Supplica a San Rufino per una fede più forte ad Assisi

Ascolta la Preghiera
O glorioso San Rufino, primo vescovo e martire di Assisi, che hai portato la luce della fede tra queste pietre antiche e hai irrigato questa terra col tuo sacrificio, volgi il tuo sguardo misericordioso su di noi, tuoi figli devoti.
Ascolta la nostra supplica, e ottieni dal Signore che la tua città sia sempre avvolta dalla fede più salda, quella fede che non vacilla nelle prove, non si spegne nei giorni oscuri, ma resta fonte viva di speranza e forza interiore.
San Rufino, intercedi affinché il popolo di Assisi attinga da questa fede un amore autentico, che diventi messaggio di pace e di fratellanza per il mondo intero. Fà che dalle nostre case sorga una testimonianza limpida e coraggiosa, capace di illuminare anche chi è lontano.
Tu che hai vissuto il dono della fede fino al martirio, suscita in noi cuori radicati nel Vangelo, gioiosi nella comunione, pazienti nella carità. Guida i nostri passi verso Cristo e rendici strumenti di quella pace di cui Assisi vuole farsi voce universale.
San Rufino, prega per noi. Amen.
Spiegazione della Preghiera
1. Il contesto spirituale e dottrinale della preghiera
La preghiera a San Rufino, primo vescovo e martire di Assisi, si innesta profondamente nella tradizione spirituale cristiana che venera i santi come testimoni eroici della fede e potenti intercessori presso Dio. Nel tessuto dottrinale della Chiesa, la devozione ai santi risale già ai primi secoli, quando le comunità cristiane si radunavano presso le tombe dei martiri, riconoscendo in essi modelli da imitare e intercessori da invocare (cfr. CCC 957). La figura di San Rufino occupa un posto particolare nella storia della Chiesa umbra: è considerato portatore della “luce della fede” in Assisi, città poi divenuta culla di altri grandi santi quali Francesco e Chiara.
Il testo della preghiera si ispira ai grandi temi dottrinali della fede cristiana: la centralità del martirio come massima attestazione di fedeltà a Cristo (“hai irrigato questa terra col tuo sacrificio”), la comunione dei santi e l’intima relazione tra la comunità terrena e quella celeste. Essa riflette inoltre l’ecclesiologia che vede la Chiesa come una realtà di comunione orante, nella quale i santi vegliano sui fedeli e intercedono per loro. Il martirio di San Rufino non è solo evento storico, ma diventa paradigma di un’offerta esistenziale: testimoniare il Vangelo in ogni tempo con forza e coerenza.
Dal punto di vista liturgico e spirituale, la preghiera richiama anche la missione universale della Chiesa: “messaggio di pace e di fratellanza per il mondo intero”, collegandosi ad Assisi come “città della pace” e al valore profetico della santità locale che si apre alla dimensione universale.
2. I destinatari a cui è rivolta e perché
Il destinatario diretto della preghiera è San Rufino, venerato come primo vescovo e martire di Assisi. La scelta di invocare San Rufino si basa sulla tradizione cristiana che considera i santi non solo esempi di vita, ma anche guide spirituali capaci di intercedere presso Dio a favore del popolo cristiano. In particolare, i santi fondatori e patroni di una comunità locale vengono chiamati “padri nella fede”, testimoni che hanno seminato il Vangelo in un luogo specifico.
- San Rufino è visto come custode spirituale della città di Assisi e, attraverso il suo martirio e la sua predicazione, ha reso possibile la trasmissione della fede alle generazioni future, che si riconoscono come suoi “figli devoti”.
- Il suo ruolo di intercessore deriva dalla dottrina della communio sanctorum: la Chiesa crede che i santi siano vivi presso Dio e continuino, in Cristo, ad amare e sostenere i fratelli ancora in cammino sulla terra (cfr. Ap 6,9–11).
La preghiera richiama San Rufino per la sua forza di testimone, per la sua familiarità con le necessità della città, per la sua “vicinanza” come pastore capace di comprendere e condividere le fatiche del popolo.
3. I beneficiari per cui intercede e i bisogni spirituali/fisici che affronta
La preghiera si fa interprete delle necessità del “popolo di Assisi” – quindi della comunità cristiana locale –, ma si apre anche a una dimensione universale, abbracciando l’intera Chiesa e l’umanità.
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Bisogni spirituali:
- Fede salda nelle prove: Aver fiducia e costanza anche nei momenti di difficoltà e oscurità (“quella fede che non vacilla nelle prove, non si spegne nei giorni oscuri”).
- Speranza e forza interiore: Davanti a situazioni di crisi, la fede deve alimentare la speranza e la resilienza.
- Amore autentico e testimonianza: Si invoca la capacità di vivere un amore vero e di rendere “testimonianza limpida e coraggiosa”, superando la tentazione dell’indifferenza.
- Unità, pazienza e comunione: Per una comunità radicata nel Vangelo, “gioiosa nella comunione, paziente nella carità”.
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Bisogni fisici e sociali:
- La pace nella città: Una pace concreta, che sia più di un semplice auspicio e diventi autentico stile di vita comunitario.
- Fraternità tra le persone: Si chiede che il messaggio di pace e fratellanza non resti solo locale, ma si allarghi alle famiglie, alla città e “al mondo intero”.
La preghiera esprime quindi una richiesta di rinnovamento spirituale, affinché la comunità sia fedele alla propria vocazione storica, e sappia affrontare i bisogni concreti di testimonianza, unità e carità fraterna, autenticamente radicata nel Vangelo.
4. I temi teologici principali, con citazioni bibliche e patristiche
Questa preghiera a San Rufino tocca vari temi teologici fondamentali:
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La fede come dono costante: La fede non è solo inizio della vita cristiana, ma sostegno quotidiano. Come in Ebrei 12,1–2:
“Anche noi quindi, circondati da tale moltitudine di testimoni, [...] corriamo con perseveranza nella corsa, tenendo fisso lo sguardo su Gesù, autore e perfezionatore della fede.”
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Il martirio come testimonianza: Il martirio di San Rufino si pone in continuità con le parole di Gesù:
“Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici.” (Gv 15,13)
Sant’Agostino insegna: “I martiri furono, sono, saranno: sempre ci saranno quelli che, per la fede e la carità verso Cristo, si offrono quali vittime.” - La comunione dei santi: Il popolo cristiano si rivolge ai santi “come a fratelli maggiori nella fede”, come afferma il Catechismo (CCC 956), perché unito a loro nell’unico Corpo di Cristo.
- La pace come frutto della fede: “Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio” (Mt 5,9), un tema caro al cristianesimo assisano, incarnato anche da San Francesco, ma che trova nel martirio del suo primo vescovo un principio ispiratore.
5. Il genere di preghiera e la sua collocazione nella tradizione liturgica
Analizzando il testo, la preghiera si pone come preghiera di intercessione. Il fedele si affida all’intercessione di San Rufino affinché ottenga dal Signore i doni spirituali e la protezione per la comunità, ma contiene anche elementi di lode (per il martirio e la testimonianza) e di ringraziamento (per il dono della fede ricevuto tramite il santo).
Tradizionalmente, tali preghiere vengono recitate:
- Nella memoria liturgica del santo (11 agosto, per San Rufino),
- Durante le processioni o le celebrazioni solenni della parrocchia e della cattedrale a lui dedicate,
- Come parte di novene, tridui o durante le suppliche nei momenti di bisogno particolare per la città.
Nella liturgia delle Ore e nelle celebrazioni eucaristiche locali, può essere inserita tra le intenzioni dei fedeli o come orazione al termine della Messa in memoria del santo.
6. Indicazioni pratiche: uso nella preghiera personale, comunitaria e nei tempi dell’anno liturgico
La preghiera a San Rufino può essere utilizzata in vari modi:
- Nella preghiera personale: Può essere recitata come affidamento quotidiano da parte dei fedeli di Assisi o di chi sente particolare devozione verso i santi martiri, specialmente nei momenti di prova personale o smarrimento spirituale.
- Nella celebrazione comunitaria: Può essere letta durante le celebrazioni liturgiche nella memoria di San Rufino (11 agosto) o in occasioni speciali, quali anniversari della diocesi, feste patronali, processioni religiose.
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Durante l’anno liturgico:
- Nel tempo ordinario, per rinnovare la fedeltà alle radici cristiane e riscoprire le proprie origini nella fede.
- Nei tempi forti (Avvento, Quaresima), può essere proposta come preghiera per la perseveranza nelle difficoltà e come esempio di dono totale a Cristo, specialmente nella meditazione sui martiri e sui santi della Chiesa locale.
- Nei tempi di prova o difficoltà cittadina (calamità, tensioni sociali), per chiedere protezione e unità nella fede e nella carità.
Infine, può essere suggerita come conclusione del Rosario comunitario, inserita nelle pratiche penitenziali o usata come “orazione breve” prima di affrontare particolari prove familiari, sociali e personali.
In sintesi, questa preghiera a San Rufino rimane un luogo di memoria viva, ponte tra la storia della fede ad Assisi e le sfide del presente, invito a rinnovare la testimonianza evangelica con cuore ardente e speranza incrollabile.
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