlio, Gesù Cristo, è il protagonista della vittoria sul male; lo Spirito Santo è il dono che rinnova le speranze e le capacità del credente; il Padre è principio di creazione e provvidenziale opera. La menzione di San Michele Arcangelo è teologicamente significativa: non è oggetto di preghiera ma segno operante della potenza di Dio.
Questa triplice prospettiva riflette la fede cattolica e ortodossa, dove ogni azione soteriologica (di salvezza) è attribuita al Dio trinitario, mentre le creature angeliche sono segni e strumenti del suo volere.
3. I beneficiari per cui intercede e i bisogni affrontati
I beneficiari diretti della preghiera sono i “fedeli”, ovvero i cristiani di ogni tempo e luogo. Il testo chiede che siano riempiti della gioia dello Spirito Santo, una gioia che deriva dalla certezza della resurrezione e dalla vittoria sul male. Si tratta quindi di una richiesta che tocca sia bisogni spirituali (fede, speranza, coraggio nella testimonianza, pace interiore) che, indirettamente, fisici (liberazione dall’oppressione, protezione dal male).
In particolare la preghiera, ricordando la presenza protettrice di San Michele Arcangelo, allude al bisogno universale di protezione dal male, dalle tentazioni e dalle oscurità interiori o esteriori. Chiede inoltre la rinnovata capacità di testimoniare, cioè di vivere coraggiosamente e pubblicamente la fede cristiana anche in mezzo alle prove. Infine, l’invocazione della “gioia vera” è particolarmente attenta alle situazioni di tristezza, angoscia e affaticamento del popolo di Dio.
4. Temi teologici principali: approfondimenti e citazioni
La preghiera intreccia vari temi teologici fondamentali:
- Vittoria pasquale di Cristo: “La morte è stata inghiottita per la vittoria... Siano rese grazie a Dio che ci dà la vittoria per mezzo del Signore nostro Gesù Cristo!” (1Cor 15,54-57).
- Forza e speranza nello Spirito: “Riceverete forza dallo Spirito Santo che scenderà su di voi e mi sarete testimoni” (At 1,8); “La pace sia con voi!” (Gv 20,19).
- Mistero della gioia cristiana: “Gioite ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli” (Mt 5,12); “Il frutto dello Spirito è amore, gioia, pace...” (Gal 5,22).
- San Michele Arcangelo, segno della vittoria divina: “Scoppiò una guerra nel cielo: Michele e i suoi angeli combattevano contro il drago... il grande dragone, il serpente antico, fu precipitato” (Ap 12,7-9).
I Padri della Chiesa interpretarono spesso le vittorie angeliche come riflesso della potenza di Cristo; ad esempio, Gregorio Magno scriveva: “Chi è come Dio? Michele il guerriero combatte non nel proprio nome ma per la gloria del Signore” (Homiliae in Evangelia, 34).
Infine, la dossologia conclusiva (“A te la lode, la gloria e l’onore...”) collega la preghiera alla continua glorificazione di Dio, segno della comunione dei santi.
5. Genere di preghiera e collocazione liturgica
Questa preghiera appartiene principalmente al genere della lode e del ringraziamento, ma contiene anche elementi intercessori (quando chiede la gioia e la protezione per i fedeli). Non si tratta di una preghiera di penitenza né di supplica in senso stretto, ma piuttosto di una celebrazione gioiosa della vittoria di Cristo e della presenza angelica.
Dal punto di vista liturgico, essa trova una naturale collocazione nelle:
- liturgie pasquali, per la centralità del tema della resurrezione;
- feste degli angeli, in particolare la festa di San Michele Arcangelo (29 settembre);
- momenti di adorazione o di appello allo Spirito Santo, specialmente in epoche di prova, missione, testimonianza comunitaria.
Può essere utilizzata come preghiera di apertura, come conclusione di una liturgia della Parola o in contesti carismatici e di preghiera comunitaria.
6. Indicazioni pratiche: uso personale, comunitario e nel ciclo liturgico
Uso personale: la preghiera può essere recitata nelle ore del giorno (ad esempio come lode mattutina), nelle difficoltà personali o nei momenti in cui si avverte il bisogno di rinnovare la fiducia nella potenza di Dio contro il male, chiedendo la protezione di San Michele e la gioia dello Spirito.
Uso comunitario: adatta come invocazione iniziale o conclusiva durante le celebrazioni eucaristiche dei tempi forti, nelle liturgie della Parola, o in incontri di preghiera carismatica. Nelle comunità parrocchiali può essere inserita nelle novene o nei tridui in preparazione alla festa di San Michele o in occasione di missioni, anniversari di parrocchie dedicate al Santo, o in momenti di prova comune.
Collocazione nell’anno liturgico: trova il suo apice nel Tempo di Pasqua (celebrazione della vittoria di Cristo). Di particolare rilevanza il 29 settembre (festa degli Arcangeli) e nei giorni in cui si invoca specialmente la protezione contro il male (es. veglie per la pace, giornate mondiali della gioventù, iniziative di evangelizzazione).
Consigli pratici:
- Recitarla ad alta voce come atto di fede quando si affronta una tentazione, un dubbio, una difficoltà che sembra “vincere le tenebre”.
- Usarla come parte di una lectio divina su Apocalisse 12 o sui testi paolini della vittoria di Cristo.
- Animare con essa un momento di testimonianza, introducendola con canti di gioia o inni allo Spirito Santo.
In ogni caso, questa preghiera insegna a orientare la lotta quotidiana non solo al rifiuto del male, ma alla contemplazione gioiosa della vittoria già compiuta da Dio in Cristo e resa presente per noi nello Spirito — e a riconoscere, in San Michele, un segno vivente della promessa che “il bene trionfa sempre”.
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