Supplica a San Giovanni Paolo II per chi soffre a causa dell'ateismo

Destinatari:  San Giovanni Paolo II
Beneficiari:  Comunità missionarie
Temi:  Silenzio di Dio
Tipologie:  Supplica
Supplica a San Giovanni Paolo II per chi soffre a causa dell'ateismo
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Supplica a San Giovanni Paolo II per le Comunità Missionarie e per coloro che sono lontani da Dio

O San Giovanni Paolo II,
che hai illuminato il mondo con la tua Fede incrollabile e hai affrontato con coraggio le ombre dell’ateismo,
volgi oggi il tuo sguardo su tutte le Comunità missionarie, chiamate a testimoniare la luce di Cristo in mezzo al silenzio di Dio che spesso avvolge i cuori.

Ti supplichiamo, Uomo della preghiera e del dialogo, di intercedere per quanti vivono nel buio della non-credenza.
Quando il silenzio di Dio sembra pesare come una pietra sulle anime smarrite,
quando ogni preghiera sembra dissolversi nel vuoto,
chiedi per noi, pellegrini nella notte della fede, il dono di non arrenderci.

Fa’ che le comunità missionarie siano segno vivo della sua presenza, capaci di paziente ascolto, prossimità e servizio, perché chi si sente lontano, deluso o dimenticato, possa scorgere, anche nel silenzio, l’annuncio della sua misericordia.

San Giovanni Paolo II, tu che hai combattuto perché nessuno ceda alla disperazione,
sostieni i missionari nel portare la speranza ai confini della terra. Ottieni per chi vive la prova del silenzio di Dio, una vera apertura alla luce della fede, affinché la notte sia vinta dall’aurora e la nostalgia diventi incontro.

Per tua intercessione, donaci la grazia di riconoscere che, anche nel silenzio, Dio parla e ama senza sosta.
Amen.

Spiegazione della Preghiera

1. Contesto spirituale e dottrinale della preghiera

La Supplica a San Giovanni Paolo II per le Comunità Missionarie e per coloro che sono lontani da Dio si inserisce nel solco della dottrina cattolica sulla comunione dei santi e la potenza dell’intercessione. Il suo linguaggio nasce dalla realtà odierna di una Chiesa che si ritrova spesso a camminare tra le “ombre dell’ateismo” e le sfide della nuova evangelizzazione. San Giovanni Paolo II, Papa di fama mondiale, profondamente radicato nella preghiera e nell’azione missionaria, è riconosciuto come esempio di fede coraggiosa davanti alle prove spirituali caratteristiche del nostro tempo, in particolare l’indifferenza religiosa e il senso di assenteismo di Dio che talvolta attanaglia le anime.

La preghiera tematizza il mistero del silenzio di Dio, una delle esperienze spirituali più difficili e presenti nella vita del credente e in particolare nelle missioni, dove spesso ci si confronta con contesti di non credenza, dubbio o amarezza verso Dio. Tale dinamica evoca la “notte oscura” di cui hanno parlato i mistici cristiani e, nella tradizione magisteriale, a partire proprio da Giovanni Paolo II, la necessità di una “nuova evangelizzazione” capace di raggiungere quanti sembrano distanti dalla fede.

Questa supplica presuppone e richiama verità dottrinali fondamentali:

  • La missione della Chiesa come mandato di Cristo (Matteo 28,19).
  • La perseveranza nella fede anche nell’assenza di consolazioni sensibili (Ebrei 11,1).
  • La comunione dei santi e la validità dell’intercessione (Lumen gentium 49).

2. I destinatari a cui è rivolta e perché

La supplica è rivolta a San Giovanni Paolo II, chiamato Uomo della preghiera e del dialogo, modello di instancabile annunciatore del Vangelo e credente saldo e coraggioso nei confronti delle tenebre del dubbio e dell’ateismo. Scegliere lui come destinatario principale della preghiera è motivato da più ragioni:

  • Esempio personale: La sua vita testimonia la forza di una fede incrollabile sperimentata anche nelle sofferenze e nei momenti di prova, come dimostra il suo motto Totus Tuus e alcune sue meditazioni sulla croce e il silenzio di Dio.
  • Pastore universale: Ha fatto della missione e dell’evangelizzazione una priorità costante del suo pontificato (“La fede si rafforza donandola”, Redemptoris Missio 2).
  • Difensore della dignità umana: Il Papa polacco ha combattuto contro la disperazione e ha difeso la speranza cristiana, fondandola sulla misericordia e sulla presenza reale di Dio, anche nell’apparente assenza.

A lui si chiede di intercedere presso Dio per ottenere grazie speciali a favore dei missionari e di chi vive il dramma della lontananza da Dio.

3. I beneficiari per cui intercede e i bisogni spirituali/fisici che affronta

La supplica invoca l’intercessione di San Giovanni Paolo II principalmente per due categorie di persone:

  • Le comunità missionarie: uomini e donne (laici, religiosi, religiose, sacerdoti) dediti all’annuncio del Vangelo in contesti spesso “lontani da Dio”, incontrando ostilità, indifferenza, dubbio e scarso conforto spirituale. Essi hanno bisogno di pazienza, perseveranza, speranza, capacità di ascolto e di servizio; affrontano spesso solitudine, scoraggiamento, persecuzione e la fatica di vedere pochi frutti immediati.
  • I “lontani da Dio”: coloro che neppure “sentono” la presenza divina, provano il silenzio di Dio, lo smarrimento, il dubbio o la delusione. Le loro necessità sono spirituali (fede, senso, speranza, apertura alla luce), ma anche esistenziali: senso di abbandono, disperazione o indifferenza.

La preghiera amplia l’intercessione anche a chi sta attraversando la prova della notte della fede, chiedendo il dono di “non arrendersi” e di “riconoscere che, anche nel silenzio, Dio parla e ama senza sosta”.

4. Temi teologici principali, con citazioni bibliche e patristiche

Questa supplica mette in rilievo alcuni grandi temi della teologia cattolica:

  • Il silenzio di Dio e la prova della fede:
    “Mio Dio, mio Dio, perché mi hai abbandonato?” (Salmo 22,2)
    La preghiera modella le parole della Scrittura sull’esperienza della desolazione spirituale, tipica tanto delle missioni quanto della vita interiore. La fede, come scrive Giovanni della Croce, “cresce nella notte”.
  • Misericordia e speranza:
    “Dio, ricco di misericordia, per il grande amore con il quale ci ha amati, ci ha dato la vita...” (Efesini 2,4-5)
    La supplica sottolinea che persino nel silenzio, Dio è all’opera, fedele nell'amore e desideroso che nessuno “ceda alla disperazione”.
  • Missione della Chiesa:
    “Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli” (Matteo 28,19)
    “La fede si rafforza donandola” (Redemptoris Missio 2).
  • Comunione dei santi e intercessione:
    “Pregate gli uni per gli altri perché possiate essere guariti. Molto vale la preghiera del giusto fatta con insistenza” (Giacomo 5,16)
    “Nessuno si salva da solo: siamo tutti nella comunione dei santi, e nella comunione del peccato... la comunione si opera per quelli che pregano, intercedono, soffrono per gli altri” (CCC 953).
  • Luce nella notte, dialogo con chi è distante:
    “E la luce splende nelle tenebre, e le tenebre non l’hanno vinta” (Giovanni 1,5)

Patristicamente, Sant’Agostino insegna:

“Colui che prega per gli altri, per se stesso prega” (Enarrationes in Psalmos).

5. Genere di preghiera e collocazione nella tradizione liturgica

La supplica a San Giovanni Paolo II appartiene principalmente alla preghiera di intercessione, nella quale, per mezzo di un santo (in questo caso un papa canonizzato di recente e molto vicino alla sensibilità contemporanea), si chiede a Dio una grazia particolare per terzi (missionari e coloro che sono lontani da Dio). Contiene anche elementi di invocazione, lode (per la testimonianza di fede del Santo), e, implicitamente, di supplica fiduciosa nella misericordia divina.

Liturgicamente, questa formula non appartiene ai testi “ufficiali” del Messale Romano o della Liturgia delle Ore, ma può essere inserita:

  • nelle preghiere dei fedeli durante la Santa Messa;
  • in momenti di adorazione eucaristica e di veglia missionaria;
  • nel Rosario missionario o in novene;
  • in incontri comunitari di preghiera per la conversione dei lontani.

6. Indicazioni pratiche: uso nella preghiera personale, comunitaria e nel ciclo liturgico

Uso personale: Può essere recitata da chi sente nel proprio cuore il peso della lontananza da Dio – propria o altrui – o vive la fatica della fede nell’aridità della vita spirituale. È particolarmente adatta nei momenti di prova, scoraggiamento, crisi vocazionale o missionaria.

Uso comunitario: È perfetta per momenti di preghiera intercessoria, veglie per le vocazioni, celebrazioni nel Mese Missionario (ottobre), ricorrenze liturgiche dedicate ai santi missionari o a San Giovanni Paolo II (22 ottobre), incontri di gruppo di preghiera o nei momenti di intercessione per i giovani e per i lontani.

Nel ciclo liturgico:

  • Durante il Mese Missionario (ottobre) e nella Giornata Missionaria Mondiale.
  • Nelle solennità e memorie di San Giovanni Paolo II (22 ottobre).
  • Nei tempi forti di quaresima e avvento, quando si riflette sull’attesa, sulla speranza e sul silenzio di Dio.
  • In occasione di missioni parrocchiali, ritiri spirituali, giornate di dialogo con i non credenti.

Modalità: La supplica può essere alternata a momenti di silenzio meditativo, lettura biblica (ad esempio dei Salmi o di Giovanni 1), o può concludere un percorso di adorazione eucaristica a favore della conversione dei lontani. Si può anche abbinare all’offerta del Rosario, invocando San Giovanni Paolo II come intercessore speciale per la fede nei tempi difficili.

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