Preghiera personale a San Giovanni Damasceno per la difesa della fede

Preghiera personale a San Giovanni Damasceno per la difesa della fede

Santo Giovanni Damasceno, Dottore fedele e amorevole della Chiesa, vengo a te con cuore sincero e colmo d’umiltà.

Tu che hai difeso con coraggio la Verità del Vangelo nelle prove più dure, guarda a noi, cristiani derisi per la fede. Fa’ che il nostro spirito non vacilli davanti allo scherno, ma si rafforzi nel ricordo del tuo esempio.

Intercedi presso il Signore perché ci conceda sapienza e fortezza, affinché possiamo testimoniare la nostra fede con carità e intelligenza, senza mai rispondere all’odio con odio, ma con la serenità di chi sa di essere nella Verità.

Aiutaci a riconoscere Cristo anche nella sofferenza, a non temere di affermare con dolcezza ciò che abbiamo ricevuto, e a sostenere i fratelli vacillanti sotto il peso della derisione.

Santo Giovanni Damasceno, difensore della fede autentica, rendici strumenti umili ma decisi nella Difesa della Verità. Fa’ che, animati dal tuo esempio, camminiamo con fiducia verso il Cielo, certi che il Signore non abbandona chi lo testimonia con amore.

Amen.

Spiegazione della Preghiera

1. Il contesto spirituale e dottrinale della preghiera

La preghiera a Santo Giovanni Damasceno proposta si inserisce in un ricco contesto spirituale caratterizzato dalla ricerca della fedeltà al Vangelo nelle situazioni di prova e difficoltà. Giovanni Damasceno (circa 675-749) fu uno dei più grandi teologi e dottori della Chiesa orientale, noto soprattutto per la sua tenace difesa dell’ortodossia cristiana durante la crisi dell’iconoclastia, quando il culto delle immagini sacre fu duramente contestato. Il suo insegnamento, improntato a una fede pacata, intelligente e profondamente radicata nella Tradizione, lo rende intercessore spontaneo per quanti oggi sperimentano prove simili, ossia i cristiani che affrontano derisione, persecuzione o incomprensione a causa della loro fede.

Questo testo di preghiera si colloca in una tradizione che vede nei santi non semplici modelli morali, ma veri ausiliatori nella lotta spirituale. La preghiera si fonda su una dottrina che coniuga la richiesta di aiuto spirituale (“sapienza", “fortezza") e la consapevolezza della presenza di Cristo anche nella sofferenza. Al centro, infatti, vi è il tema biblico e patristico della partecipazione alla Passione di Cristo, nonché della necessità della testimonianza cristiana resa nello spirito delle Beatitudini (cf. Mt 5,11-12). Non mancano richiami ai testi degli antichi Padri circa la “gloria della sofferenza per il nome di Cristo” e la centralità della oratio nella vita del credente che affronta opposizioni.

2. I destinatari a cui è rivolta e perché

Il destinatario diretto della preghiera è San Giovanni Damasceno, venerato come Dottore della Chiesa. Si prega a lui poiché rappresenta una delle figure più emblematiche dell’apologetica cristiana, non nel senso di una difesa rabbiosa, ma come colui che seppe coniugare dottrina e carità, fermezza e accoglienza – qualità rare e preziose, oggi come nel suo tempo.

L’invocazione a Giovanni Damasceno è motivata dalla sua esperienza personale: fu uno dei pochi santi ad affrontare non solo la derisione pubblica, ma veri e propri attacchi in difesa della fede e della liturgia cristiana. È il vero “difensore della Verità”, e nella tradizione orientale viene spesso chiamato “nuovo Crisostomo” per la sua eloquenza unita a una fede incrollabile. Faire appello a lui significa riconoscere il valore della sapienza unita al coraggio, della pacatezza unita all’impegno attivo; qualità, queste, indispensabili ai credenti che ancora oggi si sentono isolati, scoraggiati o messi alla berlina a causa della fede.

3. I beneficiari per cui intercede e i bisogni spirituali/fisici che affronta

Sebbene il destinatario immediato della preghiera sia Giovanni Damasceno, i veri beneficiari sono tutti i cristiani che attraversano momenti di prova personale e comunitaria a causa della fede. L'orante intercede soprattutto per:

  • I cristiani derisi, osteggiati o perseguitati per la loro testimonianza pubblica.
  • Coloro che rischiano di vacillare nella fede o di rispondere male a chi li attacca (“che il nostro spirito non vacilli... ma si rafforzi nel ricordo del tuo esempio”).
  • Tutti quelli che sono chiamati a sostenere chi soffre a causa della fede (“a sostenere i fratelli vacillanti sotto il peso della derisione”).

I bisogni cui la preghiera si rivolge sono molti:

  • Bisogni spirituali: Sapienza, fortezza, capacità di testimoniare la fede con carità e intelligenza; forza di non rispondere “all’odio con odio”; dolcezza e serenità anche nella tribolazione; forza per riconoscere Cristo nella sofferenza personale.
  • Bisogni psicologici/emotivi: Superare la paura della derisione, ricevere conforto nella solitudine, trovare coraggio nella comunità di fede che sostiene e accompagna.
La preghiera non menziona esplicitamente bisogni materiali, ma l’invocazione affinché si abbia “serenità” e “coraggio” può valere anche per le conseguenze sociali nei contesti dove la fede comporta davvero emarginazione, perdita di lavoro o relazioni difficili.

4. I temi teologici principali, con eventuali citazioni bibliche o patristiche pertinenti

La preghiera si snoda su alcuni amplissimi temi teologici:

  • Testimonianza della fede nella persecuzione: Si richiama la beatitudine del Vangelo:
    “Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli” (Mt 5,11-12).
  • Difesa della Verità nell’amore: L’invito a non rispondere all’odio con odio ma con carità richiama Paolo:
    “Non lasciarti vincere dal male, ma vinci il male con il bene” (Rm 12,21).
    E ancora:
    “Siate sempre pronti a rispondere a chiunque vi domandi ragione della speranza che è in voi; tuttavia questo sia fatto con dolcezza e rispetto” (1 Pt 3,15).
  • Forza e sapienza come doni spirituali: Il richiamo alla “sapienza” e alla “fortezza” è biblico e patristico, due doni dello Spirito Santo necessari alla testimonianza, come insegna la Somma Teologica di Tommaso d’Aquino.
  • La comunione dei santi: L’invocazione del santo come mediatore rientra nella dottrina della Chiesa “comunione”:
    “Tanto è potente presso Dio la preghiera di uno giusto, che più è perfetto nella carità, tanto più efficace sarà il suo intervento” (San Tommaso d’Aquino, S. Th. II-II, q. 83, a. 11).
  • Riconoscere Cristo nella sofferenza: “Aiutaci a riconoscere Cristo anche nella sofferenza” risuona con Paolo:
    “Completo nella mia carne quello che manca ai patimenti di Cristo, a favore del suo corpo che è la Chiesa” (Col 1,24).

Nel suo Discorsi sulle immagini sacre, San Giovanni Damasceno valorizzava anche la bellezza come via per testimoniare la fede; anche la “difesa della verità” che la preghiera supplica è quindi intesa come una testimonianza che rende bello il volto della Chiesa.

5. Il genere di preghiera e la sua collocazione nella tradizione liturgica

Questa orazione si configura principalmente come una preghiera di intercessione, poiché si rivolge a San Giovanni Damasceno affinché interceda presso Dio per il popolo credente, ma ha tratti anche di lode (esaltazione delle virtù del Santo), di supplica e leggermente di penitenza (“cuore sincero e colmo d’umiltà”).

Nella tradizione liturgica, le preghiere ai santi assumono spesso questa forma e trovano collocazione:

  • All’interno della liturgia delle Ore (nelle memorie dei santi, in particolare nel caso di Giovanni Damasceno il 4 dicembre, suo giorno liturgico).
  • Nelle litanie dei santi o nelle preghiere comuni a sostegno di chi soffre per la fede.
  • In pratiche devozionali private o comunitarie, soprattutto in tempi di difficoltà ecclesiali o sociali.

La Chiesa orientale, in particolare, sviluppò una vasta poetica liturgica in onore dei santi difensori della fede: questa preghiera ricalca lo stile di molti “inni” bizantini, unendo la dimensione personale del dialogo spirituale al senso ecclesiale della supplica.

6. Indicazioni pratiche: modalità d’uso e tempi liturgici

Per l’uso personale, questa preghiera può essere inserita in diversi momenti di preghiera individuale:

  • Come preparazione a un dialogo difficile o a un momento in cui si deve testimoniare pubblicamente la propria fede.
  • Nei periodi di prova, sfiducia, isolamento spirituale o psicologico, rileggendola lentamente e lasciandola diventare esame interiore e affidamento.
  • Recitata prima di momenti di incontro o confronto (ad esempio, in preparazione a una discussione su temi etici o religiosi).

A livello comunitario, può essere utilizzata:

  • Nei vespri, liturgie parrocchiali o incontri di preghiera, specie in giorni dedicati al Santo (4 dicembre).
  • Durante momenti di preghiera per la Chiesa perseguitata o per i cristiani osteggiati nel mondo.
  • In maratone di preghiera per la libertà religiosa o durante la Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani (per sottolineare l’unità nella testimonianza).

Nel ciclo dell’anno liturgico, il tempo privilegiato resta attorno alla memoria del Santo e nei tempi di Quaresima o Avvento, periodi di purificazione e testimonianza. Può accompagnare la meditazione delle Beatitudini o essere associata alla memoria dei martiri e testimoni della fede delle diverse epoche.

Si suggerisce di concludere la preghiera lasciando spazio a un momento di silenzio, per interiorizzare l’esempio del Santo e affidare a Dio, tramite la sua intercessione, tutte le difficoltà presenti.

Commenti

I commenti saranno disponibili a breve.