Esame di coscienza con il Beato Piergiorgio Frassati per la carità dei Giovani in politica

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Beato Pier Giorgio Frassati, esempio luminoso di carità attiva e spirito generoso tra gli uomini, a te rivolgiamo il nostro esame di coscienza, pensando in modo particolare ai politici, chiamati a servire il bene comune.
Abbiamo davvero ascoltato il grido dei poveri, delle famiglie in difficoltà, di chi è lasciato solo?
Abbiamo esercitato il nostro potere come servizio oppure ci siamo lasciati tentare dall’ egoismo o dagli interessi personali?
Abbiamo saputo promuovere occasioni concrete di solidarietà e cammini di giustizia sociale, o ci siamo accontentati di parole vuote?
Il nostro cuore è rimasto aperto a tutti o ci siamo chiusi nell’indifferenza?
Donaci, Beato Pier Giorgio, la grazia di un cuore generoso e il coraggio di scegliere sempre la carità come regola del nostro agire politico. Fa’ che ogni scelta sia guidata dall’attenzione agli ultimi e dal desiderio di costruire una società più giusta e più umana.
Amen.
Spiegazione della Preghiera
1. Il contesto spirituale e dottrinale della preghiera
Questa preghiera è situata nel solco della spiritualità cattolica che invita i fedeli a incarnare l’amore evangelico nell’impegno concreto per la giustizia e la carità sociale. Si rivolge al Beato Pier Giorgio Frassati, giovane laico torinese vissuto tra il 1901 e il 1925, beatificato da Giovanni Paolo II nel 1990, riconosciuto come modello di “carità attiva” per il suo instancabile servizio ai poveri, agli ammalati, agli emarginati, vissuto con gioiosa semplicità e spirito contemplativo.
La dottrina sociale della Chiesa, che si sviluppa soprattutto a partire dall’enciclica Rerum Novarum (1891), trova in Frassati una realizzazione vivente: egli unisce fede e azione, preghiera e impegno sociale, sacramenti e dedizione al bene comune. Il riferimento all’esame di coscienza richiama una prassi antica e consolidata nella tradizione cristiana: interrogarsi sulla fedeltà al Vangelo e alla chiamata ricevuta, specialmente nelle responsabilità pubbliche e sociali.
Questo testo è radicato nel principio, ribadito dal Concilio Vaticano II, che i laici sono chiamati a santificare le realtà terrestri (cfr. Lumen gentium, 31). La preghiera si iscrive quindi in una visione integrale: la politica e l’impegno pubblico non sono mondi a parte rispetto al Vangelo, ma sono ambiti propri per vivere la sequela di Cristo, facendo dell’amore il principio ispiratore di ogni decisione.
2. I destinatari a cui è rivolta e perché
La preghiera è indirizzata in particolare a Pier Giorgio Frassati, intercessore e modello per i cristiani impegnati nel mondo. Ma tra i destinatari “umani”, viene esplicitamente menzionata la categoria dei politici: “chiamati a servire il bene comune”. L’invocazione — pur potendo essere utilizzata da chiunque — si concentra in modo particolare su coloro che ricoprono incarichi di responsabilità pubblica o di gestione del potere.
Per tale motivo, la preghiera può essere adottata sia in contesti istituzionali (ad esempio prima di una seduta consiliare, a inizio di incontri formativi per amministratori pubblici o politici cristiani), sia da singoli individui che intendono orientare il proprio servizio civile e sociale secondo criteri evangelici.
Colui che prega si riconosce come parte di una comunità chiamata a scrutare il proprio cuore di fronte alle tentazioni sempre attuali dell’egoismo, dell’interesse personale, dell’indifferenza. Frassati, “uomo delle beatitudini”, diventa lo specchio in cui misurare l’autenticità del proprio impegno.
3. I beneficiari per cui intercede e i bisogni spirituali/fisici che affronta
Nell’intenzione della preghiera, i beneficiari dell’intercessione sono innanzitutto:
- I poveri – che spesso rimangono senza voce e senza aiuto;
- Le famiglie in difficoltà – colpite da crisi economiche, sociali o affettive;
- Chi è lasciato solo – ovvero tutte le persone emarginate o dimenticate dalla società;
- La stessa comunità politica – chiamata alla conversione e al servizio nella carità.
I bisogni affrontati sono sia spirituali (conversione del cuore, apertura all’altro, coraggio di scegliere la carità, coerenza nella fede) sia materiali (solidarietà concreta, promozione della giustizia sociale, attenzione agli “ultimi”). La preghiera riconosce che il servizio politico può essere tentato dall’egoismo, dal potere fine a se stesso, dalla chiusura all’altro, e domanda dunque la grazia di un cuore rinnovato e generoso, capace di “costruire una società più giusta e più umana”.
4. I temi teologici principali, con citazioni bibliche o patristiche
I grandi temi che emergono in questa preghiera sono:
- La carità come regola dell’agire cristiano: “Donaci […] il coraggio di scegliere sempre la carità come regola del nostro agire politico” riecheggia il grande comandamento di Gesù: “Amerai il prossimo tuo come te stesso” (Mt 22,39). San Paolo ricorda che “se anche distribuissi tutte le mie sostanze […] ma non avessi la carità, nulla mi giova” (1Cor 13,3).
- Il servizio come forma alta di potere: la domanda “Abbiamo esercitato il nostro potere come servizio?” richiama l’insegnamento di Cristo: “Chi vuole essere il primo tra voi sarà servo di tutti” (Mc 10,44).
- L’ascolto del grido dei poveri: “Abbiamo davvero ascoltato il grido dei poveri?” chiede un’adesione concreta alle parole dei Salmi (“Il Signore ascolta il grido del povero”, Sal 34,7) e dei Profeti (“Non dimenticate il diritto del povero”, Am 5,11-15).
- Solidarietà e giustizia sociale: il magistero pontificio, a partire da Rerum Novarum a Centesimus Annus e Fratelli tutti, sottolinea insistentemente l’urgenza del bene comune, della solidarietà e della sussidiarietà come principi fondamentali del vivere sociale.
- Esame di coscienza: “A te rivolgiamo il nostro esame di coscienza” è indicazione di vita cristiana praticata — “Scruta, o Dio, il mio cuore” (Sal 139,23), come pure l’uso patristico dell’esame quotidiano (ad esempio in sant’Ignazio di Loyola e nei Padri del deserto).
- L’attenzione agli “ultimi” come cifra dell’agire cristiano: “Fa’ che ogni scelta sia guidata dall’attenzione agli ultimi”. Cristo si identifica con chi è più fragile: “…Ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me” (Mt 25,40).
Pier Giorgio Frassati stesso scriveva:
“Gesù mi visita ogni mattina nell’Eucaristia e io gli rendo visita povero tra i poveri.”
Così, la preghiera riflette una teologia incarnata, che unisce vita sacramentale, esame del cuore e coraggioso impegno nel mondo.
5. Il genere di preghiera e la sua collocazione nella tradizione liturgica
La preghiera presenta caratteri prevalentemente di intercessione e esame di coscienza. Si rivolge a un beato, chiedendo la sua mediazione presso Dio per ottenere la grazia di vivere la carità nella concretezza della vita pubblica. Il richiamo all’esame di coscienza fa di questo testo anche uno strumento di autopurificazione e di convertente autocritica, conforme alla tradizione spirituale che invita a portare la propria vita alla luce del Vangelo.
Non siamo di fronte a una preghiera liturgica propriamente detta (cioè, inserita nei libri liturgici), ma si tratta di una preghiera devozionale adatta soprattutto a momenti di riflessione o di preparazione al servizio pubblico, particolarmente durante momenti forti dell’anno liturgico (come la Quaresima o la Giornata Mondiale dei Poveri) o nelle ricorrenze legate al beato Frassati (4 luglio, memoria liturgica).
6. Indicazioni pratiche: come usarla nella preghiera personale o comunitaria e nei tempi dell’anno liturgico
Questa preghiera può essere usata in molteplici modi:
- Preghiera personale: come parte dell’esame di coscienza serale, specchiandosi sulle domande proposte; oppure all’inizio della giornata professionale, chiedendo aiuto per mantenere purezza d’intenzione nel proprio lavoro.
- Preghiera comunitaria: all’inizio di incontri di gruppi politici cristiani, di operatori del sociale, di consigli pastorali parrocchiali; come momento di riflessione nei ritiri spirituali per laici impegnati nel servizio pubblico.
- Liturgia delle Ore “allargata”: nella celebrazione delle Lodi o dei Vespri, inserendo questa preghiera dopo la lettura della Parola, specie in giorni particolarmente dedicati alla giustizia sociale.
- Tempi liturgici forti: Quaresima (per la conversione dei cuori e l’impegno verso i bisognosi), Avvento (attesa del Signore nei poveri), nelle giornate dedicate alla Dottrina Sociale della Chiesa, o in occasione del 4 luglio, memoria del Beato Pier Giorgio Frassati.
Può essere stampata e diffusa come sussidio per la formazione di amministratori pubblici, insegnanti di dottrina sociale, giovani chiamati a impegnarsi nella politica, volontari negli ambiti caritativi.
Ripetere con fede queste parole aiuta a tenere viva la memoria evangelica che il “potere è servizio” e che la carità resta la virtù regina anche nell’impegno pubblico, secondo lo spirito vivace e profetico di Pier Giorgio Frassati.
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